LETTERA APERTA di Adolfo Collice al Presidente del Consiglio della Calabria

Egregio Presidente,
nei giorni scorsi, il nostro Capogruppo on. Galati ha ricevuto, a firma del Dirigente Risorse Umane del Consiglio Regionale, una lettera di reiezione della richiesta di attivazione della struttura speciale che è prevista per legge, essendo stato eletto nelle liste del Nuovo PSI ed avendo aderito a detto Gruppo nel quale non figura altro Consigliere (avendo l’on. Stancato abbandonato il Partito per aderire all’UDEUR, e avendo l’on. Racco aderito, prima al raggruppamento ‘I Socialisti’, e successivamente al Partito Democratico, che se non sbaglio è lo stesso dove milita anche Lei).

Mi rifiuto di pensare che il dottor Calabrò abbia deciso autonomamente il contenuto della lettera, perché essendo Ella il Presidente del Consiglio come minimo l’ha dovuta informare dell’iniziativa, a meno che non l’abbia addirittura concordata con Lei. La lettera in questione era accompagnata da un parere redatto dai Consulenti Giuridici della Regione che mi risulta siano addirittura cinque e percepiscono ben 4.000 euro al mese per ‘mezz’ora di presenza alla settimana’ negli Uffici della Regione (così recita la delibera di nomina). Fatte le dovute moltiplicazioni si tratta di un impegno di ben 240.000 euro all’anno (circa mezzo miliardo di vecchie lire) oltre ad eventuali rimborsi spese.

Mi sorprende che dopo i tanti proclami di risparmio o riduzione dei costi della politica Le sia sfuggito questo ruscelletto che fa sparire dalle casse regionali tanto denaro per così poco lavoro. E che lavoro!!! I suoi Consulenti invece di spremersi le meningi, per diversi mesi, per partorire il classico topolino, avrebbero potuto navigare su Internet ed avrebbero trovato alcune sentenze che sono abbastanza chiare in materia di Gruppi consiliari. Io gliene voglio citare solo due oltre a fornirLe un accenno di uno studio redatto sulla riforma del regolamento della Camera dei Deputati.

La prima è una sentenza della Cassazione (n. 3335 del 19.2.2004) che riguarda un processo per mancato pagamento delle prestazioni professionali di un avvocato di Lametta Terme, da parte della Lega Nord. In essa si legge testualmente: “la dottrina pubblicistica, nell’analizzare la natura giuridica dei gruppi parlamentari, ne ha sempre distinto due piani di attività: uno squisitamente ‘parlamentare’ in relazione al quale i gruppi costituiscono gli strumenti necessari per lo svolgimento delle funzioni proprie del Parlamento….; l’altro, più strettamente politico, che concerne il rapporto, ‘molto stretto, ed in ultima analisi di subordinazione’, del singolo gruppo con il partito di riferimento;….

La seconda è una sentenza della Corte Costituzionale (n. 4 del 12.4.1990) che riguardava un contenzioso in materia di gruppi consiliari tra lo Stato e le Regioni Liguria e Toscana. In essa si legge testualmente, al punto 2.1: “E’ opportuno ricordare che i gruppi consiliari sono organi del Consiglio Regionale, caratterizzati da una peculiare autonomia in quanto espressione, nell’ambito del Consiglio stesso, dei partiti o delle correnti politiche che hanno presentato liste di candidati al corpo elettorale, ottenendone i suffragi necessari alla elezione dei consiglieri. ….

La terza citazione è tratta da ‘La riforma del regolamento della Camera dei Deputati’ introdotto dal prof. Fulco Lanchester, il cui resoconto è stato redatto dai dott.ri Claudia Di Andrea e Paolo Zuddas. In esso si legge: “I gruppi parlamentari sono le proiezioni, in seno alle Camere, dei Partiti organizzati nel Paese. … Se, in altri termini, il gruppo parlamentare è la proiezione in Parlamento del partito, e se il partito è quella associazione che….. ha un idem sentire de Repubblica, …… occorre che il gruppo parlamentare corrisponda e aderisca in modo preciso al partito politico così come si è individuato nello svolgimento e nei risultati del procedimento elettorale”.

Orbene, Signor Presidente, se i Gruppi sono espressione dei partiti, per quale arcana questione Lei non ha voluto considerare per nulla la mia lettera con la quale La informavo che Racco e Chieffallo non facevano più parte del Nuovo PSI, per loro espressa dichiarata decisione, e che quindi non potevano costituire il gruppo con le insegne di un partito che non era più il loro, e con tutti gli appannaggi del caso? E per quale ragione non ha voluto tenere conto della dichiarazione fattaLe il 31 agosto scorso dall’on. Galati con la quale La informava che, essendo subentrato a Chieffallo, si iscriveva al Gruppo del partito sotto le cui insegne era stato eletto, e cioè il Nuovo PSI? E perché infine non ha voluto tenere conto dell’ultima lettera inviataLe con la quale la informavo che nel Gruppo Nuovo PSI, c’era soltanto Galati e nessun altro?

Presunzione, prevaricazione, abuso di potere? Non mi interessa più saperlo. Che le cose vadano come devono andare. Un problema è certo: tutti quelli, politici o dirigenti regionali, che sono responsabili di questa situazione devono riflettere seriamente perché di certo potrebbero pagarne le conseguenze.

Peccato, Signor Presidente, che, data la scorrettezza con la quale si è rapportato al sottoscritto ed al Partito che rappresento, debba salutarLa senza alcuna affettuosità.

dr. Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

Cosenza 29.11.2007

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *