BOVA, NON FINIREMO MAI DI PROTESTARE

Ci dispiace veramente di ritornare a parlare dell’on. Bova, ma dinanzi alla presunzione non abbiamo altra scelta. Avevamo, tra l’altro, dichiarato che ne avremmo scritto fintanto che la vicenda del Gruppo Nuovo PSI non si sarebbe risolta dando a Cesare quel che è di Cesare, e a Racco quel che è di Racco. Ma ancora oggi registriamo che quello di Cesare è stato assegnato illegalmente all’on. Luciano Racco.

Si continua, infatti, con l’uso improprio del potere mettendo sotto i piedi ogni regola e ogni ruolo, sacrificando anche il rispetto personale sull’altare del delirio di onnipotenza e degli scontri interni al proprio partito. Dai proclami dei giorni scorsi con i quali il signor Presidente cercava di accreditarsi come il Salvatore della Patria, si è passati ad un silenzio assordante. Per riuscire, infatti, a determinare la quadratura del cerchio, cosa impossibile, il nostro pseudo salvatore della patria preferisce operare nell’ombra e nel silenzio più assoluto.

Dinanzi a Lui, infatti, ci sono ben tre problemi di difficile soluzione.

Il primo nasce dalla decisione del PD di costituire il Gruppo consiliare unico, e il nostro si trova alle prese con le resistenze della Margherita che chiede di restare separati, organizzativamente (?), fino al 31 marzo prossimo; con quelle di Racco che per liquidare il ‘pomo della discordia’ con l’abbandono del Gruppo ‘Nuovo PSI’, vuole che gli venga assegnata una Presidenza di Commissione dove poter collocare gli uomini della propria illegittima struttura; e infine con quelle di Adamo che non intende essere Capogruppo di un gruppo che esiste solo sulla carta.

Il secondo problema è il frutto della attività di giocoliere del Presidente che arriva anche a proporre l’idea capovolta di Robin Hood, e cioè quello di togliere ai poveri per dare ai ricchi. Malgrado la sollevazione dei ‘poveri’ l’idea di una megastruttura per il ‘ricco’ gruppo del PD non sembra affatto accantonata, anche se il percorso per modificare la composizione delle strutture speciali è molto lungo, dato che è necessaria una legge ad hoc. Meglio allora operare in silenzio.

Infine c’è l’ultimo problema, che non certamente è il meno importante: deve riuscire a giustificare il perché ha finanziato il gruppo a Racco pur sapendo che non apparteneva più al Nuovo PSI. Dire che comunque i soldi sarebbero stati spesi lo stesso è una menzogna dato che il Nuovo PSI non aveva fino al 31 luglio 2007 alcun rappresentante in Consiglio essendo i tre eletti transitati uno (on. Stancato) all’Udeur e gli altri due (on.li Racco e Chieffallo) ai ‘Socialisti Italiani’. Dopo quella data non c’è più aggravio per le casse regionali perché la struttura o viene utilizzata da Racco o viene utilizzata dal nostro on. Galati. Vi è solo un danno causato al Nuovo PSI che non rinuncerà a pretenderne il relativo risarcimento. Prima di quella data, però, il danno è stato causato alle casse regionali.
Attendiamo di vedere uscire il coniglio dal cilindro, anche se è molto improbabile. Bova potrà operare con i proclami o col silenzio assordante, ma nell’un caso e nell’altro il Nuovo PSI continuerà a denunciarne gli abusi e le prepotenze, indicando all’opinione pubblica la pochezza dell’attuale classe dirigente (sic!) calabrese, che è la fotocopia di quella nazionale.

Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

Cosenza, 28.12.2007

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