NO, NON SIAMO IN FASE DI SMOBILITAZIONE

Leggo, sempre più spesso, dichiarazioni di militanti socialisti che, dopo gli ultimi risultati elettorali e la splendida vittoria dell’aggregazione riformista moderata guidata da Silvio Berlusconi, ormai si sentono in dirittura d’arrivo verso il Partito delle Libertà e pensano allo scioglimento ed all’abbandono dei nostri simboli, con l’adesione piena al PdL.

Mi sembra che si stia correndo troppo, ben sapendo che scelte di questo tipo, se devono essere assunte, devono essere decise da un Congresso Nazionale, fermo restando che se qualcuno si è stancato (perché magari pensava ad un percorso trionfale e senza ostacoli) può decidere autonomamente di traghettare verso i lidi che più considera opportuni (lo hanno fatto migliaia di socialisti –a destra e a sinistra- non sarà uno scandalo che lo facciano altri). Noi, comunque, non saremo fra di essi e ancoriamo le nostre scelte alle decisioni congressuali del Midas del 2007: adesione ad una Federazione di moderati, e difesa della nostra autonomia e della nostra identità.

Quella scelta (quella del Midas che ha consacrato Stefano Caldoro a Segretario Nazionale) risponde comunque a scelte politiche irreversibili, perché frutto di una diversa visione della società italiana, delle sue esigenze e dei modi per affrontarle. Essa non necessità di ‘sacrifici’ ma di chiare e salde scelte politiche come quelle che, in questi anni, abbiamo saputo assumere.

Guai a mollare la spugna proprio nel momento in cui trionfa il riformismo liberal-socialista; proprio ora che anche il Governo Berlusconi si fortifica di capacità e di intelligenze craxiane attraverso il pieno utilizzo delle risorse che il riformismo ha saputo ‘allevare’ (Tremonti, Sacconi, Frattini, Cicchitto, Moroni, Boniver, Stefania Craxi, ecc.); proprio ora che, in assenza dell’imbroglio Costituente, il Nuovo PSI può diventare reale punto di approdo per un popolo socialista allo sbando e che, in assenza di chiara simbologia socialista, rischia di far aumentare le percentuali dell’astensionismo.

Il concomitante voto amministrativo delle settimane passate (con gli splendidi risultati conseguiti nelle realtà dove abbiamo avuto il coraggio di misurarci) sono la prova provata di quanto spazio esiste per continuare la nostra azione. Siamo stati e continueremo ad essere elementi di stimolo e di pungolo nei confronti dei nostri alleati che, purtroppo, non sono solo Berlusconi e Fini, ma anche centinaia di dirigenti periferici, nelle Regioni e nelle province, spesso e volentieri abbastanza chiusi e con poco respiro politico. Non è che questi dirigenti cambieranno atteggiamento sol perché gruppi ‘sfiduciati’ di quadri socialisti decideranno di confluire nelle loro fila. Anzi continueranno a mantenere un atteggiamento di sufficienza ed esclusione che tanto manda in bestia i nostri quadri provinciali.

Ed allora basta con la sfiducia e il malessere che è anche frutto dell’amaro in bocca per le vicende legate alla composizione dell’Esecutivo, perché c’è molto da lavorare. E questo lo si può fare da qualunque postazione. Io preferisco continuare ad utilizzare quella del Nuovo PSI.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 11.5.2008

2 commenti su “NO, NON SIAMO IN FASE DI SMOBILITAZIONE”

  1. Ben detto !!! Ottima inserzione.
    W i socialisti riformisti e liberali del nuovo PSI.
    W l’Italia.
    W la Calabria.

  2. I Socialisti del Garofano Rosso hanno il dovere/impegno morale di portare avanti a testa alta una storia gloriosa cominciata più di un secolo fà.
    Anche nelle Marche ferve l’attività della base socialista in attesa di una nostra forte rinascita.
    W il socialismo riformista!
    W l’Italia
    Teniamo duro cari Compagni!
    Evviva il rosso garofano!
    Aldo Frova
    aldofrova@hotmail.it

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