BENEDETTO XVI, LA PORCATA DEI CATTIVI MAESTRI

Anche se non sono cattolico, e non appartengo ad altra religione, mi sento estremamente ferito per l’ignobile vicenda del Papa e della Sapienza. Pur non considerando il Pontefice uno dei miei punti di riferimento, sento una tristezza infinita per l’episodio che fa scivolare l’Italia su un crinale pericolosissimo di inciviltà e di intolleranza.
La scelta del Vaticano di soprassedere all’annunciata visita all’Università di Roma, La Sapienza, è un atto di grande intelligenza politica. Senza detta rinuncia l’Italia avrebbe certamente garantito al Pontefice la visita e la sua incolumità, ma non avrebbe potuto evitare l’infame speculazione messa in moto dai soliti cattivi maestri con tutto ciò che ne poteva scaturire sul piano delle provocazioni e dei disordini attivati incoscientemente da, sempre gli stessi, ‘professori’ (?) marxisti.
Si è così bloccata sul nascere la sceneggiata ideata dagli Asor Rosa di turno che incuranti del ridicolo hanno voluto crocifiggere un Papa per una frase su Galileo pronunciata da un filosofo, ma dalla quale comunque Benedetto XVI aveva preso le distanze. Ma anche se non lo avesse fatto era suo diritto pensarla in modo diverso da altri, è sarebbe stato corretto e giusto ascoltarlo. Ma i nostri cattivi maestri non hanno voluto sentire ragione, e pensando di essere in Cina, dove il pensiero dev’essere unico, hanno stracciato quanto di più sacro c’è nel pensiero occidentale plasticamente rappresentato dal grande Voltaire.
Tra l’altro offendendo il Papa si è offesa la stragrande maggioranza degli italiani. Ma a loro che importa. Loro forse avevano altro per la testa, e giocando col fuoco hanno ‘usato’ la visita del Papa per costruire scenari tesi a favorire il rinnovo del Rettorato alle elezioni di febbraio. Se infatti è vero ciò che ha detto altro professore, in un’intervista, tutto era finalizzato a costruire il clima adatto contro l’attuale Rettore. Ma se ciò è vero siamo caduti veramente in basso, e se questi sono i professori che devono formare i cittadini di domani siamo veramente messi abbastanza male.
Il Nuovo PSI non può non esprimere la propria solidarietà al Pontefice, che tra l’altro, è anche Capo di uno Stato estero, e non può non esprimere tutto il proprio disprezzo verso gli autori da una sceneggiata che non ha bisogno di aggettivazione per presentarsi per quella che è, una vera porcata.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria, 15.1.2008

Un commento su “BENEDETTO XVI, LA PORCATA DEI CATTIVI MAESTRI”

  1. L’università è il luogo del Sapere per eccellenza. Palestra intellettuale, fucina di idee e concetti, luogo dell’apertura al “tutto” per definizione. Non a caso infatti la parola deriva dal latino universitas-artis, totalità, universalità. Non luogo delle chiusure, delle censure, del pensiero costretto dentro i binari di uno pseudolaicismo di maniera, che malamente cela l’incapacità sostanziale a sostenere un confronto, un contraddittorio anche serrato: esercizi ginnici dell’intelletto ai quali, evidentemente, i sedicenti intellettuali alla moda del nostro tempo non sono più allenati. E questa la dice lunga anche sul degrado del sistema universitario (e non solo) italiano. Il vero intellettuale, soprattutto se laico vive di confronti, di contraddittori, di idee avverse. Il voltairiano “Non la penso come te, ma farò di tutto per difendere le tue idee” la dice lunga e smaschera definitivamente il falso laicismo dietro al quale si sono malamente nascosti questi ayatollah proto-sesantottini sbagliati di tempo e di porta. Vergogna, vergogna vera, irreparabile, di quelle da trasformare in vergogna l’altrimenti grande orgoglio di essere figlio della splendida terra del Rinascimento. Basiscono poi certi commenti, a cominciare da quello, inaccettabile per superbia e prostatica ipertrofia dell’Io, di Eugenio Scalfari, che addirittura, dall’alto del suo scranno tarlato, si permette di definire “inconsistente” lo spessore intellettuale di Benedetto XVI. O la Rossanda che stamane sul Manifesto elenca una serie di presunti “reati” reazionari compiuti dal Papa. Domanda: ma questi detentori della “Verità“, questi intellettuali, questi maitre à penser (della Sinistra) hanno mai letto qualcosa DEL Papa, non SUL papa? Benedetto è il papa di “Deus Caritas est”, nel quale, in estrema sintesi, afferma che il piacere fisico (orgasmo) è il completamento di un legame d’amore. O ancora questo Papa è colui che per la prima volta ha ammesso l’uso del preservativo, ancorchè all’interno di coppie sposate nelle quali vi sia il pericolo di un contagio. Benedetto XVI, poi, non si è mai scagliato solo contro le coppie gay, ma più in generale verso TUTTE quelle forme di matrimonio (“dono della maternità“) diverse da quello tradizionale. Poi affronta un tema che più gay non si potrebbe nella sua apparente vacuità: riprende Paolo VI nel “santificare” la bellezza, dichiarando che dove c’è il bello è presente Dio… Poi ancora Benedetto firma il suo Gesù di Nazareth, per la prima volta nella storia della Chiesa, col suo nome e il suo cognome, ex catedra, di fatto rinunciando all’infallibilità papale. Anzi invocando, nell’introduzione, critiche e commenti purchè generati da “quell’anticipo di simpatia senza il quale non c’è alcuna comprensione”. Non è poco come prova di “laicità“! Il Papa semplicemente fa il suo mestiere e parla ai fedeli di quella che è la Fede da lui promossa. E’ un leader religioso che ha il diritto e il dovere di tracciare i recinti della sua dottrina. Benedetto XVI ha avuto il grande coraggio di tracciare, da decenni dopo il Concilio Vaticano II, recinti chiari e nettamente definiti: o dentro o fuori. Come ovunque accade, con la sola differenza che in Occidente, per fortuna, sei “semplicemente fuori dalla Grazia di Dio”, nell’oriente islamico ortodosso ti rispediscono direttamente al mittente per una revisione. Idem per i gay: ma perchè tanto accanirsi contro un Papa che “semplicemente” dice la sua? Nei paesi islamici ti tagliano la testa, come recentemente avvenuto e come avviene ogni anno per migliaia di gay e lesbiche (veri e presunti).
    Sono gay “out” dall’età di 14 anni, felicemente praticante, cresciuto in una culla cattolica. Alla vigilia dei 40 Benedetto XVI mi ha fatto capire una volta per tutte che non posso definirmi cattolico: non posso stare i quella giusta gabbia. Sono cristiano, potenzialmente cattolico, ma non tale tout-court. Ma ciò non m’impedisce di apprezzare, anzi ammirare lo spessore intellettuale di questo grande Papa, che tanto ha capito sul nostro tempo e tanto sta facendo per rimediare ai guasti di un relativismo ansioso ed agonizzante. L’episodio della Sapienza (università fondata da un Papa, non lo si dimentichi) non ha precedenti. Perfino il laicisimo (massone, non è un segreto nè una vergogna)Fabio Roversi Monaco, ai tempi Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, invitò Giovanni Paolo II alla commemorazione per i 1000 anni della sua università. E non vi fu il pietoso spettacolo di questi giorni. D’accordo: Giovanni Paolo II era Papa d’altro appeal, grande comunicatore, ancorchè di ben celata inaudita “ferocia”, Benedetto è un intellettuale, teologo, goffo e impacciato, ma dall’inaspettata apertura (anche e sopra tutto nella sua natura reazionaria, sembra una contraddizione ma è così), capace di scritti luminosi, nei quali la musica e il senso delle parole, leggere come piume, pesano come macigni.

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