NO PONTE SULLO STRETTO? UN FLOP TIRA L’ALTRO

Il No al Ponte è più un fatto mediatico, per la capacità dei detrattori dell’opera di tenere la scena, che un reale atteggiamento della popolazione. La gente, quella a cui sempre più spesso si appellano, per sostenere le proprie tesi, funzionari di partito, dirigenti di associazioni cosiddette ambientaliste e intellettuali in servizio permanente effettivo, va da tutt’altra parte, non abbocca più ai canti, ormai striduli, ripetitivi e stonati, delle sinistre sirene.

Già i risultati elettorali erano stati una netta conferma del rifiuto del No al Ponte. A Messina le vittorie al Comune, alla Provincia e l’apporto al successo di Lombardo alla Regione; e a Reggio Calabria, il successo di Peppe Scopelliti, si sono verificati ben conoscendo, gli elettori, gli orientamenti dei rispettivi candidati a favore del Ponte. Gli stessi sondaggi hanno registrato, senza soluzione di continuità, ormai da molto tempo, una forte maggioranza a favore della costruzione del manufatto. E infine le manifestazioni di questi ultimi giorni che fanno dire che ‘errare umanum est, perseverare è da sciocchi’.

Il primo flop si è avuto con la manifestazione (si fa per dire) del 5 dicembre quando si son viste, in quel di Messina, più bandiere rosse che manifestanti (eran trecento giovani e forti, ma politicamente insignificanti). Il 19 hanno tentato la rivincita, con i soliti slogan negativi senza costrutto, sul dirimpettaio suolo calabro di Cannitello dove, comunque, il 23 dicembre apriranno i cantieri della variante ferroviaria, opera propedeutica per avviare entro alcuni mesi le attività di costruzione del Ponte di Messina.

Il flop di questa seconda manifestazione brucerà certamente in modo forte sulla pelle degli organizzatori. Strombazzata su ogni media: giornali locali e nazionali, televisioni italiane ed estere, radio pubbliche e private, internet con i gruppi di facebook e l’onda viola, e la ‘Rete No Ponte’, e l’adesione della Giunta Regionale Calabria che per l’occasione, dopo la denuncia del ‘Comitato Ponte Subito’, si libera delle azioni della Società, e dopo i proclami di ‘illuminati’ professori, che fanno sfoggio di ‘verità e certezze’ ma ricercano solo una propria visibilità, la manifestazione è stata una nuova Caporetto e ciò malgrado le ‘truppe cammellate’, sempre meno numerose, che vengono spostate su ogni scenario dove è necessario un protagonismo da far rimbalzare mediaticamente.

I media amici, prima del 19, avevano parlato di centinaia e centinaia di adesioni di sigle, associazioni, partiti ed Enti locali. Previsioni strombazzate dagli organizzatori che parlavano di oltre 30.000 manifestanti con un’organizzazione che rasentava il paramilitare. Il giorno dopo il 19 dicembre sono rimaste le centinaia e centinaia di sigle, ma i partecipanti si sono ridotti a circa 4.000 unità in larga parte portate da lontano e apertamente schierate contro il Governo in carica. Abbiamo visto funzionari di partito, dirigenti di associazioni, soggetti schierati politicamente contro il Ponte, ma mancava la gente, cosa che i media amici dei No Ponte non hanno evidenziato, e gli intellettuali, perennemente al servizio della demagogia, hanno nascosto a se stessi.
Si, mancava la gente, quella comune, quella locale, quella ch’è stanca d’essere presa per i fondelli, quella che non intende più essere manovrata per fini politici, quella che non può dimenticare che la sinistra, prima dell’avvento di Berlusconi, ma in parte anche dopo, ha sostenuto il Ponte e la sua realizzazione, per poi abbandonarlo dato che prima Craxi e poi Berlusconi ne avevano fatto un cavallo di battaglia considerando il Ponte una scelta strategica per il rilancio economico delle due regioni interessate e per l’intero sistema Italia.
Riusciranno, parafrasando la Wertmuller, i nostri a comprendere che continuando su questa china arriveranno nudi alla metà? Ne dubitiamo.

Il Comitato ‘Ponte Subito’

Reggio Calabria 21.12.2009

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