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In questi giorni abbiamo letto numerose analisi del voto amministrativo del 27 maggio ed ovviamente, visto la stragrande maggioranza dei dati negativi sui positivi, la maggior parte delle considerazioni sulle prospettive del futuro sono state nere.
Personalmente vorrei guardare al dato elettorale, in particolare del nord, confrontandolo con quelli dei quindici anni precedenti, altrimenti rischieremmo di fare considerazioni e parziali e con poco fondo di verità .
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In questi anni di seconda repubblica il partito, salvo le europee del 2004, nel nord non ha mai raccolto percentuali superiori al prefisso telefonico sia che fosse alleato con
Questo dimostra come sia strumentale accusare la scelta della costituente come la responsabile del dato elettorale negativo, e sicuramente più semplice e meno doloroso che compiere un attenta analisi della situazione socialista.
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In questi anni NOI abbiamo perso pesantemente, in termini percentuali, ogni qualvolta la partita si trasferiva dai temi locali alla politica nazionale, oppure quando, ad esempio alle regionali, gli interessi in campo erano forti e le risorse necessarie per fare campagna elettorale sostanziose, oppure ancora quando la contrapposizione tra SDI e nuovo PSI era esasperata ed a questo punto contava la visibilità politica anche locale.
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Da questa riflessione possiamo dedurre che le motivazioni che portano a questi deludenti risultati hanno 3 nomi:
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1. Classe dirigente nazionale inadeguata. 2. Mancanza di proposta politica. 3. Inesistenza di risorse finanziarie.Â
Classe dirigente nazionale inadeguata: avendo come unico fine l’autoconservazione, ha utilizzato il partito ai propri fini chiedendo ai compagni di base grandi sacrifici elettorali senza prospettive, salvo poi creare divisioni e scissioni ogni qualvolta la coperta dei posti e delle garanzie diventava più corta.
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Mancanza di proposta politica: in questi anni fatto salvo il progetto per lo sviluppo del Paese redatto dal segretario nazionale e dal defunto Necci, non siamo mai stati capaci di identificarci come portatori di soluzioni, proposte, interessi. Peggio ancora non abbiamo capito che dopo le elezioni europee la proposta di ridare il partito ai socialisti interessava solo a qualche vecchio dirigente ma non al Paese.
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Inesistenza di risorse finanziarie: Non possiamo pensare che sia possibile competere con il volontariato ed il “FAI D TE†in campagne elettorali dove l’immagine e la comunicazione sono strumento determinante per il risultato.
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E ALLORA COSA FARE?Â
Dobbiamo prima di ogni altra cosa rinnovare il gruppo dirigente nazionale, e qui condivido l’amico Sergio Verrecchia, non per età anagrafica ma per volontà di far parte di un gruppo politico che, conscio di giocarsi l’ultima opportunità della vita, deve mettere da parte ogni interesse personale privilegiando il gioco di squadra e di prospettiva. Meglio un piccolo gruppo convinto della tattica e della strategia e determinato nel raggiungere il risultato che una grande armata brancaleone piena di dubbi e  perplessità ; un vecchio contadino diceva che i Somari per portare a casa il carro devono tirare tutti dalla stessa parte.
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Dobbiamo elaborare una proposta politica adeguata ad un piccolo partito e non lunghi programmi da forza del 30%. I cittadini ci devono identificare prima per le risposte ai temi e poi perché socialisti. Dobbiamo avere il coraggio di dare risposte concrete e di mettere in atto tutte le azioni possibili per renderci visibili e strettamente collegabili ai temi proposti. L’energia nucleare ed il suo rilancio nel Paese, le garanzie per i giovani lavoratori precari, le coperture economiche per i 40enni che troveranno pensioni dimezzate rispetto ai propri padri e vivono il disagio della trasformazione del TFR, le infrastrutture, La battaglia sulla gestione pubblica dell’acqua.
Su questi temi dobbiamo usare le stesse parole da Aosta a Caltanisetta, su questi temi dobbiamo incalzare i mass media a sentire anche la nostra voce.
In questi anni sia noi che lo SDI abbiamo fatto una politica omologabile a Forza Italia noi ed al Ulivo-PD loro ed allora vi chiedo ma per quale motivo avrebbero dovuto votare noi? Perché non preferire forze del 25% a piccoli reduci della prima repubblica?
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Su queste battaglie probabilmente troveremo delle anche le risorse, del resto se non siamo portatori di interessi per quale motivo qualcuno dovrebbe sostenerci?
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Per questi motivi sono convinto che se sapremo fare tesoro dei tanti errori commessi
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Da quanto leggo poi noto che è già iniziata la solita filippica della collocazione del nuovo soggetto e, mi spiace dirlo, credo che questo sia un altro inizio sbagliato di un gruppo dirigente che già pensa da dove potremo trarre spazi e ruoli, un attento gruppo dirigente lavora per dare risposte alle domande del paese, la collocazione non può che essere dove esiste uno spazio per continuare a vivere ed oggi il nostro non può che essere dove lo è sempre stato nella sinistra riformista, in quello spazio che i DS hanno tentato di occupare ma che con il PD hanno rinunciato a rappresentare, in quello spazio che Forza Italia invoca nei proclami ma non nei fatti. NOI SIAMO
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Una Rimini 3 ha ragione demichelis è necessaria ma forse prima di quella serve anche un nuovo MIDAS.
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Antonio Perini
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Un nuovo MISAS presuppone qualcosa di veramente “moderno” ed “innovativo”, ma la tua analisi mi ricorda molto la “teoria degli equilibri più avanzati”, Siccome sono anziano sai come andò a finire?, che i voti dei socialisti si trasferirono all’allora PCI, ed ora perchè mai uno dovrebbe votare la costituente?, voterà sicuramente il PD.
Tutto questo succederà poichè a mio avviso la tua analisi viene riferita a 15 anni fa, infatti in tale data così si ragionava; ma ora dimentichi che il bipolarismo è ormai entrato nel dna degli italiani, e se mai ci fosse qualcuno che lo dubita, aspetta il risultato del referendum e vedrai che sorpresa..
Il RIFORMISMO non è ne di dx nè di sn ma appartiene al filone socialista certamente di diritto perchè noi siamo stati i primi a proporre un riformismo di destra.
Non ti scandalizzare, ma Turati nel 1902 e 1903 diede l’appoggio a Giolitti (liberale e quindi di DESTRA) per migliorare le condizioni dei lavoratori.
Già ma erano altri tempi.. e soprattutto altri uomini…
Luciano Biggio