Andare oltre le ambiguità della Costituente, costruire una nuova forza Liberal Socialista

 

Il dibattito attorno alla cosìdetta questione Socialista è tutto imperniato sulle diversità delle scelte politiche e sulle ambiguità che gli amici che hanno scelto il percorso della costituente stanno sostenendo per motivare la loro, criticabile, scelta.

In un recente articolo, inviatoci dall’Ex segretario regionale del Nuovo PSI del Veneto, Sergio Verrecchia, si leggono alcune affermazioni che oltre allo sconcerto che possono provocare danno il senso delle difficoltà in cui gli amici “della costituente” si trovano, obbligati, come sono, a compiere delle acrobazie per avere come si dice in gergo la botte piena e la moglie ubriaca, obbligati cioè a continuare un percorso che in pochi hanno deciso di fare con la speranza di perdere meno persone possibili.

L’imbroglio della costituente si rende ogni secondo sempre più manifesto e mette sempre di più coloro i quali hanno scelto questo percorso di fronte al fatto che esso, così come sembra avvenire, comporta la perdita dell’autonomia e dell’identità e difficilmente può coniugare le scelte politiche con le necessità di sopravvivenza di uno sparuto gruppo dirigente che per autotutelarsi deve compiere qualsiasi passo possibile, compreso quello del cercare di tenere il piede in due scarpe.

E così si apprende che nel Veneto, una delle due Regioni governate dalla CDL e l’unica nella quale il Nuovo PSI “avrebbe” un Consigliere Regionale ed ha un assessore, il Consigliere Regionale, che aderisce alla Costituente, “dovrebbe” stare con la CDL, mentre lo stesso Veneto, a livello Nazionale deve stare in maniera inequivocabile ed assoluta con la costituente e quindi con il Centro Sinistra; un partito come viene detto nel Manifesto della “Costituente Veneta” che sia come viene detto “ autonomo, legato essenzialmente alle problematiche del suo territorio” ovviamente per quanto riguarda il mantenimento delle rendite Regionali, ma che contemporaneamente abbia “Un legame indissolubile per quanto riguarda le politiche nazionali ed europee”.

Come a voler dire, noi stiamo a Roma con il Governo Prodi o con quant’altro ne conseguirà ma non toccateci assolutamente il Consigliere di Maggioranza che abbiamo in Veneto che sta con Berlusconi.

Beh se questo è il “nuovo” che nasce dalla Costituente allora credo che il tutto sia non solo già vecchio, ma assolutamente da superare.

Credo sia giunto il momento di dire addio a questi compagni, che continuando con una logica arcaica, interessata, rischiano di compromettere il lavoro per riproporre una forza riformista, liberal socialista, moderna; una forza rivolta ai nuovi bisogni, alle nuove necessità, tesa a dare nuove risposte agli infiniti problemi che la vita moderna ci sottopone.

Il mio modo laico di pensare non mi fa ritenere che la mia sia “LA” concezione corretta, ma non credo che unendo interessi così divergenti, come l’obbiettivo politico Nazionale e la sopravvivenza Regionale, si possa produrre qualcosa di concreto.

E soprattutto non credo che l’ambiguità sia il metro con cui misurarsi rispetto alle sfide che ci aspettano.

Né che questo sia giusto verso quei compagni, tanti o pochi che siano, che credono nel progetto Socialista.

Noi stiamo dalla parte dei riformisti, degli innovatori, dei modernizzatori, noi non abbiamo nulla in comune con il dogmatismo Marxista e Cattolico (non a caso li chiamiamo i CATTO-COMUNISTI), con il conservatorismo; non abbiamo nulla a che fare ed in comune con coloro i quali tendono a livellare verso il basso, che creano disuguaglianze sociali, con coloro i quali rappresentano il più ortodosso integralismo culturale.

Non curiamoci più, allora degli amici che hanno scelto il percorso della Costituente, impieghiamo viceversa il nostro tempo, sempre poco, a sviluppare un progetto innovativo di una forza Liberal Socialista, che sappia dare un nuovo percorso alla riforma della Scuola, della Sanità, del Lavoro.

L’Italia: ScuSaLa!

Una riforma scolastica che sappia creare una classe dirigente all’altezza, che dando a tutti le possibilità di crescita sappia far progredire i più meritevoli e non i più furbi; una riforma Universitaria che sappia scegliere la propria dirigenza secondo il curriculum professionale e non secondo gli anni di servilismo dietro al Barone di turno.

Una Sanità che sia moderna, che abbatta i costi inutili, che sappia garantire le stesse prestazioni al Nord come al Sud, che sappia cogliere le trasformazioni Sociali e sappia dare le risposte necessarie; una sanità che non sia ostaggio delle caste, ma che rivoluzioni il suo modo d’essere.

Un lavoro moderno, che guardi alla globalizzazione, che garantendo i diritti di tutti i lavoratori, dipendenti e dirigenti, sappia competere con le nuove realtà, che abbatta il costo del Lavoro, che renda lo stesso flessibile e non più stantio, che obblighi tutti a competere e mantenersi innovativi e non a mantenere l’acquisito.

Un nuovo modo di pensare, per certi versi rivoluzionario, chiaro nel linguaggio e coerente nei comportamenti.

Un nuovo modo di concepire la Politica, perseguendo gli obbiettivi e non gli interessi personali; dobbiamo essere capaci di rischiare, di non essere sottoposti ai ricatti; liberi, non solo nel pensiero ma anche nel modo di comportarci, capaci di esprimere sempre e comunque le nostre idee, orgogliosi di rivendicare la nostra identità, la nostra cultura la nostra storia.

Capaci di costruire un nuovo soggetto LIBERAL SOCIALISTA.

 

Franco Spedale

ANCHE I SOGNI DIVENTANO REALTA’. BUON LAVORO STEFANO.

Anche i sogni diventano realtà! Il socialismo liberale ha preso corpo.

            Si perché c’è chi il socialismo lo pratica e chi invece lo interpreta. Chi lo interpreta è sempre al palo ma con grave nocumento di quanti il socialismo liberale lo vivono. Essere Liberali significa essere  precursori, essere Socialisti significa essere riformisti. La dizione Lib-Lab non è di nuovo conio.

            Il 29 ottobre 2006 nel Nuovo PSI, stante l’ambiguità del segretario De Michelis, si è presentato un nuovo fronte quello del già ministro Stefano Caldoro che, con tanti altri del partito, non condivideva il flirtare di De Michelis con Boselli, Craxi (solo figlio del grande statista Bettino) ed altri della sinistra estrema. Tale atteggiamento peraltro  sospetto perché avvenuto dopo la sconfitta elettorale della primavera 2006, non è coerente con quanto il 12 gennaio 2006 in una conferenza stampa col presidente del Consiglio allora in carica, on.le Silvio Berlusconi, De Michelis ribadiva l’appartenenza del Nuovo PSI alla Casa Delle Libertà.

            I Più, quelli che il socialismo lo vivono, hanno seguito Caldoro ed il 31 marzo 2007 il Consiglio Nazionale ha approvato il documento che ha convocato il V° Congresso che svoltosi ordinatamente e convintamene il 23 e 24 giugno 2007 ha eletto il proprio Segretario Nazionale, il giovane e valente, già ministro del Governo Berlusconi, on.le Stefano Caldoro.

            Il compito è arduo ma quanti culturalmente socialisti sono, sapranno emergere sempre più forti e determinati. Siamo ormai temprati. Tshunami ne abbiamo subiti diversi, ma siamo sempre in piedi. Continuiamo la nostra battaglia perché la democrazia ne ha bisogno.

            Auguri di buon lavoro Stefano, e auguri a tutti noi.

                                                                       Pietro Antonio Maccarone – Vibo Valentia

Siamo finiti nel pantano- Franco Spedale

Com’era prevedibile, ancora una volta siamo finiti sotto le macerie.
Basta leggere le interviste di oggi per capire che per noi la strada imboccata dal nostro Segretario, in ordinaria Amministrazione, ci porterà alla distruzione.
Casini sul Corriere rientra di fatto nella CDL, proponendo solo il suo problema di leadership alternativo a Berlusconi, ma di fatto prendendo le distanze, com’era ovvio dall’attuale Governo.
Dall’altra parte, Borselli, sempre sul corriere, presentando il suo congresso, traccia la strada dell’Unità Socialista, all’interno del Centro Sinistra a sostegno dell’attuale governo.
E in più il sistema elettorale, che manterrà la sua struttura bipolare.
La partita, anche questo ovviamente, si gioca sopra le nostre teste, molto non dipende da noi e quel poco che dipende da noi lo stiamo giocando in maniera talmente tanto sbagliata da rasentare l’inadeguatezza.
Ormai è chiaro ai più, basta leggere gli articoli e le mail che in questi giorni girano, che la divisione è, per fortuna, di natura politica, su cui si infilano alcuni sciacalli, che volendola buttare sul personale e spesso sull’offensivo (siamo arrivati anche alle querele, che ahimè anche io stesso sono stato obbligato a fare per tutelare la mia immagine), cercano di spostare l’obbiettivo dal politico al patetico, creando confusione tensione e improduttività di analisi politica.
Ma la divisione è di natura politica, tra chi come Caldoro, Collice, Alvaro, io stesso e numerosi tanti altri compagni, pensano che certamente l’autonomia e l’identità siano dei valori assolutamente fondamentali e necessari, ma che questa non abbia ragione di mutare le attuali alleanze, se non vi sono modifiche sostanziali nel sistema politico, e chi ritiene, altrettanto legittimamente che sia necessario una scelta di campo irreversibile verso il centro sinistra, addirittura ipotizzando a breve un movimento della costituente chiamato “GRUPPO PER LA COSTITUENTE SOCIALISTA” , che con a capo il giovane BATTILOCCHIO, definisca con lo SDI la presenza del Nuovo PSI.
Credo che sia necessario arrivare ad un Congresso su due documenti politici diversi, non v’è spazio per situazioni “mezzane”, all’interno del quale confrontarci discutere e decidere tutti insieme cosa fare di questo partito o meglio di questa comunità.
Credo però che a questo punto diventi doveroso e necessario fare altrettanti Congressi Regionali e Provinciali, perché se vi è un differente pensiero Politico all’interno del gruppo dirigente Nazionale questo è conseguente espressione del pensiero dei dirigenti Regionali e Provinciali.
Domani pomeriggio a Milano, un gruppo di noi si troverà per cominciare a delineare il documento politico.
Esso è un elemento indispensabile per toglierci dall’ambiguità che ci governa e dare un principio di chiarezza del ragionamento politico.
Franco Spedale

Lettera aperta a Stefano Caldoro. Nino Catrambone

Caro Stefano,
come vedi non ho ritenuto di intervenire nel coro delle lamentazioni sul sito del partito a seguito della celebrazione del Consiglio Nazionale. Tale comportamento mi è stato suggerito dallo stato d’animo che mi sono trovato addosso e che tu hai potuto constatare direttamente nel corso delle mie calorose rimostranze che ti ho rivolte direttamente e che- ora che sono più disteso- non trovo motivi validi per rivedere o correggere, facendo rispetto della storia che mi lega a tuo padre per non ripeterle pubblicamente. Con ciò penso di avere assolto ai miei doveri umani.
Adoperando la ragione debbo convenire con te che occorra recuperare la calma e fermarci. Ma non puoi chiedere di fermarci al punto in cui siamo arrivati. Io credo che sia mio dovere operare perché il Partito si fermi prima del punto ed arretri sino a recuperare la legittimità e la serietà. Nessuno può pretendere di partire dalla pseudo conclusione del Consiglio Nazionale che ha preteso di fare scempio delle regole più elementari della politica e della convivenza.
Ora che si è dimostrata la strumentalità delle (opinabilissime) ragioni che un legale ti aveva fornite a supporto della tua sollecitazione a convocare il Congresso prima delle elezioni amministrative, credo non vi siano motivi seri per tentare un recupero delle regole della convivenza che non sarà mai possibile sino a quando non saranno cancellate le ragioni del dissenso grave che si è così chiaramente manifestato tra noi e che nulla hanno a che vedere con la diversità delle opinioni politiche.
Tali ragioni così riassumo:
1) L’approvazione del tesseramento: nessun congresso sarà celebrato sulla base di quello che qualcuno (non io) si ostina a considerare base legale per la celebrazione dei congressi in forza di quello che tu consideri “decisioni assunte”. La proliferazione degli iscritti dell’ultima ora con percorsi estranei alle regole meritano una attenta riflessione e verifica soprattutto per capire chi ha pagato le tessere e l’origine delle risorse finanziarie.
2) L’approvazione del bilancio: trattasi di una vera e propria gravissima prevaricazione della democrazia. Sono molti i compagni che ritengono doveroso e ponendo pubblicamente il Partito verificare l’utilizzo delle risorse del partito. Personalmente sono intenzionato a verificare quali risorse saranno disponibili per la Liguria in occasione delle prossime elezioni e se i viaggi che dirimenti nazionali del partito hanno effettuato in Liguria per fomentare piccole e vergognose prepotenze locali – al di fuori di ogni ufficialità e ponendo il partito nel pubblico ridicolo, con ufficiali dichiarazioni di alleanze politiche che tutti sanno non saranno mai effettive- hanno gravato sulle casse del partito.
3) Il primo punto all’odg del fantomatico Consiglio Nazionale proponeva la verifica della composizione del Consiglio stesso. La pseudo deliberazione assunta, così come risulta dal fantomatico documento finale, costituisce un caso scolastico di provvedimento abnorme che anche uno studente del primo anno della facoltà di giurisprudenza farebbe annullare de plano in sede giudiziaria.
4) Le norme congressuali: Sono un coacervo di banalità che o sono frutto di una palese incapacità di chi le ha concepite o sono lo strumento preordinato per celebrare un congresso del tutto simile a quello precedente che Bobo Craxi e sodali hanno poi dichiarato di aver celebrato e vinto.
Conclusivamente:
caro Stefano,
hai una ultima opportunità di smentire quanti ritengono che hai tradito le aspettative e non sei stato all’altezza del ruolo che il partito ti aveva assegnato, mandandoti prima a ricoprire l’incarico di Ministro e dopo la tua mancata elezione a ricoprire l’incarico di Coordinatore Nazionale( io tra questi): riconosci che il Consiglio Nazionale di sabato scorso deve essere rifatto, con la calma e la serenità necessarie, correggendo gli errori e le disfunzioni che lo hanno caratterizzato.
Mi risulta sia in corso di preparazione una riunione dei Segretari Regionali i quali hanno la legittima intenzione di riprendere in mano le sorti del partito che un gruppo dirigente del tutto inadeguato sta portando alla deriva, come ormai, grazie al coraggio di chi ha messo in onda il filmato del Consiglio Nazionale, ogni militante ha avuto la possibilità di verificare direttamente. A tal proposito ritengo del tutto coerente con la posizione da loro assunta prima e durante il CN, le dichiarazioni pilatesche e non all’altezza dei ruoli ricoperti che hanno rilasciato congiuntamente Lucio Barani e Mauro Del Bue.
In tale riunione proporrò di promuovere la riconvocazione del CN ed anticiperò che in difetto promuoverò personalmente azione giudiziaria per farlo annullare dalla Magistratura, dispensando sin d’ora quanti non mancheranno di ricordarmi che le questioni di questo tipo si debbono risolvere all’interno del partito.

Genova, 4-4-2007

Il Segretario Regionale della Liguria

Nino Catrambone

Caldoro: la Cdl resta il punto di riferimento Tratto da Il Mattino del 01/04/2007

Si è parlato di pugni, di rissa, ma sono esagerazioni. Ci sono stati spintoni e grida di dissenso, è vero, in un dibattito piuttosto acceso, ma niente di più.»
Cerca di minimizzare Stefano Caldoro, coordinatore nazionale del Nuovo Psi.
«De Michelis ha voluto forzare la mano», aggiunge. Ma soprattutto l’ex ministro del governo Berlusconi difende quella che considera la linea maggioritaria del partito:
«Finché rimane l’attuale sistema elettorale bipolare dobbiamo restare alleati della Cdl, pur nella nostra autonomia: quindi forte critica al governo Prodi e alla politica dell’Unione».
E se si dovesse approdare al modello tedesco?
«Se si andasse in questa direzione, senza imporre cioè scelte di campo, allora si potrebbe affrontare anche la cosiddetta questione socialista. Ma attenzione: chi pensa di fare un piccolo cespuglio con lo Sdi, è su una cattiva strada».
De Michelis però ci sta lavorando con impegno…
«La sua posizione è legittima ma mi pare più da intellettuale, da single, che da progetto vero e proprio. Mi ricorda quella di Ugo Intini che decise di passare dall’altra parte da solo. E allora fu proprio De Michelis, su nostra richiesta, a difendere l’autonomia del partito».
Meno di due mesi alle amministrative e un partito spaccato: non è un bel vedere…
«Gli elettori non perdonano i tradimenti. E del resto il Nuovo Psi è alleato del centrodestra nell’80 per cento dei 39 grandi Comuni e Province che andranno alle urne a maggio. Chi voleva andare a sinistra ormai lo ha già deciso, che senso ha riproporre ancora la questione?».

n. sant.

Pubblicato su Il Mattino del 01/04/2007