LEGGE BIAGI: CALDORO,GIORDANO COME CARUSO, PRODI PRENDA ATTO

(ANSA) – ROMA, 13 AGO – ‘La posizione espressa dal segretario di Rifondazione Comunista Giordano dalla pagine de ‘il Corriere della Sera’ non si discostano politicamente, esclusi gli inaccettabili toni, da quelle fatte da Caruso’. Lo sostiene Stefano Caldoro, segretario Nazionale del nuovo psi. ‘Chiedere di cancellare la Biagi -aggiunge – e nello stesso tempo di definire il governo, del quale fa parte, inaffidabile dimostra tutta la debolezza di questa coalizione dell’Unione.
Prodi dovrebbe prendere atto di questa situazione non piu’ tollerabile e dovrebbe -conclude- sentire il dovere di dimettersi’. (ANSA).

Con Francesco Galati, gruppo del NuovoPSI in Regione Calabria

“La decisione dell’on. Francesco Galati di rispettare il patto con gli elettori calabresi e di confermare la sua appartenenza al Nuovo PSI ci riempie di orgoglio e di gioia. L’on. Galati, la cui dirittura morale è da additare come esempio in una fase politica caratterizzata dal più disinvolto trasformismo, rappresenterà in Consiglio regionale il partito dei socialisti autonomisti, il partito di coloro che non si sono rassegnati a sciogliere l’identità socialista nei calderoni del Partito Democratico e della Costituente. 

Abbiamo apprezzato la sobrietà e lo stile dell’on. Galati che ha annunciato, in aula, un’opposizione di tipo costruttivo, come è nelle migliori tradizioni del socialismo. Siamo certi che l’azione politica che l’on. Galati dispiegherà nel Consiglio regionale consentirà al Nuovo PSI di riacquistare un ruolo importante nel panorama politico calabrese e di irrobustire l’impianto di un partito che ha l’ambizione di costituire l’ala riformista dello schieramento moderato.  Il gruppo del Nuovo PSI, attraverso l’impegno e le riconosciute capacità morali e politiche dell’on. Galati, svilupperà certamente un’intensa attività legislativa, ma contribuirà anche, ne siamo sicuri, a preparare le condizioni ad una reale alternativa a questo Governo regionale prigioniero dei veti della sinistra radicale.  

I socialisti del Nuovo PSI, con in testa il segretario nazionale on. Stefano Caldoro, salutano con entusiasmo la ricostituzione del gruppo regionale in Calabria. Gli opportunistici cambi di casacca e i tentennamenti di un gruppo dirigente smarrito, avevano praticamente smantellato il grande successo delle liste del Nuovo Psi alle ultime regionali, cancellando un gruppo formato da ben tre consiglieri, conquistato in una logica di coalizione con la Casa delle Libertà. Quel gruppo stava per intrupparsi nel nascente Partito Democratico, utilizzando i voti che erano stati chiesti agli elettori da una posizione di alleanza con la Casa della Libertà. La coraggiosa e coerente scelta dell’on. Galati rende giustizia a tutti quei socialisti che intendono difendere e tenere alta la bandiera del riformismo e dell’autonomismo.
Le numerose adesioni giunte in questi giorni, da ogni regione italiana, ci fanno ben sperare nel futuro del nostro partito che rappresenterà il fattore aggiunto della coalizione moderata. All’on. Galati i migliori auguri per il gravoso ed impegnativo lavoro che lo attende”.

Adolfo COLLICE
Vicesegretario Nazionale e Segretario Regionale del Nuovo PSI Michelangelo FRISINIMembro della Direzionale Nazionale

Reggio Calabria, 1 agosto 2007      

NPSI: RENATO SQUILLANTE ADERISCE AL PARTITO DI CALDORO

(ANSA) – ROMA, 27 LUG – Renato Squillante ha aderito al Nuovo Psi, il partito guidato Stefano. Lo rende noto una nota della segreteria nazionale del nuovo psi.
‘Con una lettera al Segretario Nazionale – si legge – l’ex alto magistrato ha ricordato la sua lunga vicinanza ai valori ed alle scelte politiche del Psi ed in particolare ai ‘valori di liberta’ e rispetto dei diritti dell’uomo che hanno caratterizzato il sentire socialista’. ‘Libero come mi ritrovo da seri impegni – scrive ancora Squillante – con l’esperienza, ma anche i limiti che mi derivano dall’eta’ avanzata, mi sento onorato di dare il mio contributo, nei modi che riterrai opportuni, al servizio dell’ideale socialista che dev’essere salvaguardato”.
Il segretario nazionale Stefano Caldoro ha incontrato Renato Squillante ringraziandolo per la lettera di adesione al Partito e rimarcando ‘la profonda esperienza maturata negli anni, non solo come presidente della sezione Gip di Roma, ma anche come consulente giuridico del Quirinale ai tempi di Cossiga e come componente della Commissione Conso di riforma del Codice penale.
Squillante – conclude la nota – ha ricordato l’amicizia che lo legava a Giacomo Mancini e Bettino Craxi’.
L’ex capo dei Gip di Roma era stato condannato il 2 dicembre 2005 dalla seconda corte d’Appello di Milano a 7 anni di carcere per corruzione in atti giudiziari nell’ambito della vicenda Sme.
Ma la Cassazione, il 30 novembre 2006, aveva annullato le sentenze stabilendo che il processo doveva essere ripetuto a Perugia. Con Squillante erano stati condannati in secondo grado anche Cesare Previti e Attilio Pacifico. L’inchiesta aveva visto coinvolto anche Silvio berlusconi: l’ex premier, nel troncone del processo che lo riguardava, e’ stato assolto il 27 aprile scorso in secondo grado. (ANSA).

Centrale ENEL di Porto Tolle

Ogg.:  Centrale EnelCON PREGHIERA DI  SOLLECITA CONSIDERAZIONE 

Onorevoli Rappresentanti Istituzionali, con lo spirito di assoluto servizio anche il Nuovo Psi Veneto intende contribuire al Vostro già dimostrato impegno per risolvere la questione di cui all’ oggetto. 

Sono quanto mai preoccupanti le ultime vicende relative all’impianto energetico, da qualsiasi parte esse vengano prese in considerazione. 

Da tempo la scrivente ha scelto la linea di salvaguardare “ l’ occupazione nel Comune di Porto Tolle “ e, possibilmente, anche “ la vita nel Comune di Porto Tolle “. 

Esiste senz’altro un equilibrio ambientale per cui impegnarsi, come esiste un altrettanto equilibrio  esistenziale da considerare. 

Non siamo tra coloro che esultano per la recente messa al bando dell’uso del carbone per la riconvertenda Centrale. 

Esprimiamo, anzi, la nostra ferma contrarietà alle recenti decisioni del VIA nonché alla ben nota posizione del Ministro Pecoraio Scanio. 

L’ipotesi di un’eventuale ondata emigrativi che potesse seguire lo smantellamento della Centrale, desta in noi nostalgia ed afflizione. 

Ecco perché invitiamo le Istanze di Governo in indirizzo, alla cautela ed alla ponderazione, ed ancor più alla ricerca di tutte le strade possibili, tese a scongiurare la verifica  delle situazioni sopra evidenziate. 

Riteniamo sia il momento di un’ulteriore valutazione, di un’aggiuntiva analisi degli atti e dei fatti  prima di assumere decisioni irreversibili quanto dannose. 

In un giudizio più ampio, che è poi la nostra linea guida su questi temi, noi siamo per “ un ambiente a disposizione delle persone “ piuttosto che il suo contrario ! 

Siamo contrari a qualsiasi risoluzione che per preservare ad ogni costo il Parco e l’intoccabilità dell’Art. 30 del suo Statuto, sia causa al contempo del  trasferimento degli attuali occupati se non addirittura al loro licenziamento indotto. 

Invitiamo tutti gli Organismi competenti a ritardare del necessario qualsiasi risoluzione e di avviare , al contempo, ulteriori indagini conoscitive prima di decretare l’impraticabilita definitiva dell’uso del carbone per l’alimentazione energetica della Centrale ENEL di PortoTolle. 

A nome e per conto della Sezione di Porto Tolledella Federazione Provinciale di Rovigodella Federazione Veneta  del Nuovo PsiIl Segretario Regionale Angelino Masin

COSTITUENTE SOCIALISTA ? UNA PROVA ?

Il 14 Luglio c’è stato un tentativo a Roma di Costituente Socialista.  E’  significativa la scelta del 14 Luglio,  giorno della presa “della Bastiglia.” Certo De Michelis, Borselli e Bobo Craxi, al massimo  possono impegnarsi per  presa “delle poltrone.” E’ evidente una certa convergenza di chi arriva da destra e chi arriva da sinistra per salvare 3 o 4 poltrone in barba a tanti Socialisti che sono accorsi da tutta Italia con la speranza di una Rinascita e di una Costituente Socialista. Non sono certamente queste le intenzioni di certi leader, che leggono la storia socialista ad personam. Il patrimonio di Bettino Craxi si è moltiplicato, un figlio a destra e uno a sinistra. A sinistra Bobo con l’incarico di sottosegretario in felice compagnia di Di Pietro  e di tutti coloro che di suo padre hanno espresso giudizi  non certamente “positivi.”. In politica tutto e’ possibile, ma ora forse si e’ passato il limite. Si e’ al governo e si arriva a criticare il governo! Vedi Boselli, disposto sempre ad appoggiare coloro che con i Socialisti sono stati sempre impietosi. Va bene, va tutto bene. Anche far parte di un governo che scippa il tfr dei lavoratori, che massacra il ceto medio, che chiede agli artigiani, e ai piccoli commercianti di chiudere e sparire. De Michelis le ha tentate tutte poi ha risolto un accordo con Forza Italia ricevendo miliardi di finanziamento per eleggere qualche parlamentare, commissariando nel contempo buona parte delle federazioni del nuovo PSI.

Un soggetto che commissaria sistematicamente le federazioni, non a lui favorevoli, certamente non si può definire “socialista”. Se non c’è democrazia in un soggetto politico quale può essere il risultato? Sono questi i presupposti per fare rinascere il Partito Socialista?

Non ci crede più nessuno.

Il progetto potrà rinascere solo e soltanto con i giovani che hanno (ancora!) l’istinto ed il coraggio di affrontare i problemi senza tante mediazioni o contaminazioni con il potere.

Basta avere il coraggio di affrontare i problemi chiamando le cose con il loro vero nome come hanno fatto i vari Turati, Salvemini, Matteotti, Rosselli. Anzi quest’ultimi due per il loro coraggio sono stati ammazzati. E’ grazie a loro che abbiamo vissuto tanti anni di sviluppo, di agiatezza, di democrazia, di libertà.

C’erano opportunità anche per i figli di nessuno! Se paragoniamo la vita attuale a quella di qualche anno fa, è facile accorgersi che il patrimonio che c’era stato lasciato, è stato ormai tutto consumato.

Ora c’è bisogno di rimboccarsi le maniche e ricominciare a lottare perché piano, piano le ricchezze sono state trasferite nelle mani dell’alta finanza. I ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, diritti inesistenti, chi lavora, lavora per niente, chi è in pensione muore di fame, con tassi  di interesse che crescono in continuazione.

Bisogna far tornare quel passato per ricostruire qualcosa.

Quindi una Costituente Socialista che non parte da questi presupposti è destinata a fallire. Ed è per questo che preferiamo chi mette in campo il proprio coraggio rispetto a coloro che parlano di strategie.

         Francesco Mazzeo

 segretario de “I Socialisti per le libertà”

Questione VENETO: comunicato del Segretario Masin

Li 19 Luglio 2007 

Spett.le  RedazioneCorriere del VenetoSua  Sede 

Ogg.:  Comunicato Stampa ( con richiesta di pubblicazione )Rif.: Articolo a firma Alberto Rodighiero del19-7-2007 

La scrivente Segreteria venuta a conoscenza dalla stampa dell’iniziativa del Consigliere Regionale Laroni ne prende atto come risoluzione personale ma la disconosce da ogni  rappresentatività politica collegabile al Nuovo Psi. 

L’organismo scrivente si farà cura al più presto di informare il Presidente Galan ed i rappresentanti politici della Casa delle libertà che l’ex Sindaco di Venezia, nonchè ex europarlamentare, non rappresenta più questo partito, essendo, pure, un ex iscritto. 

Per coerenza, anzi, preannuncia che  dopo la riunione della Direzione Nazionale di sabato prossimo a Roma, il Nuovo Psi chiederà a Laroni un atteggiamento di coerenza politica che dovrà manifestarsi con le dimissioni dall’incarico istituzionale attualmente ricoperto.  

Il Nuovo Psi Veneto ribadisce la sua collocazione a sinistra nella Casa delle Libertà, e conferma al proprio elettorato la salvaguardia dell’identità e dell’autonomia proprie della storia di un socialismo moderato e progressista che nulla può avere in comune con comunisti, ex comunisti e postcomunisti. 

Anche con lo stesso Sdi, attualmente ci separano, in maniera profonda, il cammino sin qui percorso da Tangentopoli in poi, le analisi verso questo Governo, gli approcci verso nuove coalizioni di “ centrosinistra” e l’interpretazione di alcuni concetti quali la laicità, le libertà individuali, la riforma della scuola, delle pensioni, dell’ambiente, della sicurezza  e del lavoro. 

Circa la pseudo Costituente  Socialista in Veneto, questa Federazione Regionale ha già espresso nei propri congressi il fermo convincimento che essa altro non sia  che un movimento verticistico teso a mascherare due debolezze protese a riconfermarsi :  Boselli, orfano di Prodi e della Rosa nel Pugno, da una parte, e  De Michelis ormai obsoleto ed in declino, dall’altra. 

Alla luce di questi elementi  non andranno confusi i progetti politici con quelli personali. 

Questa federazione prende le distanze dal partito “veneziano” di Laroni e Verrecchia difensori non già delle istanze programmatiche del Nuovo Psi, ma delle esigenze personali dell’ex Segretario De Michelis. 

Ribadendo che la doppiezza non fa parte del bagaglio culturale ed ideologico dell’ultimo corso del Nuovo Psi,  che recentemente ha eletto a nuovo Segretario Nazionale Stefano Caldoro,  questa federazione esprimerà  in tutti gli ambiti possibili, la condivisione ed il sostegno di un quadro politico-istituzionale che abbia come riferimento ed esempio l’attuale maggioranza veneta. 

  

Angelino  Masin

Andare oltre le ambiguità della Costituente, costruire una nuova forza Liberal Socialista

 

Il dibattito attorno alla cosìdetta questione Socialista è tutto imperniato sulle diversità delle scelte politiche e sulle ambiguità che gli amici che hanno scelto il percorso della costituente stanno sostenendo per motivare la loro, criticabile, scelta.

In un recente articolo, inviatoci dall’Ex segretario regionale del Nuovo PSI del Veneto, Sergio Verrecchia, si leggono alcune affermazioni che oltre allo sconcerto che possono provocare danno il senso delle difficoltà in cui gli amici “della costituente” si trovano, obbligati, come sono, a compiere delle acrobazie per avere come si dice in gergo la botte piena e la moglie ubriaca, obbligati cioè a continuare un percorso che in pochi hanno deciso di fare con la speranza di perdere meno persone possibili.

L’imbroglio della costituente si rende ogni secondo sempre più manifesto e mette sempre di più coloro i quali hanno scelto questo percorso di fronte al fatto che esso, così come sembra avvenire, comporta la perdita dell’autonomia e dell’identità e difficilmente può coniugare le scelte politiche con le necessità di sopravvivenza di uno sparuto gruppo dirigente che per autotutelarsi deve compiere qualsiasi passo possibile, compreso quello del cercare di tenere il piede in due scarpe.

E così si apprende che nel Veneto, una delle due Regioni governate dalla CDL e l’unica nella quale il Nuovo PSI “avrebbe” un Consigliere Regionale ed ha un assessore, il Consigliere Regionale, che aderisce alla Costituente, “dovrebbe” stare con la CDL, mentre lo stesso Veneto, a livello Nazionale deve stare in maniera inequivocabile ed assoluta con la costituente e quindi con il Centro Sinistra; un partito come viene detto nel Manifesto della “Costituente Veneta” che sia come viene detto “ autonomo, legato essenzialmente alle problematiche del suo territorio” ovviamente per quanto riguarda il mantenimento delle rendite Regionali, ma che contemporaneamente abbia “Un legame indissolubile per quanto riguarda le politiche nazionali ed europee”.

Come a voler dire, noi stiamo a Roma con il Governo Prodi o con quant’altro ne conseguirà ma non toccateci assolutamente il Consigliere di Maggioranza che abbiamo in Veneto che sta con Berlusconi.

Beh se questo è il “nuovo” che nasce dalla Costituente allora credo che il tutto sia non solo già vecchio, ma assolutamente da superare.

Credo sia giunto il momento di dire addio a questi compagni, che continuando con una logica arcaica, interessata, rischiano di compromettere il lavoro per riproporre una forza riformista, liberal socialista, moderna; una forza rivolta ai nuovi bisogni, alle nuove necessità, tesa a dare nuove risposte agli infiniti problemi che la vita moderna ci sottopone.

Il mio modo laico di pensare non mi fa ritenere che la mia sia “LA” concezione corretta, ma non credo che unendo interessi così divergenti, come l’obbiettivo politico Nazionale e la sopravvivenza Regionale, si possa produrre qualcosa di concreto.

E soprattutto non credo che l’ambiguità sia il metro con cui misurarsi rispetto alle sfide che ci aspettano.

Né che questo sia giusto verso quei compagni, tanti o pochi che siano, che credono nel progetto Socialista.

Noi stiamo dalla parte dei riformisti, degli innovatori, dei modernizzatori, noi non abbiamo nulla in comune con il dogmatismo Marxista e Cattolico (non a caso li chiamiamo i CATTO-COMUNISTI), con il conservatorismo; non abbiamo nulla a che fare ed in comune con coloro i quali tendono a livellare verso il basso, che creano disuguaglianze sociali, con coloro i quali rappresentano il più ortodosso integralismo culturale.

Non curiamoci più, allora degli amici che hanno scelto il percorso della Costituente, impieghiamo viceversa il nostro tempo, sempre poco, a sviluppare un progetto innovativo di una forza Liberal Socialista, che sappia dare un nuovo percorso alla riforma della Scuola, della Sanità, del Lavoro.

L’Italia: ScuSaLa!

Una riforma scolastica che sappia creare una classe dirigente all’altezza, che dando a tutti le possibilità di crescita sappia far progredire i più meritevoli e non i più furbi; una riforma Universitaria che sappia scegliere la propria dirigenza secondo il curriculum professionale e non secondo gli anni di servilismo dietro al Barone di turno.

Una Sanità che sia moderna, che abbatta i costi inutili, che sappia garantire le stesse prestazioni al Nord come al Sud, che sappia cogliere le trasformazioni Sociali e sappia dare le risposte necessarie; una sanità che non sia ostaggio delle caste, ma che rivoluzioni il suo modo d’essere.

Un lavoro moderno, che guardi alla globalizzazione, che garantendo i diritti di tutti i lavoratori, dipendenti e dirigenti, sappia competere con le nuove realtà, che abbatta il costo del Lavoro, che renda lo stesso flessibile e non più stantio, che obblighi tutti a competere e mantenersi innovativi e non a mantenere l’acquisito.

Un nuovo modo di pensare, per certi versi rivoluzionario, chiaro nel linguaggio e coerente nei comportamenti.

Un nuovo modo di concepire la Politica, perseguendo gli obbiettivi e non gli interessi personali; dobbiamo essere capaci di rischiare, di non essere sottoposti ai ricatti; liberi, non solo nel pensiero ma anche nel modo di comportarci, capaci di esprimere sempre e comunque le nostre idee, orgogliosi di rivendicare la nostra identità, la nostra cultura la nostra storia.

Capaci di costruire un nuovo soggetto LIBERAL SOCIALISTA.

 

Franco Spedale

Vero conflitto di interessi la non terziarità del Giudice

Il compagno Sanna intervenendo durante la riunione della Direzione Nazionale ha centrato il proprio intervento su quello che ha chiamato uno dei veri conflitti d’interesse che esistono nel Parlamento italiano, rappresentato dalla presenza di molti parlamentari che provengono dalla Magistratura e che non sono certamente indifferenti a che una legge sui problemi della loro ‘categoria’ sia varata con alcune regole anziché con altre.
Sanna ricordava la ribellione dei magistrati sull’ipotesi di separazione delle carriere tra giudicanti ed inquirenti, con connessa relativa minaccia di sciopero e altrettanto relativa sponda che dette minacce hanno trovato nel Parlamento, appalesando uno dei più gravi conflitti di interesse esistenti nel nostro Paese. I Magistrati che fanno i parlamentari, alla fine del loro mandato non ritorneranno, salvo casi sporadici alla Violante, a fare i Magistrati utilizzando le leggi che hanno potuto produrre anche pro domo loro?
Ma per evitare polemiche spicciole, e condividendo le argute argomentazioni usate da Sanna sull’incivile conflitto che, guarda caso, nessuno nella cosiddetta sinistra(!) italiana ha stigmatizzato, mi permetto di ampliarne le riflessioni, partendo dal fatto che l’obiettivo ‘separazione delle carriere’ è purtroppo un obiettivo minimo e di ripiego che, costruito per evitare le ‘polemiche’ da parte della sinistra e da parte degli interessati, sia dentro che fuori del Parlamento, si è sostanzialmente distanziato dal vero obiettivo di riforma della Magistratura che deve poggiare sulla terziarità del giudice.
In ogni Paese occidentale, dalla civilissima Inghilterra faro per ogni sincero riformatore, agli Stati Uniti a cui guardano ‘democratici’ alla Veltroni, la terziarità del Giudice è salvaguardata senza alcuna remora, mentre in Italia (patria del diritto!) detta parola, terziarità, sembra una sconcezza. E’ ora di riprendere l’iniziativa e rilanciare il problema. Perché non può esistere una vera riforma della Magistratura se non viene assegnato al Giudice il compito di vero giudicante che nasce dal ruolo terzo che deve assumere tra avvocato della difesa, che assiste il probabile reo, e l’avvocato dell’accusa, che deve rappresentare la società che viene offesa.
Se l’inquirente, con o senza separazione delle carriere, appartiene all’ordinamento giudiziario, la terziarità del giudicante rischia sempre d’essere messa in discussione o compromessa. Tra l’altro è così che la non terziarità, vera o presunta, viene percepita dall’opinione pubblica. Non basta infatti essere imparziali ma è necessario apparire anche tali. Obiettivo questo più che necessario in una società troppo a lungo dilaniata da contrapposti e chiusi schieramenti. Il Nuovo PSI non deve avere tentennamenti in materia.
Reggio Calabria 22.07.2007

NUOVO PSI: CONSIGLIO NAZIONALE NOMINA TRE VICESEGRETARI =

Roma, 21 lug. (Adnkronos) – Il Consiglio nazionale del Nuovo Psi, presieduto dall’avvocato Roberto Scheda, alla presenza dell’ onorevole Lucio Barani, ha nominato tre vicesegretari che affiancheranno il segretario nazionale Stefano Caldoro. I tre vicesegretari sono rappresentativi delle arre geografiche del Paese.
Per il nord Franco Spedale, 37 anni, primario ospedaliero in oculistica. All’ eta’ di 17 anni iscritto al Psi nel quale si occupava delle liste universitarie, nel 1994 fu tra i fondatori del P.S.

‘Nella Cdl perche’ non e’ una scelta del momento ma ragionata -ha dichiarato Spedale– siamo dalla parte dei riformisti e degli innovatori. Crediamo nella coscienza laica dello Stato e delle Istituzioni e ci opponiamo ai dogmatici del centrosinistra’. Per il centro Umberto Caruso, 56 anni, docente di chirurgia alla Sapienza di Roma. Durante la militanza nel Psi fu tra i fondatori della nascita dell’universita’ Roma3. Fra i fondatori del nuovo psi nel 2001.
‘Nella Cdl perche’ ci garantisce autonomia ed identita’ – dichiara Caruso- la scelta di Boselli non garantisce la sopravvivenza dei socialisti’.

Per il sud il barone Adolfo Collice, 60 anni, professore universitario di diritto amministrativo ed imprenditore agricolo. Dopo il 1992 ha partecipato alla ricostruzione del partito. Agli onori della cronaca nelle ultime elezioni europee per il suo simpatico slogan ‘sparatemi in Europa’. ‘La costituente di Boselli non esiste, e’ un inciucio per prendersi gli strapuntini del Pd’. Coordinatore della segreteria e responsabile organizzazione Antonino Di Trapani, 60 anni, dirigente sindacale e tra i fondatori del nuovo psi. ‘Ci anima lo stesso spirito che animava l’esperienza di Saragat con la scissione di palazzo Barberini del 1947. Dobbiamo -sottolinea Di Trapani- difendere i valori e la tradizione del socialismo liberale ed arginare questa sinistra delle quale non condividiamo le scelte in politica estera ed in campo economico’.

Comunicato Stampa delle Federazioni di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna.

 

I segretari provinciali delle federazioni di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, si sono incontrati per discutere sulla conclusione del congresso nazionale del Nuovo PSI svoltosi a Roma il 7/8 Luglio 2007 e hanno sottoscritto il presente documento:
Considerato il tipo di comunicazione passata sui media nazionali, sentite le preoccupazioni degli iscritti e dei simpatizzanti, vista l’importanza del momento politico nell’ottica della questione socialista e del rilancio del riformismo in Italia, tramite la costituente Liberal Socialista intendono precisare quanto segue;
1. Conferma in pieno della mozione congressuale presentata dall’On. Mauro Del Bue, votata all’unanimità nei nostri congressi provinciali;
2. I segretari Romagnoli chiedono che venga perseguita l’Autonomia Socialista, come deciso dal congresso, nei confronti di ambedue gli schieramenti;
3. I compagni che collaborano alla Costituente devono definire in termini chiari e inequivoci, uno spazio politico che dia, risalto e ruolo all’Identità Socialista, fuori da ambedue i poli in cui oggi si è articolato il bipolarismo italiano;
4. Il nuovo soggetto politico deve garantire un nuovo e diverso spazio di rappresentanza politica alle realtà socialiste regionali, procedendo da subito sulla strada del Federalismo politico socialista, ponendo ai vertici del nuovo partito una classe dirigente nuova che sappia rappresentare il futuro del socialismo, anche visivamente, e non un passato sicuramente glorioso ma ormai finito, garantire le rappresentanze regionali, nell’ottica del federalismo di cui sopra, l’autonomia necessaria per gestire le fasi programmatiche-politiche delle diverse realtà.
Se tali punti non trovassero piena accoglienza nel nuovo soggetto, i Socialisti del Nuovo PSI delle federazioni di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini valuteranno, da subito, l’opportunità di prendere le distanze.
I socialisti del Nuovo PSI chiedono inoltre che il nuovo partito ponga nel suo programma l’autonomia della Romagna come regione autonoma.

Ravenna . 17.07.07

I Segretari Provinciali

Forlì-Cesena Raffaele Procicchiani
Ravenna Bruno Fantinelli

Rimini Raniero Sebastiani

Mi rivolgo ai compagni del Fiuli Venezia Giulia


che, come l´intera Federazione di Gorizia, non hanno seguito la strada della Costituente socialista di De Michelis. Ho avuto contatti con la Direzione nazionale del Nuovo PSI di Caldoro per cui,anche in vista delle regionali del prossimo anno, è necessario darsi un´organizzazione in ogni provincia della Regione e costituire un organismo regionale del Partito. Prego quindi i compagni che intendono aderire al Novo PSI di darmi urgenti notizie per consentire l´organizzazione dei quadri regionali. La Segreteria nazionale che ho invitato a Gorizia è disponibile ad un incontro organizzativo di carattere regionale: prego quindi tutti i compagni di Trieste, Udine, Pordenone e Tolmezzo di farsi sentire e di lasciare un loro recapito telefonico, di e-mail per consentire una rapida aggregazione ed organizzazione sul territorio.
La mia mail è devetag@libero.it
il cell. è 337215631
il tel fisso dello studio è 0481.531533.
Ringrazio fin d´ora e resto in attesa di vostre notizie.
Gianluigi Devetag
segretario federazione Gorizia del NUovo PSI

Spazio a Craxi nelle vie italiane ed alle sue idee in politica

 

Il 2/7/2007 il consiglio comunale di Roma ha approvato una mozione per intitolare una via o piazza a Bettino Craxi, l’iniziativa è partita dal consigliere Fabio Sabbatani Schiuma poiché “Craxi è stato un uomo che, volente o nolente, è stato parte della nostra storia”.  A ciò sono seguite diverse polemiche e soprattutto le precisazioni della giunta, che con l’assessore alla cultura ha sottolineato come non vi siano vincoli ad eseguire tale mozione. La polemica ha sorpassato le mura romane ed è stata occasione per la sinistra comunista e post, di mostrare il giustizialismo e l’odio per questo personaggio, ormai storico, in particolare sull’Unità (ex organo del PCI ed ora impegnata nella costruzione della cosa rossa), usciva un editoriale di Antonio Padellaro sull’Unità.

Entrambi i figli di Craxi sebbene separatati dalle scelte nel bipolarismo si sono trovati concordi e felici della proposta in particolare Bobo si compiace della “decisione importante”, coglie occasione per criticare il Comune di Milano dove la stessa proposta era stata bocciata,osservando che “le istituzioni della capitale si sono dimostrati assai più sensibili”. Stefania suggerisce propone di “intestare a Bettino Craxi Largo Febo, dove ha sede l’Hotel Raphael, residenza storica di Bettino Craxi a Roma”. Qual’ora, per atto di democrazia visto il parere del consiglio, la mozione avesse seguito, Roma sarebbe la prima grande città ad aver intrapreso tale scelta.

La questione “Craxi” non si chiude nel campo toponomastico ma la sua eredità è contesa in una vasta area fatta di partiti ed associazioni. Per uno strano destino in questo weekend successivo alla questione romana, si consuma un ulteriore scissione, dopo quelle dell’anno passato, nel Nuovo Psi il partito che maggiormente si riallaccia alla visone liberalsocialista promossa da Craxi. Le strade di De Michelis e Caldoro si sono ufficialmente divise. Dopo anni di precario equilibrio il primo ha scelto di traghettare la sua fazione nella “costituente socialista” con SDI ed altri, anche se a differenza degli altri costituenti critica il governo Prodi e specifica di adoperarsi verso un progetto liberalsociasta. Quanto a Caldoro ha deciso di collaborare con al CdL e di essere l’anima laico riformista di questa coalizione inoltre è sua intenzione rispendere spunti dal “programma di Bettino Craxi” per rilanciare l’azione politica e fare “un grande salto in avanti”. Anche per Giovine Italia associazione promossa da Stefania Craxi, il weekend è occupato da impegni politici ed in particolare nella promozione del partito unico del centro destra ma senza dimentica l’origine politica, poiché come affermato più volte “abbiamo alle nostre spalle, nei nostri cuori e nelle nostre menti gli insegnamenti di Bettino Craxi”.

Dedicare una via a questo personaggi sarebbe un atto di correttezza, viste le grandi riforme operate dai suoi governi, l’abolizione della scala mobile per citare la più importante. Su questo tema particolarmente delicato si compatte una battaglia che solo la storia potrà dirimere con un giudizio distaccato.

Il maggior impegno per non dimenticare spetta a chi si riconosce in quest’area e consistente nel proporre una politica concretamente liberalsocialista. Sebbene tale termine sia ultimamente di moda dopo
la Rosa nel Pugno, in realtà ben pochi lo applicano, infatti gli eredi politici di Craxi sono impegnati in progetti piuttosto lontani da tale visone: partendo  dalla “costituente socialista” di cui nulla è chiaro e che rischia di riportare i riformisti sotto il giogo dei massimalisti, neanche Giovine Italia pratica tale politica impegnandosi nella costruzione di un contenitore troppo pieno il cui legame di fondo e la visione cristiano democratica ed il forte legame al popolarismo europeo alfiere del conservatorismo. Rimane dunque da sperare che vi sia spazio per Craxi nelle vie italiane, occupate da troppi nomi immeritevoli, e sopratutto alle sue idee in politica attualmente stagnante e sterile nella difesa di se stessa. 

SOCIALISTI: CALDORO (NUOVO PSI), LA DIASPORA È ANCORA APERTA

“La costituente varata da Boselli lascia aperta la diaspora socialista”.
E’ quanto dichiarato da Stefano Caldoro, Segretario Nazionale del Nuovo Psi: “i socialisti riformisti non seguono la costituente di Boselli, questo soggetto politico nato oggi per parlare del passato potrà richiamarsi a De Martino, sostenitore “degli equilibri più avanzati”, certo non a Craxi, autonomista e riformista.
Le ragioni politiche che sono alla base delle loro scelte aumentano le distanze tra quei socialisti che sostengono l’ Unione ed il Governo Prodi ed i socialisti riformisti che si pongono all’ opposizione. Il Nuovo Psi – conclude Caldoro – conferma la scelta di campo al fianco della Casa delle libertà con la maggioranza degli elettori della nostra tradizione che continua a scegliere la Cdl”.

LA DIFFERENZA


Con non poca curiosità, per come si annunciava, domenica 8 u.s. in cui al Melià si consumava il congresso demichelisiano, ho ascoltato a Radio Radicale, il dibattito sino all’intervento di Mauro Del Bue,peraltro un buon intervento in un luogo sbagliato.
E di sorprese ce ne sono state tante; la prima quella del sostanziale rifiuto della proposta politica della costituente, culminato con il documento della Sardegna che prende le distanze ed accentua nel contesto dell’organizzazione federale,la propria autonomia nel decidere le alleanze.
La seconda,- non per ordine di importanza-,che si coglieva direttamente dagli interventi,anche astiosi, il sentimento di scoramento, la prospettiva del salto nel buio, quel senso di vuoto che prende allo stomaco colui al quale viene ordinato di lasciare la propria casa, la propria identità e costretto a convivere promiscuamente con il proprio aguzzino.
Non so quanti saranno ancora disponibili a vivere questa sorta di sindrome di Stoccolma ed a seguire un “ conducator “ che dal gennaio 2005 ha perso del tutto la bussola politica portando il partito allo sfascio, quasi fosse quella la mission affidatagli da quel congresso.
E’ vero che solo i cretini non cambiano idea, ma in politica premia la coerenza e la capacità di non rimanere prigionieri di un sogno quale quello della fine del bipolarismo seppur bastardo.
Capire che tutto concorre all’obbligatorio tentativo di semplificazione del sistema politico per stare in Europa, perché esso sia stabile e credibile e che in questa ottica va visto anche un sistema elettorale alla tedesca, significa farsi carico dei problemi del paese che certamente non è dimentico dell’azione riformista dei socialisti nel primo centrosinistra e successivamente con Bettino Craxi.
Questa è la scelta che abbiamo fatto, concorrere, in autonomia, al riavvio dell’azione riformista che significa “ dire quel che si fa e fare quel che si dice “ nell’unica alleanza politica nella quale si può sviluppare anche questa opportunità.
Quindi sta a noi ed a nessun altro, alla nostra capacità di proposta e di convincimento, riproporci all’elettorato che con la sua mobilità e soprattutto l’astensionismo mostra l’attesa del ritorno della capacità di governo alla guida del Paese.
Questo fa la differenza tra il Midas ed il Melià.
Peccato per Mauro, c’è da sperare che questa influenza passeggera guarisca presto.
Genova 10.07.2007
Sanna Gian Francesco
Segretario Regionale

Intervista a Giovanni ALVARO

Intervista al  SEGRETARIO PROVINCIALE e membro della DIREZIONE NAZIONALE del Nuovo PSI, Giovanni ALVARO 

L’opinione pubblica non si raccapezza più. Prima i giornali hanno dato notizia che il 23 e 24 giugnosi è svolto il Congresso del Nuovo PSI, oggi danno notizia di un altro Congresso  del Nuovo PSI che si è tenuto  il 7 e 8 luglio. Che succede?

 

Succede che la maggioranza del Partito ha tenuto un regolare Congresso nel mese di giugno individuando in Stefano Caldoro il nuovo Segretario Nazionale e stabilendo in modo netto e chiaro la propria linea politica. La restante parte del Partito, molto ma molto minoritaria, si è riunita nel mese di luglio eleggendo a Segretario Mauro Del Bue e a spostando Gianni De Michelis a Presidente del Partito che impropriamente chiamano ancora Nuovo PSI..

L’uso dello stesso nome (Nuovo PSI) e dello stesso simbolo (Garofano) nasce dal fatto che pur divisi da scelte politiche diverse non si è ancora consolidata legalmente di chi è la titolarità.

E’ ciò ch’è successo quando Saverio Zavettieri e Bobo Craxi hanno lasciato il Partito, e per alcuni mesi è regnata sovrana la confusione, fin quando la Magistratura non ha messo la parola fine al problema dando a Cesare quel ch’era di Cesare.

E’ augurabile che non ci si costringa a ricorrere ancora una volta alla Magistratura, perché oggi come ieri il problema è squisitamente politico.

 

Che vuol dire problema politico? 

Vuol dire che il Nuovo PSI, nato nel 2001 dopo diversi tentativi di organizzare i socialisti che si sono rifiutati di entrare nei  partiti ‘collaborazionisti’ o che hanno evitato di chiedere ospitalità nei partiti che hanno usufruito, e come, della falsa rivoluzione giudiziaria, è nato con una precisa scelta politica aderendo all’aggregazione più consona ai propri convincimenti riformistici e autonomistici. In una parola ci si è tenuti nel solco delle scelte craxiane che nascevano sempre senza i paletti dell’assurda divisione destra-sinistra ma solo con l’occhio rivolto ai contenuti ed agli obiettivi.

 

Alla fin fine, però,  bisogna schierarsi. O di là o di qua. 

E’ vero, la legge elettorale ti costringe a schierarti pena la tua scomparsa definitiva, per cui lo schierarsi alcuni lo hanno interpretato come strumentale alla propria sopravvivenza: si ripeteva spesso, in questi anni, il ‘primum vivere deinde filosofare’. Ma c’era e c’è chi, invece, considerava e considera lo schieramento già una scelta sui contenuti e sugli obiettivi.  

Da una parte uno schieramento eterogeneo e aggregato solo sull’antiberlusconismo perché sul resto c’è la tesi e l’antitesi su ogni cosa, dalla politica estera, alla politica sociale, alle grandi opere e via di questo passo.

Dall’altra c’è la concretezza degli obiettivi e la chiarezza delle posizioni, così concrete e così chiare  che hanno prodotto, nei 5 anni del Governo Berlusconi, ben 36 riforme di grande spessore e grande peso. Su quelle riforme c’è stato, per quanto piccolo, il contributo del Nuovo PSI.

 

Ma non era più congruo scegliere e confluire in parte, diciamo, nel Partito prodiano, e altra parte, in quello di Berlusconi? 

C’è chi l’ha fatto e chi si appresta a farlo. Sono di questi giorni, infatti, gli annunci delle adesioni nel Partito Democratico (Del Turco e Marini, o il calabrese Racco), ma c’è chi ha deciso di mantenere viva la fiammella socialista difendendo autonomia e identità come valori imprescindibili per il riformismo.

La scelta, oggi, di aderire a questo o a quel partito unico risponde solo alla necessità della singola sopravvivenza messa in discussione dalla stanchezza o dalla pochezza del proprio pensiero politico. E ciò vale anche per quanti pensano di pervenire alla confluenza seguendo un percorso in più fasi. Non cambia se lo sbocco è dentro o solo a sostegno del Partito Democratico, come in questi anni ha fatto lo Sdi con l’Unione..

Oggi questo iter lo ha messo in moto De Michelis e quanti lo hanno seguito. Pochi per la verità resi sempre più pochi dagli già annunciati abbandoni. Quando dico pochi dico letteralmente pochi. In Calabria per esempio il passaggio con De Michelis lo hanno deciso si e no 2, sottolineo 2, compagni.

 

Ma con tutte queste scissioni, con questi pezzi che vanno via, con forze che, se non in Calabria certamente in altre Regioni, abbandonano il Partito, quale può essere il futuro del Nuovo PSI? 

L’elezione di Stefano Caldoro a Segretario Nazionale è già una scelta politica di grande respiro che assicurerà certamente al Nuovo PSI un percorso positivo. Ma ciò che lo renderà un sicuro punto di riferimento per il mondo socialista, liberale, autonomista e craxiano è l’aver abbandonato, col Congresso del 23 e 24 giugno, gli equivoci e le ambiguità di questi anni. Si sta, senza se e senza ma,  nella Casa delle Libertà, e vi si sta col nostro dna socialista. Nessun disagio per questa scelta: sarebbe stata la scelta di Bettino che è stato sempre distinto e distante dai comunisti comunque camuffati.

Il disagio semmai dovrebbero sentirlo quanti si sono trovati ieri, e quanti si troveranno oggi, fianco a fianco con i vari Di Pietro, Pecoraro Scanio, Caruso, Diliberto  e le loro scelte politiche in materia giudiziaria, sociale ed ambientale.

Comunque non ci resta che augurar loro buon viaggio.

 

E in Calabria come la mettete con un Sindaco che vi ha negato il riconoscimento dell’Assessorato al Comune di Reggio Calabria?  

Se ad ogni difficoltà nei rapporti tra gli alleati ci si dovesse chiamare fuori e rompere ogni rapporto non ci sarebbe coalizione in grado di reggere per più di qualche settimana. In politica non può andare così. Il fatto che Scopelliti non ci ha ancora riconosciuto il ruolo di alleato vero nella Casa delle Libertà (mentre lo ha riconosciuto a partiti che attualmente inseguono sogni centristi) va certamente contrastato e corretto, anche perché il percorso di Reggio, o meglio il vento che ha soffiato a Reggio Calabria, deve essere trasferito nella Regione, e in questo processo, aldilà delle liste civiche che in poche potranno avere dimensione regionale, servono soprattutto i Partiti che hanno strutture organizzative in tutto il territorio della regione.

E’ un processo che deve vederci impegnati all’unisono perché non è ulteriormente tollerabile una Giunta, quella di Loiero, inconcludente e incapace che sta letteralmente affossando le speranze di riscatto delle nostre genti, e anche perché è tempo di tornare ai programmi, chiudendo la fase della mera occupazione del potere.

 

In conclusione, vuole lanciare un appello alle varie anime socialiste? 

La ringrazio di questa opportunità e la utilizzo immediatamente anche perché il popolo socialista, parlo degli elettori socialisti, della gente che ha vissuto l’età d’oro dei socialisti, ma anche dei giovani che inconsapevolmente sono animati da riformismo e da voglia di giustizia sociale, cercano disperatamente uno strumento per le loro battaglie per cambiare la nostra Calabria.

Ad essi, ma anche ai dirigenti di base e non, che sono sconcertati delle scelte suicide fatte prima da Saverio Zavettieri e da quelle sciagurate fatte oggi da Gianni De Michelis, chiediamo di rompere ogni indugio ed avvicinarsi al Partito. Le porte sono aperte, non c’è alcuna preclusione. Anche se non c’è il vitello grasso da  offrire ai figliuoli prodighi saremo comunque felici di accoglierli.

 

Reggio Calabria, 11.7.2007