TUTTI QUELLI CHE… LA PDL

PRONTI IN 13 PER SUPER-LISTA/ANSA
CON FI-AN DA MASTELLA A DINI, DA MUSSOLINI A PRI E PENSIONATI (di Anna Laura Bussa) (ANSA) – ROMA, 8 FEB – Decisamente variegata la geografia del Partito della Liberta’ di Silvio berlusconi e Gianfranco Fini.
Sono piu’ di dieci forze politiche pronte a confluire nel progetto annunciato dal Cavaliere a Piazza San Babila il 18 novembre e ora sposato da An. In piu’ c’e’ un numero ancora imprecisato di parlamentari ‘senza fissa dimora’ che si candidano ad entrare in lista.
Il primo partito, anche in termini di rappresentanza numerica, e’ naturalmente FORZA ITALIA, che alle ultime elezioni aveva preso il 24% (percentuale che potrebbe venir presa in considerazione nel calcolo complicatissimo delle candidature).
Poi c’e’ ALLEANZA NAZIONALE, che nelle precedenti consultazioni aveva raggiunto alla Camera il 12,3%. E si da’ ormai per certo, almeno per la Camera, l’arrivo dell’UDEUR di Clemente Mastella (1,4%). Anche se sara’ il Consiglio nazionale convocato per domani vicino a Ceppaloni a ratificare la decisione.
Tra i ‘piccoli’, il primo partito ad aderire all’iniziativa e’ la DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE di Gianfranco Rotondi che, insieme al nuovo psi, prese alla Camera nel 2006 lo 0,748, facendo eleggere pero’, grazie all’accordo con Fi, 4 deputati e due senatori. Anche il nuovo psi di Stefano Caldoro condivide il progetto, ma senza Gianni De Michelis che va con i Socialisti del centrosinistra che proprio oggi annunciano l’intenzione di presentarsi soli.
Certa e’ anche la presenza dei PENSIONATI UNITI di Carlo Fatuzzo (0,072); del senatore dei LIBERALDEMOCRATICI Lamberto Dini (con lui il senatore Giuseppe Scalera, ma non Natale D’Amico che ha scelto il centrosinistra votando la fiducia a Prodi); del PRI di Francesco Nucara e Giorgio La Malfa.
Non ancora sicura, invece, e’ l’adesione della DESTRA di Francesco Storace che pone la questione della Lega: l’unico partito, sinora, a vedersi riconosciuta da berlusconi la possibilita’ di correre con il proprio simbolo e la propria lista in una sorta di mini-coalizione. Non si puo’ chiedere ad alcuni di rinunciare alla propria identita’, spiega ai cronisti Storace, e ad altri no. Ma ora che al Pdl ha aderito anche Fini, La Destra, fuori dal listone, ipotizzano nell’attuale Cdl, potrebbe avere una maggiore visibilita’.
Avrebbe detto ‘no’ al Cavaliere, invece, Raffaele Lombardo del MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE. Lui, spiegano i suoi in Sicilia, al momento ha altri progetti: punterebbe a fare un’alleanza o direttamente con la Lega, o con la Rosa Bianca o con l’Udc. Ma potrebbero esserci ancora dei margini per un’intesa.
Poi, al Listone ha aderito anche Raffaele Costa, con la sua CASA DEL CITTADINO, ex deputato liberale di Fi e ora presidente della provincia di Cuneo. E avrebbero gia’ detto si’ a berlusconi il senatore ex An ed ex Dl Domenico Fisichella, che ha contribuito con il suo ‘no’ a far cadere il governo Prodi; Alessandra Mussolini di ALTERNATIVA SOCIALE; Gabriele Romagnoli della FIAMMA TRICOLORE.
Se la riduzione delle liste punta ad essere una novita’ sul piano politico, in termini di rimborso elettorale le cose cambiano poco. Ogni partito che aderisce al listone, infatti, sembra che stia contrattando la sua quota di rimborso. I soldi verranno versati al titolare del ‘marchio’, cioe’ del simbolo, che poi dovrebbe dividerli tra tutti i partiti sulla base di accordi pre-elettorali visto che sara’ impossibile stabilire quanti siano stati i voti di ognuno. Ma la cifra complessiva devoluta in rimborso, comunque, non dovrebbe cambiare.
‘La cosa buffa – racconta Rotondi – e’ che la Dc, per le ultime elezioni, non ha preso neanche una lira di rimborso perche’, per circa 30.000 voti, non e’ riuscita a raggiungere la quota dell’1%. Fu berlusconi allora che finanzio’ la campagna elettorale a noi e al nuovo psi, con due milioni e mezzo di euro. Io pero’ ho ripagato tutto il mio debito. L’unica cosa e’ che ho finito di saldarlo proprio una settimana prima che cadesse il governo…’.(ANSA).

CDL: LA RUSSA (AN), FINI E BERLUSCONI PARLANO DI LISTA FI-AN

(ANSA) – MILANO, 8 FEB – La lista Fi-An ‘non e’ voce di stampa. E’ vero: Fini e berlusconi si incontreranno oggi per valutare anche e soprattutto questa opportunita’, che non e’ solo limitata ai due partiti principali della Cdl ma, oltre che alla Lega, e’ aperta pienamente anche all’Udc’. Cosi’ il deputato di An, Ignazio La Russa, ha confermato a Radio Popolare – Popolare Network l’ipotesi di un accordo fra Fi e An per la costituzione di una lista unica in vista delle elezioni del 13 e 14 aprile. Ne da’ notizia l’emittente.
La Russa ha poi commentato anche le dichiarazioni di Cesa, il quale ha detto che se le cose stessero cosi’ allora l’Udc correra’ da sola. ‘Io non so quello che succedera’ e niente e’ deciso. Vedremo. E’ pero’ vera la notizia che oggi Fini e berlusconi valuteranno’. (ANSA).

BERLUSCONI E FINI PENSANO A SUPER-LISTA, UDC NON CI STA/ANSA

ANCHE I ‘PICCOLI’ SAREBBERO ASSORBITI, SOLO LA LEGA ALLEATA (di Federico Garimberti) (ANSA) – ROMA, 7 FEB – La decisione del Partito democratico di correre da solo scombina il puzzle delle alleanza nel centrodestra. Se e’ vero infatti che l’idea di seguire l’esempio di Walter Veltroni non sembra convincere Silvio berlusconi, e’ altrettanto vero che il centrodestra e’ preoccupato dal confronto fra il simbolo unico del centrosinistra e la lenzuolata di partiti e partitini del centrodestra. Tanto da far emergere quella che finora appariva come una ipotesi astratta: un’unica lista in cui far confluire sotto un solo simbolo Fi, An e gli altri ‘cespugli’ del centrodestra, alleata con la Lega.
L’Udc non sembra sia stata coinvolta, almeno fino ad oggi, in questo progetto degli altri partiti del centrodestra, ne’ Pier Ferdinando Casini sembra disponibile ad una super-lista che comprenda tutti. Lo chiarisce in serata il segretario del partito Lorenzo Cesa, che avverte: se An e Fi andranno da soli alle elezioni con un’unica lista, anche noi andremo per conto nostro. berlusconi e Fini potrebbero offrire a Casini un’alleanza come quella ipotizzata per la Lega, ma non e’ detto che abbiano l’intenzione di farlo.
I leader di Forza Italia e di An discuteranno piu’ approfonditamente domani di questo inedito scenario. ‘Spero che la coalizione – ha gia’ spiegato oggi Gianfranco Fini – sia quanto di piu’ semplificato possibile. Sul come dar corso a questa semplificazione sara’ oggetto del confronto con gli alleati’, ma quel che e’ certo e’ che il centrodestra semplifichera’ la coalizione perche’ ‘oggi uno schieramento largo, con piu’ sigle e partiti, non corrisponde all’esigenza degli italiani’.
Ecco perche’, prosegue Fini, ‘nelle prossime ore, con gli amici del centrodestra, dovremo in primo luogo risolvere questa questione perche’ se Veltroni va da solo il centrodestra deve saper dare una risposta che vada dritto al cuore del problema’.
Quanto all’ipotesi, ventilata da alcuni giornali, di un berlusconi ‘tentato’ dalla corsa solitaria contro il Pd, l’ex ministro degli Esteri sembra non dargli credito: ‘Sapete che non commento mai i giornali. Parlero’ con berlusconi’.
Le voci di una possibile corsa in solitaria dell’ex premier dominano la giornata, nonostante Forza Italia si affretti a smentire. ‘Non intendiamo abboccare alla provocazione di Veltroni: il Pd e’ costretto ad adottare questa strategia dopo il fallimento del governo Prodi’.
Parole che non convincono Pier Ferdinando Casini. ‘Noi siamo del tutto indifferenti a queste tentazioni maggioritarie. Se ciascuno andra’ da solo andremo soli anche noi’, dice il leader centrista, sottolineando che ‘la scelta di Veltroni di correre da solo non e’ una scelta coraggiosa ma una scelta della disperazione’.
Ma lo stesso berlusconi aveva ridimensionato l’argomento parlandone con i suoi piu’ stretti collaboratori: ‘Io nella provocazione di Veltroni non ci casco: perche’ mai dovrei fargli il favore di correre da solo quando tutti i sondaggi ci danno in netto vantaggio?’. Anche perche’, e’ la tesi del Cavaliere, quella del sindaco di Roma ‘e’ una scelta obbligata imposta dalle divisioni interne alla sinistra’. Certo, come confida Vittorio Sgarbi che gli ha fatto visita, berlusconi e’ ‘affascinato’ dall’idea di battere il leader del Pd da solo, liberandosi definitivamente dai lacci di una coalizione. Ma ora che le incomprensioni sono state superate, l’ex premier non intende certo sacrificare la ritrovata unita’ del centrodestra sull’altare di una sfida che rischia per giunta di essere rischiosa. Cio’ non ha mai significato la rinuncia di Forza Italia a ridurre il numero di simboli e liste nella scheda.
‘Stiamo lavorando per semplificare la coalizione del centrodestra’, aveva confermato Schifani. Ma come? Certamente berlusconi non vuole una lenzuolata di sigle e simboli accanto al suo nome. L’intenzione, espressa anche in un faccia a faccia con Clemente Mastella, poteva essere quella di raggruppare i partiti per area: l’Udeur con il Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo (anch’egli oggi a colloquio col Cavaliere), la Dca di Gianfranco Rotondi. Altro scenario quello che Fi ha prospettato ad An con la proposta di unirsi in un’unica lista, in cui far confluire anche gli altri partitini, per poi farla federare con la Lega.
E Fini? Fino ad oggi a via della Scrofa l’idea di far sparire il simbolo non era presa in considerazione. Ma nelle ultime ore non la si e’ piu’ esclusa del tutto. Anzi, come riferiscono fonti di An, Fini la starebbe valutando e domani, nel faccia a faccia con berlusconi, la discutera’ direttamente con lui.
(ANSA).

++ ELEZIONI: VOTO SARA’ IL 13 E IL 14 APRILE ++

(ANSA) – ROMA, 6 FEB – ‘Il voto delle politiche si terra’ il 13 e il 14 aprile’. Lo conferma il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, sottolineando che invece non e’ ancora stata presa la decisione se abbinare o meno le elezioni amministrative a quelle politiche.(ANSA

ELEZIONI: NPSI, NOI IN CDL COME LA LEGA

(ANSA) – ROMA, 6 FEB – ‘Il nuovo psi e’ nella Casa delle Liberta’ come la Lega, e dallo stesso tempo. Ci dispiace che questo non venga ricordato ne da Maroni ne da altri’. Lo sottolinea Umberto Caruso, Vice segretario nazionale del Nuovo Psi di Stefano Caldoro.
‘E’ vero che il Partito si e’ diviso dopo la sconfitta del 2006, alcuni volevano lasciare la Cdl ma ha vinto la linea della coerenza anche se abbiamo dovuto subire l’ennesima piccola scissione’.
‘Abbiamo partecipato, poi, sul piano parlamentare, e con la presenza al governo,- conclude – alla realizzazione del programma di riforme nei cinque anni del governo berlusconi. Questo non puo’ essere dimenticato’. (ANSA).

GOVERNO: MARINI NON CE LA FA, SI VA VERSO LE ELEZIONI/ANSA

berlusconi E FINI,DIALOGO DOPO VOTO; VELTRONI,UN’OCCASIONE PERSA (di Chiara Scalise) (ANSA) – ROMA, 4 FEB – L’esploratore Franco Marini non ce la fa e le elezioni si avvicinano a passo di carica. Il presidente del Senato sale al Colle nel tardo pomeriggio, dopo la chiusura ufficiale delle consultazioni, e rimette il mandato ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mercoledi’ scorso. Che la partita sia persa lo si capisce definitivamente ascoltando in mattinata le parole di Gianfranco Fini e Silvio berlusconi. An e Fi non si smuovono dalla posizione iniziale, chiedono il voto subito. Il dialogo? Rimandato a dopo il verdetto delle urne. A Veltroni dunque non resta che prepararsi alla campagna elettorale. ‘Un’occasione persa’, commenta intravedendo lo sbocco inevitabile della crisi.
Il giorno della verita’ e’ arrivato ed e’ andato secondo le previsioni: la maggioranza per riformare la legge elettorale non c’e’. Non quella politica, l’unica che avrebbe accettato Franco Marini. A governicchi era, ha sempre detto e ridetto, indisponibile. La convinzione che uno spiraglio per un’intesa, seppur a tempo, ci potesse essere e’ durata in realta’ una manciata di ore, da venerdi’ sera a sabato mattina. A far tornare il barometro verso il nuvolo sono state le parole del leader di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo che, uscendo dallo studio del presidente di Palazzo Madama, ha inviato un messaggio chiaro: senza un accordo, non resta che andare al voto. Una presa di posizione che ha reso molto piu’ complessa, se non impossibile, la delicata mediazione di Gianni Letta, il consigliere di berlusconi da sempre propenso alla ricerca di un’intesa. I tentativi di convincere berlusconi a siglare un armistizio istituzionale si sono cosi’ arenati definitivamente.
Oggi e’ la cronaca dunque di una sconfitta annunciata. Il Capo dello Stato prende atto e ringrazia comunque il presidente del Senato per l’alto senso di responsabilita’. Ora il testimone passa di nuovo nelle sue mani. Sono ore di riflessione per il presidente della Repubblica, ma e’ molto probabile che tra domani e dopodomani decida di sciogliere le Camere. Il che vorrebbe dire andare alle urne tra fine marzo e la meta’ del mese successivo. Le date pero’ in pole position sono il 6 o il 13 aprile. Ed e’ immaginabile che proprio l’organizzazione della tornata elettorale sia stata al centro del colloquio del Capo dello Stato, che stamane ha ricevuto anche il governatore di Bankitalia Mario Draghi, con il ministro dell’interno Giuliano Amato. L’arrivo del Governatore al Quirinale ha anche fatto immaginare in ambienti parlamentari un estremo tentativo di formare un governo tecnico per le riforme, con l’appoggio di alcuni settori del centrodestra. Scenario che e’ durato una manciata di ore.
Sul tavolo dell’inquilino del Colle c’e’ piu’ di un dossier aperto. Altra partita delicata, e intrecciata con la crisi di governo, e’ quella del referendum elettorale. Il rischio che il nuovo governo, dopo neanche due mesi dal suo insediamento, si debba confrontare con la consultazione e’ stato pero’ allontano.
Domani il Consiglio dei ministri indira’ la consultazione popolare e cosi’, con il successivo scioglimento del Parlamento, il referendum slittera’ al 2009. La campagna elettorale e’ ormai alle porte. E, per berlusconi, non e’ il caso di farne una tragedia. Il Cavaliere va alle consultazioni di Marini nonostante il lutto che lo ha colpito (con la perdita di mamma Rosa) e quando esce nel salone degli Specchi assicura di non avere alcuna intenzione di stringere un patto con il Pd di Walter Veltroni. L’ipotesi avanzata sulla prima pagina del Giornale, in un’articolo a firma del direttore, non e’ valida per l’oggi: ‘E’ un’utopia’, scandisce il Cavaliere davanti ai taccuini. Avanti tutta verso il voto anticipato, ripete; il tempo del dialogo verra’ semmai dopo. berlusconi infatti non nasconde, a chi gli ha parlato in queste ore, la convinzione che l’unica strada per fare le riforme indispensabili sia quella di dare vita nella prossima legislatura ad un’ampia convergenza delle forze politiche. Quasi a intendere una sorta di ‘Grosse Koalition’ all’italiana. Il progetto pero’ di strutturare un dialogo tra i due schieramenti, molto caro all’Udc di Pier Ferdinando Casini, lascia ora freddo il Partito democratico. La proposta di scrivere insieme le regole andava colta subito, ora, e non rinviata ad un indeterminato domani. E non si parli di coalizioni trasversali, perche’ sui programmi e i valori, chiarisce Veltroni, il Pd e il centrodestra sono e restano alternativi. (ANSA).

GOVERNO: CALDORO (NPSI), VELTRONI SEMBRA SCESO DALLA LUNA

(ANSA) – ROMA, 4 FEB – ‘Sembra che Veltroni sia sceso dalla luna. Il neosegretario del Partito Democratico non e’ stato uno dei protagonisti del fallimento prima dell’Ulivo e poi dell’Unione, fatta di decine di partiti con varie ed inconciliabili identita’?’. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi.
‘Oggi avrebbe avuto occasione per fare autocritica senza gettare nel campo della CdL responsabilita’ che sono del centrosinistra e dei suoi leaders. Non e’ un messaggio rassicurante per chi si era proposto – conclude Caldoro – come elemento di dialogo per favorire una nuova stagione di riforme’.

QUIRINALE: CALDORO A NAPOLITANO, AL VOTO IL PRIMA POSSIBILE =

Roma, 26 gen. (Adnkronos) – ‘I socialisti del nuovo psi hanno riferito al Presidente Napolitano la loro posizione favorevole ad elezioni anticipate da svolgere il prima possibile’. E’ quanto ha dichiarto Stefano Caldoro, segretario del nuovo psi, dopo l’incontro al Quirinale per le consultazioni. ‘Valutiamo – ha aggiunto – non ci i siano, oggi, le condizioni per continuare utilmente la legislatura.
Solo un nuovo Parlamento ed un nuovo governo, legittimato dal voto popolare, potranno affrontare una nuova fase costituente e garantire al Paese le necessarie riforme’.

‘I socialisti del nuovo psi – ha concluso Caldoro – hanno affidato le loro considerazioni alla riflessione ed al giudizio del Capo dello Stato’.

GOVERNO: NUOVO PSI, ELEZIONI SUBITO, NOI CON BERLUSCONI

(ANSA) – ROMA, 25 GEN – ‘La crisi e’ di sistema ancor prima che politica, questa maggioranza tenuta insieme dall’antiberlusconismo e’ stata travolta dalle contraddizioni imbarazzanti che ne hanno contraddistinto l’azione di governo‘.
Lo sostiene Franco Spedale, vicesegretario nazionale del Nuovo Psi di Stefano Caldoro. ‘Si sbrighi subito ed alla svelta l’iter ‘burocratico’ per consentire al Paese di tornare alle urne. I Socialisti tutti, si trovano ora davanti ad un bivio fondamentale’.
‘E’ chiaro ormai – aggiunge l’esponete del garofano – che la posizione della Costituente e’ perdente e li portera’ al dissolvimento restando nell’area dei conservatori che ha caratterizzato il governo uscente. Boselli si svegli o, se non lo vuole fare lui, lo facciano gli altri’.
‘Al fianco di berlusconi si lavori all’Unita’ Socialista presentando un’unica lista – conclude- che si richiami alla tradizione del Garofano nell’alleanza Riformista delle Liberta’ che si appresta a tornare al governo‘. (ANSA).

GOVERNO: SORPRESA MASTELLA, APRE UNO SPIRAGLIO A PRODI/ANSA

GOVERNO: SORPRESA MASTELLA, APRE UNO SPIRAGLIO A PRODI/ANSA
E SUGGERISCE: NON ANDARE AL SENATO E APRI NUOVA FASE POLITICA (di Giovanni Innamorati) (ANSA) – ROMA, 23 GEN – Con un ‘coup de theatre’ che ha spiazzato tutti, Clemente Mastella riapre uno spiraglio al confronto con Romano Prodi: i deputati dell’Udeur non hanno votato contro la fiducia al governo alla Camera, lanciando un chiaro segnale politico al premier, ma anche a Silvio berlusconi. Se Prodi, come gli ha spiegato al telefono lo stesso Mastella, evitera’ di andare in Senato a cercare i voti e salira’ invece al Quirinale, il Campanile e’ disponibile a sedersi a un tavolo per un reincarico purche’ al centro della trattativa ci sia una legge elettorale gradita.
Come nelle migliori commedie di Geordes Feydau, in cui il protagonista esce e rientra in scena nei momenti meno attesi, l’Udeur e’ improvvisamente tornato al centro della scena politica, quando ormai si dava per scontato il suo voto di sfiducia a Prodi. Alle tre del pomeriggio, alla Camera, il vicesegretario del Campanile Antonio Satta annuncia in aula che i 14 deputati del suo gruppo non parteciperanno al voto di fiducia a Prodi, evitando cosi’ di votare contro il governo. Il capogruppo Mauro Fabris da’ una spiegazione tecnica: ‘Prodi ha chiesto la fiducia su tutta la sua relazione, in cui si dava un giudizio positivo sull’operato di Mastella da ministro della Giustizia: non possiamo votare contro Clemente’. Immediata la domanda dei cronisti: e al Senato che farete? ‘Li’ la situazione e’ diversa, e l’Udeur votera’ no’. In effetti i numeri del Campanile sono ininfluenti a Montecitorio e determinanti a Palazzo Madama.
Ma il segnale politico e’ chiaro, e lo ha spiegato lo stesso Mastella in una telefonata animata a Prodi, in cui lo ha affrontato per il tentativo di ‘sfilargli’ due senatori dell’Udeur, Nuccio Cusumano e Tommaso Sbarbato. Vedi Romano, avrebbe spiegato da Ceppaloni l’ex Guardasigilli, noi abbiamo annunciato che usciamo dalla maggioranza e dal governo: se tu ci considerassi come una forza politica, seppur piccola, che ha dato vita alla coalizione che ha vinto le elezioni del 2006, dovresti andare al Quirinale per aprire una nuova fase politica, e allora li’ potremmo pure confrontarci, e il timone lo potresti ancora avere in mano te. Se invece vai al Senato a cercare tre numeri che ci sostituiscano, allora ci tratti da numeri, e noi ti votiamo contro.
Mastella ha poi ripetuto ai cronisti, a Ceppaloni, gli stessi concetti: ‘Che senso ha – si e’ chiesto – tentare di rubacchiare o determinare la scelta diversa da parte di qualcun altro. I partiti vanno rispettati. Che differenza c’e’ tra berlusconi e l’atteggiamento di questi?’.
La nuova fase politica di cui parla Mastella, e che dovrebbe dar vita a un nuovo governo, avrebbe al centro la legge elettorale. Ovviamente l’Udeur ne vuole una che gli consenta di sopravvivere, non la bozza Bianco e il ‘Vassallum’. Mastella ha fatto notare a Prodi che, se seguisse il suo consiglio, poi lui stesso a ‘dare le carte’ sulla riforma elettorale, e non piu’ Veltroni.
Ai suoi che lo hanno interpellato per avere lumi, Mastella poi e’ stato prodigo di spiegazioni: se Napolitano da’ un incarico per fare la riforma elettorale, noi stiamo a vedere su che tipo di riforma si discute; se ci piace sosteniamo il governo, altrimenti meglio andare al voto subito col Porcellum.
A quel punto diverrebbe ‘probabile’ allearsi col centrodestra.
Ma la non sfiducia a Prodi e’ anche un segnale a berlusconi, reo di due ‘gaffe’ contro l’Udeur in due giorni. Ieri e’ sembrato ‘scaricarlo’ (‘l’Udeur andra’ con l’Udc’), e oggi ha detto pubblicamente che ‘entrera’ nel centrodestra’, parole che hanno irritato il leader del Campanile, che ha ribadito il suo progetto di Centro, perche’ – sostiene – il Cavaliere deve capire che e’ lui che con il suo Udeur puo’ far cadere il governo come anche tenere in sella Prodi. (ANSA).

GOVERNO: APPELLO DINI A PRODI, NON VENIRE IN SENATO

(ANSA) – ROMA, 23 GEN – I senatori Lamberto Dini, Natale D’Amico, Giuseppe Scalera, rinnovano il loro appello al presidente del Consiglio a rinunciare alla richiesta di un voto di fiducia in Senato, dove il governo, a seguito delle posizioni assunte dall’Udeur e dal senatore Fisichella, non possiede piu’ una maggioranza, e pertanto dopo il voto alla Camera, a presentare le sue dimissioni al Presidente della Repubblica.
Una scelta diversa, acuendo il clima di scontro politico, rischierebbe infatti di precipitare il Paese verso le elezioni con una legge elettorale da tutti ritenuta inadeguata a garantire la formazione di governi stabili ed efficaci. (ANSA).

GOVERNO: NUOVO PSI, NO A COMPRAVENDITA SENATORI

(ANSA) – ROMA, 23 GEN – ‘E’ gia’ inusuale che di fronte alla manifesta fuoriuscita di un gruppo politico che sostiene la maggioranza di governo il presidente del Consiglio non rimetta il mandato, anche solo per ottenerne un altro, se vi e’ la maggioranza che lo puo’ sostenere; ma che addirittura sostenga come si legge anche oggi, che va avanti come fosse successo nulla e’ sbalorditivo’. Lo sostiene Franco Spedale, vice segretario del nuovo psi di Stefano Caldoro.
‘Viene da pensare che vi sia in atto una compravendita di alcuni sentori centristi. Alla faccia di chi accusava berlusconi. Capisco – aggiunge Spedale – che le imminenti nomine che scadranno a marzo sono importanti, ma forse lo e’ di piu’ un Paese che oltre che ad essere in emergenza democratica e’ sull’orlo del collasso’.
‘Se vi fosse qualche coincidenza ‘interessata’ per la quale qualcuno dell’opposizione dovesse sostenere la maggioranza credo – conclude l’esponetene del nuovo psi – che l’alleanza riformista delle Liberta’ dovrebbe far sentire con forza la sua voce’.(ANSA).

GOVERNO: CALDORO; NO A GOVERNO ISTITUZIONALE,SI VADA AL VOTO

GOVERNO: CALDORO; NO A GOVERNO ISTITUZIONALE,SI VADA AL VOTO
(ANSA) – ROMA, 21 GEN – ‘La crisi aperta delegittima definitivamente l’ esigua maggioranza uscita dalle urne meno di un anno fa. L’unica strada sono le elezioni anticipate per dare voce ai cittadini’. Lo sostiene Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi.
‘Ogni soluzione diversa, come i giochi di palazzo per un governo Istituzionale – aggiunge – non possono che aumentare la sfiducia verso la politica e le Istituzioni’. (ANSA).

GOVERNO:PRODI NON GETTA SPUGNA,CRISI SI DECIDE IN PARLAMENTO

VERTICE A P.CHIGI; SINISTRA RADICALE, O FIDUCIA O ELEZIONI (di Giuseppe Tito) (ANSA) – ROMA, 21 GEN – Il presidente del Consiglio ha cercato Clemente Mastella in questo fine settimana senza mai riuscire a contattarlo. Tant’e’ che oggi una mossa a sorpresa del leader dell’Udeur, in fondo, se la aspettava. Ma mai avrebbe immaginato di dover leggere sulle agenzie di stampa, e non su un documento ufficiale e riservato, che l’ex ministro della Giustizia si sfilava definitivamente dall’Unione chiedendo, con forza, le elezioni anticipate.
Un boccone amaro per il Professore, che lo ha dovuto ingoiare mentre a Palazzo Chigi stava ricevendo il presidente di Timor Est, in visita ufficiale in Italia.
La reazione, dopo la sorpresa iniziale, e’ stata l’immediata convocazione di un vertice aperto a tutti gli alleati per valutare il da farsi, dopo aver attentamente valutato la lettera ufficiale che Mastella aveva preannunciato attraverso le agenzie di stampa e qualche minuto dopo recapitata a Palazzo Chigi.
Il presidente del Consiglio, come hanno confermato alcuni partecipanti al vertice di questa sera, ha nuovamente espresso la volonta’ di procedere sulla strada della parlamentarizzazione della crisi di governo. Quindi, anche nell’attuale situazione, ha confermato l’orientamento a rivolgersi direttamente alle Camere per valutare se esista o meno una maggioranza che lo sostenga.
Prodi, che ha lavorato tutto il fine settimana per ricucire lo strappo con L’Udeur e per limare l’intervento che avrebbe dovuto fare domani a Montecitorio sulla Giustizia, ha quindi dovuto cambiare la strategia indicando agli alleati l’unica strada a suo avviso percorribile: contare i voti alle Camere e poi decidere. Insomma, niente salita al Colle dimissionario prima di aver verificato la consistenza reale della coalizione.
Un passaggio che, si ragiona in ambienti dell’Unione, probabilmente non prevede l’ipotesi di governi tecnici o di transizione, cosi’ come chiesto invece da Lamberto Dini. Ma solo un prendere o lasciare. O il governo va avanti, o dietro l’angolo ci sono le elezioni anticipate. Una linea su cui sembrerebbero attestarsi i leader della sinistra radicale. Nel Pd ci sarebbero dei dubbi, e anche il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, ad esempio, non avrebbe una posizione draconiana come quella del premier. (ANSA).

REFERENDUM: CALDORO, SOLUZIONE MIGLIORE ELEZIONI ANTICIPATE

(ANSA) – ROMA, 16 GEN – ‘Il si’ della Consulta in un giorno di crisi della politica, con le dimissioni del ministro della Giustizia Mastella, aumenta le percentuali di possibilita’ del voto referendario. Sulla bozza Bianco non c’e’ accordo ed il tempo e’ quasi scaduto’. Lo dice Stefano Caldoro, segretario del nuovo psi.
‘Oggi – aggiunge – la migliore soluzione e’ quella delle elezioni anticipate: e’ necessario aprire con la prossima legislatura una fase costituente legittimata dal voto popolare’.(ANSA).