FEDERALISMO, CONTRORDINE COMPAGNI

FEDERALISMO, CONTRORDINE COMPAGNI

Dopo mesi e mesi di allarmismo irresponsabile per l’unità d’Italia, e la stessa ‘sopravvivenza’ del Mezzogiorno; dopo un vergognoso periodo di ‘dagli all’untore’ contro il PdL e la Lega colpevoli, il primo di aver assecondato gli obiettivi leghisti sul federalismo, e la seconda di perseguire l’inconfessabile distruzione dello Stato unitario nato dal Risorgimento italiano, è arrivato il famoso CONTRORDINE COMPAGNI che mette in difficoltà lo sbandato popolo di sinistra che adesso deve, nel migliore dei casi, ‘aggiornare’ il proprio armamentario propagandistico, ma nel peggiore, restare frastornato ed essere incapace di uscire dalla rete dove s’era messo, non sapendo più che pesci prendere.

Il contrordine è arrivato improvviso e inaspettato con la votazione al Senato che ha varato il primo SI’ al federalismo con 156 voti a favore, 6 contrari e ben 108 astensioni che guarda caso sono dei senatori del PD e, meraviglia delle meraviglie, anche dell’IDV di Di Pietro. Dov’è andato a finire il livore antilega e la difesa del Mezzogiorno? Volatilizzati immediatamente, scomparsi come il buco dell’ozono, perché l’incivile propaganda di chi, incurante del ridicolo, cavalcava qualsiasi problema pur di dare addosso al Cavaliere nero, ossia a Silvio Berlusconi, è come le bugie, avendo le gambe cortissime.

Si attendono, comunque, le necessarie risposte anche perché c’è chi giura che l’essersi astenuti non è che un tentativo disperato di agganciare la Lega per ripetere il ribaltone di tanti anni fa. Ma alla fine hanno solo dimostrato, PD e IDV, con quanta spregiudicatezza fanno ‘politica’ (sic!). Non si può, infatti, sull’altare del potere, da raggiungere ad ogni costo, sacrificare valori e ideali come quelli dell’unità d’Italia. Perché se erano convinti di quanto affermavano è semplicemente assurdo arrivare alla liquidazione determinando il ‘contrordine compagni’. Se così non fosse, è altrettanto grave, perché hanno solo dimostrato la falsità della loro propaganda e la strumentalità delle loro posizioni costruite per tentare un effimero consenso.

Dispiace la scelta dell’UDC che, votando contro, ha dimostrato cecità e corto respiro. Non si diventa rappresentanti del Mezzogiorno sventolando, ad ogni piè sospinto, la bandiera del sud, e utilizzando ogni occasione per distinguersi. Non basta la ricerca spasmodica di argomenti per ritagliarsi uno spazio, né basta pensare d’averlo trovato (e ne sono veramente convinti tanto da lanciare l’idea di un referendum!) per ottenerlo ed occuparlo. Sono solo illusioni, perché le scelte senza respiro politico si pagano, sia individualmente che collettivamente.

E si pagano anche perché il federalismo è di casa in Europa (dalla Svizzera, alla Germania) e col federalismo non è successo nulla di traumatico. L’UDC, che vuole apparire sempre prima della classe, sa che il federalismo (non la secessione) è stato un obiettivo di tutto il PdL teso a costruire strumenti nuovi, con il federalismo fiscale e solidale, per aumentare la corresponsabilità e battere, anche, le zone di evasione fiscale che sottraggono ingenti risorse alla collettività e non trovano soluzione, come l’esperienza insegna, senza un diretto e interessato controllo popolare.

Il Nuovo PSI, che non ha rappresentanti al Senato ma ne ha solo due alla Camera, non si tirerà indietro sulle scelte federaliste, ed eviterà la ricerca dell’esposizione mediatica, tra l’altro solo per qualche giorno, per riconfermare le proprie scelte di campo. Lo farà pienamente convinto del percorso che era dell’intero PdL e non solamente della Lega. All’esposizione preferirà, certamente, la politica.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria, 26.1.2009

2 commenti su “FEDERALISMO, CONTRORDINE COMPAGNI”

  1. In tutta Europa gli sbarramenti vanno dal 3 al 4 ed al 5%. Dov’è lo scandalo? Se i piccoli riescono a malapena ad attrarre meno dell’1% bisogna avere il coraggio di prenderne atto. A marzo, pur mantenendo un minimo d’organizzazione, si confluirà nel PdL . Attardarsi su altre ipotesi è una specie di perdita di tempo. Bisogna aggregarsi secondo valori (non quelli di di pietro) condivisi, quali: Libertà, democrazia, tolleranza, garantismo.

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