Alvigini di Padova:COSI’ RINASCE IL P.S.I.?

  

Il capo-famiglia che annunciasse ai propri famigliari: “abbiamo comprato casa!” non potrebbe sottrarsi a domande quali: dove? Con quali vicini? E, soprattutto, quale casa?

Gianni De Michelis da troppo tempo sembra disattendere uno dei pilastri fondanti della natura socialista: il dialogo con la base, la condivisione con i sostenitori del partito di una linea politica.

Il che non è un appunto di poco momento, non solo visti i frutti disastrosi raccolti in questi ultimi anni, ma soprattutto considerando che oggi, più che mai, gli iscritti al Nuovo PSI non possono che essere considerati di provata fede ed interessati solo all’idea.

Formulata questa premessa metodologica, appare evidente che la casa nella quale ci viene prospettato l’ingresso, non è nemmeno definita nei sui tratti essenziali, quasi che la ricerca dell’unità socialista possa prescindere dall’unità delle idee dei socialisti.

I manovratori della riunificazione provengono da esperienze diverse ma tutte comunque negative, e paiono più interessati alla ricerca di una improbabile sopravvivenza che alla rifondazione di un polo laico e socialista degno di tal nome.

Nessuno vuole seppellire oltre 100 anni di storia del partito, anzi, se ancor oggi siamo qui a discutere ed a lottare è proprio perché siamo figlia di tanto passato.

Ma è esattamente perché non siamo nati ieri che possiamo permetterci di ignorare il mutamento dei tempi, lo scenario che la società civile italiana offre oggi, il contesto politico in cui si intende comparire ed incidere.

Dopo i post-comunisti, gli ex democristiani, ed i vari “pentiti”, si rischia di dar vita ed un partito che poco o nulla ha da dire di nuovo.

Senza un progetto politico attuale, moderno, in assenza di un linguaggio accessibile al giovane elettore, discettare di riunificazione socialista rassomiglia ad un vuoto esercizio di retorica politichese.

In presenza di questo bipolarismo, sotto il vigore dell’attuale legge elettorale non può esservi spazio alcuno per una componente laico-socialista.

Nulla viene ipotizzato nemmeno circa le possibilità, tutte da verificare, si intende, di aprire il nuovo partito anche ai tanti laici non strettamente socialisti (repubblicani, socialdemocratici, liberali, radicali e così via).

In buona sostanza: la prima mossa da fare non può che consistere nella presa di distanza ( che lo Sdi non fa ) dall’attuale governo per assumere una posizione terza, indipendente e manovriera; lavorando nel contempo per la concentrazione di tutti i potenziali interessati ad un vero polo laico-socialista, cui dar corpo attraverso una previa concertazione politica.

Il futuro è dei giovani e con i giovani; il nuovo soggetto politico che va delineandosi non può somigliare ad una adunata di reduci bastonati, animati dal desiderio di rivincita.

Occorrono idee nuove ed uomini nuovi.

A tale obiettivo bisogna mirare, superando tatticismi di scarso respiro, di breve vita e di miope ottica.

Cominciamo con il riunirci e discuterne.

 

Paolo Alvigini

Membro Direzione Provinciale Padova

Pubblicato da

Redazione

La redazione di Pensiero Socialista

Un commento su “Alvigini di Padova:COSI’ RINASCE IL P.S.I.?”

  1. E’ giusto. La ripartenza del nostro Partito in modo unitario non può che avvenireal di fuori dei due poli, quindi con la decisione di Boselli di uscire dal governo Prodi e conseguente collocazione dello SDI in area autonoma. Ovvio che analogo processo deve avvenire anche per noi. Senza questo primo passo non si va da nessuna parte perchè significa che i nostri dirigenti altro non pensano che cercare padrone e collocarsi personalmente su qualche scranno. Per aver passato 15 anni di umiliazioni, sacrifici e rinunce mi sembra un progetto veramente miserevole. Costanzo Cuccuru – Segretario prov. Alessandria

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