Genova: una città fuori dal mondo

In questi giorni questa amministrazione senza idee, ad aggravare i danni fatti da questo versante politico negli ultimi quindici anni, ha chiamato un nugolo  di architetti per far dire  in sostanza che questa città deve perdere ancora qualche centinaia di migliaia di abitanti.

Sempre di alcuni giorni fà la proposta dei ticket di accesso non solo per gli autoveicoli ma anche per i mezzi di trasporto di cose.

Un’altra scelta contro tendenza di una città dinamica, laboriosa e produttiva quale dovrebbe essere per disincentivare i giovani ad abbandonarla.

Non vi sembrano ce “FUORI DAL MONDO”

Prendo spunto da uno degli argomenti più sotto gli occhi di tutti: Il traffico.

Un tema che  quando non si riesce a dare spiegazione plausibile di scelte contro il privato cittadino considerato alla stregua di suddito, si invoca il verde, l’ambiente, e tutti gli annessi e connessi.

Nessuno parla invece della ricerca fatta in UK dove a chiare lettere si punta l’indice contro il trasporto di massa, treni, bus, navi responsabile del maggior inquinamento..

Da ciò si evince che è errato attribuire lo smog esclusivamente ai veicoli privati:

Uno studio che è facile scoprirne ogni giorno anche noi in maniera empirica la verità di quanto asserito.

In primis perchè il trasporto pubblico collettivo che utilizza ancora un parco macchine antidiluviano;

  •  
    •  
      • Il trasporto pubblico di massa utilizza prevalentemente ancora un parco macchine molto vecchio;
      • La PP.AA: ha un parco auto e mezzi che la loro libera circolazione è una beffa ai poveri automobilisti vessati da mille divieti e balzelli;
      • Nel caso di Genova in particolare, anni di scelte politiche insensate sulla viabilità che anziche diradarla e ridurre la concentrazione degli “inquinanti” l’ha strozzata tanto che quando è inagibile l’autostrada si blocca la viabilità del nodo genovese con ripercussioni e danno per l’intera economia del paese, in quanto il percorso cittadino consta di una sola corsia nella direttrice est-ovest, ovest - est per i mezzi pesanti con diverse strozzature, un’infinità di semafori e molti sottopassi con altezze ridotte.
      • Poi perchè il mezzo privato si avvia e si mette in moto solamnete quando serve per trasportare qualcuno e non gira invece “a vuoto”, con un spreco considerevole di energia, nell’attesa che qualcuno gli salga sopra non compensando minimamente i momenti di trasporto a pieno carico e di conseguenza l’emissione di sostanze inquinanti senza nessun conveniente motivo sia in loco che nelle centrali elettriche per i veicoli elettrici (tram, metropolitane, treni e filobus).

E’ sufficiente accodarsi ad un bus per osservare l’oscuramento del cielo ad ogni partenza, così come spesso si può osservare quando i bus transitano sotto i cartelli segnalatori che offuscano la scritta : “divieto di circolazione ai veicoli non “ecodiesel” dalle 10 alle 18 “.

Per non parlare del “fil di fumo” che, nelle città portuali, contrariamente a Cio – Cio – San si vede emettere giornalmente in grandi quantità dalle navi dalla fase di riscaldamento dei motori in poi.

A questo punto il ticket proposto dovrebbero pagarlo questi amministratori e i precedenti che non hanno mai voluto dare vere e positive risposte ad esempio con  l’ampliamento e il potenziamento viario (AD ESEMPIO CON O PIU’ UNA BRETELLE URBANE)  non tralasciando il diradamento e l’ammodernamento urbano e l’allontanamento anche degli attracchi navali dalle case.

E’ urgente ripensare le scelte della mobilità delle persone e delle cose, superando gli attuali sistemi di trasporto inefficenti ed antidiluviani che ancora sono legati a percorsi ed orari prestabiliti , che tengono maggiormente conto delle esigenze aziendali e occupazionali che a quelle del cittadino, il quale credo, non essendo suddito, debba avere giustamente diritto ad una mobilità più spedita, con pronta disponibilità e percorsi  porta a porta sia con i propri mezzi ( conservando contestualmente la privacy e il confort e la sicurezza avendo anche la possibilità di muoversi  ed avere sempre al seguito parte dei propri interessi di lavoro o di tempo libero e sopratutto con costi ridotti) che pubblici a tariffe che sicuramente possono diventare assimilabili all’attuale trasporto di massa in conformità elle esigenze ad una società del terzo millenio e non del diciannovesimo secolo; senza sottovalutare che vi può anche essere un significativo risparmio per la collettività.

Sicuramente ciò non può essere sotitutivo della mobilità delle medie e grandi distanze, delle isole con la terraferma che per i prevedibili trasporti concomitanti di grandi quantità rispettivamente di persone e cose che abbiano necessità di effettuare il medesimo percorso in maniera contemporanea (viaggi organizzati – treni blocco ).

Con risposte in questo senso penso si possa dimostrare concretamente di aver superato quella cultura conservatrice di sinistra, latentemente bolscevica,  che blocca la vita dei liberi cittadini adducendo scuse ecologiche per garantire invece solamente qualche migliaio di stipendi per i dipendenti e elevati ingaggi per gli amministratori, consulenti ecc….elargiti esclusivamente a titolo clientelare ed assistenziale.

Piergiorgio Razeti

Pubblicato da

Redazione

La redazione di Pensiero Socialista

Un commento su “Genova: una città fuori dal mondo”

  1. Amici liguri continuate a lottare e a sostenere il nostro SEGRETARIO NAZIONALE Stefano Caldoro.

    Paolo Della Bitta – Samolaco (SO)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *