Il Congresso non può non essere che a mozioni, perché dobbiamo sapere dove vuole andare la maggioranza del Partito.

Ho letto il documento di Mauro Del Bue e pur apprezzandone lo sforzo unitario, non posso non rilevarne la debolezza intrinseca perché sull’altare dell’unità mantiene una situazione di estrema ambiguità. Gli appelli ai sentimenti dei compagni non risolvono i nostri problemi. E’ necessario invece, una volta per tutte e in modo netto e chiaro, capire dove vogliamo andare. E questo lo si può decidere solo in un Congresso evitando le continue interpretazioni di comodo. 

Per esempio: Battilocchio si rifà ai padri fondatori che vanno da Turati a Saragat, a Nenni e a Craxi e dà una lettura della loro storia diametralmente opposta a quella che viene data da Mauro e tanti altri. Tutti dicono di essere di sinistra, ma mentre Perini è prigioniero del contenitore ‘sinistra’, altri non sottostanno a questi ridicoli  schieramenti e vogliono operare in ‘mare aperto’ come genuina forza riformista..  

In una parola, se non si supera l’attuale ambiguità, e il Congresso dovrà servire a questo, si finisce per perdere una occasione capace  di fare chiarezza sugli intendimenti del Nuovo PSI, e il risultato sarà identico a quando votati i documenti all’unanimità, a partire dal luglio dell’anno scorso, ognuno vi ha poi dato l’interpretazione che ha voluto. 

Il Partito non può più reggere una situazione simile. Un’unità solo di facciata, con il perpetuare le regole antidemocratiche che lo hanno governato, non serve a nessuno: i risultati grami che il Partito raccoglie nel Paese nascono anche dalle incertezze che ci hanno finora accompagnato. L’unità nella chiarezza, anche se nella diversità, col ripristino delle regole democratiche è quello che ci serve. Ma questo sarà il risultato del Congresso e non di inutili accordi di vertice. 

Non è quindi né giusto, né politicamente corretto tirare per la giacchetta il nostro Mauro che, per quello che abbiamo letto in questi mesi, è lontano mille miglia da chi oggi tenta di accattivarsene la simpatia. A Mauro voglio soltanto dire: un’unità fittizia non serve a niente, sarebbe la tomba definitiva degli sforzi che da anni stiamo facendo per mantenere in vita il nostro piccolo Partito.  

Un’altra strada sarebbe perdente: si continuerebbe a far vivere il Partito in una grave situazione di precarietà. Per questo il Congresso del 23 e 24 giugno è necessario.  

 

                                                                  Giovanni ALVARO

                                               Ex Direzione Nazionale – Reggio Calabria

3 commenti su “Il Congresso non può non essere che a mozioni, perché dobbiamo sapere dove vuole andare la maggioranza del Partito.”

  1. Scrivi qui il tuo commento
    “Ma siamo su scherzi a parte”?
    Sul sito ufficiale del NPSI la commissione di garanzia su richiesta del Segretario nazionale ha spostato il congresso al 7-8 Luglio con un’unica mozione “del Bue”, che poi è la sintesi del “gran pasticcio del NPSI”.

    Luciano Biggio

  2. Non so se volutamente, ma il compagno Biggio dimentica che le decisioni in merito al Congresso sono state assunte dal CN del 31 marzo che ha fissato la data di svolgimento dello stesso al 23 e 24 giugno prossimi.
    E’ vero che con un colpo di mano l’attuale Segretario ha convocato un altro Consiglio Nazionale il 26 maggio, ma gli ricordo che su ricorso mio e di altri due compagni la Commissione di Garanzia ha dichiarato illegittimo ed illegale quella riunione e tutti gli atti conseguenti, inclusa l’elezione di altra Commissione di Garanzia.
    La Commissione di Garanzia che sta regolando i problemi di gestione del Congresso è quella presieduta dal compagno on. Barani, ed essa aveva fissato ad ieri, 5 giugno ore 16, la data massima per presentare altre mozioni. Gli ricordo che la mozione n. 1 (Identità, Autonomia, Questione Liberalsocialista)regolarmente presentata E’ STATA SOTTOSCRITTA DA 144 membri del CN disciolto. Il documento di Del Bue, utilizzato strumentalmente come mozione per ‘L’ALTRO CONGRESSO’ è stata sottoscritta da soli 38 compagni (basta andare sul sito privato della corrente di DeMichelis per accertarsene).
    Oltre a scrivere, inviterei il compagno Biggio a leggere. PURTROPPO NON SIAMO SU SCHERZI A PARTE, perchè c’è chi ha paura del Congresso e sta tentando, disperatamente, a costo di
    far pagare un prezzo salatissimo al Partito di ostacolarne la sua effettuazione che comunque sarà fatto all’Hotel MIDAS il 23 e 24 giugno prossimi.
    NON E’ PIU’ POSSIBILE TERGIVERSARE. BISOGNA USCIRE AL PIU’ PRESTO DALLE AMBIGUITA’. I COMPAGNI VOGLIONO DIRE LA LORO E SAPERE SE LA DIREZIONE DI MARCIA DEL PARTITO COINCIDE CON I PROPRI ORIENTAMENTI RIFORMISTI.
    Di De Martino ne abbiamo avuto UNO e ce ne avanza.

    Giovanni ALVARO

  3. Scrivi qui il tuo commento
    La mia è sola sana innocua “ironìa”.
    Ho letto bene tutto ciò che stà succedendo nel partito e sono “e non è la prima volta che te lo dico” assolutamente d’accordo con te.

    Luciano Biggio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *