IL SILENZIO DI BOVA CI PREOCCUPA…

Quando Giuseppe Bova, Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, se ne sta zitto zitto, la cosa comincia a preoccuparci: il suo silenzio, infatti, è sempre foriero di.. sventure. Egli non si dà pace rispetto agli obiettivi che persegue, ma quando capisce d’essere sotto stretto controllo, preferisce operare in sordina. Le sue ‘invenzioni’ sono quanto di più estroso e creativo si possa immaginare ma sono tutte finalizzate a realizzare comunque gli obiettivi che gli premono.

Noi che non abbiamo possibilità di intercettazioni, né possibilità di piazzare microspie nel suo studio, né sulla sua macchina privata (ricordate che non usa la macchina blù?), né nella sua abitazione abbiamo dovuto ricorrere al tam tam che in questi casi si attiva abbastanza velocemente. Bisogna infatti sapere che se il detto recita: ‘il paese è piccolo e la gente mormora’, nel caso del nostro Superpresidente del Consiglio il detto può essere modificato in: ‘il Palazzo Campanella è piccolo, e i sussurri arrivano anche a noi”. Del resto quando si tratta di invenzioni, e il Nostro è una vera fucina, è un peccato non poterne venire a conoscenza.

Ma vediamo, in base ai si dice, cosa avrebbe partorito il vulcanico inventore che presiede il Consiglio Regionale della Calabria che sembra più interessato alla sistemazione interna, soprattutto del gruppo a cui si rifà, rispetto alle emergenze calabresi che avrebbero bisogno di terapie d’urto di grande spessore a partire dal lavoro, e passando per la sanità, la spazzatura,ecc.-

Avendo creato il Gruppo unico del PD attraverso l’accorpamento dei DS con la Margherita e con i Racchiani e i Chiarelliani, detto Gruppo ha dovuto essere regolarizzato anche sul piano organizzativo, con il conseguente scioglimento di ben tre strutture speciali che normalmente vengono messe, per legge, a disposizione dei capigruppo. Dai 24 dipendenti delle vecchie strutture si è, quindi, passati ad un’unica struttura speciale di sole 6 unità.

In un primo momento il Nostro superleonardo, pensando che cambiando gli addendi il risultato sarebbe stato lo stesso voleva ridurre le strutture dei gruppi più piccoli per aumentare quelli del proprio gruppo. In una parola cercava di togliere ai poveri per dare ai ricchi, e non viceversa. Ma il giochino denunciato prontamente dal Nuovo PSI è immediatamente rientrato. Ci si era dimenticato che le strutture speciali sono dei CAPIGRUPPO mentre ai gruppi viene elargito un finanziamento rapportato alla loro consistenza.

Oggi, sembra, si dice, viene mormorato, c’è chi giura che ne ha inventata un’altra. Non potendo togliere ai poveri, per la ribellione che ne sarebbe scaturita, cerca di togliere… all’erario. Ed ecco la proposta che deve essere trasformata in legge: per i gruppi più grandi va prevista la figura del VICECAPOGRUPPO che viene investito di titolarità di struttura speciale. Non so cosa ne pensano gli altri membri dell’Ufficio di Presidenza, ma sarebbe assurdo se fossero solidali con questo vergognoso progetto soprattutto i componenti di tale Ufficio per conto della minoranza: l’on. Occhiuto e l’on. Vilasi.

Il Nuovo PSI non lo tollererà per nulla e farà quanto in suo potere per bloccarne l’iter se, caso mai, dovesse essere messo in moto dando corpo alle voci di corridoio.

Il Vice Segretario Nazionale Adolfo COLLICE
e la Segreteria Regionale Calabrese del Nuovo PSI

Reggio Calabria 20.01.2008

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