PD: Fassino, entrino anche i socialisti

(AGI) – Roma, 5 apr – Con i Socialisti italiani di Bobo Craxi “c’e’ una assoluta affinita’ di analisi dell’Italia e dei suoi problemi e quindi io mi auguro che questo dibattito proseguendo possa far si che quel mondo che si richiama all’ esperienza e alla tradizione socialista possa essere parte insieme ai ds, alla Margherita insieme al mondo ambientalista e insieme a tanti altri nella costruzione del Partito Democratico che per altro noi non l’abbiamo mai pensato come semplice somma tra Ds e Margherita ma come un processo largo, aperto , rivolto a milioni di donne e di uomini che si sono riconosciuti in questi anni nell’esperienza dell’Ulivo”. Lo afferma il segretario Ds, Piero Fassino, in una intervista al Gr Rai.
C’e’ chi parla di fusione a freddo nella costruzione del nuovo partito ? Fassino: “Penso che sia una accusa priva di fondamento . Io giro l’Italia da mesi e mesi, trovo ovunque una partecipazione molto forte, calore e passione, voglia di esserci. Credo che abbiamo gia’ fatto molti passi sul cammino della costruzione del partito democratico e altri dovremo farne”.
Sono usciti dei sondaggi che danno il partito democratico al 25 % ? Fassino: “Il problema non e’ quello di sentire i sondaggi. Noi siamo impegnati in due grandi sfide: la costruzione del partito democratico e la sfida del governo del paese. Quanto meglio saremmo capaci di onorare queste due sfide tanto piu’ raccoglieremo voti”.(AGI) Red/Mal 051000 APR 07

No all’autodistruzione. Giovanni Alvaro

Non so se per autolesionismo o solo per cecità politica, si continua a parlare della riunione del CN del 31 marzo come di una riunione dominata da una banda minoritaria ma ben addestrata e organizzata di ‘criminali’ impegnata a imporre la propria volontà con la forza. Il messaggio che si è teso a diffondere, gridando fin dal primo momento ‘all’untore’ è stato quello di mistificare ciò che è avvenuto per delegittimare ruoli e status dirigenziale di molti nostri compagni.

L’obiettivo era ed è chiaro: minare un loro eventuale nuovo utilizzo, o tentare di condizionarne le loro scelte politiche, per perpetuare lo status quo dell’attuale gruppo dirigente. Lo si è fatto subito contro Stefano Caldoro, e successivamente (vedi ad esempio l’intervento di Catrambone) contro Mauro Del Bue e Lucio Barani non appena essi hanno espresso senza giri di parole le loro opinioni che non accreditavano la versione adulterata dei fatti e facevano fare piazza pulita delle falsità distribuite a iosa ai mass media che tanto ci amano, e soprattutto chiedevano a chiare lettere il rispetto del deliberato del Consiglio Nazionale.

Perché questa scelta? A che serve distruggere quel poco che questo partito ha? Una parte di dirigenti, infatti, dovrà passare la mano, se non altro, per l’età (la natura in questo sarà inesorabile), ma un’altra parte la si vuole distruggere prima ancora di poterla sperimentare pienamente. Se molti compagni impegnati allo spasimo nell’attuale scontro verbale sul sito si muovono con atteggiamento cortigiano che determina cecità politica, non si comprende il silenzio di chi potrebbe fermare l’autodistruzione ma non lo fa. Siamo forse dinanzi al ‘muore Sansone con tutti i filistei’?

Ma sperando che… domani è un altro giorno…, veniamo ai punti del deliberato votato il 31 marzo, perché comunque bisogna operare per salvare il salvabile. Essi sono, per importanza e nell’ordine:
a) presa d’atto del tesseramento nazionale approvato dalla Commissione per il tesseramento;
b) nomina del tesoriere nella persona dell’on. Barani;
c) convocazione del Congresso Nazionale per definire la linea politica e le necessarie modifiche statutarie;
d) nomina della Commissione per il Congresso;
e) scelta di affidare alla detta Commissione il coordinamento delle comunicazioni congressuali ed infine
f) scioglimento degli organismi statutari che restano però in carica per l’ordinaria amministrazione.

Su questo deliberato del Consiglio Nazionale il voto contrario espresso dalla sala è stato di soli 5 voti (si vede chiaramente nel filmato messo improvvidamente in onda l’on. Del Bue con la mano aperta che indica il numero dei voti contrari). E allora delle due una. O in sala i favorevoli era meno di 5 (ed allora hanno ragione quelli che hanno parlato di minoranza prevaricatrice), o erano la stragrande maggioranza come lo stesso Pizzo ha chiarito chiudendo la votazione. Bisogna ricordare che in sala c’erano oltre duecento compagni che hanno salutato il deliberato come la fine di un incubo, o almeno così speravano.
Questa è la verità. Ciò che è avvenuto dopo si inquadra nell’autodistruzione di cui parlavo prima. E parlo del veleno scaricato addosso ai compagni napoletani additati al resto dei socialisti d’Italia come la peste da cui fuggire. Qualunque persona di buon senso, però, capisce che la ribellione registrata al Consiglio Nazionale ha una sola matrice ed è il rifiuto dell’imposizione di percorsi che, se pur legittimi, debbono prima ricevere il vaglio congressuale.

E qua sorge la domanda sul perché non si voleva fare il Congresso. E per essa c’è una sola risposta: si sapeva che la maggioranza dei militanti del nuovo psi non vuole subire scelte imposte dall’alto, e non intende essere traghettata, senza il suo assenso, verso egemoniche sirene gramsciane. Il Congresso si voleva farlo solo a scelte compiute (questa è la verità), ed è per questo che ‘l’incazzatura’ del 31 marzo ha raggiunto livelli altissimi. I socialisti sono tali anche perché per decreto non li si riesce a portare da nessuna parte. Tra l’altro l’approdo ipotizzato è stato sistematicamente e periodicamente rifiutato dalla maggioranza dei nostri militanti. L’ultima volta al non Congresso dell’autunno 2005.

Per chiudere. Se al Congresso la maggioranza dirà altro e ci chiederà di schierarci con Boselli, D’Alema o il diavolo, col naso turato e la morte nel cuore sapremo fare buon viso a cattivo gioco, accettando la scelta e bevendo l’amaro calice. Ma è solo il Congresso che può deciderlo, e non qualche dirigente pur prestigioso ed autorevole che sia.

Giovanni Alvaro
Ex Direzione Nazionale
Commissario Prov.le di Reggio Calabria

Lettera ai compagni dell’esecutivo. Giuliano Sottani

Gianni De Michelis – Segretario Nazionale del Nuovo PSI
Stefano Caldoro – Coordinatore del Nuovo PSI
Alessandro Battilocchio – Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI
Francesco Pizzo – Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI
Lucio Barani – Tesoriere Nazionale Nuovo PSI
Mauro Del Bue – Portavoce Nazionale del Nuovo PSI

Carissimi Compagni,
Ho letto tutti i “contributi” di tanti compagni di tutta Italia a seguito della vergognosa riunione del Consiglio Nazionale del Partito di Sabato scorso ed ho letto tante cose buone e tante sciocchezze. Tante accuse reciproche e toni alti che non hanno certamente contribuito a rasserenare gli animi dei compagni nauseati da questa nuova manifestazione di cattivo gusto che ci ha gettato nel discredito più totale nell’opinione pubblica e che vede compagni allontanarsi in silenzio dal Partito.

Ho anche notizie confortanti che avete ripreso a parlarvi e spero vivamente che ritroviate il buon senso e la misura per ritrovare un accordo che ci porti al Congresso su una mozione unitaria partendo dal documento di Del Bue approvato all’unanimità in segreteria con la presenza di tutti i segretari regionali.

Se così non fosse sarebbe meglio che il Congresso non si tenesse perché significherebbe una ulteriore dannosissima scissione.

Siamo rimasti quattro gatti e rischiamo di dividersi ancora.
Cercare di dividersi, come purtroppo sta avvenendo anche in Toscana per quattro delegati al Congresso in più od in meno è un non senso.

Il partito o è unito o non esiste più.
In questi giorni sta prendendo corpo una nuova legge elettorale come quella esistente nelle regioni con uno sbarramento al 3%.

L’unità non solo è necessaria ma indispensabile. Dove possiamo andare se non siamo uniti e se non cerchiamo di unire a noi anche gli altri socialisti della diaspora e gli altri partiti laici ?

Una unica importante raccomandazione: Unità e autonomia
Non possiamo e non vogliamo prendere le distanze dalla Casa della Libertà ed appoggiare il Governo Prodi. Sarebbe un errore gravissimo.

In Toscana stiamo lavorando seriamente in tutti i Comuni dove si vota alla fine di Maggio per le elezioni amministrative. Con nostre liste od insieme ad altri siamo presenti in tutti i comuni dove si vota cercando di portare almeno un eletto in tutti i comuni. Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo tutti con più serietà e vedrete che finalmente arriveranno anche buoni risultati e soddisfazioni.

Giuliano Sottani
Segretario Regionale Nuovo PSI della Toscana