Nencini, il PS ed il Nuovo PSI

Si è rotto l’asse Berlusconi-Veltroni? Si farà il PDL?
Tutte domande che al momento non hanno risposte e la sola idea di volerne dare ci può condurre su una strada assai lontana da quello che serve.
Venerdì sabato e Domenica si è tenuto il primo congresso del PS.
Nencini è diventato segretario Nazionale e sta cercando di rilanciare un’iniziativa politica per rientrare nel gioco delle istituzioni italiane.
Alcuni aspettti mi hanno convinto, altri meno.
Non mi ha convinto per esempio l’interlocuzione univoca che ha voluto aprire con Veltroni, anche se una risposta di una possibile apertura è arrivata, allorquando il leader dell’attuale opposizione risponde che la sua partecipazione al congresso è da intendersi come una volontà di ri-costruire un rapporto.
Non mi convince il fatto che ancora una volta non ha voluto affrontare alla radice il vero problema che vi è in Italia e cioè che una forza Socialista, Riformista, moderna e moderata non può interloquire con l’area più conservatrice e dogmatica che ancora è presente nel nostro Paese.
Il problema non può essere quello di affrontare con pregiudizi le importanti riforme che necessitano al nostro Paese, viceversa quello di dare un impulso diverso, nuovo e attuale alle questioni sul tavolo.
Sicurezza, infrastrutture, sanità, giustizia, lavoro; tutte questioni che devono essere affrontate con un approccio moderno, senza preclusioni, senza preconcetti, valutando cosa è necessario fare e quale è la via possibile e migliore per attuarle.
Non mi ha convinto ancora la mancanza di apertura ad un dialogo con tutti i Socialisti, come se loro e solo loro posseggono l’unica e sola identità di Socialisti.
Viceversa ho apprezzato molto il dinamismo e la scommessa che lo stesso ha voluto porre sul tavolo.
L’asse con l’UDC era l’unica via possibile per aprirsi un’interlocuzione, una sorta di asse privilegiato per rimettersi sul tavolo della Politica, obbligando Veltroni a prendere una decisione su Di Pietro ed allo stesso tempo facendogli capire che il PD non può essere il solo depositario della cosìdetta politica riformista.
Così come interessante ed intelligente mi pare la volontà di manifestare per il Presidente della Repubblica; indipendentemente dalla cassa di risonanza che potranno avere, il senso politico di un richiamo alle Istituzioni è condivisibile e apprezzabile.
Un Congresso insomma che ci dà spunti per una riflessione che riguarda anche, per ovvie ragioni, a quello che succede nel nostro partito.
Bene l’intervento di Stefano, che ha portato il saluto della nostra organizzazione e ha offerto, anche se non richiesto, la possibilità al PS di avere degli interlocutori al Parlamento attraverso i nostri due deputati eletti con la PDL.
Quello che invece mi pare troppo lenta è viceversa l’iniziativa politica che in questo momento appare debole sottotono e per certi versi assente.
Se è vero che da una parte siamo gli unici Socialisti presenti in Parlamento è altrettanto vero che tutto questo non appare nella vita Istituzionale.
Per certi versi siamo troppo passivi, in attesa che gli eventi ci precipitino addosso, con scarso spirito d’iniziativa, con uno sfilacciamento che diventa ogni giorno sempre più palpabile e sempre più preoccupante.
Proprio in virtù del fatto che non sappiamo cosa succederà all’interno della nostra coalizione dovremmo essere più dinamici, pronti a interloquire con forza se pensiamo che il PDL si farà o pronti ad essere organizzati se viceversa il partito unico dei moderati non si farà.
Esiste un problema settentrionale nel nostro Partito che pesa come un macigno; un problema di risorse umane e di spazi politici; un problema che presto o tardi saremo obbligati ad affrontare.
Fintanto che il Nuovo PSI non sarà un partito presente anche al Nord, noi non saremo mai un partito!
I prossimi mesi saranno decisivi per capire in che direzione andrà la politica Italiana; il primo appuntamento sarà certamente quello della possibile riforma elettorale per le Europee.
E quello è un appuntamento che il Nuovo PSI non può né deve mancare.
Se saremo capaci di costruire un percorso politico ed organizzativo tale per cui possiamo pensare di raccogliere consensi e di occupare uno spazio politico allora avrà senso continuare a tenere in piedi questa comunità; viceversa il tutto rischia di essere un ufficio di collocamento per pochi.
E questa cosa sinceramente non mi interessa.

Pubblicato da

Franco Spedale

Franco Spedale - Medico Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

Un commento su “Nencini, il PS ed il Nuovo PSI”

  1. Il dibattito di Montecatini mi è parso fatto di frasi iniziate e non finite…..per non entrare nel merito dei temi e opportunisticamente non chiudere nessuna porta e poter contenere le posizioni delle diverse personalizzazioni.
    Leggendo l’intervista del Segretario della Liguria del PS ( Il secolo XIX del 6/7/2008 pag. 2 )
    [………..Sta dicendo che il Ps è più vicino al pensiero D’Alemiano? – «Esattamente. Se la sinistra vuole riscattarsi, fin dalle Europee del prossimo anno, va rilanciata la politica delle alleanze, con un progetto autenticamente progressista. Non può essere ovviamente riproposto il logoro modello dell’Unione» ]…pare capire che la posizione sia a sinistra comunque a “prescindere”.
    La riproposizione di una linea frontista ormai sconfitta dalla storia:
    Il popolo Socialista è di sinistra per le cose che propone con coraggio e responsabilità e non per dove si vanno a sedere gli eletti, magari riproponendo anche temi minoritari che sembrano scopiazzati dalle pagine di Guareschi per crearsi un po’ di visibilità mediatica:
    Sul nostro versante riscontro invece un crescente consenso, non solo per la nostra posizione politica che ci ha permesso di avere due deputati ma, verso quelle iniziative che ci consentono di essere un partito della gente e non esclusivamente del palazzo.
    Il consenso, come sapete, ahinoi non si ottiene solo con qualche apparizione in TV o perché vent’anni fa si era craxiani “doc”ma da una capillare presenza a fianco dei cittadini, ascoltandoli e possibilmente aiutandoli anche direttamente quando le istituzioni sono assenti se non proprio contrarie.
    Sicuramente queste iniziative costituiscono una scommessa difficile la quale può essere vinta facilmente se sapremo proporre, come ne sono certo, serietà e spirito di servizio.
    Forse, adottando un po’ di movimentismo, dovremo saper proporre coraggiosamente con forza tutte quelle soluzioni che ammodernino nel vero senso del termine il nostro paese a partire dalle infrastrutture, dalla formazione, dai trasporti pubblici, ……., e non ultimo dall’ammodernamento della Pubblica Amministrazione.
    Ad esempio, anche per far fronte ad una pesante situazione economica internazionale che si proporrà nei prossimi due anni, sarà opportuno proporre iniziative che incentivino concretamente i cittadini a riprendere e rivalutare, con una nuova cultura e meno vincoli e oneri da parte della PP. AA., quelle attività che pur gravose, possono far coniugare facilmente: la salvaguardia del territorio; un adeguato riscontro economico; produzione di beni primari sempre più necessari.
    Piergiorgio Razeti

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