La diaspora non é finita

L’idea che non muore. Oggi sia nel centrodestra che nel centrosinistra in molti si dichiarano riformisti e liberali, dimenticandosi il più delle volte che la cultura riformista liberale è nata, cresciuta e si è affermata in un partito un tempo glorioso e oggi ridotto ad un fantasma di se stesso. Ma ciò sta a dimostrare sostanzialmente tre cose: A) che quel tipo di cultura ha storicamente vinto, a sinistra come a destra B) che il popolo socialista sta sia a sinistra sia a destra ma soprattutto C) che la tristemente famosa diaspora non è finita. Socialisti che si dichiarano tali stanno nel popolo delle libertà (Nuovo Psi, socialisti di Forza Italia), nel partito democratico (Del Turco, Benvenuto, Amato, Marini, Manca ed altri), nel Ps e addirittura anche nell’Udc. Nessuno può ergersi a paladino del socialismo-liberale più autentico. L’errore più grande di tutti questi anni è stato quello di credere che la ricostruzione del partito potesse nascere dal rimettere insieme i cocci dirigenziali delle singole anime socialiste senza fare il conto con la base socialista, con il popolo socialista ma soprattutto con la creazione di un nuovo movimento liberalsocialista “dal basso”. Ma la nascita di un nuovo grande movimento di idee nell’alveo della cultura riformista, portatore di una cultura alternativa al duopolio Pd-Pdl e che vada al di la’ dell’obsoleto concetto destra/sinistra, ha bisogno di molto tempo per concretizzarsi. Nella fase attuale molto concretamente dobbiamo cercare di fare la nostra parte a destra come a sinistra. A mio avviso tutti coloro che si richiamano al nostro tipo di cultura che stanno nell’attuale centrodestra dovrebbero lavorare per cercare di creare un forte gruppo riformista (che esiste) in quell’area di riferimento e la stessa cosa dovrebbero farla a sinistra, al fine di far nascere veramente un nuovo movimento culturale e politico trasversale ai vecchi schemi e alle vecchie alleanze ma che si richiami ai valori di un liberalismo sociale e riformista evoluto. Ciò lo si crea a mio modesto avviso attraverso associazioni, circoli, leghe, giornali di stampo riformista e liberale che possono stare, nella fase attuale, a destra come a sinistra, ma che hanno come scopo ultimo la creazione del popolo riformista e quindi di conseguenza di una casa liberalsocialista nella quale tutti possiamo riconoscerci. Noi abbiamo l’onere e l’onore di preparare una nuova alba. Dobbiamo essere convinti che solo il socialismo riformista e liberale inteso come rivoluzione continua verso riforme di ordine sociale, nel nome della Nazione, del Popolo, della Solidarietà, del Lavoro, dell’Ambiente, possa restituire all’uomo quella sua originaria libertà e creatività da estrinsecare in una rinnovata “Polis”. L’alba di un nuovo socialismo è l’alba di una nuova storia nella quale la sovranità delle nazioni, il diritto dei popoli, e la sussidiarietà di comunità tornano protagoniste. Il sole dell’avvenire può sconfiggere la notte dei tempi. Dipende da noi e dalla missione che intendiamo affidare al socialismo di domani. Nessuno dovrebbe mai perdersi d’animo, oggi siamo costretti a lavorare divisi per poi un giorno colpire uniti nel nome del socialismo riformista più autentico del termine, ma soprattutto nel nome della libertà, della democrazia e della giustizia sociale che i nostri padri ci hanno regalato.
Massimo Stefanetto (Nuovo Psi Monza e Brianza)

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Redazione

La redazione di Pensiero Socialista

2 commenti su “La diaspora non é finita”

  1. caro stefanetto io posso condividere quanto hai scritto e condivido l’ideologia, ma mi permetto di farti una domanda : ma dove sono finiti i nostri dirigenti e che linea politica ci hanno dato dopo le elezioni,non ti sembra che ci sia un silenzio tombale.Io e parlo solo per me stesso sono profondamente deluso e mi pare che la lombardia non interessi al nostro partito.Sono profondamente deluso dalla mancanza di dialogo con i vertici DEL NUOVO PSI,non ti pare che il nostro simbolo serva solo per pochi eletti???
    Bruno Curti facente parte della segreteria provinciale

  2. Carissimi signore e signori (compreso Antonio Di Pietro),
    per poter risolvere meglio e più speditamente i problemi italiani ci vuole un governo forte !
    Basta guardare i governi delle nazioni più progredite d’Europa e del mondo…
    Ma per avere un governo forte ci vuole un vero LEADER; ossia uno che sia capace di formare
    una buona coalizione, saperli tenere uniti, ecc., e governare per i 5 anni della Legislatura.
    Questo è importantissimo per l’Italia progredire ! O se no andremo sempre più indietro e può
    portarci alla rovina! (Non importa se questo governo e coalizione sia di destra o di sinistra)
    E Berlusconi è il primo Leader politico che abbiamo in Italia negli ultimi 60 anni (1948-2008)
    ossia da quando esiste la nostra Repubblica (e l’unico che abbia saputo governare per 5 anni).
    Quindi teniamocelo caro….(almeno fino a quando non ne troviamo un altro).
    ype your comment here.

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