FERMARSI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

                        La fine della partita giocata al Senato della Repubblica, anche se a Prodi si è concesso il piacere dell’approvazione della legge finanziaria in prima lettura, e la speranza di continuare a vivacchiare alla guida del Governo, ha sancito in modo plateale (i giudizi espressi da Dini sono veramente tranchant) la fine della maggioranza che finora ha sorretto Prodi. Parecchi si domandano perché Dini ha voluto salvare il Governo, votando la finanziaria) e immediatamente dopo annunciarne la sua irreversibile ed imminente morte.

                        Si può non essere d’accordo, ma negli atteggiamenti di Dini, dal suo punto di vista, non c’è alcuna contraddizione. Egli ha voluto scindere il momento della dotazione al Paese della legge finanziaria per l’anno che viene, dal giudizio politico severo sul Governo e sul suo esaurito corso. O più semplicemente ha voluto mettere in evidenza che il Governo non va a casa per un’imboscata sulla legge finanziaria, ma ci va per la decisione netta, chiara e precisa assunta da chi, con il suo atto, tronca il ‘tirare a campare’ dell’allegra compagnia meglio conosciuta come ‘armata Brancaleone’, o perché non ne poteva più del tira e molla della sinistra antagonista, radicale e parolaia. Sapere se la motivazione vera sia questa,credo che debba interessare poco. 

                        Quel che deve interessare è, da una parte, il fatto che si chiuda una fase, densa di guasti per il Paese, e può e deve aprirsene un’altra; e dall’altra una rivisitazione dello stato della coalizione. E’ assurdo, infatti, che dinanzi ad uno scenario nuovo, determinato da quello che può definirsi la punta dell’iceberg, si avvii (sembra la legge del contrappeso) un processo di distinguo, fughe in avanti, ricerche di iniziative solitarie e giochi individuali da parte dei singoli alleati della CdL che, oggettivamente, diventano le ciambelle di salvataggio di un centrosinistra oramai a pezzi.

                        Perché questa corsa al masochismo? Perché non fermarsi e riflettere? E’ urgente e vitale per l’intera alleanza, farlo. La fase che si apre, infatti, è aperta ad ogni sviluppo: dipende anche da noi la sua evoluzione o la sua involuzione.

                        E’ necessario quindi, in primis, smetterla di fare come quegli eredi che, a babbo ancora vivo, si accapigliano attorno al letto del presunto moribondo per accaparrarsi l’eredità. Per questo non c’è notaio che tenga, né possono esistere investiture da delfino. Il leader che potrà aspirare a sostituire Berlusconi, quando sarà, deve anzitutto diventare punto di riferimento, per capacità, carisma e atteggiamento unitario, dell’intera coalizione o almeno della sua grande parte.

                        Secondo: bisogna passare da subito a dare corpo alle scelte politiche delle settimane passate, realizzando la Federazione dei partiti moderati, senza farsi condizionare dagli sbocchi di appartenenza europea. Siamo in Italia, e in Italia quel che importa, in questo momento, è la costruzione di un unico centro decisionale, e aprire nuove prospettive alle forze moderate.

                        Terzo: contribuire a modificare la legge elettorale esistente (il porcellum) inserendo due necessarie correzioni. Le preferenze nella scelta dei candidati, liquidando la vergogna che tutto sia deciso razionalmente dai partiti, ed inserendo il premio di maggioranza anche al Senato da conteggiare nazionalmente. Questa seconda scelta può non risolvere il problema delle differenti maggioranze nei due rami del Parlamento, e quando ciò dovesse verificarsi, si può individuare la maggioranza che deve governare il Paese con la somma dei voti di Camera e Senato.

                        Ma, per carità, fermiamoci, prima che sia troppo tardi.

           

                                                                                                       Giovanni ALVARO

                                                                                              Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria, 18.11.2007

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