Capone:LE RAGIONI DI FACCI E LE RISPOSTE CHE MANCANO

 

Filippo Facci muove critiche ragionevoli all’iniziativa della “Costituente Socialista” e paventa rischi ben più che ipotetici, poiché la sua analisi si basa sulla vicenda recente dei socialisti in Italia, sui loro limiti e contraddizioni spesso personali e di leadership.

Ma la sua costruzione critica manca della risposta più importante al problema più grave: durante questa seconda repubblica, destra e sinistra (o le si chiami pure come si vuole) che risposte hanno saputo dare ai problemi dell’Italia?

E il deficit di riformismo è stato soddisfatto da qualcuno? Facci cita Tremonti e Nicola Rossi (persone e politici stimabilissimi): ma per quali scelte degne di essere considerate come azioni riformiste profonde in favore del futuro del nostro Paese?

La verità è che non basta come risposta l’analizzare che i socialisti hanno votato per Forza Italia: lo sappiamo tutti! Il problema è cosa hanno fatto Forza Italia e il suo straordinario leader (stimato e stimabilissimo da chi, come noi, è di sinistra senza esserne schiavo!) per riformare questo Paese quando ne avevano la possibilità, con la più grande maggioranza parlamentare della storia repubblicana a disposizione! Questa è una grande occasione storica persa e non basta dire che “ci volevano altri cinque anni”. Il livore contro il Governo Berlusconi e il “basta” che molti hanno proferito durante quegli anni, è diventato l’odio verso il Governo Prodi che peggio di così non avrebbe potuto e potrebbe fare.

Nessuna parte in campo rappresenta oggi una visione innovativa, non di destra o di sinistra, categorie inutili oltre che superate, in Italia. La sinistra è in ritardo, in larga parte dell’Europa e vedremo nei prossimi giorni cosa ne sarà in Francia, dove pure la battaglia si preannuncia aspra e all’ultimo voto. Le risposte sono deboli e contraddittorie, l’aspirazione ai nuovi (e giusti) diritti non viene coniugato con il loro costo, con la loro sostenibilità sociale, con il problema del “disordine sociale” che cresce, di giorno in giorno.

Manca una risposta della sinistra migliore, quella che le scelte non le ha sbagliate nel passato, come hanno ammesso l’autocritico Violante e il ripensante Fassino, quella sinistra riformista che oggi in Italia non c’è perché non incide negli equilibri politici e nelle scelte.

L’intervista de “il Giornale” a Nicolas Sarkozy chiude poi la bocca a quanti usano il concetto di “destre” in modo dispregiativo: una lezione di lungimiranza e coraggio politico così alto, di fermezza modernizzatrice, di visione prospettica alta, merita rispetto, attenzione ai contenuti, disponibilità alla discussione e all’integrazione, prima ancora che alla critica dei contenuti.

Oggi serve una sinistra trasversale e moderna. Sarà, in Italia, il PSI che qualcuno tra noi si appresta a ricostruire, questo luogo politico? Lo sarà rifiutando la logica dello “stare a sinistra, per forza” rimettendo in moto una competitività che non serve solo a contrattare qualche posticino in più, ma a mostrare alle altre formazioni politiche la volontà di far prevalere le proprie idee ed i contenuti riformisti “senza dei quali non ci può essere accordo e sostegno ad alcuna coalizione”?

Sarà questo nuovo soggetto una cosa ben diversa dallo SDI e da tutte le formazioni litigiose, anzi inutilmente litigiose, del post-PSI? Sarà un soggetto aperto da una discussione programmatica vera che definisca cosa è e deve essere il socialismo riformista nel prossimo ventennio in Italia? Sarà aperto ad un ricambio generazionale, forzoso, dei gruppi dirigenti, delle “facce”, della loro capacità di comunicare e convincere? Sarà un soggetto autenticamente democratico? E, soprattutto, come si rivolgerà al mondo del lavoro ed al sindacato, una forza socialista che deve considerare il lavoro come il centro del problema, come il modo e il luogo della produzione della ricchezza, del riscatto sociale possibile, della costruzione della società, senza accettare le regole della “sindacatocrazia” e senza tollerarne la sclerotizzazione che produce oggi solo problemi ai cittadini e ai lavoratori? E come sarà aperto all’esterno? Con le primarie, ma un po’ più serie e progressive di quelle usate dal centro-sinistra? E sarà questo soggetto capace di capire la lezione di tangentopoli, evitare per regole interne, che il ripetersi di fenomeni di degenerazione venga considerato naturale e fisiologico, adottando contromisure efficaci “a monte”? O non sarà nulla di tutto ciò?

Pubblicato da

Redazione

La redazione di Pensiero Socialista

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *