Una proposta e un appello prima dello rottura. Mauro Del Bue

Uso toni forti volutamente, perché vedo che siamo ormai a un passo dalla definitiva divisione. E si tratterebbe di una divisione traumatica, non solo politica. Una separazione che porterebbe con sé molti lividi, molte ferite. Ho tentato in questa fase di fare di tutto per tenere unita la nostra piccola comunità, non perchè ritenessi l’unità un valore a sé, ma perchè non capivo il senso delle divisioni, sulle quali più oltre tornerò. Ho tentato di dare il meglio di me stesso non solo nell’attività parlamentare, ma anche in quella di partito, anche perchè sono stato eletto grazie a questa piccola comunità alla Camera dei deputati e mi sono sentito in dovere, dopo avere assaporato la gioia di una rinascita personale, di operare per evitare, subito dopo, la sua implosione e distruzione. Ho scritto tre documenti votati all’unanimità, dal Consiglio nazionale di luglio, dalla direzione di autunno e dalla segreteria di marzo. Non pensavo che si trattasse di carta straccia, ma di atti ufficiali, ai quali tutti dovevamo attenerci. C’è stato, è vero, un Consiglio nazionale dominato dalla baraonda, che però si è concluso con un altro documento votato pressoché all’unanimità e sottoscritto da tutti i membri del Comitato esecutivo, per la convocazione di un congresso a fine giugno (come proponeva il segretario De Michelis e non ad aprile, come proponeva Stefano Caldoro). Poi ci sono state contestazioni da parte di alcuni segretari regionali rispetto alla composizione della Commissione di garanzia. E in ottemperanza al documento approvato che postulava l’eventualità di un allargamento della stessa da parte del Comitato esecutivo, lo stesso esecutivo arrivava a delegare i segretari di proporre una quota deliberata all’unanimità. Cosa che non si è rivelata possibile, essendo i segretari regionali direttamente coinvolti nel dibattito e nelle divisioni del partito. La commissione di garanzia si è poi riunita e si è data delle regole attraverso un documento, a sua volta contestato da una parte (maggioritaria o minoritaria poco importa) di segretari regionali. A questo punto il segretario del partito ha deciso di riconvocare il Consiglio nazionale, adducendo il motivo che la commissione aveva il compito di deliberare le norme di un congresso unitario e non già di un congresso a mozioni. Questi sono i fatti nudi e crudi, incontestabili, credo. Alla luce di questi fatti ecco quello che accadrà. La riunione del Consiglio nazionale, alla quale non parteciperanno quei compagni che non la ritengono legittima, potrà deliberare lo spostamento del congresso o nominare altra commissione di garanzia o integrare quella esistente. Coloro che non ritengono legittima la sua convocazione perché, alla luce del documento approvato, il Consiglio nazionale era stato sciolto, impugneranno tali decisioni. Forse si finirà ancora in Tribunale (già si è parlato di un atto di impugnazione avanzato dal compagno Catrambone per annullare la deliberazione precedente). Sindrome di Stoccolma dei socialisti… La nostra comunità subirà altri smacchi pubblici (di noi si rischia di parlare solo come elemento di cronaca nera…). Siamo dunque di fronte a un precipizio. Per questo ho deciso di scrivere queste note e fare una considerazione e un appello. La considerazione è politica. Vedo che ci sono alcuni compagni che affrontano il problema della Costituente socialista come negli anni settanta si affrontava la questione dell’alternativa. Come se fosse uno slogan e forse anche come strumento di caratterizzazione e di lotta politica interna. Specifichiamo allora una volta per tutte la nostra posizione assunta all’unanimità (e che De Michelis ha forzato con quel “Io sarò con voi coi pochi che mi seguiranno” al Congresso dello Sdi). Noi abbiamo posto dei paletti alla Costituente, che devono rimanere validi per tutti e che personalmente, ma devo dire anche De Michelis, ho sostenuto alla riunione di giovedì pomeriggio alla quale hanno partecipato anche Villetti, Turci e Caldarola, trovando notevole disponibilità, soprattutto negli ultimi due. Non si potrà costruire un nuovo partito socialista con noi, se esso avverrà nell’ambito di questo sistema elettorale e imporrà il nostro passaggio a sostegno di questo governo. Ricordate? Mai in questa legislatura e con questo governo. Ciò significava che a fine legislatura o a fronte di un altro governo tutto poteva cambiare. La dobbiamo smettere di inventarci la politica a nostro piacimento. Siamo in questa legislatura e c’è il governo Prodi. Esiste ancora un sistema bipolare e non c’è il modello tedesco (l’ultima proposta dei Ds è il ritorno al Mattarellum). Su questo tutti ci eravamo detti d’accordo, no? Qualcosa è cambiato? Lo potrebbe essere se la divisione passasse tra chi propone di cambiare campo e, dall’altro lato, chi propone il ritorno organico nella Casa delle libertà, senza l’Udc. Ma ufficialmente nessuno nel partito propone né l’una né l’altra cosa. Eppure il clima è diventato talmente pesante che non solo è difficile discutere, ma si minacciano ormai quotidianamente ricorsi giudiziari. Evidentemente la politica c’entra fino a un certo punto. E allora dobbiamo essere chiari anche su questo. L’estate scorsa, dopo le elezioni politiche, il segretario De Michelis ci propose una sorta di rinnovamento al vertice del partito, per tenerlo unito e per utilizzare al meglio una risorsa politica primaria che, non per colpa sua, ma per la ruota della fortuna che gira a volte a favore dell’uno e a volte dell’altro, si era ritrovato a casa, dopo avere fatto il ministro e aver rifiutato di entrare nel diritto di tribuna di Forza Italia con elezione garantita (al contrario di Moroni e Ricevuto). Caldoro alla segreteria e De Michelis alla presidenza, come nel Pri Nucara e La Malfa. La leadership di De Michelis non avrebbe subito nessuna penalità. Si disse: Pannella non è segretario, Casini non è segretario. Oltretutto, ho pensato, un po’ di rinnovamento non avrebbe stonato in un partito che certo non può vivere accentrando tutto nella stessa persona, cosa che ormai non avviene né nei partiti più grandi né in quelli più piccoli di noi. E questo a prescindere dalla stima e dai meriti storici di Gianni, che tutti, compreso Stefano, gli riconobbero. Si disse, prima dobbiamo fare i documenti politici. Prima la politica, poi il resto. Giusto. Cominciammo in estate col Consiglio nazionale finito all’unanimità, continuammo col seminario di Orvieto, concluso all’unanimità, procedemmo con la direzione di autunno, anch’essa conclusa all’unanimità. Si disse: Caldoro ha un’altra posizione politica. Quasi invitandolo ad assumerla ufficialmente. Oppure: firma i documenti, ma in realtà la pensa in altro modo. E qui si entra nella dimensione psicanalitica a fronte della quale non si può che alzare le braccia. In realtà si formò nel partito una componente contraria all’elezione di Stefano. Questa è la verità. E si cambiò idea, certo approfittando anche di posizioni (il no a Bertinoro) che hanno finito per portare Caldoro ad esprimere una contrarietà a mio giudizio assai discutibile a un convegno al quale ho personalmente partecipato con interesse e anche entusiasmo. Poi si arrivò al Consiglio di marzo e allo scandaloso conflitto, che per primo ho denunciato pubblicamente. In quella circostanza un compagno mi disse, eccitato: “E’ colpa tua e dei tuoi ambigui documenti”. Questo compagno ha inteso trasformare quello che pensavo essere un merito in una colpa. Pazienza. C’è sempre, spazio, mi disse un vecchio dirigente siciliano, per nuovi emergenti quando arrivano le alluvioni. Poi però si finisce sott’acqua tutti.
Possiamo ancora salvare il salvabile, e soprattutto vogliamo salvare il salvabile? Questo chiedo a tutti. in particolare confidando nella volontà del segretario del partito, che è il principale esponente e dunque deve assumersi appieno la sua responsabilità. La mia proposta parte dalla possibilità di ricomporre una linea politica unitaria, perchè dividerci oggi potrebbe significare non unirci mai più. Ed è sintomatico che ogni volta che si parla di unità socialista si divida irrimediabilmente il Nuovo Psi. L’unità che produce divisione rappresenta per noi il paradosso politico più deprimente, l’ossimoro più sconcertante, forse una condanna del destino. Deponiamo le asce di guerra e lasciamo che i tribunali facciano il loro lavoro (ne hanno tanto, purtroppo). Rilanciamo e realizziamo insieme il patto dell’estate scorsa, con un duopolio politico di emergenza alla guida del partito, da votare attraverso un nuovo Consiglio nazionale e da sancire in un Congresso unitario, da convocare a giugno assieme a un documento politico che riprenda i famosi tre punti (sì al cantiere della costituente socialista, no all’Unione e al governo Prodi, sì alla legge elettorale alla tedesca), ricomponiamo l’unità interna in attesa delle future scelte, oggi non mature. E intanto sospendiamo Consigli e Congressi di conta. E se non accettiamo questa idea troviamone un’altra che sia migliore e che meglio garantisca la nostra comunità. E in quest’ultima settimana smettiamo di litigare sul sito e concentriamoci sulle elezioni amministrative di domenica dove tanti compagni hanno presentato liste e candidature e meritano il nostro rispetto e il nostro sostegno. Al di fuori di questa possibilità non vedo altro che una frattura, l’ennesima dopo quella del 2001 e del 2005, con gli stessi identici strascichi. Personalmente mi sono battuto anche per scongiurare quelle di allora (l’ultima per noi è stata la più pesante e pagata a caro pezzo elettorale per il clamore negativo suscitato, anche se, almeno, motivata da una contrapposta scelta elettorale), mentre in troppi. anche al nostro interno, esultano come gli ultras di uno stadio ogni volta che il nostro atomo si divide. E non mi pare che abbiano nel frattempo inventato nuove formule fisiche per far vivere più agevolmente le sue parti disarticolate. In troppi parlano di questa nostra piccola comunità come di un partito vero, dove si possano fare congressi e consigli nazionali per stabilire maggioranze e minoranze. A parte il fatto che, come il Congresso dei Ds ci ha insegnato, ormai le minoranze nei partiti non esistono più perché se ne vanno, noi non siamo un partito come i Ds. Siamo una piccola comunità con soli due parlamentari italiani e due europei e con meno dell’1% di voti, senza finanziamento e con un quotidiano ancora da finanziare e al centro, a sua volta, di una forte polemica. Potremmo noi assumerci la responsabilità di trasformare la tragedia socialista in una ennesima commedia? Guardate che non c’è niente di peggio che passare dal tragico al comico… Noi non possiamo solo pensare a come ci giudichiamo da soli. Ma soprattutto a come ci giudicano gli altri. E se la nostra comunità riesce perfino a rompersi a fronte di una situazione politica tutt’altro che statica, ma in assoluto movimento, e i cui esiti sono ancora ignoti, se oggi non siamo chiamati a dividerci su una scelta chiara e riusciamo tuttavia a dividerci lo stesso, compiamo un miracolo negativo, le cui proporzioni si riveleranno tanto più assurde, quanto più pesanti per tutti. Abbiamo tutti tale consapevolezza? Lo spero ancora.

Mauro Del Bue

NON SIAMO PURTROPPO SU SCHERZI A PARTE: LA FRATTURA RISCHIA D’ESSERE INSANABILE di Adolfo Collice

NON SIAMO PURTROPPO SU SCHERZI A PARTE: LA FRATTURA RISCHIA D’ESSERE INSANABILE di Adolfo Collice

 

                                                                      

 Ab

biamo letto sul sito che De Michelis, in carica solo per l’ordinaria amministrazione, ha deciso, con un gravissimo atto di violazione statutaria, di aggravare ulteriormente la già difficile situazione interna al nostro piccolo Partito. 

La convocazione del Consiglio Nazionale è infatti illegale e illegittima, e quindi nulla. De Michelis di fatto attua una rottura grave dei meccanismi che regolano il nostro stare assieme. Perché lo fa? E’ vero quello che dicono in molti del ‘muore Sansone con tutti i filistei’? La scelta autoritaria e personale di traghettarsi “con i pochi che lo seguiranno” lo consiglia di fare terra bruciata?

 

Anche se conosciamo le risposte a domande che tutti i compagni, da domani, si porranno in tutta Italia, dobbiamo riaffermare che mai e poi mai accetteremo l’interruzione di un procedimento in atto che deve comunque portarci al Congresso Nazionale del 23 e 24 giugno. Si sappia che a casa propria ognuno è libero di fare ciò che vuole ma in un Partito si devono rispettare le regole statutarie, ed esse ci ricordano che il CN del 31 marzo, pur con le tensioni che conosciamo, si è concluso con soli 5 voti contrari con l’azzeramento degli incarichi, la convocazione del Congresso e la nomina della Commissione di garanzia congressuale composta dalle due Commissioni esistenti (Garanzia e Tesseramento).

 

Ricordo che eventuali integrazioni potevano e possono ancora essere decisi dall’Esecutivo, ma mai e poi mai scaturenti da una decisione dei Segretari Regionali. Comunque la Commissione si è insediata e il procedimento assunto all’unanimità, legittimo e regolare, ha portato alla nomina di Lucio Barani a Presidente garante del procedimento congressuale.  A Gianni un consiglio, un solo consiglio, che viene comunque da una terra che molto ha fatto per far decollare il Nuovo PSI, per farlo eleggere Parlamentare europeo, e per dargli ruolo e possibilità di essere nell’arena politica: CI RIPENSI.

 letto sul sito che De Michelis, in carica solo per l’ordinaria amministrazione, ha deciso, con un gravissimo atto di violazione statutaria, di aggravare ulteriormente la già difficile situazione interna al nostro piccolo Partito.

 

La convocazione del Consiglio Nazionale è infatti illegale e illegittima, e quindi nulla. De Michelis di fatto attua una rottura grave dei meccanismi che regolano il nostro stare assieme. Perché lo fa? E’ vero quello che dicono in molti del ‘muore Sansone con tutti i filistei’? La scelta autoritaria e personale di traghettarsi “con i pochi che lo seguiranno” lo consiglia di fare terra bruciata?

 

Anche se conosciamo le risposte a domande che tutti i compagni, da domani, si porranno in tutta Italia, dobbiamo riaffermare che mai e poi mai accetteremo l’interruzione di un procedimento in atto che deve comunque portarci al Congresso Nazionale del 23 e 24 giugno. Si sappia che a casa propria ognuno è libero di fare ciò che vuole ma in un Partito si devono rispettare le regole statutarie, ed esse ci ricordano che il CN del 31 marzo, pur con le tensioni che conosciamo, si è concluso con soli 5 voti contrari con l’azzeramento degli incarichi, la convocazione del Congresso e la nomina della Commissione di garanzia congressuale composta dalle due Commissioni esistenti (Garanzia e Tesseramento).

 

Ricordo che eventuali integrazioni potevano e possono ancora essere decisi dall’Esecutivo, ma mai e poi mai scaturenti da una decisione dei Segretari Regionali. Comunque la Commissione si è insediata e il procedimento assunto all’unanimità, legittimo e regolare, ha portato alla nomina di Lucio Barani a Presidente garante del procedimento congressuale.  A Gianni un consiglio, un solo consiglio, che viene comunque da una terra che molto ha fatto per far decollare il Nuovo PSI, per farlo eleggere Parlamentare europeo, e per dargli ruolo e possibilità di essere nell’arena politica: CI RIPENSI.

la vere determinazione dei segretari Regionali. Salvatore Gennaro

Esecutivo di Segreteria – hanno sollecitato la Commissione Congressuale a continuare i lavori .

 Su questo documento converge di fatto anche il Molise che attraverso una comunicazione scritta subordinava ad un accordo unanime dei Segretari l’eventuale integrazione della Commissione Congressuale. I documenti sono stati notificati alla commissione Nazionale di garanzia del Congresso.

Appare, quindi, indiscutibile che il coordinamento dei Segretari Regionali non ha raggiunto l’intesa unanime richiesta dall’Esecutivo di Segreteria, ma pur nell’ipotesi che ogni Segretario Regionale   rappresenti in questa fase la totalità degli iscritti della propria Regione, ipotesi peregrina e tutta da verificare, va evidenziato che i Segretari delle Regioni che hanno sottoscritto il documento Verrecchia rappresentano il 37, % del totale degli iscritti   e pur aggiungendo gli iscritti dell’Abbruzzo e del Friuli, assenti alla riunione e senza aver inviato alcuna delega scritta, raggiungono il 39,% del totale degli iscritti.

Il secondo documento rappresenta, con gli stessi limiti dell’altro, il 42,% del totale degli iscritti. L’astensione dell’Emilia, che in questi casi vale voto contrario, rappresenta circa il 4 % degli iscritti.

In conclusione, non solo non vi era la necessaria unanimità per integrare la Commissione Congressuale, ma   le firme in rappresentanza della maggioranza degli iscritti si sono espresse in maniera chiara contro ogni allargamento surrettizio della Commissione Congressuale.

 

Parlano e valgono i documenti sottoscritti dai Segretari Regionali e non presunti verbali inviati al sito senza firme autografe e con descrizioni di votazioni mai avvenute. Invito il Sito a non pubblicare documenti a mia firma o con mie espressioni di voto senza avere fatto le necessarie verifiche.

Alvigini di Padova:COSI’ RINASCE IL P.S.I.?

  

Il capo-famiglia che annunciasse ai propri famigliari: “abbiamo comprato casa!” non potrebbe sottrarsi a domande quali: dove? Con quali vicini? E, soprattutto, quale casa?

Gianni De Michelis da troppo tempo sembra disattendere uno dei pilastri fondanti della natura socialista: il dialogo con la base, la condivisione con i sostenitori del partito di una linea politica.

Il che non è un appunto di poco momento, non solo visti i frutti disastrosi raccolti in questi ultimi anni, ma soprattutto considerando che oggi, più che mai, gli iscritti al Nuovo PSI non possono che essere considerati di provata fede ed interessati solo all’idea.

Formulata questa premessa metodologica, appare evidente che la casa nella quale ci viene prospettato l’ingresso, non è nemmeno definita nei sui tratti essenziali, quasi che la ricerca dell’unità socialista possa prescindere dall’unità delle idee dei socialisti.

I manovratori della riunificazione provengono da esperienze diverse ma tutte comunque negative, e paiono più interessati alla ricerca di una improbabile sopravvivenza che alla rifondazione di un polo laico e socialista degno di tal nome.

Nessuno vuole seppellire oltre 100 anni di storia del partito, anzi, se ancor oggi siamo qui a discutere ed a lottare è proprio perché siamo figlia di tanto passato.

Ma è esattamente perché non siamo nati ieri che possiamo permetterci di ignorare il mutamento dei tempi, lo scenario che la società civile italiana offre oggi, il contesto politico in cui si intende comparire ed incidere.

Dopo i post-comunisti, gli ex democristiani, ed i vari “pentiti”, si rischia di dar vita ed un partito che poco o nulla ha da dire di nuovo.

Senza un progetto politico attuale, moderno, in assenza di un linguaggio accessibile al giovane elettore, discettare di riunificazione socialista rassomiglia ad un vuoto esercizio di retorica politichese.

In presenza di questo bipolarismo, sotto il vigore dell’attuale legge elettorale non può esservi spazio alcuno per una componente laico-socialista.

Nulla viene ipotizzato nemmeno circa le possibilità, tutte da verificare, si intende, di aprire il nuovo partito anche ai tanti laici non strettamente socialisti (repubblicani, socialdemocratici, liberali, radicali e così via).

In buona sostanza: la prima mossa da fare non può che consistere nella presa di distanza ( che lo Sdi non fa ) dall’attuale governo per assumere una posizione terza, indipendente e manovriera; lavorando nel contempo per la concentrazione di tutti i potenziali interessati ad un vero polo laico-socialista, cui dar corpo attraverso una previa concertazione politica.

Il futuro è dei giovani e con i giovani; il nuovo soggetto politico che va delineandosi non può somigliare ad una adunata di reduci bastonati, animati dal desiderio di rivincita.

Occorrono idee nuove ed uomini nuovi.

A tale obiettivo bisogna mirare, superando tatticismi di scarso respiro, di breve vita e di miope ottica.

Cominciamo con il riunirci e discuterne.

 

Paolo Alvigini

Membro Direzione Provinciale Padova

Comunicato della Direzione Provinciale del Nuovo Partito Socialista di Belluno

 

La Direzione Provinciale del Nuovo Partito Socialista di Belluno,

PRESO ATTO dagli organi di informazione e dal sito ufficiale del Nuovo P.S.I. di una nuova iniziativa atta a favorire il superamento della diaspora Socialista per ricostruire sotto un unico simbolo e partito le vari anime oggi presenti sia nella Casa delle Libertà che nel Centro Sinistra.

INVITA la Segreteria Regionale e Nazionale a registrare le seguenti posizioni unanimemente espresse dagli iscritti di Federazione di Belluno:
1) l’unità dei Socialisti va ricercata fuori dell’attuale schema bipolare e quindi va perseguito con forza da parte dei propri aderenti l’obiettivo delle riforma elettorale proporzionale alla tedesca (con soglia di sbarramento);
2) la nascita di un 3° Polo è la condizione essenziale affinché si superino le contraddizioni sia nell’attuale maggioranza di governo (fortemente condizionata dalla sinistra comunista e antagonista) sia nell’ambito della Casa della Libertà dove, peraltro ancor oggi, registriamo le maggiori sintonie sul piano dei programmi riformatori e nella capacità d’alleanze per le Amministrazioni Locali, Regionali e di Governo;
3) diciamo no a soluzioni pasticciate con lo SDI (accordi elettorali) tesi solo a favorire la difesa di alcune posizioni personali;
4) facciamo appello ai responsabili del Partito affinché si operi nella consapevolezza di quegli interessi seppur minoritari che oggi rappresentiamo: l’avversione al comunismo in tutte le sue forme, una fiducia incondizionata nel riformismo laico, socialista e liberale che per distinguersi ha bisogno di leadership forti e coese, una laicità nelle decisioni che sottenda libertà per tutti e non bieco anticlericalismo, una maggiore consapevolezza nel difendere gli istituti democratici dal professionismo distruzione instauratasi nella cosiddetta 2^ Repubblica, una Giustizia giusta e rapida, che sappia vincere la spinta giustizialista e forcaiola e la gogna mediatica vero attentato al diritto alla privacy.

CIO’ DETTO si ribadisce la necessità che anche all’interno del nostro partito trovi Patria, non solo il dibattito aperto su queste questioni, ma soprattutto delle decisioni democraticamente assunte secondo regole certe e universalmente accettate dagli organi federali.

SE CIO’ non fosse, per lo sparuto gruppo della Federazione Nuovo P.S.I. di Belluno, si ritiene morta e sepolta qualsiasi prospettiva di rilancio Socialista nel panorama politico Italiano.

Il Segretario Provinciale
Luigino Olivier

Belluno 7 maggio 2007

Il Direttivo Regionale Lombardo non esiste più!

I sottoscritti membri del Direttivo Regionale della Lombardia hanno deciso di non partecipare per protesta alla riunione del Direttivo Regionale, inopinatamente convocata per stasera 7 Maggio 2007, presso l’ Hotel Ibis di via Zarotto in Milano, poiché ritengono tale riunione giunga con molto ritardo ed a “cose fatte”.

 

Infatti, quotidianamente, dal Sito del Partito, che sembra essere diventato lo strumento “ufficiale” per la convocazione di Assemblee, Organismi, Comitati del Partito, veniamo a conoscenza delle opinioni politiche personali di alcuni dirigenti di partito, con la presunzione di farle apparire linee politiche condivise su cui attestare il gruppo dirigente lombardo, con il risultato che, così facendo, oltre a rappresentare in maniera distorta la realtà, tendono maliziosamente ed artatamente a svuotare di contenuti e ruolo le sedi ufficiali del Partito, uniche legittimate a dibattere ed assumere collegialmente posizioni politiche di merito a nome del Partito.

 

Ciò premesso, i sottoscriventi ritengono strumentale la convocazione odierna del Direttivo Regionale, in quanto finalizzata a delegittimare l’organismo dirigente lombardo del Partito in Lombardia, svuotandolo di effettive e peculiari potestà statutarie cui è preposto.

 

Fermo restando, tuttavia, il diritto costituzionale in capo ogni cittadino della Repubblica Italiana di potersi riunire pacificamente, i sottoscritti disconoscono l’efficacia della convocazione in questione, con la presente denunciano l’inefficacia di tale riunione e, in conseguenza di ciò, ribadiscono di non riconoscersi affatto in eventuali decisioni che in essa venissero assunte. La stessa ha, quindi, solo un carattere di riunione di parte e non del Direttivo Regionale del Nuovo PSI Lombardia.

 

 

Riccardo Albertini Presidente dell’Assemblea Regionale, Membro della Direzione Nazionale

Edmondo Piombino Presidente dell’Assemblea Provinciale e membro del Direttivo Regionale

Bruno Rubes Membro della Direzione Nazionale

Franco Spedale membro della Direzione Nazionale e del Direttivo Regionale

Mauro Alzini membro della Direzione Nazionale e dell’Esecutivo Regionale

Roberto Formaggia membro della Direzione Nazionale

Angelo Guglielmo membro della Direzione Regionale del Partito

LE MANI NELLA MARMELLATA

Prima si cerca di alterare le regole, poi, scoperti con le dita nella marmellata, si delegittima il Consiglio nazionale consapevoli che il Congresso sancirà la sonora sconfitta di una pseudo Costituente in salsa, tra l’altro, “gauche plurielle”: Vergogna!

Per i Compagni ancora in buona fede, e non sono pochi, che avessero la pazienza e la voglia di vedere chi tenta di imbrogliare le carte e di creare un clima irrespirabile per il Congresso del prossimo giugno sarà sufficiente scorrere gli allegati.

Per aiutarne la comprensione ricordo solo che l’Esecutivo di Segreteria è composto da sei persone:

De Michelis, Pizzo, Battilocchio, Caldoro, Del Bue e Barani e che il documento a firma dei segretari regionali, messo sul sito, è stato anch’esso smentito da alcuni Segretari che si vedevano, a loro insaputa, annoverati tra i firmatari (anche di questa vicenda è sufficiente scorrere il sito per trovarne conferma).

E ALLORA, BASTA CON LE FURBIZIE. Il Partito deve fare il Congresso e deve farlo col massimo di garanzie e senza colpi di mano costruiti con pseudo maggioranze. Su questo terreno saremo impegnati fino in fondo e lavoreremo, come Calabria, per garantire tutti i compagni qualunque sia la loro posizione.

                                                               Adolfo COLLICE

                                                       Commissario Regionale Calabria

ALLEGATI:

  1. TRILLO convoca la Commissione Congressuale senza l’accordo con Di Trapani;

  1. DEL BUE smentisce il Segretario Nazionale;

  1. BARANI smentisce il Segretario Nazionale;

  1. DI TRAPANI sottolinea la scorrettezza di Trillo;

  1. CALDORO smentisce il Segretario Nazionale;

  1. Il Documento del Consiglio Nazionale del 31 marzo 2007 con evidenziato il passaggio che regola la composizione della Commissione Congressuale.

Siamo solo comaprse!!!!

SOCIALISTI: BOSELLI A CN SDI, UNITA’ PRIMA DELL’ESTATE = (AGI) – Roma, 4 mag – “Mi giungono sollecitazioni costruttive da parte di Rino Formica e Giuseppe Caldarola ad accelerare i tempi, a definire meglio l’impostazione programmatica e a trovare piu’ presto forme di collegamento organizzativa di una nuova formazione socialista. Questa preoccupazione di fare presto e’ anche la mia. Siamo in attesa del Congresso del nuovo Psi, dove speriamo che dopo i discorsi di Gianni de Michelis a Fiuggi dalle parole si passi finalmente ai fatti e si realizzi subito l’unita’. Pensiamo che la stessa cosa debba avvenire con la formazione guidata da Bobo Craxi e Saverio Zavettieri.
Sarebbe bene, almeno in ordine di tempo, che questa unita’ si realizzasse prima dell’estate, per darci la possibilita’ in autunno di mettere in campo una Costituente socialista ampia e plurale. Attorno a questa prospettiva abbiamo registrato interesse non solo in coloro che vogliono avere un riferimento nel socialismo europeo, ma anche a tanti riformisti che non si riconoscono nel Pd”. Lo afferma il segretario dello Sdi Enrico Boselli al Consiglio Nazionale dello Sdi.

SDI: BOSELLI, DOBBIAMO UNIRE I SOCIALISTI E FEDERARE I RIFORMISTI = UNITA’ SOCIALISTA PRIMA DELL’ESTATE

Roma, 4 mag. – (Adnkronos) – “Penso che noi dobbiamo unire i socialisti e federare i riformisti”. Enrico Boselli, nella sua relazione al Consiglio nazionale dello Sdi, ha allargato i confini del cantiere aperto dai socialisti all’interno del centrosinistra. Il segretario dello Sdi ha spiegato che il primo passo e’ l’unificazione delle forze socialiste.

“Siamo in attesa del Congresso del nuovo psi, dove speriamo che dopo i discorsi di Gianni de Michelis a Fiuggi dalle parole si passi finalmente ai fatti e si realizzi subito l’unita’. Pensiamo che la stessa cosa debba avvenire con la formazione guidata da Bobo Craxi e Saverio Zavettieri. Sarebbe bene, almeno in ordine di tempo, che questa unita’ si realizzasse prima dell’estate, per darci la possibilita’ in autunno di mettere in campo una Costituente socialista ampia e plurale”, ha spiegato Boselli.

“Dobbiamo sapere fin da ora che dalla Costituente dovra’ emergere una forza nuova che non coincidera’ con lo Sdi -ha poi aggiunto Boselli-. Tutti gli atti che compiamo sono quindi rivolti a realizzare un disegno piu’ grande, un nuovo partito del socialismo europeo, una nuova formazione che dovra’ raccogliere consensi piu’ vasti di quelli che noi oggi abbiamo. Questa nuova forza ancorata al socialismo europeo, dovra’ a sua volta promuovere una convergenza dei riformisti”.

Ecco chi sono i nuovi alleati di demichelis: questione morale!

SINISTRA. ANGIUS HA SCELTO I SOCIALISTI, E MUSSI CHE FA? IL SENATORE: ‘BOBO CRAXI? NON C’ENTRA CON SUO PADRE’

(DIRE) Roma, 4 mag. – Gavino Angius ha gia’ scelto: “Resto fermo al socialismo europeo. La costituente socialista riguarda anche noi”. E Fabio Mussi? L’ex leader del Correntone si trova stretto tra le avances dei socialisti da una parte e della sinistra antagonista dall’altra. Il giorno prima dell’ assemblea al Palacongressi che mettera’ in moto “Sinistra Democratica”, il senatore sardo riunisce i suoi in via Cavour, e, anche tra qualche contestazione, da’ la linea. “Io non mi muovo dal documento congressuale. Andremo con i socialisti e poi cercheremo di unire la sinistra con il cantiere di Rifondazione e Pdci”.
L’indicazione all’hotel Palatino non dice piu’ ‘Ds’ e neanche ‘terza mozione’. Solo “senatore Angius”. Al secondo piano, nella sala Cesarini, circa cento militanti animano una discussione che muove, giocoforza, dallo strappo del congresso. La compagna Tomasetti, di Capena, iscritta Spi Cgil, lo dice fuori dai denti.
“Noi ti abbiamo votato tutti. Ma tu hai sbagliato quando hai lasciato il congresso. Le nostre delegate hanno pianto per questo”. E il giovane Francesco Scoppola, a sua volta, spiega: “Non verro’ con te. Restero’ nel Pd per cercare di cambiare le cose. E poi state attenti, la’ avrete De Michelis, lui ‘e’ la questione morale”. Altri compagni guardano piu’ in la’ e mettono in dubbio il cammino verso i socialisti. Luciano Appiani, ad esempio, avverte: “il socialismo non e’ un totem, dobbiamo guardare ad obiettivi piu’ grandi”. E un iscritto di Melegnano invita a “non farsi cooptare. Lo Sdi, poi, e’ piccolo, non ci merita”.

DIRE) Roma, 4 mag. – “Si e’ aperto un dibattito ed hanno fatto una proposta di una costituente per superare anche il nome del Psi- spiega- lo considero uno dei fatti piu’ importanti del panorama politico. Per il semplice fatto- aggiunge- che noi abbiamo detto di non aderire al pd anche perche’ non sara’ con il pse. Bene, li’ stanno i socialisti italiani. E io cari compagni, io non mi muovo da li’, li’ sto e li’ restero'”.
Angius e’ anche piu’ esplicito. “La costituente socialista- dice- riguarda non solo i socialisti ma noi, un pezzo della storia della sinistra italiana che e’ diversa dalla storia di Rifondazione e dalla storia del Pdci. In tutta Europa ci sono formazioni socialiste, riformiste di ispirazione europea e ci sono anche forze di sinistra, di ispirazione comunista, o trotskista, o di estrema sinistra”. Il progetto a cui si lavora e’ quindi in due passaggi paralleli e convergenti.
“Io credo- dice- che se da una parte andranno a raccogliersi in un unico contenitore, come dicono di voler fare, Rifondazione e i Comunisti italiani, e se dall’altra parte noi, che siamo parte del socialismo europeo, ci raccogliamo insieme ai socialisti nella costituente socialista, cari compagni questo significa per la prima volta dopo decenni si realizza una lenta ma progressiva ricomposizione della sinistra italiana. Sarebbe una cosa enorme, di dimensione stratosferica”. E a chi si preoccupa delle ‘compagnie’ che si potrebbero trovare nella costituente socialista, Angius spiega lapidario. “Bobo Craxi non c’entra niente con suo padre- dice- Se qualcuno mi fa il nome di qualche esponente socialista, come De Michelis, non vorrei sgradevolmente rispondere che nel Pd si va dalla corrente di Ciarrapico a Lotta Continua”.

Masin (Rovigo): risposta a Verrecchia

Caro Sergio l’analisi politica  che fai è artefatta e preconfezionata, e non  obbliga  giocoforza a  dire  che via da quello che dici tu gli  altri vogliano solo forza italia.

Sai in quanti saremmo già andati ? Mentre non capisco perchè quanti la pensano come te non vadano con Bobo  Craxi o Boselli. Perchè si vuole  distruggere questa  piccola isola ideale di  socialismo non sinistro ?

Tu ti porterai ( o porterai loro )il simbolo, ma ci sarà sempre  qualcuno che coi  comunisti e con il pd e rutelli e  prodi( i peggiori, anche di berlusconi)non vorrà andare. Per sbaglio ideale  se vuoi, ma in coerenza  con se  stessi.

Un  certo socialismo,  che non è il tuo, non morirà comunque, vedrai.

Arrivati sul molo, per  tornare alla tua  parafrasi,ci siamo  solo accorti che “La costituente”, il nome della nave, non andava  dove  noi  volevamo.

Oppure che  ci portava  dove  voleva  qualcun altro in modo capzioso.

Ma soprattutto che potevano avercela rubata…

Circa  la proposta che  chiedi è intrinseca  alla tua  critica HIC  MANEBO OPTIME.

Forse  che il documento di Rovigo non è una  proposta ?

Tu fingi di non sapere ma  sai di fingere.

Nelle  trattative  delle  prossime elezioni amministrative abbiamo rappresentato l’ala progressista di coalizioni centromoderate, la sinistra di liste di  più  ampio quadro politico ed  acomunista. Abbiamo svolto un  ruolo di  grande ascolto e rispetto, credimi, e soprattutto hanno apprezzato la nostra coerenza. In ogni comune di voto qui in polesine se  vincerà  la  nostra  coalizione  passerà un consigliere del nuovo psi  di cui al documento del bue dell’ultimo consiglio  nazionale.

Il resto  è solo pirateria, sopruso ed anarchia (vedi intervista sul corriere, o varese o convegno in lombardia).

A presto ( e  se sei  democratico dai  la stessa  divulgazione sul sito a  queste  mie righe come al tuo  film ).

Angelino Masin
Segretario Federazione
di Rovigo
( congressualmente  eletto )

Non possiamo solo guardare. Sergio Verrecchia

“Stiamo bene dove siamo stati…” è la frase di un recente intervento sul sito a commento critico di un sondaggio di “La Repubblica” che dava, ad un novo soggetto politico socialista in Italia, il 7% delle preferenze.
Questa frase, in realtà, è emblematica e fotografa esattamente il nostro dibattito interno.
Di fronte alla proposta di aderire ad una Costituente Socialista, i critici, rispondono paradossalmente proprio così: stiamo bene dove stiamo.
Ora in politica si può tutto. Si ha cioè la libertà di dire e di comportarsi secondo schemi e previsioni a 360 gradi. Quello che però non è possibile fare è pretendere di determinare anche il risultato delle nostre azioni.
L’esito invece è la conseguenza naturale di quello che abbiamo esposto e proposto.
In una situazione Italiana in veloce cambiamento, tanto da considerarla ormai il prodromo della terza Repubblica, il restare fermi, ottiene l’effetto del passeggero che, arrivato in ritardo sul molo, non può fare altro che guardare mestamente la nave prendere il largo.
Oggi non c’è più la sigla dei postcumunisti che ultimamente si amavano chiamarsi Democratici di Sinistra.
Non ci sono più quei democristiani che si coprivano con le Margherite.
C’è invece una nuova, anacronistica e consistente forza vetero comunista che si ritrova in Rifondazione e Comunisti Italiani.
Siamo alla presenza di una scissione dei DS con Mussi ed il suo Correntone a cui si aggiunge una grande fetta dei seguaci di Angius. Emorragia che sta contagiando gli stessi radicali di Pannella.
Boselli, dopo molti anni di sussurri, sembra ritrovare il coraggio di urlare in faccia a Fassino e D’Alema le loro colpe di aver voluto da sempre distruggere i socialisti italiani.
Casini e l’UDC hanno deciso di smarcarsi da Berlusconi e di tentare l’alleanza con l’UDEUR
La Lega di Bossi sembra aver assunto un ruolo autonomo nel rapporto con Prodi.
La riforma elettorale, qualsiasi essa sia, produrrà inevitabilmente lacerazioni che avranno conseguenze anche sulla vita del governo. Pensiamo solo alla posizione di Mastella.
Si apre a sinistra un vuoto politico lasciato libero dal Partito Democratico. Un’improvvisa depressione naturale che presto sarà riempita dalla prima acqua in arrivo. Acqua socialista.
In tutto questo movimento tellurico l’unica ed intelligente proposta che sappiamo elaborare sarebbe: “stiamo bene dove siamo stati?”
Tardiamo ad accorgersi che lì, dove siamo stati, non c’è più nulla di eguale a prima.
La Costituente Socialista è sicuramente un’ipotesi nuova, un’occasione, favorita dallo spazio abbandonato dai neofiti democratici. E’ sicuramente una scommessa piena di insidie, di pericoli, di ostacoli, di preoccupazioni, ma è pur sempre una proposta credibile, un’occasione storica concreta ed attuabile.
Mi trovo sconcertato verso chi, rifiutandola, non offre nessuna alternativa precisa o credibile.
Il potere di esercitare un veto è sempre un potere in negativo, di risulta. Non è mai un progetto o una guida e non produce mai una leadership.
L’invito ai compagni non convinti è di trasformare la loro critica in una proposta alternativa, in modo da permetterci una valutazione.
E’ inaccettabile invece il suggerimento di “stare dove siamo stati” perché, più che una proposta, sarebbe una condanna a restare soli, sulla banchina ormai deserta, in compagnia delle proprie colpe.

Sergio Verrecchia

Un sondaggio preoccupante. Antonino Di Trapani

A leggere il sondaggio c’è da preoccuparsi se solo lo colleghiamo a quello fatto a cavallo delle Europee del 2004 e che dava al 10% la percentuale di elettori che “prendeva in considerazione “ una lista di Unità dei socialisti . Abbiamo perso in tre anni 3 punti di potenziali elettori, e, comunque,per cronaca, allora il 10 % si tradusse nelle urne in un lusinghiero 2% . Ma quello che allarma ancora di più è che chi ci prende in considerazione dà la sua preferenza a Boselli e a Craxi, considerandoli più coerenti ed adeguati – come si fa a dargli torto – a guidare la possibile nuova aggregazione socialista . Noi come Nuovo Psi vero ( visto che il sondaggio fa confusione e indica anche il “Nuovo Psi “ di Craxi ), appariamo del tutto marginali e poco riconosciuti nel quadro di questa unità , sicuramente per le note differenze di collocazione .
Questo sondaggio dimostra la nostra subalternità ad un progetto di altri – vedi ancora Boselli e Craxi – che sono conseguentemente premiati dalla ricerca demoscopica

IDENTITA’ E AUTONOMIA Per un rinnovato Nuovo PSI

DOCUMENTO DELLA LOMBARDIA            Il V Congresso Nazionale del Nuovo PSI, cade in un periodo di notevoli  difficoltà per il Paese, in una fase di crisi manifesta del panorama politico, in un momento  molto delicato  per la vita del Partito.L’occasione congressuale e, quindi, quella precongressuale accende gli animi e le passioni politiche, e noi Socialisti siamo ben consapevoli di questo, ma l’importante è avere chiarezza politica  e determinazione.   Il Paese è in gravi difficoltà: la crisi è complessa, perché istituzionale, politica ed  economica e ciò non consente al sistema Italia di tenere il passo degli altri partners dell’Unione Europea, che proprio in questi giorni ha celebrato i suoi 50 anni.La crescita è bassa, arranchiamo dietro i parametri di Maastricht e le decisioni di Ecofin la disoccupazione è alta, perdiamo competitività, marciamo ormai a livelli che sono la metà (in percentuale sul PIL) rispetto agli altri paesi europei nostri concorrenti.E’ evidente che il Paese ha urgente bisogno di svolte programmatiche  efficaci   ed incisive, sorrette però da scelte di fondo e assetti politici stabili, che al momento non si intravedono neppure. Infatti l’attuale governo Prodi II, uscito di recente da una crisi che aveva portato alle dimissioni il Presidente del Consiglio, rispetto al primo appare ancora più debole , rissoso e improduttivo a causa della nota eterogeneità della stessa coalizione e per mantenersi in piedi cerca aiuti di qua e di là, ricorrendo sempre più  spesso alla fiducia, in quanto al Senato dispone di una maggioranza risicatissima.La sinistra dogmatica infatti condiziona le strategie di governo e la collocazione internazionale del nostro Paese, che non può che essere su una politica sia Eurpoeista, ma Atlantica.Oggi come oggi, dopo la nefasta stagione di Mani Pulite che portò alla distruzione dei  tradizionali  partiti di governo ( DC e PSI ) , la vita politica italiana è quasi cloroformizzata da un vero e proprio “blocco autoritario” , che vede al centro del sistema politico e delle varie alleanze i soli DS e la Margherita, che cercano di occupare tutto ciò che è possibile in termini digestione del potere.La grave anomalia che ci differenzia dagli altri Paesi occidentali è che partiti della tradizione comunista e post siano al governo del nostro Paese.In Italia esiste una FALSA SINISTRA ,occupata e diretta da volontà politiche con connotazioni illiberali e che punta solo a distruggere o fagocitare i suoi  avversari politici.Ecco la crisi della Sinistra italiana.I  DS  con arroganza tentano di autodefinirsi socialdemocratici, ma non hanno mai avuto il coraggio di affrontare alcun processo di revisione critica dell’esperienza comunista in tutti i suoi risvolti negativi e sopravvivono in una doppiezza politica di fondo, per cui non è possibile politicamente inquadrarli come forza tradizionale della sinistra europea liberale e garantista. 

Il trasformismo nel Partito Democratico non è altro che una riedizione  del compromesso storico  anche questo già distrutto dalla storia.Il partito democratico, già definito dallo stesso ministro Parisi un altro ennesimo vecchio Partito, è un progetto e un paradosso nello stesso tempo perché, non è ancora nato, e già esistono dissensi e tensioni sul terreno della supremazia interna o dell’egemonia  tanto radicalizzata nei post-comunisti.Cosa ancor più grave è che sono emersi negli stessi DS segnali molto chiari che potrebbero portare a fratture o scissioni. Un tempo gli eredi del Partito Comunista erano monolitici e compatti  in nome dell’ideologia e del capo di turno.Le ricadute in termini di assetti politici, governo e governabilità sono catastrofiche e sotto i nostri occhi: la coalizione di governo, falsamente definita “centro-sinistra” è sostenuta dalla grande industria alle Confederazioni sindacali, dalle forze massimaliste della sinistra più estrema e ai no-global. Insomma, un groviglio di idee e posizioni politiche affatto convergenti anzi contrapposte, per cui addio governabilità.Del resto il precario equilibrio politico e di governo che si è instaurato  ha come unico obiettivo la gestione del potere per il potere, ma non ha nulla a che vedere con una vera politica riformista e di centro-sinistra,soprattutto nel settore dell’economia.Disoccupazione,Mezzogiorno abbandonato a se stesso,spesa corrente in aumento, crescita della pressione fiscale per imprese e famiglie, contrazione dei consumi. Questa politica economica impoverisce la società italiana, strangola il ceto medio produttivo, i giovani e il  Mezzogiorno,porta al disastro gli enti locali e i servizi pubblici.Si profilano gravi difficoltà economiche per larghi settori della società italiana e si percepisce una forte reazione di rigetto sia al Nord che al Sud.In questo panorama politico, economico e sociale il Nuovo PSI cosa intende fare, dove vogliamo andare, e con chi?Sono domande serie, alle quali dobbiamo dare risposte chiare e concrete.E’ indispensabile la chiarezza delle idee e delle decisioni da assumere.Non è più possibile tollerare di vivere in un limbo indefinito, essere titubanti, ondivaghi e addirittura inaffidabili nella linea politica.Il Partito va rinnovato e rivitalizzato senza più ambiguità.Questo Partito deve crescere, quindi dobbiamo rinserrare le fila e riprendere la marcia in nome del Socialismo Italiano. Ancora una volta dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare con impegno e abnegazione.Il primo punto a nostro favore è l’IDENTITA’ SOCIALISTA, cui non rinunceremo mai, così come non accetteremo mai uno slogan dell’Ulivo del tipo “ meno passato, più futuro”, perché noi Socialisti siamo orgogliosi del nostro passato, ricco di cultura e di storia, di battaglie di vera sinistra,di esperienze di governo riformiste e liberali. La nostra identità ha le sue radici nel Socialismo Europeo,liberale e riformista di Turati,Rosselli,Saragat,Nenni, Craxi.Saragat si contrappose allo schieramento del fronte popolare ed ebbe ragione, Nenni e Morandi invece vi aderirono e le conseguenze furono disastrose per il PSI. Poi finalmente nel ’56 vi fu la scelta autonomista dello stesso Nenni  e il superamento dell’ alleanza col PCI.Anche oggi  la scelta della nostra linea politica è impegnativa come quella fatta da Saragat negli anni del dopoguerra, cioè di netta contrapposizione al blocco sovietico della cortina di ferro. Se quella fu una scelta epocale basata sulla politica estera oggi è fondamentale una scelta di politica interna ma di dimensione europea per affermare scelte riformiste per una trasformazione epocale della società Italiana già inserita nel contesto Europeo.La stessa esperienza politica di Bettino Craxi non può e non deve essere sottaciuta, bensì rivalutata e spetta solo a noi socialisti. Le strumentalità di Violante sono solo provocazioni. Proprio lui è stato il regista di tangentopoli.  Pur tra luci ed ombre sono tante le intuizioni e le decisioni politiche di stampo riformista e di forte impatto sociale (riforma della scala mobile) che il PSI ha fatto sue negli oltre 100 anni di storia.Bettino Craxi appartiene di diritto alla storia del socialismo italiano e dell’Italia così come a quelle europee insieme a Mitterand e Willy Brand, e noi intendiamo portare avanti le nostre lotte nel suo esempio. Nessuno deve riabilitarci o restituirci l’onore, semmai sono gli altri che hanno bisogno di fare i conti con il loro passato.Certo la questione socialista deve essere prioritaria nella nostra agenda politica, siamo aperti al dialogo con i Soicalistsi presenti nei diversi schieramenti, ma nella chiarezza e tenendo ben saldi identità ed autonomia.Ai compagni dello SDI diciamo chiaramente che non condividiamo la loro collocazione nell’attuale falso centro- sinistra e che contrariamnete a quanto sostengono neppure li vediamo interessati alla lotta politica per scomporre un quadro che garantisce loro solo insignificanti rendite di posizione.L’unità dei Socialisti è indubbiamente un richiamo sentimentale di forte pregnanza; ciò però non deve essere confuso con il ragionamento politico, che viceversa deve tenere conto dell’attuale sistema bipolare e delle diverse collocazioni che in questi anni i Socialisti hanno assunto.Noi del Nuovo PSI abbiamo assunto una collocazione Politica, non dettata da opportunismi del momento, ma perchè convinti che la CDL rappresentasse la continuità del valori Laici, Socialisti e Riformisti; eravamo e siamo convinti che questa fosse la valida alternativa a questa FALSA SINISTRA.La costituente socialista che non è in grado di dire con chiarezza No al PD, No all’ingresso del nuovo soggetto socialista in questa falsa sinistra, No al Governo Prodi.Dovrebbe dire invece, con solare chiarezza, Si all’allargamento verso i riformisti della Casa delle Libertà.Ecco perchè affermiamo che questa COSTITUENTE, che porterebbe il Nuovo PSI a confluire nello SDI o in un soggetto organico al GOVERNO PRODI e a questo falso centro sinistra, è UN IMBROGLIO, a cui non possiamo che dire NO!       

Diciamo invece SI e con convinzione ad una VERA Costituente che conduca all’unità di TUTTE le anime socialiste ma lo SDI deve saper rinunciare all’alleanza con questa sinistra massimalista ed assumere una chiara posizione di netto rifiuto di questo sistema bipolare contrario ai valori ed al pensiero socialista riformista.

         Non abbiamo mai barattato quei valori che per noi sono irrinunciabili: identità ed autonomia.Noi socialisti non siamo in vendita nè intendiamo cedere a chi, senza avere alcun titolo vorrebbe illegittimamente occupare lo spazio politico che ci spetta di diritto, lo spazio del socialismo Italiano.Certamente il paese è stanco, il gruppo dirigente è incapace di risolvere i problemi di un paese, si industrializzato ma chiamato anche a competere in una realtà di mercato globalizzato e tecnologicamente avanzato.Dobbiamo proporci un obiettivo più ambizioso, ricreare la sinistra in Italia con i suoi caratteri tradizionali libertari, garantisti e di giustizia sociale e questa sarà una lotta ancora più dura perché deve inevitabilmente passare attraverso la sconfitta dei DS.Solo da un processo liberatorio traumatico può nascere una autentica sinistra: la frantumazione dei DS e il fallimento del Partito Democratico.La nuova forza Socialista deve tendere ad un patto generazionale, non necessariamente anagrafico, che svincolato dai ricatti dei Socialisti della Prima Repubblica, individui i bisogni emergenti e fornisca le risposte che possono rendere il nostro Paese competitivo.Ecco il grande momento riformista che dobbiamo cogliere: il paese ha bisogno di una serie di riforme rivitalizzanti e mirate allo sviluppo del sistema economico nazionale, ivi compreso il mezzogiorno,  all’aumento di competitività delle imprese, alla salvaguardia ed al miglioramento delle nostre posizioni.Noi socialisti possiamo formulare una proposta di politica economica precisa ed alternativa a quella del governo Prodi, sforzandoci di coniugare sistema di mercato ed equità sociale:  

– riforma della pubblica amministrazione;– riforma dei meccanismi di spesa, ivi comprese le pensioni;– riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie;– flessibilità di salari ed orari di lavoro nel mezzogiorno;– ripresa qualificata, non indiscriminata, degli investimenti pubblici e dei servizi;– adeguata politica delle privatizzazioni, senza svendite a chicchessia;– infrastrutture moderne e funzionali (strade, ferrovie, aeroporti, telecomunicazioni ecc);– costo del lavoro: flessibilità ed incentivi fiscali;– riforma del sistema del welfare, rivedendo le prestazioni tradizionali alla luce della nuova situazione demografica e nell’obiettivo di evitare contrapposizioni tra anziani e giovani, tra nord e sud e aggiornamento dello Statuto dei lavoratori.Tali interventi hanno la finalità primaria di accelerare e vivacizzare la ripresa economica del Paese per equipararla nell’immediato agli altri paesi europei e non. Il Nuovo PSI non deve ripetere gli errori del recente passato: l’alleanza elettorale suicida con la Nuova DC , l’uscita di Bobo e Zavettieri, le diatribe sul simbolo, ma soprattutto vi deve essere certezza della linea Politica, che non può più essere ambigua e inaffidabile.Ora più che mai dobbiamo essere aperti al dialogo ed alle alleanze con tutti gli interlocutori liberali e democratici che ci hanno consentito la rinascita del partito dopo lo scioglimento del ’94, il 2% alle Europee ed il radicamento negli Enti Locali. Con la Casa delle Libertà abbiamo temi di comuni obiettivi politici ed inoltre la garanzia di conservare la nostra identità ed autonomia.Noi riteniamo non più rinviabile la riorganizzazione del Partito nei termini sopra descritti, perché è giunto il momento di liberarci dai bizantinismi del passato e rispondere al meglio alle richieste della gente comune.Se vogliamo crescere e, lo dobbiamo, è necessario ricoquistare il territorio, andando a porre la bandierina del nostro Partito in ogni Comune, essere più vicini ai compagni di base, ai simpatizzanti, a chi intende avvicinarsi a noi per le nostre idee e le nostre iniziative politiche.          

            Noi ci sentiamo ancora in grado di tenere alta la bandiera del Socialismo italiano, abbiamo grinta, determinazione,voglia di innovare,spirito di iniziativa e queste doti abbiamo il dovere di portarle all’esterno, cercando di dare un contributo forte per la costruzione di un domani migliore per le future generazioni.in tutti questi anni abbiamo lottato per mantenere alta la tradizione del GAROFANO:non possiamo rinunciare adesso, non possiamo perdere il nostro simbolo, solo perchè alcuni modesti interessi di parte lo vogliono SVENDERE. 

Primi Firmatari  Riccardo Albertini (milano)Bruno Rubes (monza)Roberto Formaggia (milano)Alfredo Di Lisa (milano)Angelo Giglielmo (lecco)Orazio Adorni (cremona)Mauro Alzini (mantova)Massimo Stefanetto (monza)Franco Spedale (brescia)Edmondo Piombino (milano)Franco Rotelli (bergamo) Seguono altre firme        

SINISTRA: ZAVETTIERI, AI SOCIALISTI COMPITO COSTITUENTE

(ANSA) – CATANZARO, 2 MAG – ‘Ai Socialisti Italiani, allo Sdi, al Psdi e al Movimento di Bertinoro di Turci e Caldarola spetta il compito di costruire un profilo politico e programmatico alla Costituente Socialista in via di fondazione che sia in grado di dare la risposta alla crisi istituzionale, politica e democratica del Paese che tanto il Partito Democratico che la Sinistra Unita, per loro natura e composizione, non sono in condizione di assicurare. Tocca a Boselli convocare le squadre e dare inizio alla partita’: l’esortazione ad avviare il percorso tracciato con gli appuntamenti di Bertinoro, Rimini e Fiuggi e’ di Saverio Zavettieri, segretario nazionale de ‘I Socialisti Italiani’, che si inserisce nel dibattito di questi giorni, dopo la mancata adesione al Pd delle mozioni di Fabio Mussi e Gavino Angius.
‘Da oltre un secolo, da quando esistono i partiti di sinistra, il contrasto tra socialisti e comunisti e’ stato – osserva Zavettieri – una costante, e nell’ambito degli stessi partiti socialisti il confronto-scontro tra massimalisti e riformisti permanente e tale – aggiunge – da mettere a rischio la convivenza e l’unita’, che resisteva all’opposizione ma esplodeva ogni qualvolta si assumevano responsabilita’ di governo. Questa – ribadisce il segretario de ‘I Socialisti Italiani’ – e’ la storia dei rapporti tra comunisti e socialisti nell’ambito della sinistra che difficilmente si puo’ ignorare, a meno che qualcuno – e’ l’opinione di Zavettieri – non sia capace di compiere il miracolo di annullare le differenze e fondere nello stesso soggetto politico riformisti e massimalisti provenienti per di piu’ da esperienze e percorsi diversi’.
‘Si riorganizza il sistema politico con la costituzione, tra Ds e Margherita, del Partito Democratico, e si muove anche, per effetto indotto, la sinistra nelle sue componenti radical-comunista e socialista-riformista che possono confrontarsi e dialogare tra di loro, come a maggior ragione con il Pd, ma che difficilmente potranno concorrere a dare vita ad una formazione politica di sinistra stante – conclude Zavettieri – le notevoli distanze e le divergenti visioni politiche e strategiche sulla politica delle riforme oltre che su quella estera’. (ANSA).

VF/FLC 02-MAG-07 10:04 NNNN

Sdi: Casa socialista in difficolta’, filodemocratici all’attacco

Sdi: Casa socialista in difficolta’, filodemocratici all’attacco
–IL VELINO SERA– Roma, 30 APR (Velino) – L’esito del congresso del Pdci, con l’adesione al Cantiere per la sinistra unita, ha reso piu’ chiari gli assetti su cui si sta ridefinendo la geografia della maggioranza. Un quadro che, con l’opzione effettuata dal senatore Gavino Angius in favore del nuovo soggetto di Fabio Mussi e Cesare Salvi, presenta a sinistra del Pd una fisionomia decisamente polarizzata verso la sinistra radicale e che, a sole due settimane dalla fine del Congresso Sdi, pone il partito di Enrico Boselli di fronte a una prima verifica di quanto deciso. Senza l’apporto dei transfughi della Terza mozione congressuale della Quercia (sul quale il segretario dello Sdi contava), il progetto di Costituente socialista approvato nei giorni scorsi a Fiuggi sembra perdere un po’ dello slancio inziale, e la questione delle alleanze potrebbe tornare sul tavolo gia’ da venerdi’ prossimo, data per la quale e’ previsto il Consiglio nazionale. Nel frattempo, le aperture del presidente della Camera Fausto Bertinotti forniscono nuovi argomenti a chi, come il presidente della regione Abruzzo Ottaviano Del Turco e l’ex-senatore Cesare Marini, nella fase congressuale ha sottolineato il rischio di autoemarginazione e di appiattamento su posizioni massimaliste, insito nella scelta di non partecipare alla costituente del Partito democratico.
A questo proposito, tutti gli esponenti dello Sdi critici sulle opzioni esercitate a Fiuggi dal gruppo dirigente si sono dati appuntamento a Roma, all’Hotel Palatino, per il 14 maggio. In quell’occasione, alla presenza di Del Turco, Marini, Signorile e Nesi, la critica dei “filodemocratici” dovrebbe strutturarsi in un vero e proprio coordinamento nazionale, con l’intento di continuare in modo piu’ efficace la battaglia iniziata al congresso. “Se Boselli – dice Cesare Marini al VELINO – pensa di andare a dialogare con Bertinotti, rimane solo. Negli ultimi anni lo Sdi si e’ caratterizzato, anche in virtu’ dell’alleanza con Marco Pannella, come una forza liberista, e ora si parla di un cooordinamento assieme a Bertinotti e Diliberto. E’ un agire ad horas, nemmeno “alla giornata”. Anche un bambino avrebbe capito che Angius si sarebbe messo con Mussi, ben sapendo che la Costituente socialista vale piu’ o meno l’uno per cento e che sarebbe un controsenso rompere a sinistra col Pd per andare poi a destra”. Quanto alla riunione del 14 maggio, Marini conferma che “sara’ un’assemblea nazionale che fara’ un approfondimento e stabilira’ come proseguire il discorso interrotto al Congresso”. (baz) 302017 APR 07 NNNN