La solita barzelletta del solito comico

 

Assistiamo alle solite, e prevedibili, barzellette, del Segretario Nazionale, che come d’uopo, è uso a modificare usi e costumi a proprio piacimento.

Mi spiace che una carriera così gloriosa finisca in un modo così tragicomico.

Il Congresso Nazionale è convocato per il 23 e 24 Giugno.

Lì ci sarà il vero confronto tra le diverse opinioni.

Il resto è solo farsa e avanspettacolo, che peraltro non allieta nessuno.

Franco Spedale

Il Direttivo Regionale Lombardo non esiste più!

I sottoscritti membri del Direttivo Regionale della Lombardia hanno deciso di non partecipare per protesta alla riunione del Direttivo Regionale, inopinatamente convocata per stasera 7 Maggio 2007, presso l’ Hotel Ibis di via Zarotto in Milano, poiché ritengono tale riunione giunga con molto ritardo ed a “cose fatte”.

 

Infatti, quotidianamente, dal Sito del Partito, che sembra essere diventato lo strumento “ufficiale” per la convocazione di Assemblee, Organismi, Comitati del Partito, veniamo a conoscenza delle opinioni politiche personali di alcuni dirigenti di partito, con la presunzione di farle apparire linee politiche condivise su cui attestare il gruppo dirigente lombardo, con il risultato che, così facendo, oltre a rappresentare in maniera distorta la realtà, tendono maliziosamente ed artatamente a svuotare di contenuti e ruolo le sedi ufficiali del Partito, uniche legittimate a dibattere ed assumere collegialmente posizioni politiche di merito a nome del Partito.

 

Ciò premesso, i sottoscriventi ritengono strumentale la convocazione odierna del Direttivo Regionale, in quanto finalizzata a delegittimare l’organismo dirigente lombardo del Partito in Lombardia, svuotandolo di effettive e peculiari potestà statutarie cui è preposto.

 

Fermo restando, tuttavia, il diritto costituzionale in capo ogni cittadino della Repubblica Italiana di potersi riunire pacificamente, i sottoscritti disconoscono l’efficacia della convocazione in questione, con la presente denunciano l’inefficacia di tale riunione e, in conseguenza di ciò, ribadiscono di non riconoscersi affatto in eventuali decisioni che in essa venissero assunte. La stessa ha, quindi, solo un carattere di riunione di parte e non del Direttivo Regionale del Nuovo PSI Lombardia.

 

 

Riccardo Albertini Presidente dell’Assemblea Regionale, Membro della Direzione Nazionale

Edmondo Piombino Presidente dell’Assemblea Provinciale e membro del Direttivo Regionale

Bruno Rubes Membro della Direzione Nazionale

Franco Spedale membro della Direzione Nazionale e del Direttivo Regionale

Mauro Alzini membro della Direzione Nazionale e dell’Esecutivo Regionale

Roberto Formaggia membro della Direzione Nazionale

Angelo Guglielmo membro della Direzione Regionale del Partito

IDENTITA’ E AUTONOMIA Per un rinnovato Nuovo PSI

DOCUMENTO DELLA LOMBARDIA            Il V Congresso Nazionale del Nuovo PSI, cade in un periodo di notevoli  difficoltà per il Paese, in una fase di crisi manifesta del panorama politico, in un momento  molto delicato  per la vita del Partito.L’occasione congressuale e, quindi, quella precongressuale accende gli animi e le passioni politiche, e noi Socialisti siamo ben consapevoli di questo, ma l’importante è avere chiarezza politica  e determinazione.   Il Paese è in gravi difficoltà: la crisi è complessa, perché istituzionale, politica ed  economica e ciò non consente al sistema Italia di tenere il passo degli altri partners dell’Unione Europea, che proprio in questi giorni ha celebrato i suoi 50 anni.La crescita è bassa, arranchiamo dietro i parametri di Maastricht e le decisioni di Ecofin la disoccupazione è alta, perdiamo competitività, marciamo ormai a livelli che sono la metà (in percentuale sul PIL) rispetto agli altri paesi europei nostri concorrenti.E’ evidente che il Paese ha urgente bisogno di svolte programmatiche  efficaci   ed incisive, sorrette però da scelte di fondo e assetti politici stabili, che al momento non si intravedono neppure. Infatti l’attuale governo Prodi II, uscito di recente da una crisi che aveva portato alle dimissioni il Presidente del Consiglio, rispetto al primo appare ancora più debole , rissoso e improduttivo a causa della nota eterogeneità della stessa coalizione e per mantenersi in piedi cerca aiuti di qua e di là, ricorrendo sempre più  spesso alla fiducia, in quanto al Senato dispone di una maggioranza risicatissima.La sinistra dogmatica infatti condiziona le strategie di governo e la collocazione internazionale del nostro Paese, che non può che essere su una politica sia Eurpoeista, ma Atlantica.Oggi come oggi, dopo la nefasta stagione di Mani Pulite che portò alla distruzione dei  tradizionali  partiti di governo ( DC e PSI ) , la vita politica italiana è quasi cloroformizzata da un vero e proprio “blocco autoritario” , che vede al centro del sistema politico e delle varie alleanze i soli DS e la Margherita, che cercano di occupare tutto ciò che è possibile in termini digestione del potere.La grave anomalia che ci differenzia dagli altri Paesi occidentali è che partiti della tradizione comunista e post siano al governo del nostro Paese.In Italia esiste una FALSA SINISTRA ,occupata e diretta da volontà politiche con connotazioni illiberali e che punta solo a distruggere o fagocitare i suoi  avversari politici.Ecco la crisi della Sinistra italiana.I  DS  con arroganza tentano di autodefinirsi socialdemocratici, ma non hanno mai avuto il coraggio di affrontare alcun processo di revisione critica dell’esperienza comunista in tutti i suoi risvolti negativi e sopravvivono in una doppiezza politica di fondo, per cui non è possibile politicamente inquadrarli come forza tradizionale della sinistra europea liberale e garantista. 

Il trasformismo nel Partito Democratico non è altro che una riedizione  del compromesso storico  anche questo già distrutto dalla storia.Il partito democratico, già definito dallo stesso ministro Parisi un altro ennesimo vecchio Partito, è un progetto e un paradosso nello stesso tempo perché, non è ancora nato, e già esistono dissensi e tensioni sul terreno della supremazia interna o dell’egemonia  tanto radicalizzata nei post-comunisti.Cosa ancor più grave è che sono emersi negli stessi DS segnali molto chiari che potrebbero portare a fratture o scissioni. Un tempo gli eredi del Partito Comunista erano monolitici e compatti  in nome dell’ideologia e del capo di turno.Le ricadute in termini di assetti politici, governo e governabilità sono catastrofiche e sotto i nostri occhi: la coalizione di governo, falsamente definita “centro-sinistra” è sostenuta dalla grande industria alle Confederazioni sindacali, dalle forze massimaliste della sinistra più estrema e ai no-global. Insomma, un groviglio di idee e posizioni politiche affatto convergenti anzi contrapposte, per cui addio governabilità.Del resto il precario equilibrio politico e di governo che si è instaurato  ha come unico obiettivo la gestione del potere per il potere, ma non ha nulla a che vedere con una vera politica riformista e di centro-sinistra,soprattutto nel settore dell’economia.Disoccupazione,Mezzogiorno abbandonato a se stesso,spesa corrente in aumento, crescita della pressione fiscale per imprese e famiglie, contrazione dei consumi. Questa politica economica impoverisce la società italiana, strangola il ceto medio produttivo, i giovani e il  Mezzogiorno,porta al disastro gli enti locali e i servizi pubblici.Si profilano gravi difficoltà economiche per larghi settori della società italiana e si percepisce una forte reazione di rigetto sia al Nord che al Sud.In questo panorama politico, economico e sociale il Nuovo PSI cosa intende fare, dove vogliamo andare, e con chi?Sono domande serie, alle quali dobbiamo dare risposte chiare e concrete.E’ indispensabile la chiarezza delle idee e delle decisioni da assumere.Non è più possibile tollerare di vivere in un limbo indefinito, essere titubanti, ondivaghi e addirittura inaffidabili nella linea politica.Il Partito va rinnovato e rivitalizzato senza più ambiguità.Questo Partito deve crescere, quindi dobbiamo rinserrare le fila e riprendere la marcia in nome del Socialismo Italiano. Ancora una volta dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare con impegno e abnegazione.Il primo punto a nostro favore è l’IDENTITA’ SOCIALISTA, cui non rinunceremo mai, così come non accetteremo mai uno slogan dell’Ulivo del tipo “ meno passato, più futuro”, perché noi Socialisti siamo orgogliosi del nostro passato, ricco di cultura e di storia, di battaglie di vera sinistra,di esperienze di governo riformiste e liberali. La nostra identità ha le sue radici nel Socialismo Europeo,liberale e riformista di Turati,Rosselli,Saragat,Nenni, Craxi.Saragat si contrappose allo schieramento del fronte popolare ed ebbe ragione, Nenni e Morandi invece vi aderirono e le conseguenze furono disastrose per il PSI. Poi finalmente nel ’56 vi fu la scelta autonomista dello stesso Nenni  e il superamento dell’ alleanza col PCI.Anche oggi  la scelta della nostra linea politica è impegnativa come quella fatta da Saragat negli anni del dopoguerra, cioè di netta contrapposizione al blocco sovietico della cortina di ferro. Se quella fu una scelta epocale basata sulla politica estera oggi è fondamentale una scelta di politica interna ma di dimensione europea per affermare scelte riformiste per una trasformazione epocale della società Italiana già inserita nel contesto Europeo.La stessa esperienza politica di Bettino Craxi non può e non deve essere sottaciuta, bensì rivalutata e spetta solo a noi socialisti. Le strumentalità di Violante sono solo provocazioni. Proprio lui è stato il regista di tangentopoli.  Pur tra luci ed ombre sono tante le intuizioni e le decisioni politiche di stampo riformista e di forte impatto sociale (riforma della scala mobile) che il PSI ha fatto sue negli oltre 100 anni di storia.Bettino Craxi appartiene di diritto alla storia del socialismo italiano e dell’Italia così come a quelle europee insieme a Mitterand e Willy Brand, e noi intendiamo portare avanti le nostre lotte nel suo esempio. Nessuno deve riabilitarci o restituirci l’onore, semmai sono gli altri che hanno bisogno di fare i conti con il loro passato.Certo la questione socialista deve essere prioritaria nella nostra agenda politica, siamo aperti al dialogo con i Soicalistsi presenti nei diversi schieramenti, ma nella chiarezza e tenendo ben saldi identità ed autonomia.Ai compagni dello SDI diciamo chiaramente che non condividiamo la loro collocazione nell’attuale falso centro- sinistra e che contrariamnete a quanto sostengono neppure li vediamo interessati alla lotta politica per scomporre un quadro che garantisce loro solo insignificanti rendite di posizione.L’unità dei Socialisti è indubbiamente un richiamo sentimentale di forte pregnanza; ciò però non deve essere confuso con il ragionamento politico, che viceversa deve tenere conto dell’attuale sistema bipolare e delle diverse collocazioni che in questi anni i Socialisti hanno assunto.Noi del Nuovo PSI abbiamo assunto una collocazione Politica, non dettata da opportunismi del momento, ma perchè convinti che la CDL rappresentasse la continuità del valori Laici, Socialisti e Riformisti; eravamo e siamo convinti che questa fosse la valida alternativa a questa FALSA SINISTRA.La costituente socialista che non è in grado di dire con chiarezza No al PD, No all’ingresso del nuovo soggetto socialista in questa falsa sinistra, No al Governo Prodi.Dovrebbe dire invece, con solare chiarezza, Si all’allargamento verso i riformisti della Casa delle Libertà.Ecco perchè affermiamo che questa COSTITUENTE, che porterebbe il Nuovo PSI a confluire nello SDI o in un soggetto organico al GOVERNO PRODI e a questo falso centro sinistra, è UN IMBROGLIO, a cui non possiamo che dire NO!       

Diciamo invece SI e con convinzione ad una VERA Costituente che conduca all’unità di TUTTE le anime socialiste ma lo SDI deve saper rinunciare all’alleanza con questa sinistra massimalista ed assumere una chiara posizione di netto rifiuto di questo sistema bipolare contrario ai valori ed al pensiero socialista riformista.

         Non abbiamo mai barattato quei valori che per noi sono irrinunciabili: identità ed autonomia.Noi socialisti non siamo in vendita nè intendiamo cedere a chi, senza avere alcun titolo vorrebbe illegittimamente occupare lo spazio politico che ci spetta di diritto, lo spazio del socialismo Italiano.Certamente il paese è stanco, il gruppo dirigente è incapace di risolvere i problemi di un paese, si industrializzato ma chiamato anche a competere in una realtà di mercato globalizzato e tecnologicamente avanzato.Dobbiamo proporci un obiettivo più ambizioso, ricreare la sinistra in Italia con i suoi caratteri tradizionali libertari, garantisti e di giustizia sociale e questa sarà una lotta ancora più dura perché deve inevitabilmente passare attraverso la sconfitta dei DS.Solo da un processo liberatorio traumatico può nascere una autentica sinistra: la frantumazione dei DS e il fallimento del Partito Democratico.La nuova forza Socialista deve tendere ad un patto generazionale, non necessariamente anagrafico, che svincolato dai ricatti dei Socialisti della Prima Repubblica, individui i bisogni emergenti e fornisca le risposte che possono rendere il nostro Paese competitivo.Ecco il grande momento riformista che dobbiamo cogliere: il paese ha bisogno di una serie di riforme rivitalizzanti e mirate allo sviluppo del sistema economico nazionale, ivi compreso il mezzogiorno,  all’aumento di competitività delle imprese, alla salvaguardia ed al miglioramento delle nostre posizioni.Noi socialisti possiamo formulare una proposta di politica economica precisa ed alternativa a quella del governo Prodi, sforzandoci di coniugare sistema di mercato ed equità sociale:  

– riforma della pubblica amministrazione;– riforma dei meccanismi di spesa, ivi comprese le pensioni;– riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie;– flessibilità di salari ed orari di lavoro nel mezzogiorno;– ripresa qualificata, non indiscriminata, degli investimenti pubblici e dei servizi;– adeguata politica delle privatizzazioni, senza svendite a chicchessia;– infrastrutture moderne e funzionali (strade, ferrovie, aeroporti, telecomunicazioni ecc);– costo del lavoro: flessibilità ed incentivi fiscali;– riforma del sistema del welfare, rivedendo le prestazioni tradizionali alla luce della nuova situazione demografica e nell’obiettivo di evitare contrapposizioni tra anziani e giovani, tra nord e sud e aggiornamento dello Statuto dei lavoratori.Tali interventi hanno la finalità primaria di accelerare e vivacizzare la ripresa economica del Paese per equipararla nell’immediato agli altri paesi europei e non. Il Nuovo PSI non deve ripetere gli errori del recente passato: l’alleanza elettorale suicida con la Nuova DC , l’uscita di Bobo e Zavettieri, le diatribe sul simbolo, ma soprattutto vi deve essere certezza della linea Politica, che non può più essere ambigua e inaffidabile.Ora più che mai dobbiamo essere aperti al dialogo ed alle alleanze con tutti gli interlocutori liberali e democratici che ci hanno consentito la rinascita del partito dopo lo scioglimento del ’94, il 2% alle Europee ed il radicamento negli Enti Locali. Con la Casa delle Libertà abbiamo temi di comuni obiettivi politici ed inoltre la garanzia di conservare la nostra identità ed autonomia.Noi riteniamo non più rinviabile la riorganizzazione del Partito nei termini sopra descritti, perché è giunto il momento di liberarci dai bizantinismi del passato e rispondere al meglio alle richieste della gente comune.Se vogliamo crescere e, lo dobbiamo, è necessario ricoquistare il territorio, andando a porre la bandierina del nostro Partito in ogni Comune, essere più vicini ai compagni di base, ai simpatizzanti, a chi intende avvicinarsi a noi per le nostre idee e le nostre iniziative politiche.          

            Noi ci sentiamo ancora in grado di tenere alta la bandiera del Socialismo italiano, abbiamo grinta, determinazione,voglia di innovare,spirito di iniziativa e queste doti abbiamo il dovere di portarle all’esterno, cercando di dare un contributo forte per la costruzione di un domani migliore per le future generazioni.in tutti questi anni abbiamo lottato per mantenere alta la tradizione del GAROFANO:non possiamo rinunciare adesso, non possiamo perdere il nostro simbolo, solo perchè alcuni modesti interessi di parte lo vogliono SVENDERE. 

Primi Firmatari  Riccardo Albertini (milano)Bruno Rubes (monza)Roberto Formaggia (milano)Alfredo Di Lisa (milano)Angelo Giglielmo (lecco)Orazio Adorni (cremona)Mauro Alzini (mantova)Massimo Stefanetto (monza)Franco Spedale (brescia)Edmondo Piombino (milano)Franco Rotelli (bergamo) Seguono altre firme       Â