Sciogliere il Consiglio Regionale della Calabria?

  

In questi ultimi giorni si è sviluppata una iniziativa politica, fortemente evidenziata dal tam tam mediatico, per lo scioglimento anticipato del Consiglio Regionale della Calabria. La motivazione di base di detta iniziativa è il gran numero di indagati che esistono tra i 50 Consiglieri Regionali.

Sull’obiettivo dello scioglimento si può essere d’accordo (e diremo anche perché), ma la motivazione è debolissima e non ci convince per nulla. Sarebbe, infatti, la riproposizione in scala minore, del film già visto, nei primi anni novanta, quando la Magistratura “sciolse” il Parlamento italiano dopo averlo bersagliato di centinaia di avvisi di garanzia. Non a caso si parlò allora di falsa rivoluzione giudiziaria. Il tempo, anche se nel corso degli anni si sono registrati guasti, sconquassi, e decimazioni, metaforiche ed anche fisiche, dei gruppi dirigenti della nazione il più importante dei quali è stato Bettino Craxi, è stato galantuomo: la verità su quel periodo è venuta sempre più marcatamente alla luce.

Non ci interessa, quindi, risolvere i problemi politici della Regione Calabria  delegando alla bisogna la Magistratura calabrese. Non è nello stile dei riformisti un percorso di questo genere. A noi interessa far superare la vergogna di una Giunta, con le armi della politica, perché Loiero tutto sa fare fuorché governare adeguatamente. Del resto cosa ci si aspettava da una aggregazione tutta protesa nell’occupazione sistematica di ogni nicchia di potere, e sempre più impegnata a dipanare le forti tensioni interne alla coalizione che vedono periodicamente gli uni contro gli altri super armati? Finora si sono persi 30 mesi su 60 e si proceda a vista con boutade di ogni genere (in questo Loiero è super maestro, avendo imparato subito la politica degli annunci sperimentata dai DS a livello nazionale) ma senza una reale politica di sviluppo della nostra Regione..

Se da una parte i DS tramite il viceministro Minniti indicano la vecchia e logora strada del contenzioso con Roma e così facendo assolvono le loro sistematiche inettitudini; dall’altra Loiero si è lanciato, dopo il massacro avvenuto in Germania, nella boutade ad effetto qual è stata la richiesta dell’intervento dell’esercito in Calabria contro la mafia.

Nel primo caso vi è la vecchia prassi collaudata nell’allontanare da sè le responsabilità del malgoverno e contro la quale si scagliavano negli decenni passati i comunisti (Minniti dimostra un grande mestiere); dall’altra la ricerca dell’effetto mediatico con la richiesta assurda di intervento dell’esercito per fare cosa? Contro quali divisioni dovrebbe essere impiegato e quindi combattere? E così difficile capire che la mafia o la ‘ndrangheta o la camorra si combattono con lavori di intellingence, con il rafforzamento degli organici della polizia e dei carabinieri, con adeguati reparti di magistratura specializzata nei reati mafiosi, con l’applicazione delle leggi già esistenti, con la confisca dei patrimoni illecitamente realizzati? Suvvia signori non è compito vostro il governo di una Regione e sarebbe, quindi, opportuno che toglieste il disturbo evitando altri guai alla Calabria.

Se scioglimento dev’esserci che lo sia per palese e collaudata incapacità. Ma intanto la Casa delle Libertà avvii una netta riflessione sul suo esserci, prima che ad essere sciolta sia proprio essa. La Calabria ha bisogno di una vera iniziativa politica ed è solo su questo terreno che ci si può confrontare e scontrarsi con i Loiero o i Minniti di turno. Ma in Calabria c’è in piccolo quel che esiste a livello nazionale. Stesso discorso, stesse situazioni. Non governo o al massimo Governo delle tasse. Prodi, come Loiero, non è tempo di sloggiare?

                                                          

                                                                                   Adolfo COLLICE

                                                                  Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

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