Una grande manifestazione politica dei Socialisti del Nord

È di questi giorni la notizia del Congresso, previsto per Gennaio-febbraio 2009, di “fondazione” della PDL.
Una circolare a firma del coordinatore di F.I. Verdini e del reggente di A.N. La Russa, apparso anche nei giornali, tracciano il percorso di un processo che sembra tutto interno ai due principali raggruppamenti.
La somma dei due partiti insomma che, riprendendo logiche ormai a noi Socialisti ben conosciute, considerano tutto il mondo ruotare attorno a loro e di utilizzare, a seconda delle necessità io piccoli raggruppamenti di turno, Nuovo PSI compreso.
Un dibattito, che seppur apparentemente non ci può interessare, in realtà ci obbliga a svolgere alcune riflessioni.
La prima riflessione riguarda al ruolo che una componente laico-liberal Socialista potrebbe e può svolgere all’interno della PDL, ossia senza i “Socialisti” il PDL cosa rappresenta?
Io sono convinto che la nostra area sia elemento indispensabile per la formazione di un nuovo soggetto politico, moderato, innovatore e aperto alle nuove problematiche. E non lo dico da Socialista convinto quale sono sempre stato, lo dico perché oggettivamente manca oggi in Italia un’area che si riconduca alla politica riformista del Socialismo liberale.
È conseguenza evidente che senza il Socialismo liberale il PDL è assolutamente assimilabile al PDL senza la L cioè il PD, un’aggregazione che specularmente si trova ad essere conservatrice.
La seconda riflessione si basa sul fatto se possiamo o meno incidere sulle regole del gioco.
È altrettanto evidente che la risposta è NO.
Del resto un ceto politico che si autocelebra e autonomia non può far altro che stringere il cerchio invece che allargarlo poiché se il meccanismo di confronto si dovesse basare sulle capacità politiche, credo, senza esagerare che il 99% degli attuali dirigenti dei maggiori Partiti Politici si troverebbero immediatamente disoccupati.
E qui si pone per noi il vero problema.
Se siamo convinti, come lo siamo che non vi siano neppure le minime condizioni per intraprendere un confronto con il PD, dobbiamo allora capire come diventare elementi necessari per la costruzione del VERO PDL.
Se si modificherà la legge al Parlamento Europeo, se toglieranno cioè le preferenze e metteranno lo sbarramento, se le liste alle Provinciali saranno composte da AN-FI (PDL) da una parte e i partiti minori dall’altra nel ruolo degli utili idioti se si continuerà il processo di mortificazione di un confronto culturale (bene Gasparri!) come si è sempre continuato noi Socialisti Liberali, abbiamo il dovere di imporci con le idee.
Dobbiamo essere in grado di declinare capillarmente il significato dell’essere Socialisti-Liberali, di essere riformisti di essere innovatori.
Sono molto preoccupato del fatto che alle prossime elezioni Provinciali, laddove saremo determinanti Verdini e La Russa verranno a chiedere la presenza delle liste del Nuovo PSI.
Perché se questo dovesse avvenire senza che noi siamo stati in grado di costruire un progetto politico del dopo Berlusconi, verremo corteggiati, qualcuno di noi si sentirà gratificato per essere stato coinvolto, ma il giorno dopo saremo nella disperazione totale.
A me il PDL così come si sta formando non mi attira molto, almeno per il momento.
Credo fortemente nel processo federativo che possa veraci coinvolti, ma anche per avere il coraggio di proporci come interlocutori dobbiamo essere in grado di dimostrare di non essere dei questuanti della Politica ma viceversa di avere un progetto.
Una grande manifestazione dell’Italia Settentrionale che affronti con coraggio e prospettiva il tema del Federalismo Fiscale, della riforma del Lavoro, del miglioramento delle Infrastrutture, del riordino del Sistema Sanitario, che dia il senso di ciò che significa essere Socialisti oggi nell’Italia Settentrionale è quello che mi sono proposto di fare entro la fine dell’anno e che propongo a tutto il Partito Nazionale, affinché ripartendo con delle tesi Politiche dal Nord si possa tracciare un cammino che non sia solo elettorale ma che abbia il coraggio di scommettere sulla Politica.
Questo sistema non può reggere ancora molto, la politica ha delle sue regole e queste prima o poi ritornano prepotentemente, perché nulla può essere lasciato al caso, né tantomeno all’improvvisazione.
Solo riuscendo a spostare il confronto sulla politica allora potremmo dire di essere indispensabili.
Diversamente il nostro sarà un gioco al massacro, fatto di tante delusioni e di poche soddisfazioni.

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Franco Spedale

Franco Spedale - Medico Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

5 commenti su “Una grande manifestazione politica dei Socialisti del Nord”

  1. Franco, è da tempo che mi pongo il problema da te evidenziato in questa pagina del blog. Se mi chiedo quale peso politico ha il nostro Partito Socialista all’interno del PDL, fatico a darmi risposte, ma ciò nonostante guardo aventi e spero che un segnale di ripresa prima o poi possa arrivare anche per noi.
    Di recente ho inviato alcuni articoli ai quotidiani provinciali (Gazzetta e Voce di Mantova) per elogiare l’attività del nuovo governo e questo l’ho fatto circa dopo i primi 30/40 giorni dall’insediamento, poi ho imviato alcune riflessioni puntando l’obiettivo sulle storture del sistema giudiziario, criticando la magistratura italiana politicizzata (ricordando nel contempo da fervente socialista quale mi ritengo, le vittime di tangentopoli). Ma se da un lato mi sta pur bene la collocazione che abbiamo, vale a dire all’interno del PDL, da un altro chiedo che al PSI sia riconosciuta la sua identità, sia dato risalto alla scelta di non essersi apparentato con la finta sinistra veltroniana, o a quell’altrettanto finta autonomia del PS (ex Boselli). I Socialisti DEVONO vivere e non sopravvivere, approvo in pieno le tue considerazioni e TI CHIEDO, davanti a tutti i compagni che mi stanno leggendo, di portare avanti l’iniziativa che hai descritto e che proporrai a tutto il Partito Nazionale, alla quale già aderisco con massima convinzione. Fraterni saluti. Carla Boni – Nuovo PSI Mantova

  2. Per quel che vale la mia opinione:
    BRAVO!
    Sono a disposizione come sempre, ma forse questa volta un po’ di più,
    per ogni supporto sia necessario.
    Scrivo solo io da Verona perché sono rimasta sola a difendere la
    cittadella: i due Giovanni sono in ferie per qualche giorno, ma sono
    certa di parlare anche a loro nome.
    Già che ci siamo e che parli di Sanità, ti rendo partecipe della mia
    idea di proporre, in previsione del rinnovo del contratto per cui
    evidentemente mancano i denari per aumentare gli stipendi dei medici
    ospedalieri in modo soddisfacente, perché non proporre di assorbire
    nello stipendio una congrua parte delle indennità che al momento sono
    voci a sé stanti? Penso che potrebbe essere una proposta allettante
    per i medici – perché ormai lo stipendio è veramente basso e
    rappresenta poco più del 50% della retribuzione mensile – e
    interessante per lo Stato perché l’aumento di spesa (sulle pensioni
    che si basano sullo stipendio) viene a essere diluito negli anni e
    comunque in gran parte rinviato a dopo i prossimi tre anni infocati.
    Un abbraccio e buone vacanze a chi deve ancora goderle
    Laura Turati

  3. Condivido le considerazioni fatte precedentemente, ritengo che il PDL non sia il futuro dell’area liberaldemocratica quanto il suo naturale alleato. Spero ed auspico che accanto alle liste del PdL vi sia una lista liberaldemocratica (anche alle europe)e non le varie listine dei signoli movimenti politici questo oltre che il bene dei liberaldemnocatici sarebbe anche + utile al PDL.

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