L’avvio di un’indagine, da parte della Procura della Corte dei Conti, con l’ausilio della Guardia di Finanza, presso il Consiglio Regionale della Calabria, è una notizia che, pur non facendoci gioire per le conseguenze che potrà determinare, è politicamente positiva perché, come minimo, pone un freno a chi si pensava d’essere il padrone assoluto dell’Istituto Regionale.
Dispiace, purtroppo, che l’Ufficio di Presidenza nel suo complesso e gli stessi dirigenti regionali non siano stati capaci di prendere le distanze da chi si è vestito di onnipotenza confondendo la res pubblica con la res privata, e da chi ha pensato che con l’arroganza, la prepotenza e gli abusi di potere si potesse diventare grandi dirigenti, e non con il rispetto pieno delle regole e delle norme.
A chi oggi sostiene che si “può discutere sulla moralità si alcune prassi, ma non sulla loro legittimità â€, vorremmo chiedere se era legittima la struttura speciale consentita al duo Racco-Chieffallo sotto il nome di Nuovo PSI avendo gli stessi abbandonato quel partito per averne fondato un altro. Ed anche quando l’on. Chieffallo è stato dichiarato decaduto ed è subentrato al suo posto l’on. Galati, se era non solo politicamente, ma anche legalmente, oltre che moralmente, possibile che il Nuovo PSI potesse avere un Capogruppo aderente ad altro Partito (guarda caso lo stesso del signor Presidente) mentre l’altro componente aderisce ad altro schieramento. Sulla questione l’avv.to Catanzariti (Segretario de I Socialisti) chiosava sull’assurdità di un Gruppo BIPOLARE.
La comunicazione all’on. Galati del rifiuto a riconoscerlo Capogruppo avviene per lettera firmata da un Dirigente che, a convalida della decisione, allega alla missiva un parere dei cinque Consulenti giuridici del Presidente con il quale si sostiene, assurdità giuridiche (!!!!), che essendo già formato il Gruppo non si poteva modificarne la direzione. Nascondersi dietro un parere, pur prestigioso (sic.!), non assolve dalle responsabilità che la legge attribuisce ai dirigenti pubblici.
E’ ora che chi non ha interessi politici da difendere abbia il coraggio di tirarsi fuori, prendendo le distanze da scelte cervellotiche. Sul periodo precedente sarà la Corte dei Conti che deciderà se c’è stato o meno sperpero di denaro pubblico. Dopo l’entrata in Consiglio di Galati, pur non essendoci sperperi erariali, si registra un danno ad un Partito di cui risponderanno dinanzi alla Magistratura tutti i responsabili, nessuno escluso.
Segreteria Regionale Calabrese Nuovo PSI
Cosenza, 21.11.2007
