Il Governo ha scelto in coscienza

Il Governo ha scelto in coscienza

La strada della casa di ricovero “la Quiete” ha diviso, non solo simbolicamente, il Paese.
I marciapiedi che la delimitano hanno ospitato in questi giorni le due “Coscienze”, quella per la vita e quella in difesa della scelta della famiglia. L’Italia si è divisa, ha partecipato con passione civile e morale alla vicenda di Eluana, diventata simbolo e testimonianza di migliaia di casi analoghi che sconvolgono tante famiglie italiane.
La scelta dei familiari è stata quella di rendere esplicito, coinvolgendo lo Stato attraverso una decisione formale, quello che viene generalmente lasciato alla valutazione del medico e alla riservatezza dei congiunti.
Tutto è partito, in carenza di norme specifiche sul tema, da una sentenza della magistratura – è bene ricordare fatta di uomini in carne ed ossa – quantomeno discutibile. Discutibile dal punto di vista giuridico, perché si è deliberato in carenza di un quadro normativo definito, e da quello formale con una ricostruzione storica forzata, per non dire fantasiosa, della volontà espressa 17 anni prima da Eluana.
Ha fatto bene, quindi, il Governo ad intervenire e Berlusconi a mettere in campo tutta la determinazione possibile. Dal versante politico si è parlato e dichiarato troppo. Chi doveva farlo per ragioni istituzionali o funzionali lo ha fatto spesso con maggiore equilibrio di chi non ne aveva né ruolo né competenza.
Per questo noi siamo rimasti in rispettoso silenzio, ma non inerti, avendo già da tempo con Lucio Barani, a nome del Nuovo PSI, firmato una proposta di legge sul testamento biologico e chiestone la calendarizzazione.
Sui temi etici e della vita la migliore tradizione socialista – riformista si è sempre contraddistinta per scelte equilibrate. Non ha mai eretto muri – viene da pensare all’iniziativa prevista dal PS di Nencini di innalzare un muro simbolico tra Vaticano e Stato – ma ha sempre combattuto per abbatterli, e non si è mai riconosciuta in posizioni laiciste o anticlericali. Con Craxi ha contribuito, con la firma del Concordato, a definire, in un quadro condiviso, migliori rapporti tra Stato e Chiesa.
Sul caso di Eluana Englaro una parte della sinistra ha usato strumentalmente persino il principio di libertà di scelta della persona , per sostenere il fine vita. Ma di quale libertà si parla! Non di certo di quella di chi in piena coscienza decide – in forza di limiti previsti da una normativa sul testamento biologico – di rifiutare, in casi estremi, l’accanimento teraupetico.
Si rischia di determinare, in linea di principio, una eutanasia – premesso che la si accetti – determinata da altri e quindi non esplicitamente richiesta, non volontaria. Personalmente sono contrario alla eutanasia, ma anche in un quadro normativo definito, è impensabile che questa avvenga con l’interruzione imposta dell’alimentazione e dell’idratazione di una persona in coma vegetativo, ma pur sempre viva.
La scelta della legge è una scelta laica, così come lo è il dubbio difronte a casi come questo. Su questi presupposti si è mosso il Governo per intervenire, anche con decretazione d’urgenza, in piena coscienza e senza condizionamenti.
Come si può, infine, rimproverare o contestare la Chiesa per essere intervenuta con forza sul caso? E’ questa materia che coinvolge valori e principi propri della sua missione; e se la sua voce è forte, maggiore deve essere il rispetto.

Stefano Caldoro
Segretario NAzionale Nuovo PSI

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Redazione

La redazione di Pensiero Socialista

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