IL CHIODO FISSO DELLE DIMISSIONI DI BERLUSCONI

Per giorni la sinistra ha ‘lavorato’ a far passare la tesi della necessità delle immediate dimissioni del premier così come aveva fatto l’ex Governatore del Lazio, Piero Marrazzo. Per giorni Rosy Bindi, la news entry Serracchiani, Repubblica, l’Unità, Il Fatto e via via a scendere fino all’ultimo militante che, ormai allevato all’odio viscerale per il nemico, si è fortemente prodigato a inviare SMS ai propri amici con preghiera di effettuare la solita catena di S. Antonio con la richiesta di uscita di scena di Silvio Berlusconi. Per giorni hanno teso a costruire la loro ‘verità’ sui due episodi che hanno interessato Marrazzo e Berlusconi.

Alla fine hanno dovuto buttare la spugna, ad eccezione di qualche soldato giapponese come Padellaro. Non reggeva per nulla l’accostamento. Il Marrazzo, con moglie e prole, è andato volontariamente a incontrare transenssuali, a consumar cocaina, a tener nascosto l’eventuale ricatto, a negare decisamente nella prima fase l’accaduto (è una bufala, è un complotto, parleranno solo i miei legali, stanno tentando di incastrarmi), mentre Berlusconi, separato dalla moglie, ha fatto sesso con una donna che, arrivata a casa sua armata di registratore e telefonino, aveva il semplice e chiaro obiettivo di volerlo e doverlo ‘sputtanare’.

Marrazzo sapeva del trans, Berlusconi ignorava la qualifica di sgualdrina della D’Addario. Le non dimissioni di Marrazzo sarebbero state, quindi, inconcepibili e ingiustificabili, come inconcepibili e ingiustificabili sarebbero state le dimissioni di Berlusconi per assoluta mancanza di motivazione. Sarebbero state, infatti, un grandioso regalo ai pasdaran dell’odio e a quanti avevano architettato il trappolone, ma un danno enorme per l’intero Paese.

Ed allora, senza soluzione di continuità, avanti con ‘altro’ e, quindi, proclamano ai quattro venti: “Berlusconi, senza lodo Alfano, deve dimettersi perché, senza bisogno dello svolgimento dei propri processi, va considerato reo dato che l’avvocato Mills è stato condannato”, facendo finta di ignorare che la sentenza Mills non è ancora passata in giudicato, e che sull’intero processo pesa, come un macigno, la vicenda prescrizione, la cui scadenza è fissata a marzo 2010 per lo spostamento della data dalla quale conteggiare i termini previsti dalla legge.

La Magistratura di Milano per conteggiare i termini di scadenza, infatti, ha fatto questo ragionamento: il reato (falsa testimonianza di Mills) sarebbe stato commesso nel 1998, ma il pagamento (per la falsa testimonianza) sarebbe avvenuto nel 2000, ergo il conteggio dei termini parte dal 2000. E’ opinione diffusa che si tratti di un marchingegno per evitare la prescrizione ed arrivare alla conclusione magari, secondo la sinistra, ‘sfasciando’ (vecchio verbo dipietresco) il premier. Ma la legge non è uguale per tutti? Il rifiuto del lodo Alfano non è stato costruito su questo assunto? E la falsa testimonianza, se c’è stata, non è reato indipendentemente dal successivo pagamento?

Ma anche considerando i nuovi tempi della prescrizione, che a causa del lodo Alfano erano congelati, la scadenza definitiva, per Berlusconi, si è spostata a giugno 2011. E’ chiaro, e lo avevamo già scritto in un precedente articolo, che la velocità usata per Mills (altro primato Guinness: in sette mesi 1° e 2° grado di giudizio) non potrà essere usata per Berlusconi perché bisogna rispettare l’agenda degli impegni istituzionali del premier. Nel lasso di tempo che intercorre da oggi alla scadenza dei termini, al massimo, si potrà avere la sentenza di primo grado.

Sapendo ciò, ed avendo capito, in ritardo, che la battaglia contro il lodo Alfano è stata una vittoria di Pirro (“non riescono a vedere aldilà del proprio naso”) si buttano a reclamare le dimissioni di Berlusconi senza le quali la speranza di conquistare il potere è rinviata a fine legislatura. Ma sono stati gelati dalla dichiarazione di Berlusconi che senza tentennamenti ha dichiarato, quanto volevano sentire i cittadini italiani: non mi dimetterò anche in presenza di una condanna. Ha omesso di aggiungere: politica.

Giovanni ALVARO
Reggio Calabria, 3.11.2009

Un commento su “IL CHIODO FISSO DELLE DIMISSIONI DI BERLUSCONI”

  1. E’ necessario un momento di tregua nella società contemporanea/moderna per realizzare presto le riforme necessarie per il Paese coerenti con la nostra identità socialista.

    Che le feste natalizie portino quel momento di riflessione necessaria per smorzare i toni.

    Auguro a tutti un sereno Natale perchè si possa tornare a costruire quel buon governo fortemente necessario al Paese.

    Buone Feste.
    Aldo Frova

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