BOVA NE HA INVENTATA UN ‘ALTRA

Siamo alle solite. Solo chi non vuol capire non capisce. L’on. Bova ne ha inventata un’altra, infatti, avendo dovuto cedere alle decisioni assunte dal PD che vuole il gruppo unico anche alla Regione Calabria e dovendo, pertanto, accorpare i gruppi dei DS, della Margherita, del PDM di Loiero e l’illegittimo gruppo di Racco, si troverà in un sol colpo con 18 unità (finanziate dalla Regione) in meno sui 24 attualmente operativi, Bova, si diceva, ha pensato bene di passare al contrattacco proponendo una modifica col maldestro tentativo di riavere con la mano sinistra ciò che viene costretto a cedere con la destra.

Il giochino boviano è semplice: vuol ridurre i componenti delle strutture piccole a vantaggio di quella del proprio partito, facendo finta di dimenticare che le strutture speciali sono strumenti, decisi con la legge regionale n. 8 del 26 maggio 1997, a supporto dell’attività del CAPOGRUPPO indipendentemente dalla consistenza del proprio gruppo che riceve GIA’ contributi mensili in base alla sua consistenza (legge regionale n. 13 del 15.3.2002).

Ma, da grande esperto qual è, tenta di far passare il giochino (così ha scritto qualche giornale locale) come una sua mediazione, per cui trattandosi di mediazione ci sarebbe chi avrebbe proposto la cancellazione, tout court, delle strutture degli altri partiti e la sola presenza del Partito Democratico, un vero e proprio regime magari sognato dai nani della politica calabrese attuale. Un grande uomo oltre che un grande Presidente il nostro Bova, veramente democratico e veramente oculato perché nell’operazione secondo i suoi proclami le casse regionali risparmierebbero. Che poi non sia vero, non gli interessa. A lui basta lanciare proclami sicuro che c’è chi li assume come oro colato.

Ma noi non ci facciamo incantare e continuiamo, senza stancarci per nulla, a porre sempre le stesse domande: perché si continua a mantenere in piedi una struttura speciale ad un Gruppo personale com’è quello dell’on. Racco? Perché si continua ad ignorare l’esistenza del Gruppo del Nuovo PSI? I nodi, è bene che si ricordi, prima o poi, arrivano al pettine: ed anche dello sperpero di danaro pubblico, prima o poi, verrà chiesto il conto a tutto l’Ufficio di Presidenza del Consiglio ed ai dirigenti acquiescenti (tranne chi sottraendosi alla egemonia presidenziale, ne ha preso le distanze).

La pazienza però ha un limite, on. Presidente, oltre la quale ci sarà un fiorire di iniziative politiche anche eclatanti. Dispiace, infine, registrare la mancanza di solidarietà e di assunzione d’impegni da parte dei nostri alleati, che in questi lunghi mesi, dal gennaio 2006 ad oggi, si sono guardati bene dal sostenerci adeguatamente: ma questo è un problema politico.

Il Vice Segretario Nazionale Adolfo COLLICE
e la Segreteria Regionale Calabrese del Nuovo PSI

Reggio Calabria 14.12.2007

PDL: CALDORO(NPSI),LEADERSHIP BERLUSCONI E RECUPERARE UNITA’

PDL: CALDORO(NPSI),LEADERSHIP BERLUSCONI E RECUPERARE UNITA’
(ANSA) – ROMA, 12 DIC – ‘Riconoscere la leadership di berlusconi e recuperare l’unita’ della Cdl’: sono questi i punti centrali emersi dalla riunione della segreteria nazionale del nuovo psi presieduta dal segretario nazionale Stefano Caldoro.
‘Un incoraggiamento al processo di riforme che coinvolga tutte le forze politiche ma allo stesso tempo una decisa ed intransigente posizione unitaria di tutta l’opposizione contro il governo Prodi’, sono gli obiettivi che il partito ha deciso di perseguire.
‘In merito alla riforma di legge elettorale in Parlamento oppure con il referendum il nuovo psi – rende noto l’ ufficio stampa – pur difendendo l’identita’ e l’autonomia, e’ aperto a processi aggregativi necessari al superamento dello sbarramento’. ‘La strada delineata da berlusconi di puntare su un sistema di tipo proporzionale e di ricordare che ‘devono esserci gli impegni all’alleanza’ rappresenta un ottimo punto di partenza’.
‘La segreteria ha espresso piena e convinta solidarieta’ a Silvio berlusconi per l’ indagine che e’ partita da Napoli’.(ANSA).

LA COSTITUENTE NON SIA L’ ULTIMA A SPEGNERE LA LUCE A PRODI

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO 

A memoria d’uomo, non c’è ricordo di una caos più caotico di quanto oggi ci offre il governodella cosa pubblica in Italia.Una delle componenti importanti dell’arte della politica è quella di saper prevedere, equindi anticipare, gli eventi.Al momento non c’è nessuno in grado di indovinare quello che accadrà domani.L’incertezza regna sovrana su una landa nebbiosa. La sensazione è di essere passeggeridi una nave senza guida dove i comandanti sembrano vivere fuori dal mondo reale.Questo sarebbe il risultato della cosiddetta Seconda Repubblica? Complimenti!Si è pensato che bastasse mettere imprenditori capaci, progenie predestinate, professionistiaffermati per ottenere, in politica, gli stessi successi. Forse non si è ancora capito ildisastro provocato. Non si è ancora presa coscienza della caduta generale di professionalitàe di moralità in chi ci governa. Al confronto i “pregiudicati” della Prima Repubblicapotrebbero benissimo iscriversi alla confraternita delle vergini educande.Il degrado della politica registra il suo record storico probabilmente dall’Unificazione dellanostra penisola. I poteri forti, quelli occulti, gestiti da logiche padronali o speculative, purimponendosi, non sono riusciti ad essere credibili, popolari ed efficienti. Un esempio pertutti è proprio Silvio Berlusconi. Lui rappresentava, nel lontanissimo 1994, la novità. Era ilsimbolo del successo imprenditoriale prestato alla politica. Un messia pragmatico, inviatodall’etere per salvare l’Italia dal neo comunismo e dal decadimento.Non c’è dubbio che il gruppo Mediaset abbia,, in questi anni, aumentato notevolmente ilproprio fatturato e potere come mi pare però altrettanto evidente che il sistema politicoItalia non sia cresciuto né di ruolo e né di credibilità.L’ennesimo errore del Cavaliere, così amato, anche a ragione, dall’elettorato socialista, lotroviamo nella nuova annunciazione del Partito Popolare. Strategia in chiaro contrasto erottura con i tradizionali alleati politici del Centro Destra. Dove porterà questa nuova visione?Impossibile dirlo. Una cosa però possiamo determinarla. Tutto non sarà più comeprima. Qualsiasi sarà la scelta sulla riforma elettorale essa dovrà fare i conti con una terzaarea politica nata proprio su iniziativa di Berlusconi.Il suo desiderio di trasformare il bipolarismo in bipartitismo sta provocando l’esatto contrario.Nel Partito Popolare non ci sarà Casini anzi lo considera un attacco direttoall’UDC. E’ molto probabile, per ora, che non si accomoderà nemmeno Fini. Manco Bossinon sembra un fans di questo nuovo corso.Quello che non aggrega divide e quel che si divide è destinato a ritrovarsi alleato se nonaltro per salvarsi la pelle. Ecco quindi le condizioni ideali per il formarsi di una terza forza.Il moto tellurico berlusconiano stimola altresì la disgregazione del blocco innaturaledell’Unione.Dini, Di Pietro, Mastella ora vedono, tra Prodi e Berlusconi, una possibile nuova alternativa.Un parte della Margherita, non convinta dal Partito Democratico, sembra pronta peruna nuova via.Se, come ipotesi possibile, nella prossima primavera ci saranno elezioni anticipate conquesto stesso sistema elettorale non credo che vedremo la riproposizione dei soliti duenoti blocchi politici. Vedrà la luce, tra il bue e l’asinello, un terzo polo quanto mai interessantee possibile protagonista della politica italiana.I socialisti italiani. I NUOVI socialisti italiani, una riflessione in più devono perciò farsela.Capisco che ancora persistono legami e accordi con questo governo, ma non vorrei chefossimo gli ultimi a spegnere la luce in un’aula ormai vuota.Guardarsi in giro per costruire, promuovere o semplicemente cogliere l’occasione propiziaa me sembra molto più utile che starsene fermi e zitti.La nostra esperienza ci assiste e, se anche ci dice che non sarà facile né indolore, cisuggerisce però di giocare con audacia il tutto per tutto.Nel rischio, abbiamo un’imprevista fortuna, un asso nascosto, un vantaggio in più: non

abbiamo cioè nulla da perdere!

Sergio Verrecchia

Boselli: socialista (per dire) senza autonomia

Il Governo è sempre più solo; Prodi disperatamente si aggrappa a qualsiasi cosa pur di sopravvivere non importa come; gli scenari politici subiscono mutamenti quotidiani che rendono imprevedibile ogni previsione.
Eppure in tutto questo quadro vi è una certezza: la fine della costituente Socialista e del percorso di Autonomia individuato da Boselli.
È innegabile infatti che la situazione più difficile nel Panorama politico nel centro sinistra sia quella dello SDI e dei suoi annessi.
In più di un’occasione lo SDI e Boselli hanno infatti rilanciato la proposta di Autonomia dal Governo, rivendicando mani libere e prese di distanze da un Governo che oltre a non mostrare nessun Socialista di spicco non ha nulla di Socialista.
La mediazione di Prodi infatti è sempre al ribasso ed è a tenere calma una volta la sinistra radicale, una volta Mastella, un’altra Dini, ma mai nel processo decisionale è coinvolto Boselli.
Ed in più la collocazione fisica non lascia spazio; da una parte il PD, che assume posizioni che vorrebbero essere moderate, dall’altra la nuova formazione somma di tutta la sinistra radicale. È evidente che questa spazio finisce per essere compressivo per una forza Socialista che si richiama al riformismo europeo.
Vi sono almeno tre motivi, più o meno validi perché lo SDI non può stare lì.
Il primo, il più scontato e meno politico è che i Socialisti non possono stare con chi li ha eliminati e con chi ne ha preso i propri documenti (Intini 1996); argomento ormai superato dal tempo, di scarso respiro allora, nullo adesso.
Il secondo, più fondato, è che i Socialisti non possono certamente stare con la sinistra Radicale; non appartiene alla nostra cultura, alla nostra storia, alla nostra politica.
Ma anche questo è un discorso molto flebile e di scarsa sopravvivenza.
Il vero motivo per cui non possono stare di là è invece molto più semplice ma allo stesso tempo molto più forte politicamente e cioè nella collocazione nella quale stanno c’è tutto quello che il PSI ha combattuto nella sua lunga storia.
C’è la conservazione, la tradizione, il Dogmatismo, l’integralismo.
I socialisti sono per cultura Riformisti, moderati, innovatori, si sono sempre contrapposti al compromesso storico e al cattocomunismo.
Se è vero quello che annuncia Boselli, cioè la politica delle mani libere lo dimostri: da subito.
Apra la crisi di Governo, dica a Prodi che siamo arrivati all’ultima fermata e che il si scende vale per tutti.
Usi i suoi senatori per far cadere il Governo più antisocialista della repubblica e non per farlo sopravvivere; rivendicherebbe autonomia ed identità, chiuderebbe la questione Socialista, aprirebbe la strada per la costruzione di un nuovo soggetto riformista.
Che non può collocarsi nell’attuale coalizione di cosiddetto “centro-sinistra”.

BOVA, FIN QUANDO RESTERA’ A TESTA ALTA?

S’è finalmente calmato l’on. Bova che ci ha letteralmente sommerso di proclami. Egli è convinto di trovarsi nel paese dei baluba e, quindi, può fare lo stregone giocoliere. E’ un giochino, quello messo in circolo, che è stato più volte utilizzato, con grande successo, e quindi il nostro tenta di utilizzarlo ancora una volta. Ma ci vuole comunque una grande dose di presunzione per continuare su questa strada e proclamare, urbi et orbi, che non accetta lezioni da nessuno, anche perché lui sa quel che fa A TESTA ALTA, così come ha voluto che si chiamasse la sua corrente nel PD.

Bova, per usare un’immagine di un grande giornalista, è come un tir che viaggia nel deserto ad altissima velocità e solleva un polverone tale da coprire ogni cosa. Se poi vi aggiunge che, per senso civico e volontà risparmiatrice, non usa l’auto blu ma quella personale e si paga anche la benzina, il cerchio è chiuso: ha sventolato il solito cliché, ben sapendo che le sue parole rimbalzano sui media e viene rilanciata la sua immagine di uomo probo e di amministratore indefesso. E’ convinto, che nessuno farà il DNA, chiedendogli il conto.

Ma noi, abbastanza scafati e conoscitori profondi dell’uomo che abbiamo davanti, non ci facciamo incantare e gli chiediamo, e continueremo a farlo nei giorni, nelle settimane e nei mesi a venire, fintanto che la questione non sarà risolta, il conto per intero. Perché ha consentito l’esistenza dell’illegale gruppo dell’on. Racco, non tenendo in alcun conto quanto comunicatogli dal nostro Partito sul cambio di casacca dello stesso? Perché lo ha fatto ben sapendo che era illegale e illegittimo, e che sarebbe stato un grosso onere per la Regione Calabria? Si è trattato di ignoranza della legge da lui stesso ideata e sponsorizzata o di una nuova ‘dinamica’ interpretazione della stessa a fronte del passaggio di Racco e & a sinistra? O, forse, la ‘dinamica’ interpretazione della legge va ricondotta al suo netto convincimento dell’impunità?

Quando l’on. Galati è subentrato all’on. Chieffallo sembrava, anche per le assicurazioni fatte dallo stesso Bova, che si potesse andare ad una soluzione non più procrastinabile. Così non è stato, malgrado l’impegno assunto, a metà ottobre durante una lunghissima riunione dei Capigruppo, di convocare Galati e Racco nel proprio Ufficio per discutere la questione e chiudere il contenzioso. Si è ancora in attesa della convocazione.

Ma noi non ci stanchiamo e siamo sempre a fare le stesse domande attendendo pazientemente quelle risposte che fin’oggi non sono ancora arrivate. La presenza di qualche mass-media che non vuole disturbare il manovratore non ci impedirà di denunciare CONTINUAMENTE la vergogna del Gruppo BICEFALO che si trova ad avere un Capogruppo aderente ad altro Partito, per intenderci quello dell’on. Bova. Internet è veramente libera ed anche in essa faremo circolare le prodezze assunte a TESTA ALTA per farle conoscere in tutta Italia, ma sulle quali sarà costretto a riflettere a TESTA BASSA.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 10.12.2007

In ricordo di Didò

La morte di Mario Didò mi ha profondamente rattristato. l’ho conosciuto nel 1963 ad Agrigento dove era venuto per un comizio sindacale. La sera di un giorno di dicembre nel corso di una cena a Porto Empodocle, ci disse che la sinistra del PSI avrebbe fatto la scissione ma che lui
non se ne sarebbe andato dal Partito anche se avrebbe continuato a lottare contro la deriva (si fa per dire) ministerialista dei socialisti. Pensate che
eravamo scontenti ancora dopo aver fatto la nazionalizzazione dell’industria elettrica, la riforma della scuola, misure essenziali di protezioni del lavoro che sarebbero poi sfociate nello Statuto dei Diritti del grande dirigente socialista Giacomo Brodolini. Vedete come tutto è relativo: Ora si fanno privatizzazioni anche di bene essenziali come l’acqua con il concorso di quasi tutto l’ex PCI!!
Il 12 gennaio del 1964 avvenne la scissione. Mario Didò assieme a Pietro Boni, Silvano Verzelli, Montagnani restarono a rappresentare i socialisti nella CGIL. Fernando Santi, autonomista, era rimasto al suo posto.La maggior parte del gruppo dirigente (ma non la base) segui gli scissionisti creando situazioni di gravi disagio e spingendo anche una parte del PSI ad armeggiare attorno ad un progetto di sindacato socialista.
Didò si prodigò come un leone sui due fronti: ricostituzione della corrente socialista come seconda forza della CGIL e lotta contro ogni ipotesi di sindacato di coloro. Novella ed i comunisti diedero una mano approvando in Parlamento la programmazione economica come metodo proposta dai socialisti Pieraccini e Giolitti.La scissione della CGIL fu evitata. De Martino,segretario del Partito, si convinse che ci conveniva restare nella CGIL e si accontentò di sostituire il grande Fernando Santi con il ruspante sue seguace Giovanni Mosca.
Lo ricordo infaticabile, fiero del suo socialismo padano ed italiano, unitario ma senza mai farsi mettere i piedi sul collo dai comunisti che avevano un peso schiacciante nella CGIL e non solo.
Lo ricordo per la sua schiettezza, la sua lealtà, il suo antioligarchismo, la sua genuina fede nel socialismo, la sua dedizione ai lavoratori.
Propongo che la stampa di Partito domenica dedichi grande spazio alloa sua memoria.
Ho perso un compagno ed un amico carissimo. Il socialismo italiano ed europeo ha perso una grande personalità–
Pietro Ancona da Palermo

GOVERNO: NUOVO PSI, BOSELLI SIA COERENTE E PRATICHI LE ‘MANI LIBERE’ =

ESECUTIVO ORMAI SENZA MAGGIORANZA

Roma, 7 dic. (Adnkronos) – ‘Che ormai non esista piu’ una maggioranza che sostiene l’attuale governo Prodi e’ una cosa acclarata. Quello che stupisce e’ che un’area riformista sia succube di un’aggregato dogmatico conservatore e radicale come quello che rappresenta la sinistra estrema di governo. E’ giunto il tempo che i Socialisti facciano una scelta coerente con la propria storia.
Invitiamo Boselli non solo enunciare, ma a praticare le mani libere’.
Lo ha dichiarato Franco Spedale, vice segretario nazionale del Nuovo Psi.

NPSI: CALDORO, ANCHE IN UMBRIA A SOSTEGNO PDL BERLUSCONI

NPSI: CALDORO, ANCHE IN UMBRIA A SOSTEGNO PDL BERLUSCONI
(ANSA) – PERUGIA, 5 DIC – Anche in Umbria il nuovo psi dara’ il proprio contributo alla costruzione del Pdl, il nuovo partito annunciato da Silvio Belusconi: lo ha ribadito stamani a Perugia il segretario nazionale NPsi, Stefano Caldoro.
‘La nostra chiara scelta politica ci consente di essere punto di riferimento dei socialisti riformisti che intendono contrapporsi alla falsa sinistra italiana’, ha ribadito Caldoro in una conferenza stampa a Perugia, presenti anche il vicesegretario nazionale, Umberto Caruso, e quello regionale, Ario Acquarelli. (ANSA).

CLEMENTINA FORLEO, EROE MANCATO

No, non siamo affatto dispiaciuti per la dura punizione messa in cantiere per la Clementina Forleo. Non ci piaceva il suo modo di operare, e la voglia, almeno così appariva, della prima pagina.

Non avevamo alcuna simpatia per questo magistrato fin da quando è balzata alle cronache nazionali per aver deciso l’assoluzione di alcuni terroristi islamici con una assurda motivazione poi giustamente riformata. La Forleo ha motivato l’assoluzione con il riconoscimento di una attività di guerriglia da non ‘confondere’, secondo lei, con una attività terroristica.

Abbiamo continuato a non stimarla per nulla anche dopo, quando ha fatto parlare di sé per l’intervento populistico ‘in difesa’ di un immigrato alle prese con la polizia, facendo sfoggio della sua qualifica di magistrato, e non sappiamo se con il proverbiale: “lei non sa chi sono io”.

Infine non abbiamo avuto più dubbi, sul giudizio severo che avevamo maturato, quando l’abbiamo vista seduta in pompa magna nell’arena di Santoro dove ha diviso la scena col collega De Magistris, protesi ambedue ad ottenere il sostegno popolare alle loro iniziative, oltre che, forse, il sostegno politico, di chi oggi si trova all’opposizione, magari perché le indagini riguardavano D’Alema, Fassino, Prodi e Mastella.

Non è arrivato, né l’uno, né l’altro sostegno. Il primo perché la gente è stufa di magistrati star e novelli Di Pietro che alla fine approdano, senza meriti, in politica; il secondo perché la concezione che i riformisti e i moderati hanno della giustizia è lontana anni luce dal doppiopesismo comunista che esprime i propri giudizi con l’occhio attento ai soggetti accusati. E’ questo che avrebbe dovuto ricordare l’on. Salvi quando dichiara che destra e sinistra si siano ricompattate per difendere la casta dei potenti. Egli sa bene che l’unanimità della decisione del CSM ha diverse origini: l’attuale sinistra difende i propri potenti messi, a torto o a ragione, sotto scacco, mentre i riformisti rifiutano il doppiopesismo.

L’errore della Forleo nasce proprio da questa incapacità a leggere le differenze di comportamento delle diverse forze politiche, e, quindi, quello di pensare che fosse sufficiente utilizzare le intercettazioni per mettere sotto accusa D’Alema (‘facci sognare’) e Fassino (‘allora siamo padroni di una banca’), ed ottenere sostegni incondizionati. L’andare ad Annozero, a differenza del passato quando in TV si andava in maniche di camicia e si leggevano proclami contro il Governo, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, determinando la reazione della sinistra senza più alcuna cautela.

Tutta la vicenda, comunque, è stata veramente esemplare per far emergere, on. Salvi, le differenze di approccio ai problemi della giustizia, della sua amministrazione, della sua organizzazione e del suo uso che a volte è stato sconsiderato. Non usiamo parole forti tanto per colorire la riflessione, ma lo facciamo a ragion veduta, e senza andare molto indietro per elencare le disfunzioni, gli errori e gli orrori di cui è disseminato il percorso giudiziario, ci basta citare il caso dell’ ex sindaco socialista di Napoli Nello Polese, che ha avuto giustizia dopo ben 15 anni e dopo aver sofferto la gogna giudiziaria, mediatica e politica. Citiamo quest’esempio perché l’assoluzione, con formula piena, è arrivata proprio in questi giorni.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 5.12.2007

PDL: CALDORO, GUARDIAMO QUANTO BERLUSCONI HA MESSO IN CAMPO

(ANSA) – MILANO, 4 DIC – Il restyling del simbolo del Nuovo partito socialista italiano, con un garofano rosso che ormai domina quasi tutta l’effige, non ha mutato l’orientamento politico della formazione guidata da Stefano Caldoro.
‘La nostra scelta di campo – ha detto il segretario – e’ sempre quella: stiamo con i riformisti, con gli innovatori, per questo rivendichiamo il nostro sostegno alla leadership di Silvio Berlusconi‘.
Caldoro ha scelto Milano, ‘patria del socialismo riformista’, per presentare la nuova veste grafica del proprio simbolo. ‘Siamo qui a Milano – ha detto Caldoro – spendiamo quindi una buona parola per il sindaco Letizia Moratti, per il presidente lombardo Roberto Formigoni ma soprattutto per il buon esercizio del governo, pertanto riconosciamo la leadership di Silvio Berlusconi‘. Caldoro ha rivendicato l’identita’ di partito della sua formazione: ‘Ma siamo attenti – ha aggiunto – a quanto messo in campo da Silvio berlusconi, come rimescolamento delle carte nel panorama politico italiano.
Tuttavia finche’ resta questa la legge elettorale e’ necessario e utile per noi rimanere partito’. (ANSA).

Costituente:è nata morta e non ci interessa

Il nuovo psi non partecipa ai lavori del nascente partito socialista. La Costituente Socialista di Enrico Boselli e´ morta prima di nascere: lo spazio che doveva occupare e´ coperto dal Partito Democratico”. Cosi Lucio Barani, parlamentare del nuovo psi, sul processo avviato da Enrico Boselli. “Il nuovo psi non ha mai avuto interesse per la Costituente. Siamo alternativi alla falsa sinistra italiana ed alla maggioranza che sostiene il governo Prodi. La nostra forza di ispirazione autonomista e riformista conferma l´alleanza con Silvio berlusconi e ribadisce – sottolinea Barani – che seguira´ con attenzione le nuove iniziative”.
“Nessuna partecipazione – conclude il parlamentare socialista – al processo di Boselli. Speriamo che altri non vogliano coinvolgere ancora il nome del nuovo psi in processi che non lo coinvolgono. Ci auguriamo che in futuro non sia necessario adire le vie legali per difendere la nostra posizione”.

PDL: BERLUSCONI, NON ABBIAMO OFFERTO ANNESSIONI

(ANSA) – MILANO, 2 DIC – ‘Non abbiamo offerto nessuna annessione a nessuno, partiremo tutti dal basso, dalla volonta’ dei cittadini, tutti nelle stesse condizioni, alla pari’. Lo ha detto Silvio Berlusconi commentando talune prese di posizione degli alleati che giudicano il nuovo partito come un tentativo di annessione da parte di Berlusconi.
‘Io spero – ha aggiunto – che tutti vengano con noi e se non verranno peggio per loro perche’ finiranno nell’isolamento e nell’ininfluenza politica. Noi andiamo avanti, certi che la grandissima parte degli elettori, delle donne e degli uomini che amano la liberta’ e che vogliono restare liberi, restera’ con noi in questo anelito di progresso, di sviluppo e di liberta’.
Andiamo avanti tutti insieme, saremo una forza pulita che si contrapporra’ al partito piu’ importante della sinistra dando vita ad un vero bipolarismo’. (ANSA).

CON BOVA E LOIERO, IL CIELO E’ SEMPRE PIU’…. NERO

Avevamo detto che Marco Minniti, eletto Segretario Regionale del PD dopo aver registrato il ritiro degli altri concorrenti, avrebbe avuto una sovranità limitata nell’espletamento del suo ruolo, e così è stato. Uno dopo l’altro, Minniti inanella sconfessioni che sfuggono solo a chi vuol fare il cieco.

Aveva tentato di spostare Bova dal ruolo di potere che detiene come Presidente del Consiglio Regionale, dirottandolo all’interno della Giunta, al posto di Adamo, ma ha ricevuto un chiaro, tondo e inappellabile sdegnoso rifiuto.
Aveva proposto che Loiero fosse eletto Presidente del Partito ma anche qua ha dovuto registrare un netto insuccesso, ed alla fine l’incarico è stato assegnato alla Lo Moro.
Aveva chiesto che la nuova Giunta fosse ridotta, ma il risultato finale vede una Giunta senza cura dimagrante e, ancora una volta, così gonfiata che si è parlato di Giunta obesa.
Aveva chiesto la costituzione di un Gruppo consiliare unico (raggruppando quelli del PD, del PL e quello abusivo di Racco) ed è ancora alle prese con chi, malgrado lo scandalo che ha avuto dimensioni nazionali, rifiuta l’abbandono di un apparato profumatamente pagato dalla Regione.
Aveva chiesto…chiesto…. chiesto…. ma a che serve continuare l’elenco se oramai è palese che il vice Ministro è sotto custodia e senza libertà di manovra? A parole gli è consentito tutto, ma nei fatti a decidere è il duo formato da Bova e Loiero che, proprio a rimarcare il proprio dissenso, si sono assentati platealmente dall’assise di insediamento delle settimane passate.

Se però il risultato di questa emarginazione del vice Ministro avesse prodotto risultati non diciamo eccellenti, ma accettabili, tutto poteva passare sotto silenzio, ma così non è. Ancora una volta, infatti, si è lavorato non per offrire alla nostra comunità qualcosa di serio per la gestione della cosa pubblica, ma solo guardando agli interessi della propria bottega. Non è la Calabria che interessa, ma la propria componente politica al solo fine di mantenere una posizione di privilegio e di potere. Qualcuno ha parlato di loierismo che però va completato con il bovismo. Fuori quindi l’on. Principe che non serve più ed è considerato ormai un politico bruciato, e dentro una donna che è l’unica in circolazione dopo l’uscita della Lo Moro (se qualcuno dei nuovi arrivati, nel PD, avesse sperato in qualche ipotesi è più che servito. Quando, infatti, si arriva alla stretta finale prevale sempre l’interesse diretto di bottega).

Durerà? Rispetto alla Giunta passata c’è una caratura di gran lunga inferiore, per cui la domanda da porsi non è sul tempo di durata, ma sulla quantità di rovine che sarà capace di aggiungere a quelle passate, e su cosa riuscirà a fare l’altra parte dell’universo politico per contrastare il degrado e i guasti più che annunciati. Già l’on. Abramo ha fortemente criticato la mancanza di gioco di squadra e i trasversalismi che, soprattutto a livello consiliare, paralizzano l’attività e il sereno confronto delle posizioni. All’orizzonte si addensano nuvole gravide di pioggia, e un cielo sempre più … nero.

dr. Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 2.12.2007

Vivere o Morire

O adesso o mai più.

De Michelis ci ha rovinato conducendoci in questo stato dopo 10 anni di sua gestione totalitaria.

Adesso nuove prospettive si possono aprire a condizione che riusciamo coraggiosamente a prendere con decisione un percorso unico determinato serio e deciso.

Qual è la nostra linea Politica oggi, qual è la nostra collocazione oggi?

Cosa ne pensiamo del Partito delle Libertà?

Perché non siamo visibili?

Perché mai una persona dovrebbe stare nel Nuovo PSI? Qual è la proposta di attrazione che lo stesso fa. Com’è l’organizzazione sul territorio?

Sono tutti interrogativi che ognuno di noi, che ha deciso di non mollare, di tenere alta la bandiera del SOCIALISMO, ha nella testa, ha nel cuore.

Ci troviamo di fronte al bivio: vivere o perire; io credo che la partita debba essere giocata tutta, con forza con determinazione, che la nostra sopravvivenza è necessaria, non solo a noi per continuare a vivere, ma anche al nostro Paese per essere migliore.

E se dobbiamo morire almeno facciamolo con dignità combattendo fino all’ultimo, moriamo avendo cercato di mantenere alto il simbolo del garofano che è anche il simbolo del riformismo Italiano.

Indicateci una linea, che sia tale, dateci un percorso, dimostrateci che vale la pena stare nel Nuovo PSI, non permettete a molti compagni che non vogliono andare con la falsa sinistra e con la falsa costituente di fare un loro percorso da singoli, senza il Nostro Partito.

Abbiamo perduto troppe occasioni, non dobbiamo avere la capacità di perdere anche questa.

                                                                                                               Annibale

L.ELETTORALE: COS’E’ IL’VASSALLUM’,MIX TEDESCO-SPAGNOLO/ANSA

L.ELETTORALE: COS’E’ IL’VASSALLUM’,MIX TEDESCO-SPAGNOLO/ANSA
LA PROPOSTA VASSALLO-CECCANTI A CUI berlusconi OGGI HA APERTO (ANSA) – ROMA, 30 NOV – Il cosiddetto ‘vassallum’, il progetto di nuova legge elettorale sulla quale Silvio berlusconi si e’ detto oggi disposto a discutere, prende il nome da Sebastiano Vassallo, uno dei costituzionalisti che, insieme a Stefano Ceccanti, ha preparato la proposta, che quando e’ uscita allo scoperto circa due settimane fa, era stata definita anche con il nome di ‘veltronellum’, perche’ promossa dal segretario del Pd Walter Veltroni.
Il sistema, complesso, contiene un misto di maggioritario e proporzionale corretto, con elementi dei sistemi elettorali tedesco e spagnolo. Il ‘vassallum’ prevede il 50% dei deputati eletti in collegi uninominali e l’altro 50% su base di lista a livello circoscrizionale.
Il modello tedesco e’ il sistema di base, con la modifica, di tipo spagnolo, per lo sbarramento che in Germania e’ al 5% a livello nazionale e che invece scatta come in Spagna, a livello delle circoscrizioni, in modo implicito (determinato dalla percentuale necessaria per aggiudicarsi un seggio), con un effetto bipolarizzante forse superiore al modello tedesco. Le circoscrizioni elettorali avrebbero le dimensioni medie di una provincia. L’elettore darebbe un solo voto, valido sia per il seggio attribuito con l’uninominale, sia per l’assegnazione dei seggi proporzionali della circoscrizione elettorale. I migliori perdenti del voto uninominale si aggiudicano i seggi spettanti al partito nella quota proporzionale e, se non bastano, si passa ai candidati delle liste circoscrizionali.
Il sistema sembra privilegiare le formazioni politiche grandi e quelle medie con forti basi territoriali (come la Lega), mentre potrebbero essere penalizzate quelle medio-piccole diffuse in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Il risultato potrebbe essere un pluripartitismo moderato, in presenza di una bipolarizzazione intorno ai due partiti nazionali maggiori.(ANSA).