LE DICHIARAZIONI DI DUE O TRE MAFIOSI NON SONO PROVE

di Giovanni ALVARO – Le ultime vicende politiche, con la sconvolgente e vergognosa aggressione a Silvio Berlusconi, e le altrettante vergognose dichiarazioni di alcuni campioni della civiltà e della democrazia a senso unico, come Antonio Di Pietro, Rosy Bindi, Marco Travaglio e Sonia Alfano, hanno fatto passare in secondo piano il teatrino giudiziario sulla mafia e sui pentiti. Ma credo sia necessario riprendere il filo di alcuni ragionamenti che stanno alla base di possibili e necessarie riforme nel settore della giustizia del nostro Paese, proprio adesso che, forse, si avvierà la fase realizzativa.

Ed allora partendo delle deposizioni di Filippo Graviano e Cosimo Lo Nigro, che hanno avuto, e non poteva che essere così, solo un valore mediatico indifferentemente dalle cose che i due potevano dire, va rilevato che se avessero confermato la versione di Spatuzza il can can mediatico, il teatrino di Annozero e l’aggressività delle dichiarazioni degli anti (quegli stessi che hanno avvelenato l’Italia con la conseguente aggressione al presidente del Consiglio) avrebbero ripreso alla grande rendendo il premier, come minimo, una specie di anatra zoppa. E soprattutto ci sarebbero stati gli alleluia gridati ai quattro venti sulle dichiarazioni che erano state riscontrate, anzi pienamente riscontrate. Nulla di più falso.

Infatti le conferme di un altro mafioso, magari di ‘grado’ superiore al primo dichiarante, hanno un rilievo solo mediatico, e non possono essere considerati riscontri e quindi prove. I riscontri e le prove sono ben altra cosa. Se così non fosse la vita di ognuno di noi sarebbe alla mercé delle dichiarazioni di due o tre affiliati alle organizzazioni mafiose, e questo liquiderebbe non solo lo stato di diritto, ma la stessa democrazia perché PM infedeli alla collettività, ma fedelissimi ad una ideologia, potrebbero manovrare come meglio gli aggrada le loro dichiarazioni. Dire che bisogna avere fiducia nella Magistratura, oggi, lascia il tempo che trova: fidarsi, infatti, è bene, non fidarsi è meglio.

Né ci si può fidare delle dichiarazioni di questi mafiosi che scoprono il pentitismo con le ricadute pro domo loro, di questi stinchi di santo e fior di galantuomini che, per quantità ed efferatezza dei loro crimini, possono entrare nel Guinness dei primati. Del resto dichiarazioni infedeli ce ne sono a iosa, e non c’è bisogno di ricorrere all’abusato Pellegriti (falso pentito stroncato da un vero magistrato qual’era Falcone), o al pentito di Via D’Amelio, quel Vincenzo Scarantino, sulle cui dichiarazioni si sono imperniati i tre processi Borsellino, con la distribuzione di ergastoli a gogò, passati al vaglio della Cassazione e quindi in giudicato, per averne la conferma.

Anche per quei processi, quanto dichiarato da Spatuzza è la verità o le sue sono semplici ‘minchiate’? Spatuzza ha dichiarato che le cose erano andate diversamente da quanto verbalizzato da Scarantino, ma agli investigatori non serve una nuova versione della strage, quanto avviare percorsi che possano arrivare a ‘svelare il terzo livello’. Su quest’altare, mediaticamente parlando, bastano le dichiarazioni di pentiti e non c’è bisogno né di prove, né di veri riscontri.

Da questa strada si arriva a liquidare lo stato di diritto, la presunzione costituzionale di innocenza, e si ottiene il massacro del malcapitato, che non è mai un illustre sconosciuto, ma è quasi sempre un avversario politico che, nella logica ideologizzata ancora esistente, intralcia il processo ‘rivoluzionario’ e, anche per questo, va messo fuori gioco.

C’è chi ha preso alla lettera il messaggio e ha deciso di passare dalle parole ai fatti: prima con l’invettiva, poi col treppiedi, quindi con il lancio di statuette, e poi… ma mai, e poi mai con le idee, coi programmi, con le proposte, anche perché questi mancano totalmente. Il vuoto più assoluto. E, normalmente, il vuoto tende a riempirsi anche se con quello che passa la chiesa: odio, invidia, disprezzo.

Giovanni ALVARO
Reggio Calabria, 17.12.2009

Un commento su “LE DICHIARAZIONI DI DUE O TRE MAFIOSI NON SONO PROVE”

  1. Mi auguro che il prossimo anno possa portare a quelle riforme condivise e necessarie per tutto il Paese.

    E’ necessario abbassare/moderare i toni perchè altrimenti si rischia di imboccare il vicolo cieco.

    Colgo l’occasione per augurare a tutti i naviganti socialisti un sereno 2010.

    Aldo Frova

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