“Troppo facili e troppo comodi gli appelli rivolti alla CDL di votare il pacchetto sicurezza; così come superficiale appare il richiamo che il ministro Amato rivolge alla CDL definendola irresponsabileâ€. Lo sottolinea Franco Spedale, vice segretario nazionale del Nuovo Psi.
“Il rischio di una ribellione dei cittadini e la voglia di una giustizia fai da te, sono il segno che il pacchetto di per sé non è sufficiente, ma che viceversa, non vi può essere nessun provvedimento senza un’adeguata autorevolezza dello Statoâ€.
“Non si possono – aggiunge -aprire prima i cancelli a tutti e poi accorgersi, quando è troppo tardi, che solo quest’anno sono entrati in Italia 500.000 immigrati e che questo aumenta il rischio della criminalità . L’Italia ha bisogno di un Governo serio, non improvvisato, che metta mano ad una riforma strutturale dello Stato, che le rassegni autorevolezza, che sia un punto di riferimento a tutela dei cittadini. Il contrario – conclude Spedale – di quanto sta accadendo con Prodi e compagniâ€.
Autore: Redazione
CDL:Caldoro, bene federazione, si a tappe
“E´ urgente stringere i tempi sulla federazione della Casa delle liberta´ che metta insieme le forze moderate, liberali e riformiste. Bisogna farlo anche se il percorso dovra´ essere a tappe”. Lo dichiara Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi, che ha commentato la proposta di berlusconi a Verona.
“Il Paese ha bisogno di una forza compatta che contrasti il mal governo dell´unione. La Cdl -conclude- puo´ iniziare a sperimentare in Parlamento maggiore unita´, per esempio presentando emendamenti comuni sulla sicurezza e sulla Finanziaria”.
CDL: BERLUSCONI, INDISPENSABILE LA FEDERAZIONE PRIMA DEL VOTO
CDL: BERLUSCONI, INDISPENSABILE LA FEDERAZIONE PRIMA DEL VOTO
(ASCA) – Verona, 3 nov – ‘La federazione e’ indispensabile prima che si arrivi al voto’. Lo ha detto ai giornalisti Silvio berlusconi parlando della federazione nella Cdl che il leader di Forza Italia ha rilanciato dal convegno dell’area Giovanardi dell’Udc.
‘Io e i miei ci stiamo lavorando’, ha detto berlusconi.
Davanti alla numerosa platea dei seguaci di Giovanardi (ma erano presenti anche Gasparri di An e il sindaco di Verona Tosi) berlusconi ha auspicato ‘un passo in avanti’ perche’ nella Cdl si passi dalla coalizione alla federazione, che significa – ha esemplificato – che se si va al voto magari con due terzi il partito che non e’ d’accordo ‘si obbliga a rispettare la maggioranza’.
berlusconi ha osservato che si puo’ partire anzitutto tra Forza Italia e Udc, ‘perche’ siamo entrambi nel Ppe’, che ‘non e’ una unione di comodo, ma facciamo parte della stessa identita’ di valori’. berlusconi, richiamando il senso di fare politica dei ‘democristiani’, ha citato una frase di Paolo VI: ‘La politica e’ l’atto piu’ alto della carita”, per cui -ha aggiunto- ‘fare politica significa darsi agli altri per il bene di tutti’.
berlusconi ha tra l’altro ricordato di aver cominciato a fare politica, proprio per la Dc, all’eta’ di 12 anni, attaccando manifesti elettorali. In una di queste occasioni il piccolo berlusconi sarebbe stato aggredito, come lui stesso ha affermato, da un gruppo di attacchini comunisti: ‘e poi qualcuno si stupisce – ha commentato – che io ce l’ho con i comunisti’.
Alla federazione, dovrebbe esser associato, come ha sottolineato ancora berlusconi, anche Rotondi. Soffermandosi poi sull’organizzazione del nuovo soggetto politico, berlusconi ha precisato che Forza Italia, Udc e Rotondi dovrebbero aprirsi in un secondo tempo ad An, che – ha ricordato berlusconi – e’ interessata ad entrare nel Ppe, ‘che io preferirei chiamare partito dei popoli europei’. Un terzo livello della federazione – ha aggiunto berlusconi – e’ quello di realizzare ‘un patto confederativo con la Lega’.
‘Su questa prospettiva gli elettori della Cdl – ha concluso berlusconi – sono piu’ avanti degli eletti’. Sono elettori che, secondo berlusconi, vogliono in tempi molto rapidi ‘un grande, grande, grande partito dei moderati italiani, il grande partito delle liberta”.
BERLUSCONI: SPERIAMO CHE ITALIA NON DIVENTI COME ROMA =
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FUNERALI REGGIANI. APPLAUSI PER FINI, AMATO NEL GELO
CONCLUSA LA CERIMONIA, ALL’USCITA QUALCUNO INVOCA L’ERGASTOLO(DIRE) Roma, 3 nov. – Sono terminati da pochi minuti i funerali di Giovanna Reggiani nella Basilica di Cristo Re a Roma. Tra i primi a lasciare la Chiesa, per quanto riguarda i politici e i rappresentanti delle istituzioni, il ministro degli Interni Giuliano Amato, che per tutto il tempo dei funerali e’ stato seduto in prima fila, e il leader di An Gianfranco Fini.
Diverse le reazioni della gente all’uscita dei due politici.
Nel momento in cui Amato e’ entrato in macchina si e’ sentito qualche flebile fischio e una voce ha detto: “Questi sono i risultati”, facendo riferimento alla politica del governo sulla sicurezza. Applausi invece per il leader di An. A Fini qualcuno tra la folla assiepata fuori dalla chiesa ha battuto le mani e ha detto piu’ volte “Bravo, bravo”. La folla per tutta la cerimonia ha avuto per tutto il tempo un comportamento composto e silenzioso. Solo all’uscita del feretro della signora Reggiani e’ esplosa in un applauso ripetendo ad alta voce “Giovanna, Giovanna”. Ma qualcuno non ha saputo trattenere la rabbia e a quel punto, riferendosi al giovane rumeno, ora in carcere per l’aggressione alla donna, ha urlato: “Ergastolo, ergastolo. Ci vuole la pena di morte”.
Commosso all’uscita del feretro il marito della Reggiani, Giovanni Gumiero che ha sceso le scale della Basilica di Cristo Re trattenendo le lacrime e abbracciato agli altri familiari della vittima.
Tratto dal forum della costituente Socialista
Con l´adesione di De Michelis e di Battilocchio al gruppo del PSE si chiude definitivamente l´operazione di “voltagabbana” più articolata degli ultimi tempi!
Con l´aggravante della grande illusione della Costituente socialista! Legittimi potevano essere i dubbi (politicamente parlando, nell´ambito del dibattito interno al Nuovo PSI) sulla opportunità di mantenere una alleanza con la Casa delle Libertà all´indomani delle elezioni politiche del 2006, al fine di evidenziare le anomalie più volte denunciate di quello che è stato definito il nostro bipolarismo “bastardo”; meno convincente, anzi del tutto opportunistico appare ora agli occhi di tutti i socialisti che avevano creduto nella necessità di rafforzare l´identità del partito, questa operazione dell´ex segretario De Michelis ed amici che, di fatto, ora si trovano a sostenere più o meno direttamente un Governo (per il tramite della neo costituente socialista), in alternativa al quale si erano presentati agli elettori.
Più coerente e credibile, eventualmente, sarebbe stato un atteggiamento di equidistanza da entrambi i poli, sostenendo con forza la modifica della legge elettorale nella direzione di un modello proporzionale con sbarramento alto, riprendendo da tale posizione una politica che parlasse finalmente ai cittadini su come affrontare i temi più caldi della nostra quotidianità .
A conti fatti quindi, lungimiranti sono stati Caldoro, Barani ed amici nel prevedere un passaggio di campo che ogni socialista liberale e riformista non avrebbe mai potuto condividere. Ciò che risulta veramente inaccettabile è l´inganno perpetuato ai danni dei tanti ed onesti socialisti che, ancora una volta hanno dovuto assistere ad una operazione trasformistica che certo non aiuta nel difficile compito di mantenere forte e viva nel paese la presenza della cultura e dei valori del socialismo liberale e della socialdemocrazia, alternativi come sempre, alla cultura cattocomunista oggi incarnata dal neonato partito democratico.
Per questi motivi, ora è quantomai necessario radicare su tutto il territorio la presenza del Nuovo PSI di Caldoro, a partire da quei luoghi, come l’Emilia Romagna, di forte tradizione socialista, dove oggi impera la confusione e lo sconcerto e dove, soprattutto, bisognerà far sapere che c´è chi vuole ancora mantenere alto il simbolo del garofano e non si vergogna di ricordare uno dei padri storici del socialismo italiano: Bettino Craxi.
Arrivederci!
AURELIO
G8:CALDORO,ANCORA UNA VOLTA EMERGONO LACERAZIONI MAGGIORANZA
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FVG: quale le scelte per la Regione?
 Informazione o disinformazione?
Che vogliano farci credere di un Edi Snaidero ostaggio di presunte pressioni dei poteri forti per muoverci a sua difesa e votarlo?
Deve premettere che la sua discesa in campo quale candidato della Casa della Libertà Nella regione Friùli VG non l’apprezzo.
Prima di tutto perché é un segno della latitanza dell’attuale personale politico che s’arrende alle logiche dei cosiddetti “poteri forti”, a cui gli Snaidero non sono alieni.
Stimo gli Snaidero perché imprenditori capaci e la loro attività ha significato quasi tutto per Majano e comuni limitrofi.
Però paracadutare nell’agone politico un personaggio come Edi Snaidero digiuno delle attuali ritualità della “Politica” è azzardato.
Ricordo che Riccardo Illy fece la trafila da sindaco prima d’approdare alla regione.
Non è detto che ciò sia però stato un bene per la “Politica” qui in regione.
Positivo invece l’impegno di Edi Snaidero in “Liberaidea”.
Spero che questa “fucina politica” possa forgiare argomenti politici indispensabili, considerato la vacuità politica odierna che s’affida ai “grillini” di turno.
Un plauso ad Isidoro Gottardo, coordinatore regionale di FI (membro effettivo del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea ed in questo organismo è il capo della delegazione italiana e presidente del gruppo del Partito Popolare Europeo), che sta nobilitando la “Politica” con un’azione determinata e incisiva.
Renzo Riva
referente per l’Alto Friùli
Nuovo PSI
REPUBBLICA: SI INCRINA ASSE PALAZZO CHIGI CON CAMERA E QUIRINALE
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Riva (FVG): Prodi a casa ma sia il Parlamento a deciderlo
Benvenuto al Compagno Saglibene,
ed al figlio Vincenzo con il quale ho avuto alcuni scambi epistolari, tempo addietro, sul forum del Nuovo PSI, che oggi non si sa ancora a chi appartiene.
Al Segretario Nazionale, Compagno Stefano Caldoro,
dico che è sbagliato pensare e tentare di mandare a casa Prodi con una manifestazione di piazza, per quanto numerosa essa sia.
La manifestazione deve eventualmente servire perché il presidente della repubblica senta la necessità di chiudere la legislatura dopo un voto di sfiducia che compete esclusivamente ai parlamentari.
È il parlamento che deve sfiduciare Prodi.
Le scorciatoie alla fine sono pericolose per non dire anti-democratiche.
Una classe politica deve avere al suo interno le risorse per fare il bene del Paese.
Altrimenti riproporremmo lo stesso cliché degli anni ’20; e sappiamo com’è finita.
Un caro saluto al Compagno Franco Spedale che sabato 20 cm. ho potuto conoscere ed apprezzare a Pordenone nell’incontro avuto con la federazione regionale del Nuovo PSI.
Mandi, Renzo Riva
CDL: CALDORO, IN PIAZZA ASSIEME A BERLUSCONI
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FI: GAGGIA (NUOVO PSI), CON FI FORSE SVOLTA IN ALTO ADIGE
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Di Pietro che tesoro! (tratto da Panorama)
LAURA MARAGNANI
POLITICA & AFFARi Basta con i partiti dai bilanci oscuri, tuona l’ex pm di Mani pulite. Ma quando si tratta della sua Italia dei valori cambia musica: decide tutto lui, con l’ex moglie e un’amica di famiglia. Grazie a statuti creati ad hoc. E quanto a certi appartamenti…
«Ipartiti non sono delle bocciofile»: così parlò Gianfranco Fini, il 3 ottobre, presentando la meritoria proposta di legge per «la riduzione dei costi della politica e la promozione della trasparenza». Basta coi bilanci oscuri dei partiti, con le gestioni poco democratiche, con la totale assenza di responsabilità civile e penale: «C’è una caduta verticale nella credibilità delle istituzioni. Vediamo chi sottoscrive questo documento, chi ci sta e chi no, chi ci fa e chi ci marcia» rincarò, al fianco di Fini, il ministro Antonio Di Pietro, coautore della proposta e leader dell’Italia dei valori.
La stessa Italia dei valori di cui il 21 settembre è stata chiesta la messa in liquidazione al tribunale civile di Milano? E che è stata segnalata al Consiglio d’Europa (ultimo atto della guerra giudiziaria tra Di Pietro e il Cantiere di Achille Occhetto) perché ad approvarne i bilanci, per milioni di euro di fondi pubblici, è di fatto un’unica persona? Perbacco: proprio lo stesso partito di cui Di Pietro è presidente, fondatore e proprietario del simbolo.
Un partito che ha incassato oltre 22 milioni di euro dallo Stato, ma di cui il ministro è il solo ad avere le chiavi della cassaforte. Insieme a due donne: Susanna Mazzoleni, la sua ex moglie, e Silvana Mura, «amica di famiglia» (parole sue) da tempi immemorabili.
Da dove cominciare a raccontare questa bizzarra storia? Le carte sparse fra i vari tribunali (Brescia, Milano, Roma, Bruxelles) sono una montagna. Ma c’è una data ben chiara, il 26 settembre 2000. E un luogo, via delle Province 37, Roma. È qui, davanti al notaio Bruno Cesarini, che nasce la «libera associazione Italia dei valori-Lista Di Pietro, in breve Idv» con sede a Busto Arsizio in via Milano 14.
L’oggetto sociale vola alto: «La valorizzazione, la diffusione e la piena affermazione della cultura della legalità , la difesa dello stato di diritto, la realizzazione di una prassi di trasparenza politica e amministrativa».
A firmare l’atto sono solo in tre. Antonio Di Pietro, che porta in dote il simbolo registrato a Genova come «marchio di impresa personale». Il suo amico Mario Di Domenico, un avvocato abruzzese residente a Roma. E Silvana Mura, ex commerciante di biancheria a Chiari (Bs), l’amica di famiglia. Tre amici che, all’unanimità , nominano Di Pietro presidente. Mura diventa tesoriera, Di Domenico segretario. E partono.
Già nel 2001 l’Italia dei valori conquista un senatore (Valerio Carrara, subito passato a Forza Italia) e dunque accede ai generosi rimborsi previsti dalla legge: oltre mezzo miliardo di lire come anticipazione, più 822 milioni a rate nei quattro anni seguenti. Nel 2002 all’Idv vengono attribuiti altri 2 milioni di euro come «integrazione».
Tutto bene? No, perché il segretario Di Domenico viene denunciato per appropriazione indebita. Verrà definitivamente assolto nel 2007 perché «il fatto non sussiste», ma al momento la sua è una presenza ingombrante. E dunque nuovo appuntamento dal notaio.
Stavolta è Romolo Rummo, via Piemonte 117, Roma. Scusate la pedanteria: alle ore 13.30 del 5 novembre 2003 Antonio Di Pietro «prende la parola» e un attimo dopo le dimissioni di Di Domenico sono agli atti. Già che ci sono, si dimette anche Silvana Mura. Ma prima di andarsene, all’unanimità , i tre approvano il trasferimento della sede sociale da Busto Arsizio a Milano. Alle ore 13.35 l’assemblea viene tolta.
Cinque minuti e l’Idv, da associazione a tre soci, diventa di fatto un paradossale partito «a socio unico». Cinque minuti fondamentali. E per capirlo basta ficcare il naso nella nuova sede del partito: via Felice Casati 1/A, a Milano. Nove vani di proprietà della Iniziative immobiliari srl di Gavirate, gruppo Pirelli Re, che poco dopo vengono comprati da un’altra srl, la An.To.Cri. di Bergamo. An come Anna, To come Toto, Cri come Cristiano, i tre figli di Di Pietro.
Un caso? Vediamo. Socio unico della srl: Antonio Di Pietro. Amministratore unico: Antonio Di Pietro. Il capitale sociale è esiguo, 50 mila euro appena; eppure, nel giro di due anni la piccola società riesce a mettere le mani su due grandi appartamenti a Milano e a Roma (ceduto, quest’ultimo, poche settimane fa). Valore dichiarato degli immobili: 1 milione 788 mila euro. E da dove vengono i soldi? Anno 2003: il socio unico Di Pietro versa alla An.To.Cri., ossia a se stesso, 100 mila euro come «prestito infruttifero»; 2004: altri 300 mila euro; 2005: 783 mila euro. Un totale di 1 milione 183 mila euro, contanti, in tre anni.
Poi il socio unico della An.To.Cri., sempre Di Pietro, affitta all’associazione Italia dei valori, di cui Di Pietro è unico socio, l’appartamento di via Casati. Un conflitto di interessi, o no? E l’anno dopo raddoppia: la An.To.Cri. acquista 10 vani in via Principe Eugenio 31, a Roma, e subito l’Idv decide di trasferirci «la sede nazionale di rappresentanza politica»: lo annuncia il tesoriere nel 2005. E chi è? Silvana Mura.
Vogliamo dare un’occhiata più da vicino a questa bella signora 49enne, ora deputata dell’Italia dei valori? Il 20 aprile 2004 entra anche lei nel consiglio d’amministrazione della An.To.Cri., insieme a Di Pietro e un certo Belotti. Claudio Belotti, ex convivente di Mura? Proprio lui. I due non stanno più insieme da tempo, ma hanno un figlio; e i rapporti tra loro sono così buoni che nel 2006, dopo le elezioni, Tonino e Silvana lasceranno proprio Belotti a fare da amministratore unico.
Ora, Belotti non risulta avere incarichi nel partito. Ma Mura… Ricordate che il 5 novembre 2003 si era dimessa? Bene, il 20 dicembre 2003 Di Pietro ritorna dal notaio (a Bergamo, stavolta) e nomina l’ex socia «tesoriere nazionale del partito con effetto immediato».
In base allo statuto dell’Idv il presidente può fare questo e altro: a lui solo, e «fino a sua rinuncia», spettano la titolarità del simbolo e la modifica dello statuto; l’approvazione del «rendiconto»; la definizione delle candidature, la presentazione delle liste, la nomina del tesoriere, l’assegnazione «di incarichi retribuiti», la ripartizione e l’utilizzo dei finanziamenti. Tutto, in una parola.
E sempre a lui, al presidentissimo, spetta il diritto di accettare i nuovi soci dell’Idv. Soci, attenzione. Perché di Italia dei valori, grazie allo statuto blindato da una girandola di notai (cinque modifiche in tre anni, con cinque notai diversi), ce ne sono ormai due: quella pubblica, il partito, a cui chiunque può aderire a livello «politico», anche via internet; e quella, parallela, che percepisce e gestisce i giganteschi fondi pubblici: l’associazione di cui si diventa soci solo per accettazione del presidente davanti a un notaio. Manco fosse una società per azioni.
Quali e quanti soci sono entrati in tutti questi anni? Dentro, nel 2000: Di Pietro, Di Domenico, Mura. Fuori, nel 2003: Mura e Di Domenico. Unico socio rimasto: Di Pietro. E da solo il presidentissimo fa e disfa per un bel pezzo. Approva il bilancio. Tratta col gruppo di Occhetto e Giulietto Chiesa per una lista comune alle europee; sempre da solo, unico proprietario del marchio, deposita la lista Di Pietro-Occhetto e si assicura i rimborsi elettorali; poi si autoattribuisce un rimborso da 423 mila euro.
È ormai il 26 luglio 2004 quando il notaio Peppino Noseri di Bergamo registra, finalmente, l’ingresso di due nuovi soci. Li conosciamo già : l’avvocato Susanna Mazzoleni da Curno, nessuna attività politica conosciuta, ma madre di Anna e Toto Di Pietro (si è burrascosamente separata dal ministro nel 2002, ora i due vanno d’accordissimo nell’Idv), e l’immancabile Silvana Mura.
Ricapitoliamo? Via Casati 1/A è il cuore di tutto il sodalizio: c’è la sede legale del partito (Di Pietro-Mura-Mazzoleni); la sede in cui si approvano i bilanci della An.To.Cri (Di Pietro-Mura-Belotti); la sede di una piccola società oggi in liquidazione, Progetto Orizzonti (Mura-Belotti). Lui, lei, l’ex moglie di lui e l’ex convivente di lei. Tutti insieme, appassionatamente, in un intreccio politico-affaristico unico.
E dove i soldi sono tanti: solo nel 2006, grazie alle politiche (20 deputati e 5 senatori eletti), all’Idv vengono attribuiti 10 milioni 726 mila euro di rimborsi. Aggiungiamo il bendiddio già assegnato negli anni precedenti: fanno quasi 22 milioni e mezzo.
Ma chi mai, al partito, ha visto o discusso i bilanci? «Non appena qualcuno cominciava a chieder conto dei soldi veniva messo alla porta» afferma Adriano Ciccioni, ex consigliere comunale a Milano. L’articolo 10 dello statuto infatti parla chiaro: l’approvazione dei bilanci spetta solo al presidente, Antonio Di Pietro, e quindi ai soci, ossia l’ex moglie e l’amica di famiglia. Eppure…
Verbale della riunione del 31 marzo 2005 nella solita sede di via Casati: alle ore 17 Di Pietro è il solo a «esaminare ed eventualmente approvare» il bilancio 2004. Non sono noccioline. Proventi: 5 milioni 589 mila euro. Oneri: 3 milioni 420 mila. Oneri straordinari: 364 mila 936. Avanzo di gestione: 1 milione 821 mila 415 euro.
Soldi pubblici. Soldi nostri. Soldi erogati dall’ufficio di presidenza della Camera (della cui segreteria fa parte Silvana Mura, la responsabile dei bilanci Idv) senza un sistematico controllo sul come, a che scopo e da chi verranno spesi.
La Corte dei conti ormai da anni protesta contro una legislazione piena di falle, che lascia ai partiti troppo margine di manovra. Ma i partiti, come hanno ricordato a tutti Fini e Di Pietro quel 3 ottobre, oggi non hanno personalità giuridica. Incassano e spendono come vogliono. E allora?
Allora il presidente dell’Italia dei valori, «in forza dei poteri che lo statuto gli conferisce, approva il rendiconto». La riunione è sciolta alle 19.30. E nel verbale non compare l’ombra di alcun socio: né l’amica, né l’ex moglie.
| Di Pietro che tesoro! |
MESSINA: COMUNE, DOPO ANNULLAMENTO VOTO ARRIVA IL COMMISSARIO =
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A Latisana (Ud) i socialisti con la CDL
Anche i Socialisti del Centro-destra nella persona di Lauretta Iuretig, segretario provinciale del Nuovo PSI, hanno partecipato al Congresso Comunale di Forza Italia a Latisana.
È stato ribadito che la costituente di Borselli anche in regione non pone fine alla diaspora ma la codifica definitivamente. Ora il quadro della galassia socialista risulta più chiaro e semplificato.
Rimangono in campo due organizzazioni di tradizione socialista, una collocata nell’Unione con il Partito Socialista formata dai socialisti di E. Boselli, di G. De Michelis e di Bobo Craxi, e una collocata nella Casa della Libertà con il Nuovo PSI di Stefano Caldoro che è l’unico legittimato ad utilizzare la sigla “Nuovo PSIâ€.
Abbiamo scelto di stare con la Casa della Libertà non per tatticismo né per opportunismo ma perché convinti che questo sia il luogo dei veri riformatori e innovatori nonché custodi della nostra cultura e tradizione.
Nell’augurare un buon lavoro ai congressisti forzisti, Iuretig ha affermato che tutti noi dobbiamo lavorare all’interno dei nostri partiti per fare pulizia etica e per fare rispettare le regole democratiche. Anche Forza Italia dovrà avviare un dibattito con tutti i Circoli, della Brambilla e di Dell’Utri, con i quali rapportarsi perché solo nella dialettica c’è la possibilità di crescita.
Quando all’interno di un partito si perdono di vista le procedure democratiche e prevalgono le logiche del più forte, si disconosce la dignità dell’uomo e così agendo si scivola verso la corruzione e l’immoralità che è la morte del sistema democratico.
Iuretig poi ha sottolineato come i Socialisti che lei rappresenta dal 2001 abbiano sempre coerentemente sostenuto la Casa della Libertà in tutti gli appuntamenti elettorali ed in tutte le province del Friùli Venezia Giulia, ricevendo in cambio poco o nulla. Ed è per questo che ha chiesto ad alta voce agli alleati ed in particolare a Forza Italia, che spesso all’interno delle loro liste ha ospitato socialisti, rispetto e confronto a pari dignità . Nelle competizioni elettorali anche uno 0,5% può fare la differenza. La Fondazione “Libera Idea†è un’iniziativa indubbiamente importante perché finalmente si mettono delle persone al servizio di un programma e non il contrario ma il programma deve essere il risultato di una riflessione aperta a tutte le componenti della Casa della Libertà anche a quelle considerate fino ad oggi delle cenerentole.
Potrebbero essere proprio queste a fungere da stimolo, pungolo al vero rinnovamento politico.
Segretario Provinciale di Udine
Lauretta Iuretig
