Non possiamo solo guardare. Sergio Verrecchia

“Stiamo bene dove siamo stati…” è la frase di un recente intervento sul sito a commento critico di un sondaggio di “La Repubblica” che dava, ad un novo soggetto politico socialista in Italia, il 7% delle preferenze.
Questa frase, in realtà, è emblematica e fotografa esattamente il nostro dibattito interno.
Di fronte alla proposta di aderire ad una Costituente Socialista, i critici, rispondono paradossalmente proprio così: stiamo bene dove stiamo.
Ora in politica si può tutto. Si ha cioè la libertà di dire e di comportarsi secondo schemi e previsioni a 360 gradi. Quello che però non è possibile fare è pretendere di determinare anche il risultato delle nostre azioni.
L’esito invece è la conseguenza naturale di quello che abbiamo esposto e proposto.
In una situazione Italiana in veloce cambiamento, tanto da considerarla ormai il prodromo della terza Repubblica, il restare fermi, ottiene l’effetto del passeggero che, arrivato in ritardo sul molo, non può fare altro che guardare mestamente la nave prendere il largo.
Oggi non c’è più la sigla dei postcumunisti che ultimamente si amavano chiamarsi Democratici di Sinistra.
Non ci sono più quei democristiani che si coprivano con le Margherite.
C’è invece una nuova, anacronistica e consistente forza vetero comunista che si ritrova in Rifondazione e Comunisti Italiani.
Siamo alla presenza di una scissione dei DS con Mussi ed il suo Correntone a cui si aggiunge una grande fetta dei seguaci di Angius. Emorragia che sta contagiando gli stessi radicali di Pannella.
Boselli, dopo molti anni di sussurri, sembra ritrovare il coraggio di urlare in faccia a Fassino e D’Alema le loro colpe di aver voluto da sempre distruggere i socialisti italiani.
Casini e l’UDC hanno deciso di smarcarsi da Berlusconi e di tentare l’alleanza con l’UDEUR
La Lega di Bossi sembra aver assunto un ruolo autonomo nel rapporto con Prodi.
La riforma elettorale, qualsiasi essa sia, produrrà inevitabilmente lacerazioni che avranno conseguenze anche sulla vita del governo. Pensiamo solo alla posizione di Mastella.
Si apre a sinistra un vuoto politico lasciato libero dal Partito Democratico. Un’improvvisa depressione naturale che presto sarà riempita dalla prima acqua in arrivo. Acqua socialista.
In tutto questo movimento tellurico l’unica ed intelligente proposta che sappiamo elaborare sarebbe: “stiamo bene dove siamo stati?”
Tardiamo ad accorgersi che lì, dove siamo stati, non c’è più nulla di eguale a prima.
La Costituente Socialista è sicuramente un’ipotesi nuova, un’occasione, favorita dallo spazio abbandonato dai neofiti democratici. E’ sicuramente una scommessa piena di insidie, di pericoli, di ostacoli, di preoccupazioni, ma è pur sempre una proposta credibile, un’occasione storica concreta ed attuabile.
Mi trovo sconcertato verso chi, rifiutandola, non offre nessuna alternativa precisa o credibile.
Il potere di esercitare un veto è sempre un potere in negativo, di risulta. Non è mai un progetto o una guida e non produce mai una leadership.
L’invito ai compagni non convinti è di trasformare la loro critica in una proposta alternativa, in modo da permetterci una valutazione.
E’ inaccettabile invece il suggerimento di “stare dove siamo stati” perché, più che una proposta, sarebbe una condanna a restare soli, sulla banchina ormai deserta, in compagnia delle proprie colpe.

Sergio Verrecchia

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Redazione

La redazione di Pensiero Socialista

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