ASSURDO: LA REGIONE MANIFESTERA’ CONTRO IL PONTE

Siamo giunti alle comiche finali: la sinistra è proprio nel pallone, in totale confusione mentale. Non c’è altro modo per dipingere la scelta della Giunta Regionale dalla Calabria (Governatore Loiero) di aderire alla manifestazione No Ponte che si terrà nei prossimi giorni, poco prima della posa della prima pietra da parte del premier Silvio Berlusconi che avverrà il 23 dicembre 2009 e che sarà sostenuta da una forte presenza popolare.
Se è legittimo e normale assumere una determinata posizione in riferimento ad un problema, ad un’opera o a un provvedimento di qualunque natura, non lo è per la Regione Calabria in riferimento al Ponte sullo Stretto se prima non scioglie il nodo della sua partecipazione societaria nella Società ‘Stretto di Messina’ vendendo le proprie quote azionarie.
Si dà il caso, infatti che la Regione Calabria detiene il 2,6% delle quote azionarie della Società, che ha nominato propri rappresentanti in quella Società, e che la ragione sociale della stessa è la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Le comiche di cui parlavamo all’inizio stanno proprio in questa assurda situazione: essere finanziatori della Società che persegue l’obiettivo di realizzazione dell’attraversamento stabile dello Stretto e contemporaneamente boicottarlo, non in modo sotterraneo, ma addirittura palese, infischiandosene che le quote azionarie siano state acquisite con il denaro dei propri concittadini. Che la filosofia del partito di lotta e di governo, e il tradizionale’ benaltrismo’, vengano usati dai gruppuscoli è legittimo, non è accettabile che a cavalcare queste filosofie sia la Regione che con quest’atto sfiora il codice penale: uso del denaro pubblico per opere che non intende realizzare.
La vicenda, in definitiva, presenta risvolti che dimostrano la vacuità di una classe dirigente senza reali capacità politiche se non quelle di assecondare le spinte di gruppuscoli verdi, rossi o arcobaleno che siano, che sanno dire solo NO; e non sanno guardare al di là del proprio naso. Non riescono a trarre profitto dall’ultimo flop realizzato con la manifestazione dello scorso 1 dicembre che ha registrato una partecipazione di circa 300 vocianti manifestanti. Pensano che sia possibile nascondere, anche a se stessi, la cruda realtà che vede un’opinione pubblica lontana mille miglia dal loro atteggiamento di rifiuto.
Pensano che basti portare in piazza, il prossimo 19 dicembre, alcune migliaia di partecipanti per capovolgere la situazione, facendo finta di non capire che le truppe cammellate che vengono spostate ad ogni manifestazione, con decine di autobus, servono a fare scena ma non servono a far cambiare idea alle popolazioni locali e alla maggioranza degli italiani che hanno le tasche piene delle menzogne sparse senza ritegno, dei delfini la cui rotta sarebbe ‘disturbata’ dall’ombra del Ponte, delle catastrofi predette da tecnici in cerca di autore, dei professoroni universitari convinti che il ‘verbo’ stia solo a sinistra e rinunciano alla loro autonomia intellettuale.
Ignorano, e crediamo realmente, che il Ponte non è un giocattolo, che esso non serve per attirare milioni di turisti (e questo tra l’altro non guasta a territori che hanno vocazione turistica), ma è parte integrante di un percorso (il corridoio 1 Berlino-Palermo) che deve captare il grosso del traffico commerciale che transita nel Mediterraneo e che è pari al 30% del traffico mondiale. Manca loro la capacità di capire che quell’Alta Velocità che oggi si ferma a Salerno sarà necessariamente allungata per tutto il corridoio che arriva a Palermo. L’uso del corridoio farà risparmiare alle merci 5 o 6 giorni di navigazione tra Nord Europa e Medio ed Estremo Oriente. E Calabria e Sicilia dovranno attrezzare e sviluppare i propri porti che diventeranno vere e proprie cerniere tra Italia e Paesi rivieraschi.
Se non si ha idea di cosa sarà il Ponte si continui pure con i NO-Day. Noi invece siamo per SI-Day: si allo sviluppo, si alle infrastrutture, si all’aggancio del Sud al treno europeo, si al turismo, ma soprattutto SI a nuove classi dirigenti delle quali il Mezzogiorno ha estremo bisogno.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria 11.12.2007

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