VIA ‘LA BANDA DEI TRE’, A PARTIRE DA BASSOLINO

Bassolino è convinto che ‘a nuttata è passata’. E’ convinto che la vicenda del Papa messa in piedi da un gruppuscolo di ‘cattivi maestri’ e poche decine di studenti fuoricorso da una parte; e la vicenda del Guardasigilli, Clemente Mastella, dall’altra, siano sufficienti a far dimenticare la vergogna della spazzatura per le vie di Napoli e l’emergenza non ancora risolta. Sbaglia Bassolino e sbagliano gli altri due comprimari della vicenda, Rosa Russo Jervolino e Alfonso Pecoraio Scanio.
Prodi decide d’uscire dal vicolo cieco in cui lo ha portato ‘La Banda dei tre’ e l’intera catena del centrosinistra si mette in fila per eseguire senza alcuna vera condizione. In questa direzione i più solleciti sono stati Soru per la Sardegna, Loiero per la Calabria e Marrazzo per il Lazio. Il primo, Soru, ignorando una legge regionale che gli vieta l’arrivo di spazzatura da altre Regioni italiane (e che per essere approvata ha dovuto superare il vaglio della Corte Costituzionale); l’altro, Loiero, senza sentire il bisogno di pervenire ad una decisione ‘bipartisan’ nè a valutare concretamente il ‘carico’ imposto; l’ultimo che molto timidamente pone la condizione che si tratti di combustibile da rifiuti, il classico cdr.

E’ vero che l’emergenza rifiuti della Campania non può, nell’attuale fase acuta, essere lasciata solo a quelle popolazioni e deve essere assunta da tutte le Regioni, ma ci sono CONDIZIONI che nemmeno l’emergenza più acuta può ignorare. La prima di queste, la più importante, è che i responsabili della sciagurata vicenda (Bassolino, Pecoraro e Jervolino) lascino il campo ed escano, senza onore delle armi, dai ruoli finora occupati, perché è difficile ottenere dai cittadini delle altre regioni un atteggiamento solidaristico senza rimuovere le cause prime della vicenda . La ribellione dei sardi e quelle prevedibili dei cittadini di altre regioni, sono quindi sacrosante, perché, senza sgombrare il campo dalla ‘banda dei tre’, non c’è posto per alcuna solidarietà.

Il Nuovo PSI non può non essere che per lo sgombero totale del campo, anche perché così si può esprimere ai napoletani una doppia solidarietà, quella di liberarli dalla spazzatura, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, e quella di liberarli finalmente dall’altra più pericolosa ‘spazzatura’, rappresentata da un nucleo politico di inetti e di incapaci. Certo, la situazione di detto nucleo è simile in molte altre Regioni italiane, inclusa la Calabria, la Sardegna e lo stesso Lazio, ma è in Campania che esiste impellente l’urgenza di estirpare, da subito, il bubbone.

La seconda condizione è che l’azione di intervento non deve limitarsi all’emergenza, che è quella che interessa di più il Governo Prodi sia per le ricadute negative dell’immagine all’estero, ma anche perchè gli consentirebbe di superare la fase acuta della crisi, ma deve essere orientata a bruciare i tempi di realizzazione dei termovalorizzatori. La decisione di sottrarre ai poteri locali, con la nomina di De Gennaro, le decisioni in materia è già un buon inizio che va però tenuto sotto severa vigilanza per evitare che ciò che il Governo è stato costretto a fare oggi non venga revocato domani quando l’attenzione della pubblica opinione chiaramente scemerà.

Il Nuovo PSI dovrà e saprà essere vigile ed attento. Si è aperta una fase nuova e molto importante per il futuro della Campania e del Mezzogiorno. Non c’è ragione alcuna per restare alla finestra a guardare. Bisogna essere protagonisti: l’esempio di come ‘immergersi’ tra la gente, ed esserlo, ci viene proprio da Napoli dove, finalmente, si sono viste sventolare tra la folla le bandiere bianche con il simbolo del Nuovo PSI. Occorre continuare fino a che tutta la mondezza, quella fisica e quella politica, verrà fatta fuori. ‘A nuttata, caro Bassolino, non è ancora finita.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 17.1.2008

Un commento su “VIA ‘LA BANDA DEI TRE’, A PARTIRE DA BASSOLINO”

  1. A questi tre va aggiunta una quarta figura, altrettanto coinvolta nella vicenda gestendo la questione dell’arrivo dei rifiuti napoletani in Sardegna: il governatore sardo Renato Soru, che, da buona marionetta qual’è, ha accettato l’ordine imposto dal suo burattinaio, Prodi, ricevendo nel giro di un paio d’ore una tonnellata e mezzo di rifiuti, peraltro già pronti in una nave al momento della decisione.

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