L’ELIMINAZIONE DI BERLUSCONI E’ IN UNA LOGICA MAFIOSA

No, non ce l’hanno fatta e non ce la potranno fare a cacciare Silvio Berlusconi con le idee, i programmi e la politica. Non ce l’hanno fatta e non ce la potranno fare perché non hanno idee, non hanno programmi e hanno divorziato da tempo dalla politica dato che la loro specialità è il retrobottega, la trama da corridoio, l’intrigo con l’assenza totale di un minimo senso dello Stato.

Sono arrivati, comunque, a questa conclusione dopo averle sperimentate tutte, nel corso di ben 15 lunghi anni di opposizione (sic.!), dalla gioiosa macchina da guerra; agli avvisi di garanzia, recapitati in diretta durante un incontro internazionale; ai ribaltoni del responso elettorale strumentalizzando la famosa costola della sinistra e utilizzando la disponibilità dell’allora inquilino del Quirinale; all’uso asfissiante, senza alcuna interruzione, della Guardia di Finanza sulle sue aziende; all’apertura di procedimenti giudiziari senza alcun risparmio; alla sua denigrazione sistematica e completa; agli attacchi giornalieri fatti dalla ‘imbavagliata’ (sic!) stampa italiana ed estera; alle campagne sul conflitto d’interessi che periodicamente venivano rilanciate.

E poi, ancora, quando l’onda inarrestabile dell’ultimo responso elettorale ha spazzato via l’imbelle governo Prodi ed ha dato vita all’attuale governo Berlusconi hanno tentato la strada del gossip; del guardare dal buco della serratura; delle escort introdottesi vergognosamente in casa sua con tanto di registratore, con l’obiettivo di intaccarne la figura; con le foto ‘rubate’ nella sua villa in Sardegna; con la strumentalizzazione delle sue vicende familiari; con l’ossessiva serie di domande pubblicate per mesi dal giornale del suo nemico; con la sentenza, da far tremare i polsi e le vene, con la quale si decide un ‘risarcimento’ alla Cir di De Benedetti di ben 750 milioni di euro; con il tentativo di distruggere l’atto di solidarietà umana espressa nei confronti di Marrazzo; con il…, e poi ancora il… il… il…

No, non è bastato. Quest’uomo appare indistruttibile, e chiaramente lo è, sia per le capacità carismatiche, per quelle di governo e per il decisionismo che gli permette d’uscire d’ogni situazione difficile; ma anche per il sostegno che gli viene da un ampio consenso popolare. E’ chiaro che la maggioranza degli italiani lo aiuta a non piegarsi e a resistere, resistere, resistere. E bene ricordare, infatti, che a questo popolo (che qualcuno considera bue, imbelle e moralmente inferiore) non è bastato, negli anni di ‘mani pulite’, d’essere privato dell’intera propria classe dirigente per farsi impaurire, avviare la dispersione delle sue aspirazioni e dei suoi convincimenti democratici, e magari decidere di rifugiarsi sotto qualche ombrello falsamente protettivo (come, purtroppo, hanno fatto pusillanimi dirigenti di terza e quarta fila del fronte moderato). E’ stata chiara, per la maggioranza degli italiani, qual’era la scelta di campo da fare, e quella scelta è stata fatta.

Solo gli intrighi, i ribaltoni e i brogli elettorali hanno permesso, in questi 15 anni, parentesi altrimenti improbabili. Ecco perché, oggi, si pensa alla ‘soluzione’ finale di hitleriana memoria, o al mezzo che riesca a chiudere definitivamente un conflitto interminabile, anche se con la filosofia, terra terra, della mafia che, senza perdere tempo, risolve il problema con l’eliminazione fisica del proprio nemico. C’è chi invoca un novello Gravilo Princip, e chi si affida ai pentiti di turno. Nell’uno e nell’altro caso si punta a mettere fuori gioco Silvio Berlusconi.

Ma la storia, oltre a non ripetersi se non sotto forma di farsa, per alcuni protagonisti delle vicende italiane, non è stata, purtroppo per loro, neanche maestra di vita. La messa fuori gioco del CAF (Craxi, Andreotti e Forlani) non è servita a niente. Al palo erano i pseudo sinistri, al palo sono rimasti e al palo resteranno. Berlusconi ha uno scudo insuperabile rappresentato dal forte sostegno che gli riserva la maggioranza del popolo.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 25.11.2009

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