IL NUOVO PSI PROTAGONISTA

IL NUOVO PSI PROTAGONISTA

 

Nella debolezza attuale della Costituente Socialista e  nella pusillanimità del suo leader Boselli, che di fatto si vuole distinguere come  estremo difensore di Prodi, esistono ampie condizioni, per noi, di parlare all’elettorato socialista moderato e progressista.

Sottolineare ed evidenziare le incongruenze, le contraddittorietà degli Sdi e degli ex NuovoPsi che, come ultimi  parvenus, hanno causato l’ultima scissione di giugno-luglio scorsi, credo sia, oltre che un nostro compito, per molti aspetti, anche un nostro dovere. Un conto, però, è dirselo tramite questo sito, un altro renderlo di pubblico dominio, con opportune iniziative politiche. Esistono, ancora oggi, troppe incognite per rasentare qualsiasi probabile sbocco delle vicende nazionali.

Ma in relazione alle prossime amministrative di maggio, le regole e le condizioni di voto resteranno quelle note e pertanto ci consta, come partito, di essere protagonisti ed interpreti non solo del nostro pensiero, ma prioritariamente di quanti potranno condividere  il nostro progetto politico e con esso l’alleanza che vorrà realizzarlo. E’ fuor di discussione il mio convinto sostegno alla Casa delle Libertà ed ai partners che non più tardi di alcuni mesi fa hanno sostenuto e condiviso la “mia” posizione anticomunista ed antiestremista, in quella tornata elettorale ! Troverei, poi, inaccettabile una prospettiva socialista che non fosse quella da me votata  all’ultimo Congresso di Giugno ! Il che non prescinde da una sana volontà di “pressione esterna” tale da mettere in difficoltà i ” Costituenti ” nella loro improponibile collocazione a ” sinistra “,  in questo falso centrosinistra.

E’ chiaro che non schioderemo Boselli o Angius… ma quanti loro votanti  presumibili avranno modo di rivedersi ? Spesso si parla di ” analisi “. Se veramente noi caldoriani siamo convinti della nostra linea, orbene perchè non assumere l’iniziativa all’interno della ” questione socialista ” ? Nei molti enti locali dove si andranno a rinnovare le amministrazioni, ipotizzare il recupero di presenze riformiste ancora senza orario e senza bandiera, è, di questi tempi, meno improbabile di qualche mese fa. Non è casuale che a Brindisi, come in Calabria o ad Agrigento il Nuovo Psi abbia registrato, ultimamente, adesioni ed arrivi importanti.

Non si dimentichi che quegli eventi seguirono l’entusiasmo e l’interesse destato dal nostro ultimo congresso. Poi il trend di visibilità ha avuto una flessione e non ci deve bastare nè ritenerlo sufficiente, lo scambio di pareri e le dichiarazioni su Socialistalab ! La politica è un’altra cosa. Ecco perché  proverò fino all’ultimo e continuerò laddove ho già cominciato, a parlare con quelli dello Sdi e gli ex Npsi perchè comprendano l’errore della loro politica e si ravvedano quanto prima dal sostenere ulteriormente coalizioni che con il socialismo non hanno niente a che fare !

Per assurdo vorrei ipotizzare che  Del Bue chiamasse Caldoro per un sano approfondimento onde  traghettare la Costituente tutta, a sostegno di una coalizione elettorale che escludesse vecchi e nuovi comunisti, e ponesse il Pd all’opposizione ! Non sarebbe un successo per il NuovoPsi e la società italiana ? Ed allora perchè non farlo noi se confidiamo nella bontà e valore delle nostre idee e verifichiamo quotidianamente la contraddizione di Boselli ? E’ probabile che a Roma gli Sdi e Costituenti finiranno tra le braccia di Veltroni e D’Alema ( vedi De Michelis di recente … ). Non altrettanto vorranno fare gli iscritti e gli elettori in periferia. E’ a loro che va la mia preoccupazione, è per loro che chiedo l’attenzione e la presenza del Partito.Se l’alleanza con Berlusconi è fuori discussione, mi domando se possiamo fare, forti del valore di questa linea, qualcosa di più.

 

Angelino Masin

IL DOPPIOPESISMO INACCETTABILE SU BERLUSCONI

Non c’era dubbio che alla prima occasione i garantisti a intermittenza, come le lucette di Natale, avrebbero buttato giù la maschera ed imboccata, senza remore ed alcuna vergogna, la via maestra dello sfruttamento delle illegali intercettazioni telefoniche subite da Silvio Berlusconi. Qualcuno, ingenuamente, aveva pensato che, dopo la vicenda Forleo-D’Alema, i post, neo ed ex avrebbero usato più cautela. Macchè. Quando si presenta l’occasione non badano a spese, sfruttano anche le virgole, e se qualcuno tentenna, c’è sempre un direttore d’orchestra che li mette dinanzi al fatto compiuto, com’è avvenuto con la pubblicazione addirittura dell’audio in un sito di Repubblica e dell’Espresso e poi della RAI, e li costringe a suonare senza soluzione di continuità.

La differenza di trattamento tra la vicenda di D’Alema e quella di Berlusconi è visibile anche all’occhio, volontariamente, più bendato. I garantisti a intermittenza hanno gridato allo scandalo per la pubblicazione delle storiche frasi di Fassino (‘allora abbiamo una banca’) e di D’Alema, (‘E vai, facci sognare’). Hanno addirittura minacciato l’adozione di un provvedimento urgente per mettere in galera i giornalisti che non rispettavano la privacy e ‘scandalosamente’ mettevano in pasto all’opinione pubblica telefonate assolutamente private. Anche Napolitano scese in campo chiedendo estremo rigore in materia. Ed allora la partita giudiziaria su D’Alema e & non era ancora conclusa, così come non lo è ancora.
Oggi invece tutti tacciono, mentre è in corso, in mancanza d’altro ed avvicinandosi la consultazione elettorale, la campagna d’autunno contro il nemico pubblico n. 1 (a cui si riconosce la capacità attrattiva sugli elettori per la chiarezza degli obiettivi e dei programmi), e si dispiegano le grandi manovre sui giornali, sui media, sui blog.. Nessuno ha da dire niente sul garantismo, i propositi forcaioli contro i giornalisti vengono accantonati, e ci si sofferma solo sulla presunta gravità delle frasi di Berlusconi. Si cerca così di spostare l’attenzione dall’uso indegno e grave delle intercettazioni alla reazione dell’interessato che ha semplicemente affermato quello che sanno tutti, e si nasconde che la Procura di Napoli ha chiesto l’archiviazione della vicenda perché il fatto non presenta rilevanza penale.
Ma a loro che importa. Hanno trovato e confezionato l’argomento principe (la famosa pistola fumante?), per far vivere di rendita Santoro, Travaglio, la biondina ‘sorriso arrogante’ di Annozero, l’antipolitico (?) Grillo e tutti i grillini in circolazione in questa Repubblica fondata sull’odio più becero. Tireranno avanti per molte settimane, almeno fino a quando la direzione musicale non ordinerà di cambiare spartito. Ma per ora: avanti tutta non solo con le trascrizioni sui giornali, ma anche con la trasmissione dell’audio (è più efficace), ripreso addirittura dal servizio pubblico come dovrebbe essere la Rai.

Questa è la cosiddetta sinistra che tanto piace ai Boselli, ai Turco, all’ex figlio di Bettino (come lo ha catalogato l’arguto Filippo Facci), con questa sinistra vanno a braccetto. Noi invece li conosciamo bene, e per questo li evitiamo come l’Aids. Cambieranno sempre la loro pelle (come i serpenti), muteranno sempre le loro sembianze (si è perso il conto dei simboli e dei nomi nuovi adottati), cercheranno sempre di mimetizzarsi magari confondendosi, come adesso col PD, con frange di cattolici, ma non potranno cambiare mai il loro dna che è fatto di arroganza, presunzione, odio dell’avversario e un doppiopesismo figlio diretto della doppiezza togliattiana. Il garantismo è sbandierato solo quando serve per difendere uno dei loro, mai per difendere un principio. E’ garantismo a intermittenza.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 29.12.2007

BOVA, NON FINIREMO MAI DI PROTESTARE

Ci dispiace veramente di ritornare a parlare dell’on. Bova, ma dinanzi alla presunzione non abbiamo altra scelta. Avevamo, tra l’altro, dichiarato che ne avremmo scritto fintanto che la vicenda del Gruppo Nuovo PSI non si sarebbe risolta dando a Cesare quel che è di Cesare, e a Racco quel che è di Racco. Ma ancora oggi registriamo che quello di Cesare è stato assegnato illegalmente all’on. Luciano Racco.

Si continua, infatti, con l’uso improprio del potere mettendo sotto i piedi ogni regola e ogni ruolo, sacrificando anche il rispetto personale sull’altare del delirio di onnipotenza e degli scontri interni al proprio partito. Dai proclami dei giorni scorsi con i quali il signor Presidente cercava di accreditarsi come il Salvatore della Patria, si è passati ad un silenzio assordante. Per riuscire, infatti, a determinare la quadratura del cerchio, cosa impossibile, il nostro pseudo salvatore della patria preferisce operare nell’ombra e nel silenzio più assoluto.

Dinanzi a Lui, infatti, ci sono ben tre problemi di difficile soluzione.

Il primo nasce dalla decisione del PD di costituire il Gruppo consiliare unico, e il nostro si trova alle prese con le resistenze della Margherita che chiede di restare separati, organizzativamente (?), fino al 31 marzo prossimo; con quelle di Racco che per liquidare il ‘pomo della discordia’ con l’abbandono del Gruppo ‘Nuovo PSI’, vuole che gli venga assegnata una Presidenza di Commissione dove poter collocare gli uomini della propria illegittima struttura; e infine con quelle di Adamo che non intende essere Capogruppo di un gruppo che esiste solo sulla carta.

Il secondo problema è il frutto della attività di giocoliere del Presidente che arriva anche a proporre l’idea capovolta di Robin Hood, e cioè quello di togliere ai poveri per dare ai ricchi. Malgrado la sollevazione dei ‘poveri’ l’idea di una megastruttura per il ‘ricco’ gruppo del PD non sembra affatto accantonata, anche se il percorso per modificare la composizione delle strutture speciali è molto lungo, dato che è necessaria una legge ad hoc. Meglio allora operare in silenzio.

Infine c’è l’ultimo problema, che non certamente è il meno importante: deve riuscire a giustificare il perché ha finanziato il gruppo a Racco pur sapendo che non apparteneva più al Nuovo PSI. Dire che comunque i soldi sarebbero stati spesi lo stesso è una menzogna dato che il Nuovo PSI non aveva fino al 31 luglio 2007 alcun rappresentante in Consiglio essendo i tre eletti transitati uno (on. Stancato) all’Udeur e gli altri due (on.li Racco e Chieffallo) ai ‘Socialisti Italiani’. Dopo quella data non c’è più aggravio per le casse regionali perché la struttura o viene utilizzata da Racco o viene utilizzata dal nostro on. Galati. Vi è solo un danno causato al Nuovo PSI che non rinuncerà a pretenderne il relativo risarcimento. Prima di quella data, però, il danno è stato causato alle casse regionali.
Attendiamo di vedere uscire il coniglio dal cilindro, anche se è molto improbabile. Bova potrà operare con i proclami o col silenzio assordante, ma nell’un caso e nell’altro il Nuovo PSI continuerà a denunciarne gli abusi e le prepotenze, indicando all’opinione pubblica la pochezza dell’attuale classe dirigente (sic!) calabrese, che è la fotocopia di quella nazionale.

Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

Cosenza, 28.12.2007

QUEL CHE E’ CERTO E’ L’ALLEANZA CON BERLUSCONI

Sbaglia profondamente chi pensa che l’alleanza con Berlusconi sia un’improvvisazione, una forzatura, o un passaggio obbligato (obtorto collo). Essa è, invece, una scelta di campo naturale, che viene da lontano, e per la quale ci si è battuti in tutti questi anni, e si continua a farlo ancor oggi, per contrastare l’aggregazione prodiana incapace di governare nell’interesse dell’intero Paese. Che il Paese vada alla deriva e sia destinato al declino non sembra preoccupare per nulla Prodi & C. essendo, l’attuale ‘sinistra’, tutta protesa a costruire il regime come nelle migliori tradizioni totalitarie.

Già all’indomani della falsa rivoluzione giudiziaria, quando venivano decapitati i partiti che avevano portato l’Italia ai risultati che ne hanno decretato il ruolo di grande potenza, i comunisti, che avevano superato indenni, per quella grande capacità mimetica dimostrata, il terremoto del dopo muro di Berlino, avevano pensato che i giochi erano ormai fatti. Bastava saper cogliere il frutto della loro azione tattica. Ma così non è stato. Sul loro cammino si è materializzata una variabile imprevista rappresentata da Silvio Berlusconi, che seppe neutralizzare la gioiosa macchina da guerra, che avrebbe anticipato di anni la bancarotta italiana.

Questa variabile ha offerto ad un popolo moderato, senza più guida, la possibilità di resistere all’avanzata occhettiana. Socialisti, democristiani, socialdemocratici, repubblicani, liberali e radicali hanno ‘scelto’ di affollare il contenitore berlusconiano. Chi non è entrato in FI, e ha rifiutato l’egemonia ‘protettiva’ della cosiddetta sinistra, diventata anche super forcaiola, ha deciso che comunque si alleava con l’erede naturale di Craxi, lo statista perseguitato, esiliato e mandato a morte senza alcuna pietà, ma che è stato, si può ben dire, il maestro del nuovo leader, il suo ispiratore riformista.

Noi, Nuovo PSI, abbiamo saputo fare quello che consideriamo ancor oggi la scelta più giusta e più oculata sul cui altare abbiamo affrontato, a viso aperto, le fughe dei Bobo e dei Zavettieri, e da ultimo, la canagliata dei De Michelis. Anche oggi, senza alcun tentennamento, abbiamo deciso di stare a fianco di Berlusconi. Ancora una volta scegliamo il passaggio più consono agli orientamenti dei riformisti che rappresentiamo. Le forme di questo ‘stare vicino’ dipendono da cosa matura nei prossimi giorni. Una riforma elettorale (spagnola o tedesca che sia) o un referendum vincente, pongono infatti problemi di aggregazione su un’unica lista, mentre lo scioglimento delle Camere ed il ricorso al voto col vecchio sistema, permettono di mantenere sulla scheda il garofano che diventerebbe di sicuro l’unico punto di riferimento socialista per i nostri potenziali elettori.

La scelta federativa di cui si parla nella nota stampa, che da notizia dell’incontro Nuovo PSI-FI, lascia la porta aperta alle diverse opzioni che saranno comunque sciolte via via che il quadro politico si renderà sempre più chiaro, e i passaggi sempre più stringenti. Bisogna non dimenticare mai che la partita non si gioca da soli e che ci sono molte variabili che possono sparigliare il percorso. Non solo all’interno dell’ex Casa delle Libertà, ma anche nei confronti degli interlocutori avversari, ed anche al loro interno tra ex comunisti e margheritini, e tra gli stessi ex comunisti.

Quel che è certo è la nostra alleanza con Berlusconi che, oggi più di ieri, mi piace considerare come un vero socialista, riformista e liberale. I modi, i sistemi e i tempi saranno decisi assieme.

Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

Roma, Natale.2007

Natale 2007:la Caporetto della II Repubblica

La “rivoluzione” che sembrava purificare Il sistema Italia dalla corruzione partitica della “prima repubblica” in questo Natale 2007 è arrivata al suo tragico epilogo.

Lo testimonia un paese letteralmente in ginocchio che da quindici anni non ha avuto e potuto avere una sicura guida per far fronte ai disastri della speculazione dovuta alla “facilonistica” introduzione della nuova moneta ed ai grandi cambiamenti della socio-economia mondiale.

Quotidianamente aumenta il numero delle persone che allungano il bollettino della povertà, spesso a rischio di finire letteralmente per la strada e di casi estremi, che non vedono altro che una tragica prematura fine dei propri giorni di fronte all’angoscia e alla disperazione di non poter provvedere per il minimo sostentamento della propria famiglia.

Il caos socio politico attuale del sistema Italia pare ripercorrere i tragici avvenimenti del 23 e 24 ottobre 1917 con un governo che drammaticamente pare somigliare al personaggio di “Fantozzi”.

Un governo che, anziché guidare e spronare a fare di più e meglio il paese, ritiene invece come l’allora gen. Cadorna, di fare esemplare “giustizia sommaria” dei “traditori della patria”.

Oggi i traditori non sono i soldati in fuga bensì quei piccoli commercianti rei di aver omesso uno scontrino da ben 30 centesimi di Euro condannati alla chiusura e perdita di molti giorni di salario sia per il titolare che per i dipendenti oppure il sequestro della casa o dell’auto a qualche poveraccio reo di aver superato anche di un solo chilometro all’ora i, spesso assurdi, limiti di velocità, condanne sommarie che oggi, forse, sono provvedimenti ben peggiori di una fucilata alla schiena!

La corsa a imporre balzelli comunque e ovunque principalmente per distribuire stipendi per lavori e consulenze che hanno solo lo scopo di giustificare sussidi e la distribuzione a larghe mani di, piccoli e grandi, privilegi immeritati ad amici e parenti e sicuri elettori e quanti rifiutano modesti lavori che vengono lasciati agli extracomunitari o ex tali.

Un vergognoso connubio tra logica marxista – leninista e lotta per l’egemonia del paese delle due grandi famiglie (piemontesi) che si sono ribellate alla prima repubblica quando, dopo la caduta del muro di Berlino, non hanno più potuto contare su corposi aiuti a fondo perso elargitigli pronta cassa dallo stato.

La negatività di questo connubio sta in particolare nella prima componente che sostiene, in analogia con lo spirito di comuni ladruncoli e rapinatori, che sia giusto prendere i soldi dove ci sono, inducendo così, chi dopo una vita tanto lavoro e grandi sacrifici ha accumulato qualche risparmio (anche di modesta entità) ad evitare che gli vengano rapinati investendoli altrove o cambiando paese prima ancora che vengano prelevati forzosamente ai loro figli in caso di eredità.

Una seconda repubblica con molti “neo politici” (ex sessantottini laureati con “voto politico”) che sembrano concorrenti della trasmissione “La Corrida” (dilettanti allo sbaraglio….) che potrebbero sostituire tranquillamente i nomi dei responsabili della disfatta dell’ottobre del ’17 nella, ipotetica, riedizione, adattata ai giorni nostri, del libro di Curzio Malaparte: La rivolta dei santi maledetti.

È indispensabile che in questo paese si attui una “rivoluzione culturale” in senso socialista e liberale che aiuti e premi chiunque e comunque abbia voglia di lavorare e di investire con capacità e profitto mentre disincentivi l’ozio, il vittimismo e la logica assistenzialistica, fermo restando, ovviamente, la solidarietà verso quanti vengano colpiti da disgrazie non attribuibili alla loro leggerezza, irresponsabilità, inoperosità cronica.

Un ulteriore segnale di serietà e affidabilità potrebbe essere dato introducendo un sistema che premi la scommessa che fanno su se stessi gli onesti contribuenti, ridimensionando il, diseducativo, gioco d’azzardo di stato.

 Impegniamoci, dunque, affinché questo paese sappia individuare tempestivamente un nuovo generale Diaz che infonda: entusiasmo operativo, efficienza, buon senso politico, fraterno amore fra i suoi cittadini;  per conquistare la vittoria di “Vittorio Veneto” a salvaguardia delle prossime generazioni per vivere in armonia e pace con tutta la terra. dal sostituire

                                                                                          Piergiorgio Razeti.

Un Natale gelido

UN NATALE GELIDO! 

 

Il prossimo Natale si preannuncia molto freddo ( non solo dal punto di vista climatico!). I consumi si prevede che scenderanno del 5%. Non è un cinque calcolato su anni d’oro, ma sul  Natale passato, già abbastanza freddo.Però il consumo di beni di lusso si prevede invariata. I ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. Ma allora, a cosa serve, a chi giova questa politica in questo processo ?  Che fine ha fatto il ruolo nobile della politica?Se la politica è questa, allora sì che diventa un costo aggiuntivo che il popolo non sopporta più. Se soffia il vento dell’antipolitica, è semplicemente per questo. Gli Italiani possono anche far finta di credere ai dibattiti televisivi dei politici, pieni di falsità e di bugie.Ma quando comincia a mancare l’indispensabile subentra l’ostilità, il risentimento.Il dato sconfortante sta nella constatazione di un‘ Italia  che marcia a due velocità: laddove a fronte di uno sviluppo economico effettivo, che però riguarda solo virtuose minoranze, la politica non dà per nulla progresso sociale effettivo. Pulsioni esclusivamente individuali, egoismo dilagante. Clausura blindata nel covo della famiglia. Diffidenza ringhiosa nei confronti dell’”altro”, chiunque esso sia. Coltivazione del proprio e del poco.Dopo circa 150 anni, insomma, non sembra cambiato proprio niente: l’Italia è stata fatta sì, ma non ancora gli Italiani. “Un volgo disperso che nome non ha” come diceva il Manzoni.Nessun politico è disposto a rischiare in prima persona. Rimanendo immobili vengono sempre più erosi quegli spazi di libertà e di giustizia conquistati con tanti anni di lotta.La politica ha una grossissima responsabilità, chiaramente fatta di oneri e onori. Gli oneri sono quelli legati alla capacità di dire di no ai potenti di turno, dire no al grande capitale, dire di no alla mafia, dire di no agli usurai. Non sottomettersi a qualche Paese più potente del nostro !Bettino Craxi docet, quando disse no a Reagan o quando appoggiò il referendum sulla responsabilità dei magistrati. Referendum fatto diventare una barzelletta dai politici in quanto gli errori dei magistrati sono pagati dallo Stato. Assurdo!Con un vero socialista come Bettino Craxi, l’Europa tutta avrebbe avuto un diverso approccio ed un altro rispetto per l’Italia. Non possiamo mica per stare al passo con l’Europa portare una buona parte della popolazione alla disperazione ?Non dimentichiamoci che siamo stati superati su tutti i fronti dalla Spagna Socialista e la Grecia sta incalzando…Questo perché il nostro Governo non è mai in grado di decidere sulle questioni importanti. I nostri politici sono arrivati a un punto tale che su qualsiasi vicenda delicata hanno il terrore di un altro voto da brivido al Senato ! Sono ostaggi sia al proprio interno che dell’opposizione. E l’Italia perde colpi, rimanendo ingessata!Noi non vogliamo essere l’antipolitica, ma vogliamo riportare dentro la politica qualcosa e qualcuno del “volgo disperso”. Costringere il Palazzo ad essere meno arrogante e spregiudicato.L’unico diritto riconosciuto in Italia è quello di pagare le tasse.Lo Stato è diventato simile ad un’aziende il cui scopo è quello di rastrellare soldi tra i cittadini, ma ormai non ce sono più ! Le famiglie sono allo stremo.CAMBIARE, questa dovrebbe essere la parola d’ordine. 

                                                                                 Francesco Mazzeo Segretario de “I Socialisti per le Libertà”

PERCHE’ STIAMO CON BERLUSCONI

C’è chi insegue sogni di splendore vissuti in altri momenti storici e continua a pensare e sperare che basti l’unità di chi si proclama socialista per riaverli; c’è chi, più modestamente, si accontenta di inseguire una nicchia di sopravvivenza, e fra questi ci sono quanti hanno fatto a gara per arrivare primi all’appuntamento col PD; c’è chi ha conquistato un ruolo di ‘sottogoverno’ e per mantenerlo sacrifica su quell’altare la propria coerenza e la propria dignità; e c’è infine chi sceglie di continuare la propria battaglia per una società più giusta dove vengano soddisfatti i bisogni, promossi i meriti e difese le libertà, tutte le libertà.

Noi stiamo, come Nuovo PSI, in quest’ultima categoria, e ci sentiamo, senza alcuna forzatura, alleati naturali di Berlusconi che, quindici anni fa, ha mantenuta aperta la prospettiva politica di una Italia non ingessata e libera da occupazioni militari, anche se gioiose, e continua ad essere ancor oggi il motore di una aggregazione che, aldilà dei colori trascorsi o recenti dei suoi alleati, ha un comune denominatore rappresentato dallo spiccato senso dello stato, dell’amore per le libertà, e dalla voglia di realizzare pienamente la trasformazione vera del nostro Paese.

La scelta di campo ha, quindi, questi connotati e il continuare a dire che essendo un partito di sinistra dobbiamo stare a sinistra, è diventato stucchevole. E’ vero che siamo un partito di sinistra ma essendo anche laici e riformisti non restiamo prigionieri di nominalismi e scegliamo di stare con chi veramente può realizzare gli obiettivi del nostro essere. Tra l’altro Berlusconi è, attualmente, l’unico che ha ciò che Gramsci chiamava ‘connessione sentimentale’ con gli elettori, ed è l’unico che può condurci alla vittoria.

La sinistra italiana e la sua armata Brancaleone è invece veramente lontana dalla concezione riformista che ci interessa. Noi puntiamo ad una razionalizzazione del sistema, alla riduzione e all’abolizione degli sprechi e degli sperperi, ad una riforma reale del welfare, mentre lor signori, condizionati da spinte radicali e settoriali, seguono la strada del mettere le mani nelle tasche sempre più vuote degli italiani, col risultato di livelli fiscali unici in tutto l’Occidente.

Questa sinistra è quella che per non perdere qualche votarello verde, giallo o rosso fuoco che sia, sposa le tesi più assurde, imposte dai nani che gli ronzano attorno. Blocca le grandi opere come il Ponte di Messina (la cui ombra disturberebbe i pesci), o come la Tav col rischio di tagliare fuori il nostro Paese dalle grandi direttrici di collegamento europeo. Questa sinistra impegna per settimane il dibattito attorno alle coppie di fatto, agli omosessuali, all’eutanasia e a quant’altro, mentre il Paese subisce la delinquenza comune e mafiosa, l’immigrazione clandestina, gli scioperi selvaggi, la malasanità e il caro prezzi. Questa sinistra plaude alla rimozione di Petroni dal Cda della Rai e alla rimozione del generale Speciale dalla Guardia di Finanza per poi boccheggiare quando il Tar ripristina la legalità sconfessando l’esecutore materiale dei ‘delitti’, tale Padoa Schioppa.
Questa non è sinistra, ma per evitare d’essere anche noi prigionieri di nominalismi, questa non è classe dirigente, è un’accozzaglia messa assieme dall’antiberlusconismo. Il cemento che li tiene assieme non sono le cose da fare, ma il fronte negativo da mantenere. Con questa pseudo classe dirigente l’Italia rischia il declino, ma con questa ‘classe dirigente’ non abbiamo nulla da spartire.

L’alleanza con Berlusconi è vitale per il Paese, ed è quello che ci interessa, aldilà dello stesso interesse di partito che passa necessariamente in secondo piano. Per questo va aiutato il processo di chiarimento con gli alleati e va ricomposta quell’unità dei gruppi dirigenti che deve far sponda all’unità dei cittadini moderati che non è mai venuta meno e che sono la maggioranza nel Paese.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 23.12.2007

Berlusconi e Veltroni si rivolgano agli elettori

La crisi che investe la politica e le istituzioni nel nostro Paese è più profonda di quello che appare. Chi ha la responsabilità di governo o di guida delle maggiori forze politiche sta cercando in questi ultimi mesi di proporre qualcosa di nuovo. Un nuovo più estetico che reale.
Le prime mosse sembrano confuse e dettate più da azioni difensive e di autodifesa che da lucida visione delle cose. Prodi, con indubbia capacità tattica , sostiene la sua fragilissima maggioranza con l’esperienza del vecchio democristiano che galleggia tra le grandi difficoltà senza risolvere alcun problema, sicuro di rimanere l’unica alternativa a se stesso. Veltroni punta alla vocazione maggioritaria del suo PD ed è costretto a prendere il largo dal recinto del vecchio centrosinistra per tentare- almeno sulle regole e la legge elettorale- un accordo con l’opposizione ed in particolare con il partito più forte e con i medesimi interessi. Anche questa mossa appare nel breve difensiva e tesa a rafforzare una personale leadership. Infine Berlusconi, fallito, non per sua colpa, il progetto della cdl ed il tentativo di spallata al governo è stato costretto a rovesciare il tavolo dei vecchi rapporti con gli alleati e a tentare di sfondare, da solo, il muro delle percentuali che consentono se non la autosufficienza almeno qualcosa che le assomigli. Tutto il resto della politica gira e rigira attorno a queste novità con molti mugugni e mal di pancia.
Una prima alleanza dei tre protagonisti si è naturalmente saldata nell’impedire la nascita di un nuovo polo, cosa bianca o altro, che possa mettere in discussione il vantaggio tattico conquistato. Ma il paese e l’opinione pubblica sembrano non credere alle risposte della politica. Il sentimento di protesta e di antipolitica sale pericolosamente. Il cittadino chiede di essere governato e questo non avviene. Si perde competitività e gli ultimi dati eurostat ci danno in netto regresso superati anche dalla Spagna sui dati nella ricchezza pro capite. L’antipolitica è sempre più fuori del palazzo e ne minaccia la stabilità cosi come avvenne nella stagione prima di tangentopoli.
La cosiddetta seconda repubblica non è riuscita a realizzare le riforme istituzionali indispensabili per ammodernare lo Stato. Su questi temi i socialisti sono arrivati prima di tutti. Basta riprendere le relazioni ed i documenti congressuali dal 1978 in poi per leggere tutto quello che si sarebbe dovuto fare per rendere il nostro paese competitivo al passo con le sfide della globalizzazione. Le forze politiche di oggi riusciranno nell’impresa ? Come ho ricordato prima, le mosse iniziali sono più dettate da legittima difesa che da reale approfondimento. Non vi è dubbio che i protagonisti della seconda repubblica hanno un’evidente difficoltà a ritornare sui propri passi dopo che, per più di un decennio, hanno magnificato il neo bipolarismo all’italiana. Se si riparla insistentemente di proporzionale e di allentamento dei vincoli di coalizione non è un caso. Ciò è dovuto al fallimento del concetto di alleanze che né è determinato.
Il punto debole della discussione di questi giorni è che si vogliono superare i nodi politici con strumenti elettorali. Il referendum non è una soluzione, ma non lo sono neppure le proposte presentate in Parlamento sulla modifica della legge elettorale. Il problema è che non si può anteporre questa- la legge elettorale – alla decisione strategica su quale modello istituzionale si vuole dare al Paese. In poche parole la legge in vigore in Germania è funzionale al sistema parlamentare e federale presente in quel paese; cosi come in Francia il modello elettorale è vestito sul sistema semi presidenziale. In Italia invece si parte dalla coda.
Il sospetto che si sia scelta questa strada solo per convenienze di parte è assolutamente legittimo. Ecco perché di fronte ad una sfida cosi alta come quella di fare finalmente una Grande Riforma la scelta non potrà essere quella di sommare debolezze: l’incerto governo Prodi, una maggioranza parlamentare inesistente, un parlamento frammentato e un quadro economico e sociale in declino. Solo un nuovo Parlamento che sia, questo si, legittimato da un mandato popolare su limitate ma essenziali priorità economiche ed istituzionali può essere in grado di garantire la svolta.
Le forze politiche invece di perdere tempo su inutili tecnicismi propongano subito ed insieme al paese e agli elettori- chiunque esca vincitore dalla battaglia elettorale- alcuni temi condivisi sulle regole e sul funzionamento dello stato che saranno affrontati ed approvati con il più ampio consenso all’inizio della nuova legislatura . Non dentro il palazzo ma dai cittadini va cercata la legittimità per governare il cambiamento. Noi del Nuovo Psi sappiamo da che parte stare e quali alleanze condividere ma gli interessi del paese impongono un salto di qualità

Stefano Caldoro

PDL: NUOVO PSI INCONTRA FI, INTERESSE PER ACCORDO FEDERATIVO

(ANSA) – ROMA, 21 DIC – Questa mattina si e’ svolto un incontro tra il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, il vice-coordinatore Fabrizio Cicchitto, il segretario nazionale del nuovo psi Stefano Caldoro e il deputato Lucio Barani.
Il nuovo psi, fa sapere una nota di FI, ha confermato l’interesse al progetto del Pdl al quale ritiene di partecipare in forma di partito con un accordo federativo. Si e’ espressa piena identita’ di vedute sull’attuale situazione politica ed in particolare un giudizio fortemente negativo nei confronti dell’attuale governo Prodi e della maggioranza che lo sostiene.
Il nuovo psi ha ribadito la decisione di presentare proprie liste alle prossime amministrative di primavera, d’intesa con Forza Italia ed in alleanza con gli altri partiti della Cdl.
Dopo le festivita’ e’ previsto un incontro con il presidente Silvio berlusconi. Il segretario del nuovo psi ha annunciato che comunichera’ i nomi dei rappresentanti del suo partito che parteciperanno alle commissioni per la nascita del nuovo movimento politico.(ANSA).

RIFORME: CALDORO, ANDARE A ELEZIONI SUBITO CON PROPOSTE

ANSA) – ROMA, 21 DIC – ‘Le forze politiche, invece di perdere tempo su inutili tecnicismi, propongano subito ed insieme al paese e agli elettori (chiunque esca vincitore dalla battaglia elettorale) alcuni temi condivisi sulle regole e sul funzionamento dello Stato che saranno affrontati ed approvati con il piu’ ampio consenso all’inizio della nuova legislatura.
Non dentro il palazzo, ma dai cittadini va cercata la legittimita’ per governare il cambiamento’. Questa la proposta del segretario nazionale del
nuovo psi Stefano Caldoro, in un editoriale che sara’ pubblicato domani dal quotidiano ‘Il Socialista Lab’.
‘In questi giorni – prosegue Caldoro – si vogliono superare i nodi politici con strumenti elettorali. Il referendum non e’ una soluzione, ma non lo sono neppure le proposte presentate in Parlamento sulla modifica della legge elettorale. Non si puo’ anteporre la legge elettorale alla decisione strategica su quale modello istituzionale si vuole dare al Paese. A differenza della Germania e della Francia, che hanno leggi elettorali funzionali ai propri sistemi parlamentari, in Italia si parte dalla coda’.
‘Ecco perche’ – a parere di Caldoro – di fronte ad una sfida cosi alta come quella di fare finalmente una Grande Riforma la scelta non potra’ essere quella di sommare debolezze: l’incerto governo Prodi, una maggioranza parlamentare inesistente, un Parlamento frammentato e un quadro economico e sociale in declino’. A parere del segretario azionale del nuovo psi, ‘solo un nuovo Parlamento che sia, questo si’, legittimato da un mandato popolare su limitate, ma essenziali priorita’ economiche ed istituzionali puo’ essere in grado di garantire la svolta’. ‘Noi del nuovo psi – conclude Caldoro – sappiamo da che parte stare e quali alleanze condividere ma gli interessi del paese impongono un salto di qualita”. (ANSA).

La Costituente è un bluff?

Condivido la dichiarazione sintetica ma significativa di Franco Spedale. Ancor più se indicata come vicesegretario nazionale del nostro partito e non solo a titolo personale.
Individuo, infatti, nell´ipotesi di un incontro-confronto del NuovoPsi con Boselli e Del Bue, paritetici nel lancio della Costituente Socialista, l´opportunità di verificare, nell´attuale momento politico, la coerenza e l´attendibilità di quel progetto che, molti di noi e a ragione, hanno sempre ritenuto un bluff.
Sarebbe interessante incontrare i massimi rappresentanti del nascente Ps-Partito Socialista.
Beh, io auspico e mi auguro che Spedale in Segreteria lo proponga a sostegno della sua tesi. E spero che il Partito accetti e deliberi di chiedere un incontro ufficiale con loro ( e Angius ).
Caldoro disse, giustamente, dopo il congresso, che la diaspora non era chiusa. Il tentativo dei nostri “cugini ” di accreditarsi l´esclusiva rappresentatività dell´arcipelago socialista, sta, da ottobre in poi, franando sempre più. Non è sul terreno europeo del Pse che la “Questione” si risolve ! E´ nel nostro Paese che, innanzitutto, va chiarita la loro posizione politica da “socialisti “!
Per la storia ed i valori che rappresentano, essi non possono stare dalla parte dei conservatori, dei reazionari , degli intransigenti, dei totalitari ! Mai !
E´ sacrosanto il monito di Spedale ” Boselli faccia il riformista e mandi a casa Prodi ” ! Forse che è esagerato tacciare il suo Governo non già “riformista” ma “controriformista” ? E´ probabile che la politica di palazzo possa fare anche a meno di questa iniziativa, ma sono convinto che essa non sarebbe sgradita al popolo del “Garofano Rosso” e, tutto sommato neanche a quello della ” Rosa Bianca “. Se il Governo cadesse per i senatori che si richiamano al socialismo, sarebbe sì occasione per riaprire in termini politici e non dogmatici la ” Questione socialista “.
Con l´obiettivo di essere pronti, in una prospettiva elelttorale nuova, di poter conseguire ” autonomamente ” un 5% di garanzia per sopravvivere ed essere determinanti in un governo che escludesse comunisti ed estremisti di ieri e di oggi.

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UNIONI CIVILI. ROMA, NUOVO PSI: PETIZIONE BOSELLI? STRUMENTALE

UNIONI CIVILI. ROMA, NUOVO PSI: PETIZIONE BOSELLI? STRUMENTALE
BATTAGLIE ANTICLERICALI AMMANTATE DI LAICISMO ANACRONISTICO

(DIRE) Roma, 19 dic. – “Gente che si richiama al socialismo riformista, in un momento di crisi estrema del Paese, dove i bisogni reali aumentano di giorno in giorno, dedica forze ed energie per battaglie esclusivamente anticlericali ammantate di laicismo anacronistico”. A parlare cosi’ e’ Umberto Caruso, vicesegretario nazionale del nuovo psi di Stefano Caldoro, in merito alla proposta di Boselli e Quadrana di raccogliere le firme per un referendum consultivo, contro la decisione di Veltroni di non approvare il riconoscimento delle coppie di fatto.
“Il reale socialismo riformista- prosegue Caruso- si batta su tutti i temi del sociale, dall’indigenza alle reali crisi del Paese prima di interessarsi di ogni altra questione. Considerato che la Costituente di Boselli esprime anche forza in questo governo– continua- si ha la sensazione che si voglia sfuggire alle responsabilita’ politiche reali dedicandosi a battaglie di tradizione radicale, solo per accattivarsi il consenso elettorale di piccole minoranze di cui si interessa gia’ la sinistra radicale”. “Chi crede realmente alle sue idee- conclude l’esponente del nuovo psi– invece di scendere in piazza con iniziative strumentali, combatta nelle sedi deputate, senza il timore di essere la causa di un’ulteriore instabilita’ di governo“.

Governo, Spedale (Nuovo Psi): Boselli mandi a casa Prodi

Roma, 20 DIC (Velino) – “Un partito che si ispira alle radici del socialismo riformista ed autonomista abbia la forza ed il coraggio di prendere posizioni dure ma necessarie per il paese”. Lo dichiara Franco Spedale, vicesegretario nazionale del nuovo psi. “Boselli – sottolinea – provochi la crisi di un governo che grazie a suoi tre senatori rimane a galla. La necessita’ di Prodi, in barba al conflitto di interessi, di sopravvivere almeno fino a marzo, in modo da occupare sistematicamente tutti gli enti pubblici che andranno incontro a rinnovo, dimostra una volta di piu’ che delle sorti dell’Italia all’attuale presidente del Consiglio e al suo gruppo poco importano. Boselli faccia, almeno per una volta, il riformista. Mandi a casa il governo Prodi. Due secondi dopo – conclude il vice segretario del nuovo psi – aprirebbe una grande stagione di rilancio del socialismo autonomista”.

Il saccheggio all’Italiana

Non bastavano i saccheggi fatti negli anni scorsi con Telecom, con Parmalat, con l’Eni, con tutte le più grandi aziende italiane, adesso si chiude la partita con Alitalia.
Ad una prima lettura, a chi è ingenuo di economia come me, la prima cosa che balza agli occhi è di salvare la nostra compagnia aerea.
E ti chiedi come si possa fare, perché non intervengono, perché lasciano stare e fanno si che tutto rovini precipitosamente; senti che le prime offerte vanno a vuoto e cominci a porti qualche domanda: ma non sarà per caso una storia già vista con altre aziende?
Poi vedi l’offerta di AIRONE e di AIR France.
Vedi che AIRONE valuta le azioni a ben, udite udite 1 (si avete letto bene 1) centesimo e AIR France a ben 35 centesimi, mentre il valore commerciale sarebbe di 80 centesimi per azione.
Poi leggi che la maggior parte dei politici, prevalentemente quelli dogmatici, di GOVERNO, propendono per AIRONE.
Nel frattempo il titolo di Alitalia crolla, ovviamente, e i falchi continuano a sorridere.
Poi il colpo di fulmine, forse sono riuscito a leggere le famose regole non scritte.
Chi è il socio di AIRONE? Ma è ovvio no? Il banchiere prodiano, quello che il buon Prodi, alla faccia del conflitto di interessi ha sempre premiato dai tempi dell’IRI in poi, quello a cui ha permesso il monopolio bancario, quello che davvero governa l’Italia, il suo prode amico Batoli e la sua Banca Intesa-San Paolo.
Allora forse ho capito perché le azioni sono valutate tutti questi soldi (1 centesimo… posso acquistarla abnch’io allora la compagnia aerea…!) e capisco perchè molti politicanti sono propensi a privilegiare l’offerta minore di AIRONE invece che quella misera, ma più interessante di Air France. E il buon ministro Bianchi che dice non abbiamo fretta…
Si aprono le scommesse. Sono sicuro che non vincerà Air France

L’ALLEANZA CON BERLUSCONI NON DIPENDE DAI SISTEMI ELETTORALI

Ha perfettamente ragione Sergio Verrecchia, uno dei dirigenti socialisti che hanno seguito Gianni De Michelis nell’avventura pomposamente chiamata Costituente Socialista, ma praticamente morta prima ancora di decollare, vuoi per gli abbandoni di quei dirigenti che hanno preferito trasmigrare nel PD, vuoi per la debolezza intrinseca dello SDI che mai si è misurato da solo nell’agone elettorale (prima alleato con Dini, poi con i Verdi, quindi con Pannella, ora con…chissà?), vuoi per la presenza di molti galli in un piccolo pollaio, ha ragione dicevamo Verrecchia quando paventa il rischio che Boselli sia l’ultimo a spegnere la luce al governo Prodi.

Non c’è il rischio, ma la certezza che a staccare la spina al moribondo Governo Prodi non ci sarà il Boselli che, come è risaputo, è contro l’eutanasia. Comunque sia, siamo agli sgoccioli. La crisi che attanaglia il cosiddetto centrosinistra è ormai irreversibile perché, tra l’altro, essa non è più, neanche alla lontana, in sintonia col Paese e mostra crepe vistose. Il suo percorso sembra quello delle montagne russe: superata una discesa pericolosissima se ne presenta subito un’altra da affrontare col patema d’animo sapendo che subito dopo ce ne sarà ancora un’altra, e poi un’altra ancora.

E’ impossibile continuare a resistere. Finanziaria, Dini, Mastella, Welfare, Forleo-De Magistris, Binetti, sciopero dei camionisti, Tar del Lazio su Angelo Maria Petroni e sul generale Speciale, e se ciò non bastasse dietro l’angolo c’è un killer inesorabile: il referendum elettorale che è uno scoglio praticamente insuperabile. Perciò stiamo con i piedi per terra, e rispondendo alla domanda che si pone il nostro Verrecchia: ‘che avverrà ora?’ diciamo che gli sbocchi, in questa situazione, sono soltanto tre. O si realizza la convergenza sulla nuova legge elettorale, o si scioglie il Parlamento per evitare il referendum, o si va diritti alla consultazione referendaria.

Ma vediamo da vicino le tre ipotesi. Primo: difficilmente passerà la nuova legge elettorale che si ipotizza, per la ferma opposizione di tutti i piccoli e medi partiti impauriti dagli sbarramenti che questa prevede. Nel secondo caso, sbaglia Verrecchia quando afferma che esse saranno affrontate non più con due ‘poli’ perchè, tra il bue e l’asinello, sorgerà un terzo polo. Sono scenari già visti e rivisti che esistono solo nell’immaginario, e che comunque non cambiano la realtà. Se la legge resterà quella attuale i poli veramente concorrenti saranno sempre solo due, e malgrado le attuali ‘guerre’ a destra e a sinistra, è vitale il ricomporsi delle aggregazioni anche se da armate Brancaleone, perché il premio di maggioranza andrà, così com’è stato fin’oggi, alla coalizione vincente.

Nell’ultimo caso (successo del referendum) verrebbe abolito il premio di maggioranza alla coalizione, e verrebbe trasferito sul partito che raccoglie maggiori suffragi. In questo caso non è azzardato prevedere la formazione di ‘listoni’ con comune denominatore. Le aggregazioni ‘nuove,, al di fuori dei due grandi partiti PD e PdL: cosa rossa, cosa bianca, cosa rosa pallido, o cosa grigia potranno giocare solo un ruolo di semplice testimonianza.

Se questo è vero, non credo che basti l’ottimismo della volontà per superare gli ostacoli. Guai sono stati creati da Bobo e da Zavettieri, ma guai più grandi sono stati determinati da De Michelis che ha solo pensato a difendere postazioni personali acquisite portandosi, purtroppo, dietro diverse teste pensanti. Malgrado tutto, però, noi non abbiamo buttato la spugna e continueremo ad esserci mantenendo forte la scelta di campo fatta a suo tempo e ribadita al Congresso di giugno. E’ l’alleanza con Berlusconi che non dipende, per nulla, dal sistema elettorale col quale si voterà.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria 15.12.2007