L’ADEGUAMENTO VELTRONIANO DICE… SI AL PONTE SULLO STRETTO

Un altro adeguamento del signor Walter Veltroni che dimostra il camaleontismo del personaggio e del partito che lo sostiene: al Nord esprime un deciso no al Ponte sullo Stretto di Messina, in Calabria cambia musica e annuncia la presentazione di un ddl, dal pomposo titolo “scommettere sul Sud”, all’interno del quale, tra altre amenità e luoghi comuni si pone la realizzazione, in tempi rapidi, del corridoio europeo ‘Berlino-Palermo’.

L’orchestra, che fino ad ieri, suonava senza tregua il proprio no ad un ponte inutile e sperperatore di finanziamenti, si trova oggi sbandato ed alla ricerca di note per evitare che la propria musica sia percepita come tentativo di accordi musicali difficili da realizzare, e quindi fortemente stonati. Il cambio repentino della posizione del PD sul Ponte sullo Stretto fatto a Reggio Calabria ha il sapore acre dell’adeguamento elettorale per evitare quella inarrestabile emorragia che la posizione del no a prescindere sta determinando nel Sud del Paese.

Non solo si è affermato che il Ponte si ‘può fare’ perché esso è funzionale alla realizzazione immediata del corridoio Berlino-Palermo, ma lo si è affermato durante una manifestazione aperta dal Ministro Alessandro Bianchi che è diventato famoso per le sue due caleariche esternazioni espresse appena nominato ministro, e passate, si fa per dire, alla storia: il Ponte sullo Stretto non sa da fare come il matrimonio tra Renzo e Lucia, e con la confessione che il modello di riferimento, per l’ex pasionario rettore, è Fidel Castro indicato come valoroso rivoluzionario pacifista da contrapporre al guerrafondaio sanguinario imperialista George Bush.

Tutto, comunque studiato nei minimi particolari, quanto avvenuto a Reggio Calabria. Veltroni opera una inversione di rotta di 360 gradi e coinvolge pienamente il personaggio che giornalisticamente ha tenuto di più il banco contro la realizzazione del Ponte, entrando addirittura in rotta di collisione con quell’AntonioDi Pietro che, però, messo alle strette ha mollato il suo disaccordo provocando la creazione di una situazione paradossale come il possibile annullamento della gara d’appalto che per penale sarebbe costata agli italiani ben 500 milioni di euro (pari a 1000 –diconsi mille- miliardi di lire).

Il Nuovo PSI, che è stato, da sempre, per la realizzazione del Ponte, individuando in esso uno degli elementi che possono far decollare l’Area dello Stretto, saluta positivamente l’inversione veltroniana che, anche se scelta elettoralistica, è pur sempre una scelta che renderà molto difficile determinare un nuovo ”contr’ordine compagni” come ai tempi di Peppone e don Camillo, anche se questo, conoscendo i comunisti, non ci sorprenderebbe per nulla. Per tutto il Popolo della Libertà, la scelta della costruzione del Ponte è, comunque, una scelta strategica non soggetta agli sbalzi dei sondaggi e non decisa per esigenze elettorali.

Per i Socialisti del Nuovo PSI è una scelta che nasce col PSI di Bettino Craxi che ha voluto porre fine, a un interminabile balletto che si trascinava da ben 50 anni, con una legge, per sottrarre la decisione alle giravolte dei vari governi. Nel merito va ribadito che è falso l’assunto di un’opera inutile che non produrrebbe niente di indotto. Sarà un’opera che unirà, anche fisicamente le due sponde, con tutto ciò che questo comporta per superare l’isolamento, abbattere i tempi di percorrenza tra continente e isola, avviare il processo di avvicinamento dell’Italia ai paesi rivieraschi dell’Africa, e creare finalmente reali e consistenti correnti turistiche.

Il cambio di direzione politica del 13 e 14 aprile ci fa ben sperare.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 31.03.2008

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *