GOVERNO:PRODI NON GETTA SPUGNA,CRISI SI DECIDE IN PARLAMENTO

VERTICE A P.CHIGI; SINISTRA RADICALE, O FIDUCIA O ELEZIONI (di Giuseppe Tito) (ANSA) – ROMA, 21 GEN – Il presidente del Consiglio ha cercato Clemente Mastella in questo fine settimana senza mai riuscire a contattarlo. Tant’e’ che oggi una mossa a sorpresa del leader dell’Udeur, in fondo, se la aspettava. Ma mai avrebbe immaginato di dover leggere sulle agenzie di stampa, e non su un documento ufficiale e riservato, che l’ex ministro della Giustizia si sfilava definitivamente dall’Unione chiedendo, con forza, le elezioni anticipate.
Un boccone amaro per il Professore, che lo ha dovuto ingoiare mentre a Palazzo Chigi stava ricevendo il presidente di Timor Est, in visita ufficiale in Italia.
La reazione, dopo la sorpresa iniziale, e’ stata l’immediata convocazione di un vertice aperto a tutti gli alleati per valutare il da farsi, dopo aver attentamente valutato la lettera ufficiale che Mastella aveva preannunciato attraverso le agenzie di stampa e qualche minuto dopo recapitata a Palazzo Chigi.
Il presidente del Consiglio, come hanno confermato alcuni partecipanti al vertice di questa sera, ha nuovamente espresso la volonta’ di procedere sulla strada della parlamentarizzazione della crisi di governo. Quindi, anche nell’attuale situazione, ha confermato l’orientamento a rivolgersi direttamente alle Camere per valutare se esista o meno una maggioranza che lo sostenga.
Prodi, che ha lavorato tutto il fine settimana per ricucire lo strappo con L’Udeur e per limare l’intervento che avrebbe dovuto fare domani a Montecitorio sulla Giustizia, ha quindi dovuto cambiare la strategia indicando agli alleati l’unica strada a suo avviso percorribile: contare i voti alle Camere e poi decidere. Insomma, niente salita al Colle dimissionario prima di aver verificato la consistenza reale della coalizione.
Un passaggio che, si ragiona in ambienti dell’Unione, probabilmente non prevede l’ipotesi di governi tecnici o di transizione, cosi’ come chiesto invece da Lamberto Dini. Ma solo un prendere o lasciare. O il governo va avanti, o dietro l’angolo ci sono le elezioni anticipate. Una linea su cui sembrerebbero attestarsi i leader della sinistra radicale. Nel Pd ci sarebbero dei dubbi, e anche il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, ad esempio, non avrebbe una posizione draconiana come quella del premier. (ANSA).

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La redazione di Pensiero Socialista

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