L’IRA E’ SEMPRE CATTIVA CONSIGLIERA…

Il Nuovo PSI, per la sua consistenza, anche se non è in grado di poter determinare le scelte che dovranno regolare la vita politica del Paese, non rinuncia a dire la sua nel dibattito che attualmente registra una situazione abbastanza fluida in tutte e due gli schieramenti. Quello conservatore che fa capo, tanto per intenderci, al signor Prodi ed alla sua armata, e quello riformista che ha in Berlusconi il suo leader.

L’invito a calmarsi sembra non aver avuto finora ascolto anche se, è presumibile, che siano in attività, senza proiezioni esterne ma sotto traccia, le diplomazie di tutti i partiti. Se ciò è vero bisogna, però, evitare di dar l’impressione che la mano destra non sappia ciò che sta facendo la sinistra, anche perché si complicherebbe terribilmente l’attività di ricucitura e riaggregazione delle forze che hanno un comune sentire rispetto ai problemi del Paese.

Detto ciò vanno comunque sottolineati due aspetti delle polemiche che la dicono lunga sul livello di due delle tre famose punte (come platealmente si è preteso di definirle alle elezioni politiche, ignorando la quarta punta rappresentata dalla Lega, e la quinta che sono tutti i partiti minori) che si stanno rivelando abbastanza spuntate.

Che significa l’affermazione di Casini: “io sto lavorando al centro per costruire un contenitore per i moderati che non vogliono populismo” ? Ma veramente è convinto che agli italiani interessi di più un contenitore di centro, e di meno le politiche che esso deve esprimere? L’obiettivo delle forze politiche è quello del buon governare affrontando e risolvendo i problemi del Paese, della sua economia, del Mezzogiorno e dello sviluppo nel suo complesso. Se Casini è convinto che i 5 anni di governo della CdL siano stati un fallimento, e le 36 riforme realizzate siano state solo acqua calda, ha ragione d’allontanarsi vagheggiando improbabili ricostruzioni centriste. Se non è così bisogna smetterla di fare karakiri perché le responsabilità dell’eventuale cattivo governare non possono essere addebitate solo a Berlusconi, in quanto le responsabilità sarebbero collettive.

Ma anche Fini, nella foga della polemica, effettua uno scivolone incredibile quando, dopo aver sostenuto che d’ora in poi terrà le mani libere, vi aggiunge, velenosamente, sopratutto sui problemi della giustizia e delle televisioni. Di che si tratta? Di una confessione su provvedimenti votati ma non condivisi, o di una minaccia contro il Cavaliere? Nell’un caso e nell’altro si tratta di un incespicare maldestro: se è una ‘confessione’ essa dimostrerebbe l’inconsistenza governativa di un Fini piegato a votare cose non condivise; se si tratta di una ‘minaccia’ siamo anche quà all’assurdo perché ci si farebbe guidare nelle prossime decisioni legislative dal risentimento. L’ira, bisogna ricordarlo, è sempre cattiva consigliera.
Sarebbe auspicabile che si parlasse di meno, lasciando campo libero alle rispettive diplomazie. Recuperare un rapporto è certamente difficile, ma non impossibile anche perché non ci sono alternative, se non quella di consegnare il Paese, e non si sa per quanto tempo, a chi veramente non ha saputo governare scegliendo la strada delle tasse e del disfacimento di tutto quello che era stato faticosamente messo in piedi dalle forze riformiste e moderate. Sul proscenio, questa volta, non ci sarebbe Prodi, ma sicuramente un uomo ‘forte’.

Se non esiste folgorazione improvvisa sulla via di Damasco, è urgente abbandonare i disegni velleitari e individuali che nulla hanno a che fare con gli obiettivi politici che l’Italia ci chiede, e lavorare per trasformare le difficoltà di oggi in un nuovo grande impegno politico. I socialisti del Nuovo PSI saranno su questo versante, la rete che si ipotizza è il terreno di incontro.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI
Reggio Calabria 30.11.2007

TERRORISMO: CALDORO, NON SOTTOVALUTARE MINACCE A BERLUSCONI

ANSA) – ROMA, 30 NOV – ‘L’Italia ha scelto, durante il governo berlusconi, di contrastare con decisione, con la comunita’ internazionale e con gli Stati Uniti d’America, il terrorismo internazionale. Le minacce di Bin Laden all’Occidente ed ai suoi leader, fra i quali berlusconi, non fanno altro che confermare che non bisogna abbassare la guardia’. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi.
‘Tutte le forza democratiche e le Istituzioni, in questa fase – aggiunge – hanno il compito di non sottovalutare questi segnali e mettere in campo ogni iniziativa per garantire la sicurezza a chi e’ minacciato’.(ANSA).

LETTERA APERTA di Adolfo Collice al Presidente del Consiglio della Calabria

Egregio Presidente,
nei giorni scorsi, il nostro Capogruppo on. Galati ha ricevuto, a firma del Dirigente Risorse Umane del Consiglio Regionale, una lettera di reiezione della richiesta di attivazione della struttura speciale che è prevista per legge, essendo stato eletto nelle liste del Nuovo PSI ed avendo aderito a detto Gruppo nel quale non figura altro Consigliere (avendo l’on. Stancato abbandonato il Partito per aderire all’UDEUR, e avendo l’on. Racco aderito, prima al raggruppamento ‘I Socialisti’, e successivamente al Partito Democratico, che se non sbaglio è lo stesso dove milita anche Lei).

Mi rifiuto di pensare che il dottor Calabrò abbia deciso autonomamente il contenuto della lettera, perché essendo Ella il Presidente del Consiglio come minimo l’ha dovuta informare dell’iniziativa, a meno che non l’abbia addirittura concordata con Lei. La lettera in questione era accompagnata da un parere redatto dai Consulenti Giuridici della Regione che mi risulta siano addirittura cinque e percepiscono ben 4.000 euro al mese per ‘mezz’ora di presenza alla settimana’ negli Uffici della Regione (così recita la delibera di nomina). Fatte le dovute moltiplicazioni si tratta di un impegno di ben 240.000 euro all’anno (circa mezzo miliardo di vecchie lire) oltre ad eventuali rimborsi spese.

Mi sorprende che dopo i tanti proclami di risparmio o riduzione dei costi della politica Le sia sfuggito questo ruscelletto che fa sparire dalle casse regionali tanto denaro per così poco lavoro. E che lavoro!!! I suoi Consulenti invece di spremersi le meningi, per diversi mesi, per partorire il classico topolino, avrebbero potuto navigare su Internet ed avrebbero trovato alcune sentenze che sono abbastanza chiare in materia di Gruppi consiliari. Io gliene voglio citare solo due oltre a fornirLe un accenno di uno studio redatto sulla riforma del regolamento della Camera dei Deputati.

La prima è una sentenza della Cassazione (n. 3335 del 19.2.2004) che riguarda un processo per mancato pagamento delle prestazioni professionali di un avvocato di Lametta Terme, da parte della Lega Nord. In essa si legge testualmente: “la dottrina pubblicistica, nell’analizzare la natura giuridica dei gruppi parlamentari, ne ha sempre distinto due piani di attività: uno squisitamente ‘parlamentare’ in relazione al quale i gruppi costituiscono gli strumenti necessari per lo svolgimento delle funzioni proprie del Parlamento….; l’altro, più strettamente politico, che concerne il rapporto, ‘molto stretto, ed in ultima analisi di subordinazione’, del singolo gruppo con il partito di riferimento;….

La seconda è una sentenza della Corte Costituzionale (n. 4 del 12.4.1990) che riguardava un contenzioso in materia di gruppi consiliari tra lo Stato e le Regioni Liguria e Toscana. In essa si legge testualmente, al punto 2.1: “E’ opportuno ricordare che i gruppi consiliari sono organi del Consiglio Regionale, caratterizzati da una peculiare autonomia in quanto espressione, nell’ambito del Consiglio stesso, dei partiti o delle correnti politiche che hanno presentato liste di candidati al corpo elettorale, ottenendone i suffragi necessari alla elezione dei consiglieri. ….

La terza citazione è tratta da ‘La riforma del regolamento della Camera dei Deputati’ introdotto dal prof. Fulco Lanchester, il cui resoconto è stato redatto dai dott.ri Claudia Di Andrea e Paolo Zuddas. In esso si legge: “I gruppi parlamentari sono le proiezioni, in seno alle Camere, dei Partiti organizzati nel Paese. … Se, in altri termini, il gruppo parlamentare è la proiezione in Parlamento del partito, e se il partito è quella associazione che….. ha un idem sentire de Repubblica, …… occorre che il gruppo parlamentare corrisponda e aderisca in modo preciso al partito politico così come si è individuato nello svolgimento e nei risultati del procedimento elettorale”.

Orbene, Signor Presidente, se i Gruppi sono espressione dei partiti, per quale arcana questione Lei non ha voluto considerare per nulla la mia lettera con la quale La informavo che Racco e Chieffallo non facevano più parte del Nuovo PSI, per loro espressa dichiarata decisione, e che quindi non potevano costituire il gruppo con le insegne di un partito che non era più il loro, e con tutti gli appannaggi del caso? E per quale ragione non ha voluto tenere conto della dichiarazione fattaLe il 31 agosto scorso dall’on. Galati con la quale La informava che, essendo subentrato a Chieffallo, si iscriveva al Gruppo del partito sotto le cui insegne era stato eletto, e cioè il Nuovo PSI? E perché infine non ha voluto tenere conto dell’ultima lettera inviataLe con la quale la informavo che nel Gruppo Nuovo PSI, c’era soltanto Galati e nessun altro?

Presunzione, prevaricazione, abuso di potere? Non mi interessa più saperlo. Che le cose vadano come devono andare. Un problema è certo: tutti quelli, politici o dirigenti regionali, che sono responsabili di questa situazione devono riflettere seriamente perché di certo potrebbero pagarne le conseguenze.

Peccato, Signor Presidente, che, data la scorrettezza con la quale si è rapportato al sottoscritto ed al Partito che rappresento, debba salutarLa senza alcuna affettuosità.

dr. Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

Cosenza 29.11.2007

PDL: BERLUSCONI, SARA’ UN CONTENITORE, FI NON SI TOCCA (neanche il nuovo PSI)/ANSA

PDL: BERLUSCONI, SARA’ UN CONTENITORE, FI NON SI TOCCA/ANSA
CONFEDERAZIONE PER FINANZIAMENTO PARTITI E INVOGLIARE ALLEATI (di Federico Garimberti) (ANSA) – ROMA, 28 NOV – Si delineano meglio i contorni del nuovo partito di Silvio berlusconi. La creatura del Cavaliere assume la forma di un ‘contenitore’ (come lo ha definito lui stesso) nel quale potranno confluire partiti, movimenti, associazioni e singoli cittadini. Uno schema che ha una prima, importante conseguenza: l’annunciato scioglimento di Forza Italia non ci sara’ piu’.
Per capire bene il progetto berlusconiano, bisogna partire dalla domenica di San Babila, quando berlusconi annuncio’ per la prima volta le sue intenzioni: ‘Forza Italia si sciogliera’ dentro questa nuova formazione politica’, aveva detto l’ex premier. Poi, col passare dei giorni, il tiro e’ stato corretto.
Il Cavaliere ha dapprima tranquillizzato il partito: ‘C’e’ spazio per tutti’, aveva detto, Fi restera’ il ‘ceppo’ del nuovo soggetto. Due giorni piu’ tardi, in una lettera, nuove precisazioni. Altre garanzie.
Oggi, nel corso di una riunione con i vertici di via dell’Umilta’, il quadro assume contorni ancora piu’ precisi con la presentazione da parte di Renato Brunetta di una ‘road-map’.
Un percorso, cioe’, che dovra’ portare a compimento il progetto berlusconiano. Le tappe prevedono un ‘comitato costituente’ (in cui saranno rappresentati tutti i partiti che vorranno aderire in base al loro ‘peso’ e cioe’ al numero degli iscritti), dei ‘congressi comunali’, dei coordinatori provinciali e regionali ed infine una ‘Consulta nazionale’.
Quest’ultima avra’ tre obiettivi: approvazione dello Statuto e della Carta dei valori, elezione del Gruppo dirigente ma, soprattutto, scelta del leader. Un particolare, quest’ultimo, che sembra indicare che non ci saranno ‘primarie aperte’ per l’elezione del leader, ma piuttosto un sistema piu’ simile a quello congressuale.
Un percorso, si precisa in ambienti di Fi, tutto da definire ma che rappresenta la ‘traccia’ su cui lavorare. Ma al di la’ delle precisazioni, la sostanza non cambia: Fi restera’ in piedi. Ecco perche’ si diffonde la lettura di un ‘contrordine’ da parte del Cavaliere.
Dietro front che lui, passeggiando per i negozi del centro di Roma, sembra inizialmente confermare. Pur negando di aver mai annunciato lo smantellamento del partito (‘avevo risposto: ‘forse”, dice), il Cavaliere conferma infatti che ‘per il momento non e’ assolutamente possibile sciogliere’ i partiti nel nuovo soggetto. Il perche’, lo spiega lui stesso: in primo luogo, per una ragione economica, visto che ‘ci sono partiti in attesa dei finanziamenti pubblici’. In effetti, come confermano i vertici del partito, la stessa Forza Italia se scomparisse perderebbe i crediti accumulati negli anni precedenti. Vi sono dunque, problemi burocratici e amministrativi (ivi inclusi i contratti dei dipendenti) che impediscono lo scioglimento. Ma ci sono anche ragioni politiche, a iniziare dalle imminenti amministrative. E’ sempre berlusconi a spiegarle: con il ‘partito-rete’ spero che anche An e Udc possano entrare visto che’ ‘e’ quello che volevano’. Insomma, tira le somme berlusconi, il modello e’ quello del Ppe: ‘Un partito in cui potranno iscriversi formazioni politiche, spezzoni di partito, associazioni e parti della societa’ civile’, ma soprattutto un soggetto deciso ‘dal basso’, dai cittadini.
berlusconi torna a palazzo Grazioli e come di consueto trova sulla scrivania la rassegna stampa con le ultime notizie. Legge l’interpretazione dei media e le dichiarazioni di alleati e avversari. L’idea che e’ passata e’ quella di una retromarcia.
Ed e’ qualcosa che proprio non gli va giu’. Nella sua residenza ci sono anche alcuni ‘quarantenni’ del partito. A loro conferma che non ha nessuna intenzione di tornare indietro. Anzi, dice, ‘il progetto va avanti, eccome!’.
Cosi’, prende carta e penna e insieme ai piu’ stretti collaboratori butta giu’ un comunicato di fuoco: ‘Il nuovo partito e’ gia’ nato! ‘Il dove’, ‘il quando’; ‘il come’ lo stabiliremo insieme alla gente’. Ed anche se ‘certamente non butteremo via l’esperienza e la storia di 14 anni di Forza Italia’, non c’e’ ‘nessuna ‘retromarcia’, nessun ‘contrordine’ come vorrebbe far credere qualche interessato disinformatore’.
Le interpretazioni, persino dentro Fi, divergono: c’e’ chi ammette che la retromarcia c’e’ stata eccome, perche’ berlusconi ‘era andato troppo in la”, e chi, al contrario, sostiene che nulla e’ cambiato. Nome e simbolo di Fi, spiega infatti un sostenitore di questa seconda teoria, alle prossime politiche non ci saranno piu’ ed anche lo scioglimento, alla fine, sara’ un passo obbligato.
Comunque si leggano i fatti, una cosa appare evidente: la dirigenza di Fi incassa una bella vittoria, non solo per la sua sopravvivenza, ma anche per quanto riguarda il ruolo di Michela Vittoria Brambilla. La ‘rossa’ presidentessa dei circoli della liberta’ infatti dovra’ dovra’ ancora vedersela con lo zoccolo duro del partito. (ANSA).

Apc-PDL/ NUOVO PSI E LAB: SI’ A NETWORK DEI MODERATI E DEI RIFORMISTI

Sì a berlusconi per una politica più moderna e innovativa

Roma, 28 nov. (APCom) – “La mancanza dei vecchi valori ci obbliga ad avere una visione della Politica più moderna e più innovativa.
Ed in questo contesto si inserisce la novità di berlusconi; creare un nuovo movimento, all’interno del quale ognuno, mantenendo la propria storia, la propria cultura la propria identità, partecipi con pari dignità ed in aperta competizione, al cambiamento dell’Italia”. Cosi ‘Il socialista Lab’, quotidiano del nuovo psi, domani in edicola con un editoriale di Franco Spedale, vice segretario nazionale del partito.

“Tante culture diverse, tante reti diverse, che sappiano cogliere i bisogni dei cittadini, che sappiano individuare – scrive il Lab – le nuove trasformazioni di cui l’Italia ha bisogno, che sappia porsi nel momento elettorale come un unico grande movimento che sia rappresentativo di tutte le culture” “Questo può e deve essere – sottolinea Spedale a nome del Nuovo Psi – secondo noi il nascente movimento: un nuovo soggetto politico Federato”.

“Questa configurazione può esistere – si legge sul quotidiano – laddove vi sia un sistema elettorale che abbia come riferimento il bipolarismo e l’indicazione diretta del Premier”.
“Solo così possiamo passare alla fase costruttiva del percorso post-ideologico che non vede più la destra contrapposta alla sinistra, ma il riformismo contrapposto al conservatorismo.
In questo partito-rete – conclude Spedale – mantenendo la propria identità, la propria autonomia, il nuovo psi dovrà esserci”.

Red/Pda

== L. ELETTORALE:FINI, NO A TEDESCO – INTESA FI-LEGA IN VISTA? =

== L. ELETTORALE:FINI, NO A TEDESCO – INTESA FI-LEGA IN VISTA? =
(AGI) – Roma, 26 nov. – Un sistema alla tedesca con uno sbarramento al 4% e l’indicazione preventiva del premier. Fonti parlamentari della Lega spiegano che potrebbe essere questa l’ipotesi che potrebbe riavvicinare le posizioni tra Bossi e berlusconi.
Il leader del Carroccio ai suoi in questi giorni ha spiegato di sentire “puzza d’inciucio” e di non volere “il ritorno dei democristiani”. Il timore e’ che berlusconi voglia chiudere “un accordo sottobanco” con il leader del Pd sul referendum oppure su uno sbarramento alto, che metta la Lega fuori gioco. “Lo sbarramento alto – spiegava nel pomeriggio un ‘delfino’ del Senatur – e’ tipico dei paesi come la Russia dove la democrazia c’e’ solo sulla carta”. Inizialmente dunque l’aut aut di Bossi prevedeva un ritorno al patto di Gemonio: “Il proporzionale – e’ il ragionamento – da’ una sponda a Casini e non salvaguarda la dimensione territoriale, il fatto e’ che la pazienza e’ finita e berlusconi ci deve dare delle rassicurazioni una volta per tutte”.
E l’ex premier avrebbe in un colloquio telefonico che ha preceduto l’incontro ad Arcore con Bossi (iniziato alle 20,50) garantito al Carroccio di non voler puntare affatto sul referendum e di poter venire incontro alle esigenze della Lega.
Da qui la possibile apertura di Bossi sulla riforma della legge elettorale in senso proporzionale. Noi – questo il messaggio che avrebbe ‘recapitato’ il Senatur al Cavaliere – non aderiamo, ma ti seguiamo nel progetto del Partito della liberta’, ma tu non devi giocare con il fuoco del referendum.
Sarebbe una sorta di ok a quella che deputati della Lega neanche tanto velatamente chiamano ‘Opa’ di berlusconi su Fini e Casini.Questa sera l’incontro a casa berlusconi chiarira’ se sussistono le basi per chiudere un intesa tra il Cavaliere e il leader della Lega. berlusconi se riuscira’ a ‘disinnescare’ la mia della Lega potra’ presentarsi sul tavolo di Veltroni venerdi’ forte dell’appoggio di un importante alleato.
Oggi Gianfranco Fini ha ‘aperto’ il fronte del dialogo con il segretario del Pd ribadendo l’ok ad un confronto sulle leggi cosituzionali e il no a qualsiasi dibattito sul modello tedesco. Ma il tener legate le due questioni alla lunga puo’ rivelarsi un punto a favore del leader di An. “La verita’ – spiega Vincenzo Nespoli presente all’incontro – e’ che Veltroni non ha il coraggio di aprire al referendum, perche’ ha i partiti piccoli che gli mordono le caviglie”. Anche oggi la ‘querelle’ tra Fini e berlusconi e’ andata avanti con le accuse dell’ex ministro degli Esteri al Cavaliere ‘reo’ di aver archiviato il centrodestra.
berlusconi, intanto, continua a lavorare alla costituzione del partito che, ha ripetuto piu’ volte, non deve essere “un restayling” di Forza Italia. Per questo motivo starebbe pensando ad un “movimento leggero”, all’americana senza avvalersi di sedi mastodontiche, ma solo della partecipazione dei cittadini tramite gazebo e manifestazioni. (AGI

Pistole ai vigili urbani? Bastano storditori

Dico no alla dotazione personale del vigile di Polizia urbana di arma da fuoco. Per le necessità di questo Corpo sono sufficienti le bombolette spray paralizzanti o gli storditori elettronici sia di contatto che a distanza. Con buona pace della Cisl veneta e del vice-sindaco di Venezia, queste sono considerate dall’attuale legge delle vere e proprie armi, al pari di quelle da fuoco, per le quali necesita il porto d’armi.

Così, con buona pace di tutti, si potranno dare le relative indennità per dotazione e maneggio delle armi che alla fine è la vera motivazione all’origine di molte prese di posizione. Altroché sicurezza per i cittadini!

Cosa c’entrano le motivazioni delle rapine in casa? Per quanto riguarda le rapine o aggressioni, fortunati il rapinato o l’aggredito se le subiscono in presenza di qualche vigile di Polizia urbana e, in quel caso, sono sufficienti – e contemporaneamente più sicure per lo stesso agente, in quanto non richiedono doti particolari nell’uso come invece avviene per quelle da fuoco – le armi sopra indicate. L’errore umano è sempre in agguato ed a nulla vale scagliarsi contro le forze dell’ordine per la recente vicenda Sandri.

Renzo Riva
Buja

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http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3584571&Data=2007-11-21&Pagina=13

Niente armi
ai vigili urbani:
basta lo spray

Dico no alle armi da fuoco ai vigili urbani. Per le loro necessità sono sufficienti le bombolette spray paralizzanti o gli storditori elettronici sia di contatto che a distanza. Con buona pace della Cisl e del vicesindaco di Venezia queste sono considerate dall’attuale legge delle vere e proprie armi, al pari di quelle da fuoco, per le quali necesita il porto d’armi. Così si potranno dare le relative indennità per dotazione e maneggio delle armi. Altro che sicurezza per i cittadini! Cosa c’entrano le rapine in casa?

Renzo Riva
Buja (Ud)

Berlusconi dovrebbe fare un po’ di Autocritica

L’attuale situazione politica italiana è caratterizzata dal lancio del Partito del Popolo (idea
lanciata da Silvio Berlusconi per rilanciare il centrodestra) ha destato un certo sconcerto tra gli alleati.
Credo che una più assidua partecipazione parlamentare da parte del centrodestra sarebbe stata necessaria
(la finanziaraia 2008 è stata approvata in Parlamento con una discreta maggioranza); nonostante
sia necessario mantenere contatti con il popolo, ciò non può comunque avvenire solo con manifestazioni di piazza.
E’ doveroso evidenziare che la strategia dell’opposizione non può essere determinata prescindendo dallo strumento
parlamentare, ciò deve avvenire grazie all’impegno del leader per mantenere una coalizione coesa.
Il centrodestra a cui il Nuovo Psi appartiene, attende quindi l’evoluzione del processo politico che è in corso.
Tuttavia sarebbe macroscopico negare o nascondere che l’opertao del Governo Prodi non è stato finora molto brillante.
L’obbligatorio utilizzo della fiducia per approvare poche leggi (facendo anche ricorso al discutibile ruolo dei senatori a
vita come ago della bilancia), ha generato sfiducia tra gli elettori che si sentono sempre più lontani dalla politica.
L’abrogazione della Riforma dell’Istruzione voluta dall’ex ministro dell’Istruzione, oggi sindaco di Milano, Letizia Moratti,
che pur tra molti contrasti stava cominciando a dare i primi frutti ha reso precari il nostro Sistema Scolastico e Universitario,
che già non godeva di buona fama a livello europeo.
A questo dobbiamo aggiungere un regolamento del flusso migratorio dissennato che ha favorito l’immigrazione clandestina
a scapito della sicurezza sociale della popolazione italiana.
Tutto ciò è avvenuto spesse volte grazie a ddl approvati in pochi giorni per mantenere coesa una maggioranza
che esprime molte carenze e pochi punti di merito e che non può certo fregiarsi dell’aggettivo eterogenea.
Ulteriori contrasti emergono infine dalle recenti dichiarazioni di Romano Prodi che esprime apprezzamento e stima
per la missione militare in Afganistan ma deve far fronte alle sempre più pressanti richieste di ritiro da parte della sinistra estrema.

PROVINCE: PALERMO; CONSIGLIERE RIENTRA NEL NUOVO PSI

(ANSA) – PALERMO, 26 NOV – Il Nuovo partito socialista italiano ha un rappresentante anche alla Provincia di Palermo.
E’ il consigliere Giuseppe Saglibene che e’ rientrato nelle file del partito in cui era stato eletto a Palazzo Comitini e che adesso fa riferimento al deputato nazionale Stefano Caldoro.
Una delegazione del nuovo psi ha incontrato il presidente della Provincia Francesco Musotto confermando la posizione politica del partito nell’ambito del centrodestra.(ANSA).

CALMARSI: C’E’ ANCORA MOLTA STRADA DA FARE ASSIEME

Dopo la grande abbuffata di dichiarazioni, analisi, speranze e prospettive, messe in campo un pò da tutti, con una velocità che solo l’accelerata alla politica impressa dal terremoto berlusconiano poteva permettere, sta subentrando una fase di riflessione alla quale bisogna partecipare, come riformisti socialisti, molto attivamente. C’è il rischio infatti di non comprendere gli scenari che si sono aperti e di ragionare col vecchio metro, col pericolo di non riuscire a discernere il grano dal loglio.

La Casa delle Libertà era già finita prima del terremoto. Come entità coesa e politicamente impegnata nella lotta politica era da tempo in quarantena. Infatti l’età del Cavaliere spingeva i due ‘colonnelli’, come impropriamente sono stati chiamati, in una corsa a differenziarsi con un obiettivo minimo, rafforzare la propria presenza sulla scena politica, e con un obiettivo massimo, tentare di accreditarsi come vero e unico ‘erede’. Con tattiche diverse, ma questo è lo sfondo del palcoscenico su cui si è cimentato il duo Casini-Fini.

Il primo sperando di diventare punto di coagulo delle forze centriste che gli avrebbe permesso di assurgere a novello condottiero delle forze di destra; mentre il secondo, per la maggior dote elettorale, s’era convinto d’essere autosufficiente nel raggiungere lo scopo. Tutte e due però piegati all’interno e soprattutto impegnati a fare le bucce al leader. L’onere di affrontare la battaglia politica rimaneva nelle mani di Berlusconi e di alcune forze minori che, perché tali, non hanno avuto un gran peso (così è stato nella campagna elettorale; così si è verificato nella difesa delle leggi partorite dal precedente Governo; così si è riproposto nella lotta contro la finanziaria). Tutte e due però dimentichi che il vero motore dell’aggregazione moderata (Casa delle Libertà) era stato e continua ad essere il Cavaliere Berlusconi.

La vicenda della successione, però, se da una parte mostrava la miopia politica di chi la cavalcava (strategicamente?), dall’altra diventava un vero e proprio sbarramento alla visibilità delle forze minori (la programmazione mediatica –di cui si parla proprio in questi giorni (illuminante l’articolo di Guzzanti)- aveva interesse ad esaltare i balletti di Casini e i distinguo di Fini, ignorando totalmente le forze minori non interessate al problema). Il terremoto, però, apre scenari nuovi e inediti. Non si tratta di bere la cicuta del Partito unico, ma di plaudire ad una iniziativa che libera anche la CdL dall’ingessatura in cui si trovava (i protagonisti erano sempre Forza Italia-AN-UDC a volte la Lega, e a volte Rotondi), e permette la costruzione di percorsi nuovi nell’interesse dell’Italia, del suo sviluppo e delle nuove generazioni.

Tra l’altro sono molte le forze, fra i moderati come fra i democratici, che non intendono confluire in calderoni unici. Fra i moderati, tanto per analizzare lo scenario in cui ci siamo collocati con l’ultimo Congresso, ci sono sicuramente, oltre ad AN e all’UDC, anche il PRI, la Destra di Storace, altri e soprattutto il Nuovo PSI, che a differenza degli altri ‘socialisti’ (quelli rifugiatisi a sinistra), ha oggi, soprattutto dopo l’uscita di Berlusconi, una caratterizzazione piena e senza equivoci. Non c’è più alcuna confusione col Cavaliere che ha scelto di collocarsi in Europa nel Ppe che non è certamente il nostro punto di riferimento.

Bisogna evitare, quindi, di avviare un referendum su chi vuole la confluenza e chi la rifiuta. E’ un falso dilemma. Non è questo il terreno di confronto: esso era e rimane la ramificazione del Partito, con radicazione sul tutto il territorio nazionale, e l’impegno a produrre iniziative e politica. Lo scontro attuale è destinato a rientrare, i kamikaze non fanno parte della cultura occidentale. E anche se non tutto può essere come prima, c’è ancora molta strada che dovrà essere fatta assieme. E il Nuovo PSI vuole esserci, e deve esserci con la sua identità, la sua storia e la sua autonomia: non abbiamo bisogno di alcun liquidatore come invece saranno costretti altri che di socialismo mantengono solo la parola.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI
Reggio Calabria, 25.11.2007

LEGGE ELETTORALE, SPEDALE (NUOVO PSI): SI’ A PROPORZIONALE

(9Colonne) Roma, 25 nov – “Dopo le novità riguardo alla nuova costituzione del nuovo soggetto politico introdotte da berlusconi è necessario ed urgente giungere ad un accordo sul sistema elettorale, che consenta agli elettori di votare nel 2009 con regole certe e condivise”. Lo sottolinea Franco Spedale, vice segretario nazionale del nuovo psi. “Il fuoco di sbarramento contro l’accordo elettorale non eviterà il referendum che provocherà scossoni ancora maggiori. Concordiamo – aggiunge – sul ragionamento proposto dal Presidente della Lombradia Formigoni: nel nostro Paese non sono necessarie le larghe intese ma un accordo con la sinistra per un nuovo sistema elettorale di stampo proporzionale che finalmente crei un bipolarismo propositivo”.
(Caf)

ROTTO IL FRONTE DEL SILENZIO TRA I MASS-MEDIA CALABRESI

Sulla vicenda del Gruppo regionale del Nuovo PSI che ha registrato l’assurdità di un Gruppo bipolare o bicefalo con un Presidente, Luciano Racco, addirittura aderente ad altro Partito (nella fattispecie al Partito democratico), e con un Consigliere, l’on. Galati del Nuovo PSI, senza alcun ruolo perché esautorato dall’attuale Presidente del Consiglio, si è finalmente rotto il fronte del silenzio dei mass-media calabresi.

Pochi, infatti, hanno avuto il coraggio(?) di scrivere sulla vicenda, anche perché indirettamente sarebbe stato come scrivere contro l’on. Peppe Bova, e fra questi c’è il super coraggioso settimanale di attualità regionale (‘Mezzoeuro’) che ha dedicato all’argomento ben 5 pagine di articoli, commenti e documentazione varia. Un vero terremoto per il piccolo on. Bova sempre più convinto della sua onnipotenza. Ma anche i grandi (si fa per dire), prima o poi, se abusano del loro potere, finiscono male.

Sotto il titolo ‘Il Garofano calpestato’ il settimanale commenta con parole di fuoco “una vicenda complicata e incattivita dal peggio che la politica da queste parti sa esporre. Una storia di finte diaspore politico-culturali. Di appropriazione indebita di poltrone. Di quattrini, alla fin fine. E’ la storia del gruppo regionale dei socialisti…”. Nel sottotitolo il settimanale mette il coltello nella piaga e continua: “Anche dopo l’ingresso in Consiglio Regionale di Galati e l’uscita di Chieffallo rimane in vita il gruppo (360 mila euro all’anno) di Racco che continua a chiamarsi ‘Nuovo PSI’ che è, però, di altra collocazione politica. Racco per mantenere gruppo e appannaggi vari non ha abbandonato la dizione ‘Nuovo PSI’ . E Bova tace…”
Nella pagine seguenti si documenta come ‘Bova non poteva non sapere’, riproducendo la lettera del 3 febbraio 2006 con la quale gli si ricordava che Racco e Chieffallo avevano abbandonato il Partito. Nessuna risposta. Il 9 marzo 2006 nuova sollecitazione con l’avviso che il Partito avrebbe interessato del problema anche la Corte dei Conti. Ancora silenzio assoluto. Terza ed ultima lettera il 28 marzo 2006. Ma non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire. Buio totale, silenzio di tomba.

Il ducetto Bova si fa vivo in autunno, rispondendo ad una interrogazione avanzata da un Consigliere, facendo sfoggio di grande cultura giuridica (sic!) e provocando una durissima lettera aperta del compagno Giovanni Alvaro che dopo aver sottolineato come per ben tre volte aveva ignorato le lettere del Partito, continuava: “C’è un limite a tutto, caro Presidente, ma Lei non se ne cura per nulla: mette il carro dove crede sia più opportuno per le sue alchimie politiche”.
Il servizio di ‘Mezzoeuro’ continua con la riproduzione dell’art. 27 dello Statuto che regola i Gruppi, con la pubblicazione dell’esposto denuncia alla Corte dei Conti dell’8 gennaio 2007, e con l’amara lettera, del successivo 10 gennaio, indirizzata ai Consiglieri della CdL totalmente assenti nella vicenda, e conclude: “Un gruppo bicefalo o bipolare perché Galati appartiene allo schieramento di centrodestra. Giurisprudenza applicata alle esigenze tutte tipiche dei calabrotti in politica. Si profila all’orizzonte un altro di quei casi che facilmente troveranno spazio quanto prima nel libro dei paradossi, degli sprechi, dell’incuria e delle negligenze che su scala nazionale si stampa in Calabria e che fa sorridere il Paese. Non potrebbe trovarsi altrove una tipografia simile…”.
Adolfo Collice
Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 25.11.2007

NUOVO PSI: CALDORO, PDL NON E’ ALTRO CHE FI CON UN ALTRO NOME =

(AGI) – Olbia, 24 nov. – Il segretario nazionale del nuovo psi, Stefano Caldoro, e’ intervenuto oggi a Olbia all’assemblea regionale del “garofano”, convocata in vista dello svolgimento dei congressi che stabiliranno gli organismi dirigenti del partito. Il popolo socialista che non ha gradito la scelta di Gianni De Michelis si e’ ritrovato nella sala congressi dell’hotel Martini per discutere di futuro, in particolare della collocazione che riguarda il partito dopo l’annuncio di berlusconi sulla nascita della nuova formazione politica che prendera’ il posto di Forza Italia.
“Se si restera’ in una logica bipolare – ha chiarito Caldoro – resteremo dove siamo attualmente, nel centrodestra.
Se invece il sistema elettorale sara’ ispirato al modello tedesco, ci sara’ grande liberta’ di scelta e decideremo al momento opportuno”. Non ci sara’, comunque, alcuno scioglimento del nuovo psi “anche perche’ – ha detto il segretario nazionale – il nuovo soggetto politico non e’ altro che Forza Italia con un altro nome”.
Intanto stasera, alle 17, all’Hotel Melia’ di Olbia, si tiene il congresso provinciale di Forza Italia. (AGI)

CdL: Caldoro, si a nuovi processi ma con nostra identità

“La nostra scelta di campo è stata fatta ed è all’opposizione del Governo Prodi e dell’Unione. Una scelta che abbiamo confermato anche dopo la nascita del Partito Democratico”. Lo ha sottolineato ad Olbia, dove è per incontri di partito, Stefano Caldoro, segretario Nazionale del Nuovo Psi.
“Anche se la Casa delle Libertà oggi è in crisi è stato un errore – sottolinea- aver messo in discussione la guida di Berlusconi. La sua leadership nasce dal consenso della gente e va per questo sostenuta e confermata”.
“Il nuovo partito, anche se nasce da una geniale intuizione, allo stato rappresenta – aggiunge – un rafforzamento di Forza Italia e non ancora una forza che possa coinvolgere tutti quelli che si oppongono a questo Governo ed a questa sinistra”.
“Il Nuovo Psi segue, con la propria identità, il nuovo processo – conclude Caldoro – con forte interesse”.

LA SPECTRE STA DIETRO L’ASSASSINIO DELL’ON. FORTUGNO?

L’interrogatorio del Presidente del Consiglio on. Peppe Bova, nel corso del processo per l’assassinio del povero Franco Fortugno (Vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria) è di quelli da manuale.

Esso è tutto intriso di frasi scontate come l’acqua calda: “è un delitto portato a termine con finalità politiche, ma con modalità mafiose”; di luoghi comuni utilizzati pro domo sua (vecchio vizio comunista): “la ‘mente’ che ha deciso sapeva che stroncando la vita di Fortugno avrebbe interrotto o comunque fortemente indebolito il processo di cambiamento che si stava avviando”; con un pizzico di presunzione investigativa: ”sono convinto che ad autorizzare l’omicidio dell’on. Fortugno furono piu’ cosche”; ed infine col rifugio tradizionale nel mistero che da sempre viene utilizzato per lasciare aperti problemi e poterli usare politicamente in qualsiasi momento: “a deciderlo furono poteri oscuri e illegali”.

Di questo passo, si arriva alla P2, alla CIA, alla Spectre e, novella apparsa sulla scena dei crimini, alla Struttura Delta. E’ il versante tanto amato ed usato dalle centrali politiche totalitarie che con questo sistema, sorretto e appoggiato da alcuni grandi mass-media nazionali, confezionano i percorsi da seguire. Non interessa loro la verità, soprattutto se è semplice e scontata, interessa costruire il mistero e presentarsi come coloro che ‘sanno’, ‘comprendono’, ‘capiscono’ ogni retroscena. E’ un film già visto e rivisto, da Piazza Fontana a Ustica, alla strage di Via dei Georgofili a Firenze, semmai la novità sta nell’aver, almeno finora, lasciato fuori protagonisti come ad esempio il Cavaliere nero Berlusconi.

Smettiamola di fare i primi della classe. Lasciamo agli investigatori il compito di districare la matassa ed alla Magistratura quello di giudicare, ed evitiamo di costruire grandi scenari, perché in questo modo si rischia di aiutare la mafia. I polveroni e gli scenari apocalittici sono, infatti, un aiuto insperato per un’organizzazione criminale che decide, lo sappiamo bene, ogni delitto eccellente.

Giovanni Alvaro
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 23.11.2007