BAFFINO ‘PERDE IL PELO…’ ANCHE SE SARA’ Mr. PESC

Che la candidatura di Baffino, a Ministro degli Esteri dell’Europa, sia debole e difficilmente realizzabile nulla toglie alla intelligente scelta di Silvio Berlusconi di esprimere il sostegno del Governo italiano che non è, comunque, un atto dovuto come sostiene il novello Segretario del PD, Pier Luigi Bersani che pontifica con un incredibile “Sarebbe strabiliante che il nostro Governo non si mettesse in una posizione d’appoggio, perché questa nomina sarebbe una cosa di grandissimo prestigio per l’Italia”.

Ragiona così il Bersani perché il candidato è D’Alema, ma non badava al prestigio dell’Italia quando c’era da buttar fango sul nostro Paese facendo sponda ad una serie di giornali stranieri, che per mesi hanno praticato
lo sport dell’antiberlusconismo, con l’obiettivo di attaccare il premier e con il risultato di sputtanare il nostro Paese. No, non sarebbe stato strabiliante una posizione diversa sulla candidatura del ‘lider maximo’ del fu PCI-PDS-DS-PD perché chi usa moneta falsa deve mettere in conto che, normalmente, potrà essere ripagato con la stessa moneta.

Il non seguire questa logica dimostra la grandezza del nostro Premier e la validità del giudizio, che si da su di lui, di vero statista: non farsi condizionare dai problemi dell’orto di casa, e “se ti odiano, a non lasciarsi prendere dall’odio” come scriveva Rudyard Kipling, in quella memorabile poesia dedicata al proprio figlio.

Se avesse seguito un’altra strada, nessuno, neanche Bersani, o il già dimenticato Franceschini, potevano dire nulla. E non solo per le vicende di casa, per la sistematica campagna di odio, per l’acredine e la volgarità degli attacchi subiti, o per semplici scelte di parrocchia, quelle stesse che sono sempre state alla base delle miopi scelte della cosiddetta sinistra, ma anche per la diversa visione dei problemi del mondo.

Quelle visioni che hanno portato, per esempio, proprio D’Alema a considerare giusta la guerra e i bombardamenti ‘intelligenti’ alla Serbia, e non giusta la guerra all’Iraq con la giustificazione che in Serbia c’era da liquidare il despota Milosevic che stava massacrando gli albanesi del Kossovo (o c’era dell’altro?), e dimenticando che razza di despota era Saddam e i massacri attuati contro il proprio popolo. O, ancora, ad amoreggiare con Hezbollah ed Hamas e quindi, tenendosi alla larga da Israele accerchiato da Stati canaglia e che l’Iran dichiara continuamente che deve farla letteralmente scomparire. O, ancora, le diverse posizioni sull’immigrazione e sull’Islam che cozzano con gli accordi del Governo italiano con la Libia.

Berlusconi, però, sa che queste posizioni dovranno essere accantonate perché il Ministro degli Esteri dell’UE deve tener conto degli orientamenti della maggioranza dei Paesi che la compongono, e Mister Pesc non deve assumere posizioni personali ma deve tenere conto degli orientamenti di chi lo esprime nel ruolo che gli potrà venire assegnato. Un diverso atteggiamento farebbe scattare elementi di netta e chiara incompatibilità.

Il Premier, però, non si illuda su un diverso atteggiamento del PD nei suoi confronti, né in un diverso atteggiamento anche dello stesso D’Alema. Non tanto perché ha già dato prova di quanto consideri importante la ‘riconoscenza’ nei confronti di chi lo aiuta. Ieri daCraxi ‘usato’ per entrare nella grande famiglia del PSE e subito dopo considerato il solito nemico da ‘abbattere’, ed oggi da Berlusconi. Illudersi è da ingenui anche perché il nostro Baffino per rintuzzare le critiche che gli stanno cadendo addosso, anche se dovesse incassare l’eventuale nomina, diventerà tra i più feroci antiberluscones per dimostrare che non si è fatto condizionare, per nulla, dall’aiuto di Silvio Berlusconi e del suo Governo.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 1.11.2009

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