Com’era prevedibile i ragni stanno ritessendo la tela per nascondere il vuoto.
Leggo i nostri commenti alle elezioni: rari e spesso ipocriti.
Non appartengo alla famiglia degli uccelli e quindi non sono né un corvo, né un avvoltoio.
Il regno animale che preferisco muore spesso in combattimento, fiero però di difendere
soprattutto la propria dignità e libertà .
La solidarietà umana al gruppo dirigente nazionale c’è tutta come c’è la considerazione
delle difficoltà che avevano di fronte. La solidarietà però è un sentimento di andata e ritorno.
Non l’ho riscontrato, ad esempio, nelle formazioni delle liste, quando a De Michelis gli
è stato imposto di andare in Sicilia perché le sue condanne erano imbarazzanti per potersi
candidare nel suo Veneto. Come non condivido l’oblio sul nome di Bettino Craxi. Voglio
ricordare ai compagni di solidarietà , vecchi e nuovi, che Bettino è un eroe non un criminale
di cui vergognarsi. Uno statista socialista difficilmente imitabile che è parte fondamentale
dei socialisti italiani.
Ho letto anche le considerazioni della sconfitta di alcuni esponenti del partito. Sarò difficile,
ma le uniche che ho apprezzato per la lucidità , autocritica e intelligenza sono quelle
di De Michelis.
Autocritica, perché Gianni era il fautore della fine del bipolarismo italiano da lui chiamato
bastardo. Tesi nettamente e forse definitivamente, sconfitta dall’ultimi elezioni.
Ritorno a sostenere che le uniche ragioni del nostro disastro sono in noi e solamente in
noi. Perdere era previsto e prevedibile ma la catastrofe ce la siamo voluta.
Sono ragioni di forma, di sostanza e di presunzione.
La forma sta nella palese contraddizione di annunciare la nascita di un nuovo partito con
vecchi volti e vecchie formule. Da una parte non vogliamo richiamarci alla tradizione,
dall’altra non diciamo nulla di nuovo, o di originale. Nelle liste abbiamo attinto dalle riserve
i generali in pensione dell’armata garibaldina, senza più voti, ma pretendendo di dimostrare
così la novità .
Abbiamo dato un segnale di precisa ed inequivocabile ambiguità con il nostro tormentone
vergognoso di pietire ospitalità nel Partito Democratico. La verità che viene oggi a galla ci
rivela che l’unica ragione per cui non abbiamo fatto l’accordo, non è stato per il simbolo
che ci veniva negato, ma per il veto di Veltroni su qualche nome della nostra nomenclatura.
Naturalmente tutto nel segreto di trattative dall’interesse poco collettivo e dal bisogno
individuale di galleggiare in ogni caso.
L’unica provocazione è stata di costume. Corretta e condivisibile la candidatura di Grillini
a Roma. Decisamente fuori misura quella del sedere di Milly D’Abbraccio.
Abbiamo sposato l’anticlericalismo. Un bisogno fuori dagli interessi degli italiani, ma oserei
dire anche dei socialisti.
La presunzione, questa sì dolosa, si è espressa invece nell’occupazione di tutte le testate
di lista dei collegi con lo stesso autoreferenziale minuscolo gruppo dirigente. Come scrive
Mauro Del Bue: sbagliato e scandaloso, che ha impedito alle energie presenti nel territoMauro
Del Bue: sbagliato e scandaloso, che ha impedito alle energie presenti nel territo
rio di impegnarsi in una battaglia di principio e di orgoglio. Però le uniche proteste a cui
ho assisto, in fase di preparazione, erano dirette ad avere uno o due collegi in più rispetto
a quegli assegnati. Non certo ad aprire a nuovi nomi.
La gestione monarchica delle risorse economiche collettive e delle decisioni organizzative
è un’altra responsabilità dolosa.
Una presunzione, non accompagnata dalla capacità , diventa colpevole arroganza.
Cosa fare? Senza ritornare ai corvi, io non ho esempi nella storia passata e recente di
condottieri, leader, imprenditori, santoni che dopo aver rappresentato una sconfitta netta
ed inequivocabile possano tornare a tessere la tela. Se Mauro, lui che è un appassionato
di storia, mi fornisce esempi diversi sono ben lieto di ricredermi.
Io propongo di andare al nuovo. Ad un movimento moderno e proiettato nel futuro che
deve rappresentarsi con una nuova generazione di giovani.
Vanno rinominati e rifatti i principi fondamentali. Sinistra e destra ad esempio non hanno
più senso, come non ha più attualità il termine classe operaia o precariato.
Oggi il confronto si sposta tra progressisti e conservatori. Un concetto che può essere
anche trasversale. Oggi gli interessi da rappresentare sono i nuovi bisogni non più i conflitti
di classi scomparse. L’autonomia, la sicurezza, le libertà appartengono ad un divenire
ancora sconosciuto ed in fase di formazione, ma sicuramente legato al futuro imminente.
Temi che dovranno essere approfonditi se ci sarà mai un congresso di svolta vera e radicale.
Fatica sprecata ed inutile se invece si vorrà restaurare l’insipienza e la cecità politica.
Partiamo subito da una premessa fondamentale: la forma partito. Non ci dovrà più essere
un modello centralista in cui un piccola corte decide per il suo regno.
Il nuovo partito deve essere un movimento federato con fortissima autonomia regionale,
legato nazionalmente nel simbolo e nelle linee strategiche, ma autonomo nelle politiche e
nelle alleanze locali.
Noi non ce n’accorgiamo, ma tutto il mondo va verso autonomie sempre più specializzate
e autogovernate. Succede così nei sistemi sociali, in economia e nelle scienze.
Quello che si pensava essere un modello egoistico e populista della Lega, è invece
un’occasione di crescita e modernità se applicato in tutte il territorio italiano.
Come ogni intuizione, avrà successo, se applicata in modo equilibrato e corretto, sarà un
fallimento se rimarrà solo uno slogan.
Per avviare la nostra rivoluzione interna ci occorrono dei rivoluzionari responsabili.
L’unica nostra speranza si trova nel nuovo e sconosciuto che c’è dentro i nostri militanti.
Non corriamo rischi. Per semplici leggi matematiche, peggio di cosi, non può andare.
Autore: Redazione
Riporto l’intervento di Mauro del Bue: a voi le riflessioni
Intervento dell’on. Del Bue al Comitato costituente
Non mi piacciono coloro che aspettano le sconfitte per tagliare le teste. Esprimo per questo solidarietà umana a Enrico Boselli, che più di tutti si è trovato sulle spalle, com’era naturale e anche comprensibile, il peso della disfatta elettorale.
Non sono mai stato uno dei quelli che cantavano nel coro del “tutto va bene madama la marchesa†e adesso non voglio gridare “dagli all’untoreâ€.
Il risultato è così desolante che sono certo che se individuassimo il rimedio in una semplice rimozione ne deformeremmo il significato.
Pur tuttavia dobbiamo interrogarci e tentare di comprenderlo, se vogliamo tentare di disegnare un futuro praticabile anche per noi.
Non penso a qualche correttivo. Se avessimo ottenuto l’1,5-2% potevano essere anche utili le variazioni parziali. In questa situazione servono forti e immediati segnali di innovazione (non uso il termine “discontinuità †perché è abusato dal politichese).
Oltre tutto, quel che resta di noi attende subito un segnale di vita, di speranza, se no credo che anche quel che resta di noi non resterà con noi.
Sconsiglierei intanto di prendercela con qualcun altro. Rischiamo di diventare patetici. Quando si ha un risultato del genere ce la dobbiamo prendere solo con noi.
Non voglio approfondire alcune questioni che, anche se non hanno influito più di tanto sul voto, pure hanno creato un clima non positivo tra noi e attorno a noi. Ne cito brevemente tre:
1)L’idea che la Costituente si dovesse sviluppare con un partito proprietario, lo Sdi, e altri ospiti (quelli illustri, quelli graditi, quelli sopportati). Noi che proveniamo dal Nuovo Psi abbiamo subito, a causa di questo atteggiamento, alcuni imprevisti prelievi: i consiglieri regionali del Piemonte e della Sardegna e molti dirigenti periferici. Anche nei nostri dibattiti, poi, le opinioni apparivano generalmente superflue, perché c’era chi poi decideva. E non era il Comitato.
2)La composizione delle liste è stata effettuata senza un criterio logico e accettabile. Chi ha avuto quattro, chi tre, chi due collegi, una specie di lotteria affidata al caso e alla pressione dei singoli, ma anche al concetto proprietario di cui sopra. Io, segretario del Nuovo Psi, sono stato inviato in Abruzzo, dove ho incontrato compagni eccezionali, ma sono emiliano e i miei non potevano votarmi. Nessuno parla più di Roberto Barbieri, un dirigente del nostro partito, che aveva il compito di preparare il programma, un senatore, presidente della Commissione bicamerale rifiuti a cui si è voluto anteporre l’ex assessore della Giunta Sassolino e pe questo ha gettato la spugna. In alcune regioni sono stati letteralmente espulsi dalle liste i nostri compagni e io stesso ho chiesto a un professore di entrare nella liste, lui ha accettato e me lo son visto fuori.
3)La struttura periferica del partito dello Sdi, eccettuato qualche caso, mi è parsa anchilosata e chiusa in se stessa, preoccupata dei nuovi arrivi, più che aperta alla nuova disponibilità di unione. C’è stato qualche contrordine compagni, ma che in qualche caso si continuassero a fare riunioni dello Sdi, anziché le riunioni della Costituente. È stato interpretato come un segnale negativo, una sorta di Scostituente anticipata.
Ma la questione politica di fondo è una e gli errori che abbiamo compiuto, a mio giudizio, sono due.
La vera questione, causa del nostra disfatta è che noi abbiamo usato la carta dell’identità mentre in palio c’era il conflitto sul governo del Paese. La partita del governo con questa legge è centrale. Noi disputavamo un’altra gara sulla identità in un campo attiguo, assieme a Bertinotti, alla Santanchè e a Casini, che si è salvato a stento, ma che dovrà tentare di abbinare le alleanze di centro destra sul territorio dove il suo partito è più forte con l’opposizione al governo Berlusconi in Parlamento.
Con questa legge, col premio di maggioranza, è inevitabile che chi non può concorrere per la prima posizione diventa inutile. Il voto all’estero è stato assai più soddisfacente per noi perché si è usato un metodo proporzionale diverso. Quando io sostenevo il sistema tedesco ed ero considerato matto, non si comprendeva che solo quel sistema senza premio di maggioranza avrebbe consentito di tornare alla politica delle identità . Senza premio di maggioranza i piccoli partiti sono avvantaggiati e possono anche superare lo sbarramento, col premio di maggioranza il sistema diventa duale. Senza premio di maggioranza oggi il Popolo delle libertà non sarebbe autosufficiente e non avrebbe potuto sperare di diventarlo il Pd. Il voto utile sarebbe stato proprio quello dato agli altri partiti. Oggi, invece, c’è una larga maggioranza sia alla Camera sia al Senato, pur col premio regionale.
Di questo non abbiamo avuto sufficiente consapevolezza. Anzi, pur non essendo in condizione di fare approvare una legge elettorale, abbiamo sempre affermato che questa era la migliore possibile per noi e che con questa legge bisognava andare al voto. Era meglio, molto meglio aspettare il Vassallum e la bozza Bianco. Si dice: “Ma la crisi non l’abbiamo fatta noiâ€. E’ vero. Ma qui entriamo nel merito dei due errori.
Il primo, e potrebbe sembrare una contraddizione con quel che ho appena affermato, è costituito da un eccesso di prodismo. Un governo di larghe intese non si poteva fare dopo la mastellata e il voto sulla fiducia negato al Senato. Ma prima sì. All’inizio della legislatura, quando si registrò un sostanziale pareggio, sarebbe stato utile e accettato. E anche dopo la crisi di governo subito rientrata, alla luce della messa in minoranza al Senato di D’Alema sulla politica estera, si poteva ritentare. Noi, o meglio i compagni dello Sdi, siamo sempre stati scudieri di Prodi e lo siamo stati in particolare dopo l’elezione di Veltroni a segretario del Pd. Anzi, abbiamo proclamato che Veltroni era un usurpatore e che quel che a me sembrava un merito, e cioè il voler rompere con la sinistra massimalista, era invece una colpa. E come si poteva pensare all’apparentamento che avrebbe salvato coloro che per mesi hanno additato il possibile salvatore come il peggiore nemico?
Il secondo errore è nell’integralismo socialista. Un aggettivo non ti cambia la vita, non ti migliora la condizione economica, non ti rende più sicuro. Non ti consente di prendere voti. E poi, personalmente, avevo pensato ad una Costituente liberalsocialista, capace di ereditare l’esperienza della Rosa nel pugno e di espanderla. Siamo passati invece ad un integralismo socialista, convinti di aver il supporto del socialismo europeo che non c’è stato. Vedasi le dichiarazioni di alcuni leader che si sono augurati negli ultimi giorni della campagna elettorale la vittoria di Veltroni. Lo so che la vera molla della Costituente è stata la questione socialista posta al congresso dei Ds (senza di quella non credo che Boselli avrebbe lanciato la Costituente). Ma anche su questo abbiamo peccato di indeterminazione. Qualcuno, non Angius, ha ipotizzato una collocazione più a sinistra del Pd. Così abbiamo finito per avere paura dell’eredità craxiana e proprio noi, che siamo stati quelli capaci per primi di andare oltre i confini della sinistra, noi che ci siamo contaminati anche con idee di altri (pensiamo al Lib Lab, al confronto su scuola pubblica e privata, al tema del federalismo e del presidenzialismo) proprio noi abbiamo dato l’impressione di rimpiangere la vecchia sinistra e la sua unità . Se facciamo il verso a un socialismo pre-craxiano è chiaro che finiamo male. Anche perchè non è questa la politica di Blair e neppure di Zapatero.
Cosa fare adesso? Le idee andranno meglio definite cammin facendo. Anche perchè il contesto non è ben definito. Molte cose potranno verificarsi nel Pd e nella sinistra Arcobaleno. Ma anche nel mondo radicale che non credo si lascerà assorbire dal Pd.
Credo, soprattutto, che non dobbiamo fare tre cose: consegnarci al Pd dopo questo risultato elettorale (sarebbe far la fine dei tedeschi che uscivano uno alla volta dal bunker e si arrendevano ai sovietici con le mani in alto). Non dobbiamo unire le nostre macerie a quelle della Sinistra arcobaleno, a meno che, a fronte dell’ipotesi di una Costituente comunista, altri possano aderire all’idea di un cammino comune coi socialisti europei. Non dobbiamo nemmeno pensare di farcela da soli, con un rilancio del nostro integralismo respinto, tesi che potrebbe essere anche suggestiva in occasione delle elezioni europee, senza considerare però la possibilità di uno sbarramento elettorale introdotto da un Parlamento dove gli “antisbarramento†non esistono più.
E poi, dopo le europee, prima o poi ci saranno le politiche e il rigido sistema bipolare difficilmente si sbloccherà . Avremo la possibilità di tornare su questi argomenti. Credo che sia giusto intanto dare atto a Boselli della sensibilità che ha avvertito dimettendosi da coordinatore e annunciando la sua volontà di non presentare la sua candidatura al Congresso. Dovremo presentare al Congresso tesi politiche nuove, un gruppo dirigente fortemente rinnovato e un partito federalista, retto dalle strutture regionali. Ma soprattutto la convinzione che non è più il momento di usare la parola “socialista†come una bacchetta magica. Occorre ben altro.
Mauro Del Bue
BRESCIA: LA LISTA DEL GAROFANO ALLE ELEZIONI
Sarà presente a Brecia la lista del NUOVO PSI, che presenterà i propri candidati alle elezioni Comunali e nelle circoscrizioni.
Una lista di persone che proviene dal mondo delle professioni, che vuole fare una scommessa di riforma (sia in senso strutturale che progettuale) della città .
La lista è collegata al Candidato Sindaco proveniente da Forza Italia, che ha fortemente voluto la presenza dei SOCIALISTI al proprio fianco.
Il NUOVO PSI anche a Brescia rilancia la propria identità ed autonomia guardando al futuro, con grande orgoglio, con grande volontà di rinnovamento, portando il proprio modesto apporto.
La FEDERAZIONE di BRESCIA
Comunicato della segreteria del Nuovo Psi
Mar 20.42 – Il Comitato di Segreteria del Nuovo Psi si è riunito in data odierna, per esaminare la situazione politica nell’imminenza della consultazione elettorale del 13 e 14 aprile.
Il Comitato ha preso atto, con soddisfazione, della candidatura del Segretario nazionale Stefano Caldoro al massimo livello nella lista per la Camera dei Deputati del Popolo della Libertà in Campania. Tale circostanza rappresenta un riconoscimento alla coerenza della linea politica del partito.
Nello stesso ambito di coerenza politica oltre che di apprezzamento del lavoro parlamentare svolto, si registra positivamente la candidatura dell’on. Lucio Barani in Toscana. La collocazione di tale candidatura in una posizione tra i vincenti richiede lo sforzo massimo del partito in terra toscana per raccogliere consensi elettorali che potranno risultare decisivi per le elezioni di Barani, senza attendere le opzioni dei due capolista e per il maggiore successo dell’intera lista. Frutto del riconoscimento alla coerenza della linea politica del partito sono anche le altre candidature di esponenti del Nuovo Psi a livello locale.
Forte rammarico, invece, viene espresso per non aver potuto condurre direttamente una trattativa nella formazione delle liste che ha, di fatto, escluso la rappresentanza al Tavolo delle candidature e del programma anche per le difficoltà dei partiti minori alleati a coordinarsi tra di loro.
Ciò ha impedito la possibilità di impegnare personalmente i quadri dirigenti più rappresentativi e la piena soddisfazione delle aree territoriali dove più forte è il consenso ed il radicamento o dove era presente una rappresentanza istituzionale del partito.
Si sono registrati anche non pochi disguidi nei rapporti con l’alleanza nei Tavoli regionali il che, per il futuro impone un diverso comportamento fondato su regole condivise che sono necessarie per rapporti politici corretti e proficui.
Le candidature di esponenti del Nuovo Psi rappresentano anche una garanzia per la riaffermazione dell’identità e dell’autonomia del partito che, pertanto, è in condizione di riprendere il cammino anche in sede parlamentare e di adoperarsi per rendere più dinamica la propria crescita.
La concomitanza delle elezioni amministrative offre l’occasione per verificare la presenza e la rappresentanza del partito sull’intero territorio nazionale. Per tali motivi è richiesto un grande impegno di tutti e di ciascuno, perché, nel riaffermare i valori fondanti del partito e nel fare presenti le ragioni del socialismo liberale, si possa proseguire con successo per una sempre maggiore e più diffusa presenza nel territorio e nelle istituzioni. Siamo tutti chiamati, oggi che è partita la campagna elettorale, a credere nell’obiettivo strategico che è pienamente coerente con le ragioni della nostra nascita e delle nostre decisioni che hanno caratterizzato dal 1994 ad oggi la nostra scelta di campo. L’obiettivo è che l’alleanza, guidata da Silvio Berlusconi e costituita dai moderati, dai liberali, e dai riformisti, dovrà avere un’ampia maggioranza nel Paese e vincere la coalizione del catto-comunismo e del giustizialismo, guidata da Veltroni, avversaria da sempre dei socialisti-riformisti.
Seguirà la convocazione degli organismi
ELEZIONI: PDL, BERLUSCONI, FINI E CALDORO GUIDANO CAMPANIA 1
(ANSA) – NAPOLI, 10 MAR – Silvio berlusconi, Gianfranco Fini, Stefano Caldoro, Alessandra Mussolini ed Italo Bocchino compongono il cappello di lista del Pdl nella circoscrizione di Campania 1. In lista anche i deputati uscenti Luigi Cesaro, Paolo Russo e Pina Castiello, il senatore Giuseppe Scalera dei Liberaldemocratici di Lamberto Dini, l’ex Udc Giampiero Catone. Tra gli esponenti della societa’ civile il magistrato Alfonso Papa, l’ex prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, ed il capitano Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare.
Esclusi i parlamentari uscenti Antonio Martusciello, Claudio Azzolini, Gianfranco Laurini, Emiddio Novi, Alfredo Vito e l’ex questore di Napoli Franco Malvano.(ANSA).
PDL: LISTE; ECCO I CAPILISTA E LE ‘TESTE DI LISTA’
(ANSA) – ROMA, 9 MAR – Michela Vittoria Brambilla ‘testa di lista’ in Emilia Romagna alla Camera (ovvero prima alle spalle di Silvio berlusconi e Gianfranco Fini, che sono in tutte le regioni i numeri 1 e 2 per Montecitorio) e stessa posizione per Mara Carfagna in ‘Campania2′, mentre Franco Frattini e’ ‘testa di lista’ in Friuli e Lamberto Dini solo terzo al Senato (nel Lazio) alle spalle di Marcello Pera e di Maurizio Gasparri. Sono alcuni dei nomi che compaiono nella lista definitiva delle candidature chiuse in serata a via dell’Umilta’ e diffuse da fonti di Forza Italia.
Fra le teste di serie, compaiono Maurizio Scelli, ‘testa di lista’ in Abruzzo alla Camera; Domenico Viceconte, capolista al Senato in Basilicata; Stefano Caldoro e Alessandra Mussolini, rispettivamente numeri 3 e 4 in Campania; Carlo Giovanardi, capolista in Senato in Emilia Romagna.
Fabrizio Cicchitto, numero 4 dopo Gianni Alemanno (An) in ‘Lazio 1’; mentre nel ‘Lazio 2’ il ‘testa di lista’ e’ l’azzurro Rocco Crimi e al numero 4 compare Giorgia Meloni (An).(SEGUE
PDL: SPEDALE (NPSI), BERLUSCONI PUO’ CONTARE SUI SOCIALISTI
(ANSA) – ROMA, 5 MAR – ‘L’identita’ e l’autonomia sono cio’ che ognuno di noi riesce a mantenere della propria storia. Non e’ solo una rappresentazione della simbologia ma uno stato d’animo’. Lo sottolinea Franco Spedale, vicesegretario nazionale del nuovo psi.
‘I Socialisti del nuovo psi sono pronti – sottolinea – ad affrontare questa nuova battaglia, anche partecipando al progetto del Pdl, come ha sottolineato il Presidente berlusconi in una condizione di pari dignita’, pronti a dare il proprio contributo per un Paese migliore, piu’ nuovo, piu’ giusto. La difficile scommessa di rimettere in sesto questo Paese è di quelle che non si possono rifiutare’.
‘Cosi’ come in tutte le situazioni difficili i Socialisti sono pronti a fare la loro partita. berlusconi potra’ contare – conclude Spedale – sulla nostra presenza di qualita”.
veltroni:chi è costui
Il re di tutti i bugiardi Fermatevi 30 secondi e guardate il video su You-Tube che la dice lunga sulla serietà di chi aspira a diventare Presidente del Consiglio! Una bella faccia di bronzo! O meglio una bella faccia di Veltroni!
Clicca su http://it.youtube.com/watch?v=xlyt_wcJowc e goditi il video (se non riesci a vederlo scarica il piccolo programma presente sul sito di You-Tube).
Complimenti Veltroni, davvero una magnifica interpretazione!
Un saluto.
Giovanni Bertoldi
SONDAGGI: IPR; PDL STATICO, MA PD RESTA INDIETRO …+RPT+
(RIPETIZIONE CORRETTA ALL’ULTIMA RIGA) (ANSA) – ROMA, 3 MAR – La coalizione di berlusconi e’ in un momento di stasi, mentre quella di Veltroni e’ in crescita, rimanendo pero’ staccata di 7 punti. E’ quanto emerge dal sondaggio che l’Istituto IPR Marketing, diretto da Antonio Noto, ha effettuato il 28-29 febbraio per conto di Repubblica.it (intervistando, con il sistema telefonico Cati un campione di 2.000 soggetti – rappresentativo per eta’, sesso ed area di residenza della popolazione maggiorenne residente in Italia) analizzando le intenzioni di voto alla Camera.
In questa occasione, oltre l’analisi sulle intenzioni di voto, il sondaggio ha misurato anche il potenziale elettorale massimo, cioe’ l’indice di probabilita’ di crescita che ciascun partito potra’ avere se tutti coloro i quali che oggi sono indecisi ed al contempo dichiarano di prendere in considerazione il voto ad un partito, il 13 aprile voteranno effettivamente quello stesso partito oggi preso in considerazione.
La distanza tra le coalizioni di Veltroni e berlusconi rimane significativa, tuttavia si conferma la tendenza di crescita della coalizione guidata dal leader democratico.
Questi i risultati attuali e potenziali per i diversi schieramenti e candidati premier, tenendo conto che 1,6% va ad altri partiti mentre gli indecisi sono il 20%.
PD (VELTRONI).
Al momento il Pd (con i Radicali) e’ al 32%, mentre l’Italia dei Valori arriva al 4%: in totale arriva quindi al 36%.
Per il Partito Democratico, il potenziale elettorale massimo attuale arriva al 37%, mentre l’Idv puo’ salire fino al 6%. In totale la potenzialita’ arriva al 43%: ‘E’ da notare quindi – rileva l’Ipr – che se il Pd riuscisse a raccogliere tutto il proprio potenziale (il 5%), bloccando la coalizione del Pdl agli attuali livelli di consenso, si potrebbe arrivare effettivamente ad un pareggio’.
PDL (berlusconi).
Ora il Popolo della Liberta’ e’ al 38%, mentre la Lega Nord si attesta al 4,5% e il Mpa allo 0,5%: in totale e’ quindi al 43%, ‘a conferma di un momento di stasi della coalizione guidata da berlusconi’.
E’ da considerare, pero’, che il potenziale massimo per il Pdl arriva fino al 43%, mentre i leghisti possono contare su un obiettivo del 6% e il Mpa all’1%. Il potenziale massimo della coalizione e’ quindi del 50%.
UDC (CASINI).
L’Udc, dopo l’accordo definito con la formazione della Rosa Bianca, si trova al 7%.
Il massimo elettorale per la coalizione centrista guidata da Pier Ferdinando Casini e’ calcolato al 12%.
UDEUR (MASTELLA).
L’Udeur si trova allo 0,3%.
La sua potenzialita’ massima e’ l’1%.
SINISTRA ARCOBALENO (BERTINOTTI).
La Sinistra Arcobaleno subisce un lieve flessione, che fa scendere la formazione guidata da Fausto Bertinotti al 7,5%.
Per l’Ipr ha pero’ una possibilita’ di crescita molto forte, che potrebbe portarli sostanzialmente a raddoppiare i propri consensi (14%).
SINISTRA CRITICA (D’ANGELI).
La formazione di Cannavo’ e Turigliatto che ha presentato come candidata premier Flavia D’Angeli e’ accreditata dello 0,1%.
Per l’Ipr il massimo cui puo’ arrivare e’ lo 0,2%.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI (FERRANDO).
Il movimento di Marco Ferrando e’ allo 0,5%.
Il potenziale massimo e’ l’1%.
PARTITO SOCIALISTA (BOSELLI).
I socialisti sono accreditati dell’1,5%.
Secondo l’Ipr, pero’, il suo potenziale puo’ farli salire fino al 5%.
LA DESTRA-FIAMMA TRICOLORE (SANTANCHE’).
Il partito guidato da Francesco Storace al momento puo’ contare su un 2,5%.
L’Ipr gli assegna un potenziale del 5%.
(ANSA).
I BAMBINI DI GRAVINA VITTIME DEL MEZZOGIORNO
Come larga parte dell’opinione pubblica italiana, ho ‘subito’ con profonda angoscia la cronaca relativa al ritrovamento dei piccoli di Gravina di Puglia, e la ricostruzione delle loro ultime ore, o addirittura giorni, di vita in fondo al maledetto pozzo.
Come, mi auguro, sia capitato a qualcuno, ho anche pianto solo immaginando la crudeltà e le pene di una morte che nessun essere animale meriterebbe per nessuna ragione al mondo.
Eppure, nell’angoscia e nello sconforto, non ho potuto esimermi dal considerare i bambini di Gravina, le ennesime vittime del Mezzogiorno d’Italia.
Evitando volutamente di ripercorrere le dinamiche dell’evento, le piccole ‘anime di Gravina’ hanno subito, nolenti, il degrado sociale, economico ed urbanistico, in cui versa, oramai da troppi anni, l’intero Sud Italia. E mi spiego.
Come è lontanamente immaginabile che nel centro urbano di una realtà , oltretutto piccola, possa esserci un casale abbandonato con un varco di accesso a cisterne sotterranee abbandonato ed incustodito?
Dove erano gli assistenti sociali, e gli operatori delle numerosissime associazioni con finalità sociali presenti nel Sud Italia, quando due bambini erano costretti a vivere nel degrado sociale e familiare più estremo?
Della assenza istituzionale, perdonatemi, ma non mi meraviglio granché, considerato che l’attenzione dei Sindaci, Presidenti di Provincia e Presidenti di Regione, è tutta rivolta a creare un consenso clientelare, più che a sentire le richieste di aiuto provenienti dal territorio.
D’altronde, le numerose, sia chiaro non tutte, associazioni del Terzo settore nel Mezzogiorno, sono ‘macchine di voti’, destinatarie di finanziamenti ‘opinabili’, nell’ottica di un associazionismo di Stato, a favore del potente di turno.
Sul degrado urbanistico, è chiaro a tutti che la presenza di un pozzo accessibile a chiunque nel centro cittadino, è la conseguenza della mancanza totale di qualsivoglia progettualità sul recupero e sviluppo del tessuto urbanistico, su cui sarebbe necessario sviluppare una sana e libera riflessione.
Per queste considerazioni, mi sento anche io, come cittadino, complice dell’efferato delitto delle ennesime ‘vittime del Mezzogiorno d’Italia’.
Guido Marone
guidomarone@yahoo.it
ABORTO: NUOVO PSI, LA POLITICA NON ALIMENTI DIVISIONI =
Roma, 25 feb. – (Adnkronos) – ‘Sarebbe bene tenere il dibattito sull’aborto fuori dalla campagna elettorale, su una materia cosi delicata molte posizioni rischiano di diventare strumentali impedendo un dibattito costruttivo’. Lo sottolinea Franco Spedale, vice segretario nazionale del nuovo psi.
‘L’ordine dei medici interviene -aggiunge- sulla sperimentazione della pillola Ru486 mentre la Chiesa, da parte sua, legittimamente esercita il suo magistero e difende i suoi valori. La politica ha il compito di non alimentare le divisioni ma di promuovere un costruttivo confronto per canalizzare la discussione verso neceaasri punti di incontro’.
L’uscita dell’UDC di Casini dal Popolo della Libertà ha determinato uno squilibrio nella coalizione. Molti commentatori politici, anche autorevoli, hanno messo in evidenza come il baricentro dello schieramento che ha come leader Berlusconi si sia spostato troppo a destra. Un grave errore politico prendere le distanze dal centro! Infatti non va dimenticato, e questo sembra che Veltroni l’abbia capito bene, che le elezioni si vincono o si perdono a seconda di quanto si è capaci di conquistare l’elettorato di centro, che tradizionalmente è il più mobile.
Di qui il ruolo importante e insostituibile del Nuovo PSI nella coalizione per riportare al centro l’equilibrio interno. Un partito di sinistra, modernizzatore e riformista, per di più ben strutturato sul territorio e affidabile alleato: cosa Berlusconi potrebbe chiedere di più ad un partito? Perciò lasciamo pure che ci chiamino cespugli, ma questi cespugli il Popolo della Libertà è bene che non li trascuri, anzi è opportuno che li innaffi con cura tutti i giorni, perché potrebbero essere proprio i cespugli a fare la differenza.
Giovanni Bertoldi
Segretario Regionale Emilia Romagna
ELEZIONI: CALDORO, RADICALI COME CGIL CISL UIL =
(ASCA) – Roma, 21 feb – ‘La trattativa intercorsa tra Pd e Radicali ha ricordato le lunghe trattative sindacali per la firma dei contratti, fatte di un passo avanti e uno indietro e di lunghe notti di mediazioni’. Questo il commento del segretario nazionale del nuovo psi Stefano Caldoro in merito all’ingresso dei Radicali nel Partito di Veltroni. ‘I Radicali di Pannella e Bonino – a parere di Caldoro – meriterebbero di essere al fianco dei confederali, da loro tanto vituperati. Per come hanno difeso le proprie truppe e la loro casa, hanno fatto meglio di Cgil, Cisl e Uil’.
Iuretig: il Nuovo PSI non fa parte della costituente
POLEMICA CON IL PS
Iuretig: «Il Nuovo Psi resta a centrodestra»
Non è vero che il nascente Partito Socialista ha riunito tutte le anime del socialismo, protesta Lauretta Iuretig, segretario regionale del Nuovo Psi. Un partito che, spiega la Iuretig, «ha mantenuto la sua posizione nel centrodestra ed è rappresenta¬to qui in regione da un neo-costituito quadro dirigenziale». La Iuretig dice di aver scelto questa collocazione politica «per coerenza, perché convinta che la posizione della Costituente sia perdente in quanto collocata nell’area dei conservatori e non in quella dei riformisti. Il Nuovo Psi si riconosce «nel modello socialista liberale e riformista che ha trovato in Betti-no Craxi la sua massima espressione». Il segretario si scaglia contro chi «veicola deliberatamente l’idea che sia il Nuovo Psi e non solo alcuni dirigenti ad avere dirottato a sinistra».
ELEZIONI:SICILIA;INTESA PDL-MPA CON INCOGNITA MICCICHE’/ANSA
ELECTION DAY 13-14/4;SI’berlusconi A LOMBARDO;CUFFARO,UDC CI STA (di Alfredo Pecoraro) (ANSA) – PALERMO, 19 FEB – Al Nord il patto di ferro con Bossi, al Sud e nelle isole l’accordo con il Movimento per l’autonomia che si presentera’ con il simbolo apparentato al Pdl. Non solo, il leader Raffaele Lombardo sara’ sostenuto dal Cavaliere anche nella corsa alla presidenza della Regione Sicilia. Dopo una lunga trattativa l’intesa tra Pdl e autonomisti dunque e’ stata raggiunta, anche se manca qualche dettaglio come conferma Lombardo, ma soprattutto bisogna ancora vedere cosa fara’ Gianfranco Micciche’, che non sembra voler ritirare la propria candidatura alla Regione, forte del consenso che gli aveva dato Fi nelle scorse settimane.
Sono molti i tasselli che berlusconi e Lombardo hanno dovuto incastrare per comporre il puzzle di un’alleanza politica che, oltre alle normali garanzie sulla composizione delle liste e sui simboli, deve tener conto di una variabile di peso: lo scontro tra Gianfranco Micciche’ e Salvatore Cuffaro.
L’intesa tra Pdl e Mpa e’ arrivata a conclusione di due ore di faccia a faccia con berlusconi a Palazzo Grazioli, dove Lombardo si e’ presentato con il leghista Roberto Calderoli, in nome dell’alleanza elettorale delle politiche 2006. Prima di mettere il sigillo al ‘matrimonio’ Pdl e Mpa approfondiranno il tema della presentazione del simbolo nel Mezzogiorno.
‘Stabiliremo i contenuti comuni di questa presenza con quella della Lega Nord e insieme – spiega il leader del Mpa – potremo organizzare un programma che potrebbe diventare parte di un programma di governo che punti sullo sviluppo del Sud, su un piano straordinario per le infrastrutture e su una fiscalita’ speciale’.
L’abbraccio con berlusconi riguarda anche le regionali nell’isola. ‘Il Pdl – annuncia Lombardo – mi ha rivolto l’invito a candidarmi anche a nome loro, non solo del Mpa.
Invito che ho gradito ma al quale non ho risposto perche’ c’e’ ancora un problema di alleanze e di programma’. Il problema principale si chiama Salvatore Cuffaro, l’ex governatore, che oggi ha ribadito il suo ‘rapporto indissolubile’ con il leader del Mpa.
Diverso l’approccio di Pier Ferdinando Casini che, a margine del ricevimento dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede per l’anniversario dei Patti Lateranensi, ha detto ai giornalisti: ‘Ma secondo voi io affido il mio futuro politico a Lombardo? L’Udc, nelle giunte locali, resta dov’e’, ma certamente non con i vincoli di prima’. Ma Cuffaro, che ha sempre dialogato con berlusconi, va avanti a fianco del suo fedelissimo: ‘Lombardo e’ il nostro candidato – dice – se tutto il centrodestra vuole fare una battaglia per vincere non puo’ che stare con lui’.
Lo stesso Lombardo assicura di continuare a lavorare ‘perche’ si arrivi a una candidatura unica e forse io posso essere colui che e’ capace di fare la sintesi’. Un messaggio rivolto a Micciche’ che ha parlato al telefono con berlusconi dopo la riunione che il Cavaliere ha avuto con il leader autonomista.
L’ex ministro al momento tiene duro: ‘Io ormai ho a cuore solo le sorti della Sicilia, al governo di Roma ho gia’ dato”, scrive sul suo blog e accenna a ‘progetti di rivoluzione’ che ‘vanno costruiti, con calma e forte determinazione’. La rivoluzione potrebbe sfociare in una lista che l’ex ministro avrebbe in mente di presentare, sfidando la sua ex Cdl. Cuffaro pero’ non demorde e di Micciche’ dice che ‘e’ inadeguato a governare una regione difficile come la Sicilia’, mentre giudica ‘di qualita” la candidatura di Anna Finocchiaro per il centrosinistra.
La prova del nove la daranno le urne. Anche in Sicilia ci sara’ l’election day. Come in altre regioni, i siciliani andranno al voto il 13 e il 14 aprile.(ANSA).
