|
Tag: silvio_berlusconi
GOVERNO: SORPRESA MASTELLA, APRE UNO SPIRAGLIO A PRODI/ANSA
GOVERNO: SORPRESA MASTELLA, APRE UNO SPIRAGLIO A PRODI/ANSA | |||
|
GOVERNO: NUOVO PSI, NO A COMPRAVENDITA SENATORI
|
Ed ora?
Di fronte alla mossa, un po’ a sorpresa, di Mastella, rimaniamo con un certo saporedi amaro in bocca. Spiazzati sul tempo?Non sono certo che l’ex ministro della giustizia ci abbia veramente preceduti. Nonsono certo cioè che avremmo dato conseguenza, uscendo dal governo, al nostrodocumento di richiesta a Prodi di una verifica da farsi prima di mercoledì prossimo.Comunque sia, abbiamo vissuto queste ultime ventiquattro ore da semplici spettatori.Ora si pone il problema di cosa fare per il voto di fiducia richiesto da Prodi sia allaCamera che al Senato.Coerenza vorrebbe che, non essendoci stato né un chiarimento né una verifica, ilnostro voto dovrebbe essere contrario.La coerenza però, in un piccolo partito animato da interessi personali, corre il rischiodi essere sacrificata.Ritengo improbabile e paradossale che Prodi ricomponga una maggioranza perun governo – ter.Solo il ricatto delle elezioni anticipate, indicate esplicitamente dal Premier, puòoperare in tal senso.Aberrazione che si nutre di altra aberrazione. Frankenstein che ritrova un altrocadavere da cui estrarre un nuovo pezzo di ricambio.Sarebbe la fine della politica e per colpa dei politici stessi.Il coraggio chiederebbe elezioni subito.Il nostro interesse invece sarebbe per un governo tecnico di transizione. Ci servetempo per riemergere dal buio.Ho l’impressione che non essendo stati utili per la crisi, saremo ininfluenti per lasua soluzione.Quello che mi sento di consigliare al nostro Comitato Fondatore del Partito Socialistaè di prendere il vento. Di dare aria alle vele per farci vedere, notare, sentire.Una grande occasione è stata persa, non perdiamo le altre.Forse mi sbaglierò, ma se dovessimo scegliere tra la riforma che hanno in menteVeltroni e Berlusconi e l’attuale legge elettorale, per noi, conviene di gran lungaquella che è in atto.Per queste ragioni propenderei per chiedere elezioni subito. Questo provocherebbeil rinvio del referendum, quindi verrebbe meno l’urgenza di una nuova leggee si andrebbe a votare con l’ultimo brutto sistema che però è più garantista diquanto stanno pensando i bipartitisti.Opportunità e convenienza, se il mio ragionamento è giusto, convergono nel richiedereelezioni in Primavera e abbandono dell’ex maggioranza che ha prodottoil governo Prodi.Posso naturalmente sbagliarmi, ma mi farebbe piacere, anzi, credo che farebbepiacere a tutti, sentire qualche voce dai nostri dirigenti nazionali.E’ vero che il silenzio alcune volte è d’oro, ma altre invece è irresponsabile.Speriamo di non dover dire anche noi: “ai posteri l’ardua sentenzaâ€.
 Sergio Verrecchia
GOVERNO. NUOVO PSI: SOCIALISTI IN ALLEANZA RIFORMISTA BERLUSCONI
|
GOVERNO:PRODI NON GETTA SPUGNA,CRISI SI DECIDE IN PARLAMENTO
|
L.ELETTORALE: CALDORO (N.PSI), VOTO ANTICIPATO O REFERENDUM
|
REFERENDUM: CALDORO, SOLUZIONE MIGLIORE ELEZIONI ANTICIPATE
|
NPSI: CALDORO, ANDARE SUBITO ALLE ELEZIONI | |||
|
Forza Italia: in SIcilia il Nuovo PSI èuna forza riformista
Â
Nell’ambito di una serie di consultazioni avviate con gli alleati di centro destra, il Segretario Regionale del Nuovo PSI Ninni Domino, ha incontrato il Coordinatore Regionale e il Capo Gruppo all’ARS di Forza Italia, On. Angelino Alfano e Francesco Cascio. I tre esponenti politici  hanno convenuto di sostenere insieme una politica di riforme di ispirazione liberal-democratica, socialista per la nostra regione per le nostre citta’ anche in ambito istituzionale; quindi durante il vertice si è discusso di una strategia di alleanze che veda insieme Forza Italia e il Nuovo PSI alle prossime amministrative.                                                                                                                   Il Segretario Regionale                                                                                                               Ninni Domino
PROIETTILI PER BERLUSCONI: CALDORO, SOLIDARIETA’ DA NPSI
PROIETTILI PER BERLUSCONI: CALDORO, SOLIDARIETA’ DA NPSI | |||
|
Casini e la 194:l’intervista al corriere della sera
Il leader dell’Udc «Prodi e Bassolino se ne vadano»
«Cattolici, attenti a toccare la legge 194»
Casini: si rischia di peggiorarla, meglio dar retta alla Chiesa. Veltroni? Dica se punta al referendum
ROMA — Ha quattro messaggi da mandare, e molto chiari, Pier Ferdinando Casini. Uno a Veltroni: «Se anziché l’accordo sulla legge elettorale vuole il referendum, lo dica una volta per tutte». Uno a Prodi: «Vogliamo che il suo governo cada perché lo vogliono gli italiani, ma sulle missioni all’estero voteremo sì». Uno a Bassolino: «Sull’emergenza rifiuti deve assumersi le sue responsabilità e dimettersi». E l’ultimo, infine, a quanti nel centrodestra chiedono una modifica della legge sull’aborto: «Attenti, perché rischiamo di farne una peggiore di quella che c’è».
Dunque lei non risponde all’appello del Cardinal Bagnasco e del Cardinal Ruini?
«Tutt’altro. Proprio perché ho capito bene cosa hanno inteso dire, vedo una totale continuità nella politica della Chiesa, che si è sempre opposta alla legge sull’aborto affrontando anche un referendum che l’ha vista schierata per il no. La posizione del Vaticano non potrebbe essere diversa da quella che è. Io mi rivolgo invece agli amici cattolici, per dire di fare attenzione, molta attenzione a come ci si muove».
Qual è il rischio?
«Se si passa dalle parole ai fatti, e cioè alle richieste di modifica della legge in Parlamento, anziché imboccare una strada vincente come è stato sulla fecondazione assistita, rischiamo di fare una bella battaglia di testimonianza ma di finire in minoranza, e alla fine avremo una legge peggiore della 194».
Insomma, meglio lasciar cadere il tema e tenersi la 194?
«Meglio dar retta anche agli esponenti più avveduti della Chiesa, che chiedono di concentrarsi sui punti in cui la legge non è stata applicata – e dunque sì all’assistenza concreta alla donna come avviene in Lombardia – e sui progressi scientifici che permettono di leggere e attuare diversamente la legge che c’è».
La sua è una bacchettata a Buttiglione e Bondi?
«Io sono d’accordissimo con Buttiglione nel merito delle cose che propone, così come capisco che Bondi voglia ritoccare solo le linee guida della legge, ma lo ripeto, attenzione: neanche Bagnasco e Ruini chiedono di cambiare la legge. E’ piuttosto sollevando la questione antropologica del diritto alla vita che, come dimostra l’iniziativa di Ferrara, si possono unire laici e cattolici ».
Veniamo a un tema pure di scontro come la legge elettorale: dopo il rilancio di Franceschini sul sistema francese, c’è ancora possibilità di accordo in Parlamento?
«Continuo ad augurarmelo, ma quello che sta succedendo è veramente incomprensibile, e lo dicono per primi nel centrosinistra. Perché nessuno vieta al Pd di avere la propria bandiera, ovvero il sistema francese, ma è evidente che se ci si mette a sventolarla adesso, si pone un macigno sulla strada delle riforme. E questo proprio oggi che, su un sistema tedesco con sbarramento al 5% come quello che da tempo e per primi proponemmo noi, si potrebbe raggiungere un largo accordo».
Resterebbe però in campo il referendum per cambiare l’attuale legge
«Certo, ma se tutti abbiamo convenuto che è sbagliato questo bipolarismo che obbliga ad alleanze incoerenti e all’ingovernabilità , che senso ha arrivare a un sistema come quello delineato dal referendum che, per accedere al premio di maggioranza, porta alla formazione di due grandi partiti destinati a sciogliersi il giorno dopo il voto? Dov’è la coerenza, il senso?
Se è così, perché pensa che Veltroni voglia il referendum e non un accordo?
«Non lo so, ma se lo spauracchio per non convergere sul tedesco è la rinascita di un partito di centro alternativo alla sinistra che non sia il Pdl, io dico: smettiamola con le paure e facciamo decidere gli elettori».
La mediazione del Vassallum proposta da Veltroni proprio non la convince?
«Non è una mediazione un sistema disegnato per le convenienze di un partito solo. Ma se Veltroni va avanti su questa strada, se ha un retropensiero sul referendum, vedo le elezioni molto più vicine di quanto si creda. Perché al terremoto che il referendum provocherà , si sommeranno i disagi sempre più forti dei Dini, dei Fisichella. La vedo dura per Prodi, che da noi non sarà mai considerato un garante per le riforme e che al contrario combattiamo politicamente, perché è questo ciò che vuole la grande maggioranza degli italiani».
La possibilità di mettere il governo in serissima difficoltà ce l’avreste a portata di mano: a febbraio si vota per rifinanziare le missioni militari italiane, e la maggioranza potrebbe dividersi
«Non fare sconti al governo significa prima di tutto non svendere la propria anima e le proprie convinzioni. La nostra è una storia di moderati e di partito ancorato al Ppe, e dunque non esiste la possibilità di un nostro voto contrario al rifinanziamento delle missioni. Non siamo per la politica del tanto peggio tanto meglio, che umilierebbe l’Italia. E ritengo, spero, che la stessa nostra linea ispiri anche gli altri partiti del centrodestra».
Insomma, la vostra offensiva al governo avverrà su altri fronti?
«Sulla sicurezza, sui rifiuti, sull’economia, sull’energia, ma non certo su un terreno delicato come questo. Quei ragazzi che abbiamo mandato in Afghanistan, in Libano, non possono essere strumentalizzati per le nostre convenienze, non sono carne da macello».
Sul caso Napoli invece cosa chiede al governo?
«E’ un’emergenza nazionale che dovrebbe vedere il governo assumere provvedimenti appunto di emergenza, anche sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali».
Ce l’ha con i vertici istituzionali di regione e comune?
«E’ vero che anche noi dall’opposizione avremmo potuto fare di più, ma lo ha detto anche una figura coraggiosa e integra della sinistra come il presidente della commissione Esteri Ranieri che il tasso di responsabilità più alto in questa vicenda è di chi governa, dunque del centrosinistra. E allora io chiedo e mi aspetto le dimissioni di Bassolino, personalità non banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e dimettersi. Perché non è possibile che con le discariche abusive si siano rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto drammatico in cui siamo oggi».
Paola Di Caro
05 gennaio 2008
ABORTO: NUOVO PSI, NESSUNA MORATORIA CONTRO I DIRITTI DELLE DONNE =
|
Berlusconi e Veltroni si rivolgano agli elettori
La crisi che investe la politica e le istituzioni nel nostro Paese è più profonda di quello che appare. Chi ha la responsabilità di governo o di guida delle maggiori forze politiche sta cercando in questi ultimi mesi di proporre qualcosa di nuovo. Un nuovo più estetico che reale.
Le prime mosse sembrano confuse e dettate più da azioni difensive e di autodifesa che da lucida visione delle cose. Prodi, con indubbia capacità tattica , sostiene la sua fragilissima maggioranza con l’esperienza del vecchio democristiano che galleggia tra le grandi difficoltà senza risolvere alcun problema, sicuro di rimanere l’unica alternativa a se stesso. Veltroni punta alla vocazione maggioritaria del suo PD ed è costretto a prendere il largo dal recinto del vecchio centrosinistra per tentare- almeno sulle regole e la legge elettorale- un accordo con l’opposizione ed in particolare con il partito più forte e con i medesimi interessi. Anche questa mossa appare nel breve difensiva e tesa a rafforzare una personale leadership. Infine Berlusconi, fallito, non per sua colpa, il progetto della cdl ed il tentativo di spallata al governo è stato costretto a rovesciare il tavolo dei vecchi rapporti con gli alleati e a tentare di sfondare, da solo, il muro delle percentuali che consentono se non la autosufficienza almeno qualcosa che le assomigli. Tutto il resto della politica gira e rigira attorno a queste novità con molti mugugni e mal di pancia.
Una prima alleanza dei tre protagonisti si è naturalmente saldata nell’impedire la nascita di un nuovo polo, cosa bianca o altro, che possa mettere in discussione il vantaggio tattico conquistato. Ma il paese e l’opinione pubblica sembrano non credere alle risposte della politica. Il sentimento di protesta e di antipolitica sale pericolosamente. Il cittadino chiede di essere governato e questo non avviene. Si perde competitività e gli ultimi dati eurostat ci danno in netto regresso superati anche dalla Spagna sui dati nella ricchezza pro capite. L’antipolitica è sempre più fuori del palazzo e ne minaccia la stabilità cosi come avvenne nella stagione prima di tangentopoli.
La cosiddetta seconda repubblica non è riuscita a realizzare le riforme istituzionali indispensabili per ammodernare lo Stato. Su questi temi i socialisti sono arrivati prima di tutti. Basta riprendere le relazioni ed i documenti congressuali dal 1978 in poi per leggere tutto quello che si sarebbe dovuto fare per rendere il nostro paese competitivo al passo con le sfide della globalizzazione. Le forze politiche di oggi riusciranno nell’impresa ? Come ho ricordato prima, le mosse iniziali sono più dettate da legittima difesa che da reale approfondimento. Non vi è dubbio che i protagonisti della seconda repubblica hanno un’evidente difficoltà a ritornare sui propri passi dopo che, per più di un decennio, hanno magnificato il neo bipolarismo all’italiana. Se si riparla insistentemente di proporzionale e di allentamento dei vincoli di coalizione non è un caso. Ciò è dovuto al fallimento del concetto di alleanze che né è determinato.
Il punto debole della discussione di questi giorni è che si vogliono superare i nodi politici con strumenti elettorali. Il referendum non è una soluzione, ma non lo sono neppure le proposte presentate in Parlamento sulla modifica della legge elettorale. Il problema è che non si può anteporre questa- la legge elettorale – alla decisione strategica su quale modello istituzionale si vuole dare al Paese. In poche parole la legge in vigore in Germania è funzionale al sistema parlamentare e federale presente in quel paese; cosi come in Francia il modello elettorale è vestito sul sistema semi presidenziale. In Italia invece si parte dalla coda.
Il sospetto che si sia scelta questa strada solo per convenienze di parte è assolutamente legittimo. Ecco perché di fronte ad una sfida cosi alta come quella di fare finalmente una Grande Riforma la scelta non potrà essere quella di sommare debolezze: l’incerto governo Prodi, una maggioranza parlamentare inesistente, un parlamento frammentato e un quadro economico e sociale in declino. Solo un nuovo Parlamento che sia, questo si, legittimato da un mandato popolare su limitate ma essenziali priorità economiche ed istituzionali può essere in grado di garantire la svolta.
Le forze politiche invece di perdere tempo su inutili tecnicismi propongano subito ed insieme al paese e agli elettori- chiunque esca vincitore dalla battaglia elettorale- alcuni temi condivisi sulle regole e sul funzionamento dello stato che saranno affrontati ed approvati con il più ampio consenso all’inizio della nuova legislatura . Non dentro il palazzo ma dai cittadini va cercata la legittimità per governare il cambiamento. Noi del Nuovo Psi sappiamo da che parte stare e quali alleanze condividere ma gli interessi del paese impongono un salto di qualitÃ
Stefano Caldoro
PDL: CALDORO(NPSI),LEADERSHIP BERLUSCONI E RECUPERARE UNITA’
PDL: CALDORO(NPSI),LEADERSHIP BERLUSCONI E RECUPERARE UNITA’ | |||
|