Risposta a Sergio Verrecchia

Caro Sergio ognuno il suo leader se lo sceglie. Paragonare poi Gianni De Michelis a Berlusconi è quantomeno superficiale , se non altro per i risultati raggiunti: altrimenti come si giudica una leadership? . Voglio ricordare a te, che sei venuto nel Psi anni dopo la sua fondazione, e forse per questo non sei sufficientemente informato, che il sottoscritto essendo uno dei fondatori la storia della nostra organizzazione la conosce bene . Quando Ugo Intini da segretario del partito scelse la strada dello Sdi un gruppo di noi , espressione della maggioranza degli organi statutari , decise di chiedere a Gianni , che da alcuni anni aveva deciso di fare altro mestiere , di ritornare in campo anche perché bandiera del vecchio PSI che meglio rappresentava la scelta di autonomia e di identità . Con me c’erano tra gli altri Stefano Caldoro , Saverio Zavettieri , Donato Robilotta e Nanni Ricevuto . Gianni decise di accettare la guida del Psi e noi gli garantimmo, con i nostri numeri , l’elezione a Segretario . Decise di farlo però con un limitato mandato a termine . Sono passati più di dieci anni ! De Michelis ha sempre avuto il nostro sostegno e il nostro affetto anche e soprattutto nei momenti difficili post-tangentopoli anche quando molti di noi non avrebbero avuto interesse a farlo se non altro per ragioni di ritorsione della magistratura allora molto vigile alla riorganizzazione dei socialisti autonomisti , non subalterni al PDS . Nessuno di noi me compreso ha mai fatto mistero di una stima personale per le notevoli qualità intellettuali di Gianni che però per chi fa politica sono naturalmente separate dalla diversa valutazione sulle scelte che si fanno in nome e per conto della nostra organizzazione. Noi , sia ben chiaro, abbiamo scelto lui e non viceversa se non altro perché gia c’eravamo .Anche quelli che sono venuti dopo non sono stati scelti da lui : la Moroni era per ragioni createsi un dato di fatto indipendente dalle nostre volontà . Fu vista e accettata in quella fase come un valore aggiunto. Alessandro Battilocchio fu invece sostenuto e lanciato da Donato Robilotta . In quanto a Stefano Caldoro e a Saverio Zavettieri i due hanno sempre rappresentato, alla guida delle loro Regioni, la vera e più consistente forza elettorale del PSI dei sette garofani e del Nuovo PSI successivamente Voti e consensi che erano stati raccolti prima che Gianni De Michelis entrasse nel Partito . Sono stati la vera forza sulla quale De Michelis si è appoggiato per difendersi prima da Intini poi da Martelli e Craxi . Gianni ha utilizzato loro e non viceversa . E’ evidente che quando poi ci sono stati degli incarichi , delle candidature o delle opportunità per il partito, era giocoforza , se non si pensa di amministrare un condominio, che chi avesse maggiori consensi , e bisogna dire anche maggiore coerenza, abbia ricevuto i riconoscimenti dovuti . Quale regola diversa dalla capacità politica e di raccolta del consenso e dei voti poteva essere usata ? Quindi nessuna scelta personale o singola di Gianni De Michelis ma le semplici e ferree regole della politica. Voglio poi risponderti anche in merito ad una accusa rivolta da te ad alcuni compagni rei di avere delegittimato il Segretario Nazionale nell’ultimo Consiglio Nazionale. Questi compagni se ho ben capito a chi ti riferivi ,sono quelli che lo hanno “scelto” e legittimato eleggendolo con decine di migliaia di voti al Parlamento Europeo in un collegio non suo , da ospite gradito e coccolato , contro ogni pronostico . Chi parla di delegittimazione dovrebbe far riferimento alle mortificanti poche centinaia di voti che la sua città natale ed il partito di quel territorio gli ha tributato nelle stesse elezioni Europee . Quanto sono belle le chiacchiere ma quanto spesso sono inutili .

Antonino Di Trapani
Segreteria nazionale
Responsabile enti locali Nuovo Psi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *