QUELLE CARTE SU MINNITI, I DS E LA ‘NDRANGHETA

  

                        Marco Minniti, il super mediatico vice Ministro dell’Interno, l’uomo famoso per le frasi fatte (c’è un salto di qualità della mafia), l’elegantone che non disdegna far sapere il costo delle sue scarpe fatte a mano, il Lothar della politica, è stato eletto Segretario Regionale del Partito Democratico essendo, tra l’altro, l’unico candidato in lizza avendo ‘convinto’ gli avversari a ritirarsi dalla competizione, e che adesso però lo condizioneranno ben bene a partire da Loiero, passando per Fuda, ed arrivando agli stessi compagni di partito.

 

                        In Calabria è un susseguirsi di ringraziamenti e di dichiarazioni improntate ai buoni propositi sul come dirigerà il Partito e sul cosa lo impegnerà, come se lo stesso fosse nuovo alla Calabria ed ai suoi problemi, e non fosse l’uomo ‘forte’ che ha fatto, da oltre 15 anni, il bello e cattivo tempo nella Regione. In fotocopia si verifica in Calabria ciò che sta avvenendo a livello nazionale con l’altro uomo nuovo che si chiama  Walter Veltroni.

 

                        Il problema, comunque, non meriterebbe alcun commento se non fosse perché, il giorno prima della sua elezione, un giornale nazionale gli ha dedicato un articolo da prima pagina riferendo  di una inchiesta dei Ros dal titolo “Minniti, i Ds e gli affari calabresi”, non ripreso da altri  giornali che lo hanno letteralmente ignorato. Conoscendo ‘l’indipendenza’ della maggioranza dei giornali italiani la cosa non ci ha sorpreso per nulla, semmai, e amaramente, abbiamo fatto il paragone con la stampa del golpe giudiziario che ha seppellito
la Prima Repubblica anche se non è stato in grado di far vincere la gioiosa macchina da guerra occhettiana, e poi con la stampa della Seconda Repubblica specializzata nel tiro al bersaglio su Berlusconi, e su quanti lo hanno sostenuto e lo sostengono. Questo tiro al bersaglio è andato avanti, senza soluzione di continuità, anche oggi che i moderati non sono al governo, perchè Berlusconi fa paura, anche quando sta all’opposizione, per la sua innata capacità di aggregazione. Questa purtroppo è la vita.

 

                        Ma veniamo all’articolo in questione. Gian Marco Chiocci scrive che “la lettura di atti giudiziari non più coperti dal segreto, divenuti pubblici e di cui tanti temono la divulgazione…. mette in luce… le relazioni pericolose fra imprenditori, esponenti dei DS e cosche calabresi”. E più avanti riferisce di informative dei carabinieri sul Viceministro degli Interni (comunista, mai indagato), su l’ex sindaco Italo Falcomatà (comunista, deceduto), su Demetrio Naccari Carlizzi  (margherita, all’epoca vicesindaco di Falcomatà) e su tanti altri esponenti provinciali e regionali.

 

                        L’articolo continua riferendo della potente cosca Libri, della gestione dei rifiuti, della spartizione degli appalti in provincia di Reggio, dell’affare Centro Direzionale per il quale erano interessate due Società che, scrive il ROS: “sembrano rispondere a due gruppi mafiosi contrapposti”. I titolari di una delle due Società erano la moglie del vice di Amato e il di lui suocero.

 

                        Lungi da noi gridare all’untore, o pretendere la colpevolezza ad ogni costo. Siamo garantisti e lo resteremo, ma non siamo innocentisti a tutti i costi, per cui chiediamo che su questioni così delicate che interessano un uomo politico che occupa un posto importante al Ministero degli Interni, sia fatta piena luce. Mettere la testa sotto la sabbia, come fanno i maggiori giornali italiani, con un finto atteggiamento di solidarietà, rischia di non rendere giustizia ad un uomo politico così impegnato, perché lascia che il passa parola cammini, che si sviluppi, che diventi  enorme col rischio, se la verità è quella dei Ros, che oltre a Minniti e i suoi, travolga la debole democrazia calabrese.

 

                        Il doppiopesismo di togliattiana memoria può ritardare, ingarbugliare, confondere, ma non può cancellare la verità qualunque essa sia.

 

                                                                                               Adolfo COLLICE

lì 16.10.2007

Un commento su “QUELLE CARTE SU MINNITI, I DS E LA ‘NDRANGHETA”

  1. Visco Senza Vergogna, TPS, Minniti, che terzetto…
    Non ci resta che piangere…

    Paolo Della Bitta – Samolaco (SO)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *