Modesta analisi del voto Socialista

 

Non credo sia molto importante verificare ed analizzare se la CDL ha vinto per merito proprio o per demerito altrui. Ha vinto, com’era prevedibile, e basta.

Penso sia invece più opportuno analizzare il risultato del dato SOCIALISTA.

E questo dà spunto per alcune riflessioni che, modificandosi necessariamente in seguito all’evoluzione che subirà l’attuale scenario Politico, devono indirizzare il percorso che noi del Nuovo PSI dobbiamo compiere.

Il primo dato, da tutti condiviso, è che tranne rare eccezioni, tutte locali, la posizione Terzo Polista attualmente non ha motivo di esistere.

In un sistema che diventa sempre più bipolare, la presenza di una forza debole, sia politicamente che economicamente, non dà spazi per una scommessa di ampio respiro.

E questo è tanto più verificabile laddove l’elezioni hanno più un carattere Politico e meno locale, quale quello delle elezioni Provinciali.

Una forza per essere dirompente sul piano politico deve essere rivoluzionaria nei modi di agire e nelle proposte da fare.

Non basta dire che noi siamo i SOCIALISTI, che l’Italia ha bisogno di noi, che siamo gli unici che riescono a trovare le soluzioni ai problemi.

Credo che questo sia più un problema che noi abbiamo con noi stessi e la scusa per trovare una giustificazione di esistere che una vera e propria necessità che il “popolo” sente.

Né credo, in una società moderna come la nostra, sia sufficiente riproporre vecchi schematismi, anche comunicativi, che ripropongono soluzioni che il tempo ha inesorabilmente modificato.

Riprendendo un vecchio ragionamento di Sergio Moroni, non è il posto che fa di una persona un grande politico, ma è la politica che fa che gli permettere di raggiungere un determinato posto.

O siamo in grado di svolgere una Politica innovativa o non saremo mai in grado di esprimere dei Dirigenti che potranno “occupare” dei posti.

Ecco la vera novità e la vera presa d’atto che dobbiamo essere in grado di cogliere.

Queste elezioni hanno sancito, in maniera definitiva, la fine di un percorso storico, che non sapendo rinnovarsi finisce per consumarsi.

Il secondo dato Politico è la chiara conclusione ed il conseguente fallimento della “COSTITUENTE SOCIALISTA”.

Laddove ci siamo presentati insieme allo SDI ed agli altri profughi della diaspora il risultato della somma è stato inferiore, come sempre accade, al totale della somma dei singoli Partiti.

Cosa vuol dire questo?

Semplicemente che alla gran parte dell’elettorato dei Socialisti non interessa nulla.

E anche questo ha alla base almeno due semplici motivi.

Il primo è anagrafico; molti dei Socialisti degli anni 70-80 non esistono più.

Il secondo è che il Socialismo moderno deve essere in grado di dare risposte concrete ai problemi emergenti.

E qui, individuato il problema di fondo, cioè capire se siamo in grado di trovare risoluzione ai problemi, nasce il dibattito e la discussione su quali sono le strade per risolvere i problemi.

Mi pare riduttivo, semplicistico e superficiale ricondurre il tutto a divisioni personali.

Non fa onore a chi viene tirato in ballo, non fa onore a chi lo enuncia.

Credo che quello che ci troviamo di fronte è una chiara e netta divisione sull’approccio che dobbiamo avere.

Da una parte ci sono i Socialisti Liberali, che ritengono che la soluzione dei problemi sia attuabile solo da una posizione che si collochi alla Sinistra della CDL e alla destra del Centro Sinistra e dall’altra invece i Socialdemocratici, che sono convinti che la risoluzione dei problemi la si debba affrontare da una posizione che sia alla Sinistra del Partito Democratico.

Solo il tempo, unico giudice imparziale e inesorabile lo potrà dire, ma certamente queste elezioni non lasciano margini per un Partito, che privo di idee, di prospettive, pieno invece di rimpianti del proprio passato, si collochi in una situazione extra-polare.

Troppi sono i sacrifici inutili a cui ogni elezione chiamiamo e siamo chiamati a fare senza vedere risultati concreti del nostro agire.

E la colpa non può sempre essere degli altri, della radicalizzazione della lotta politica, della mancanza di risorse economiche, del complotto mediatico che regolarmente si manifesta contro una sparuta minoranza che nessuno teme e che sa esistere; se così fosse, prima o poi per il calcolo delle probabilità qualche successo l’avremmo avuto.

Né è d’altra parte conferma che i Socialisti non hanno mai in questi anni, avuto la capacità di emergere al Nord, il fulcro trainante del nostro Paese, quello che, come giustamente viene detto, pone all’Italia intera la questione Settentrionale; la zona del Paese che ha le maggiori problematiche economiche, sociali, di integrazione con le altre culture e rispetto alle quali, non siamo mai stati in grado di dare risposte concrete.

Abbiamo un compito allora, se non vogliamo essere fallimentari fino in fondo; quello di trovare almeno tra di noi, la soluzione per identificare la miglior strada affinché ognuno si giochi, senza rancore, senza forzature, senza cattiverie, senza tatticismi, quelli si di solo ed esclusivo interesse personale, la propria Partita.

La politica, e molti me lo insegnano, ha delle regole non scritte ma ben codificate.

Se pensi una cosa la Politica ti porta su una strada, che non sarà mai la negazione di quello che pensi; su quella strada troverai compagni di viaggio che mai avresti pensato, persone con le quali poco prima magari ti eri scontrato per altre cose.

Cerchiamo almeno per una volta non di pensare di essere dei “DIRIGENTI POLITICI NAZIONALI”, cerchiamo di fari I dirigenti.

 

 

 

Pubblicato da

Franco Spedale

Franco Spedale - Medico Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

4 commenti su “Modesta analisi del voto Socialista”

  1. Bhe! Penso che i socialisti di una volta non esitano più, forse quei pchi che son rimasti, sono nascosti, timidamente visibili, come se l’era di tangentopoli li avesse tappato la bocca… quando in realtà, il magna-magna era davvero generale, anzi, molto diffuso tra tutti i politici…

  2. Hai ragione!
    Per prima cosa è opportuno che il NuovoPSi si svecchi.
    I socialisti di De Michelis, Craxi, Martelli & C non esistono più. Chi è rimasto a fare il dirigente oggi non è altro che l’icona di un passato che non esiste più e che si rivolge ad un 0,1% di nostalgici.
    Un vero socialismo giovane fatto da giovani e per i giovani.. ecco cosa ci vuole!

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