FERMARSI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

                        La fine della partita giocata al Senato della Repubblica, anche se a Prodi si è concesso il piacere dell’approvazione della legge finanziaria in prima lettura, e la speranza di continuare a vivacchiare alla guida del Governo, ha sancito in modo plateale (i giudizi espressi da Dini sono veramente tranchant) la fine della maggioranza che finora ha sorretto Prodi. Parecchi si domandano perché Dini ha voluto salvare il Governo, votando la finanziaria) e immediatamente dopo annunciarne la sua irreversibile ed imminente morte.

                        Si può non essere d’accordo, ma negli atteggiamenti di Dini, dal suo punto di vista, non c’è alcuna contraddizione. Egli ha voluto scindere il momento della dotazione al Paese della legge finanziaria per l’anno che viene, dal giudizio politico severo sul Governo e sul suo esaurito corso. O più semplicemente ha voluto mettere in evidenza che il Governo non va a casa per un’imboscata sulla legge finanziaria, ma ci va per la decisione netta, chiara e precisa assunta da chi, con il suo atto, tronca il ‘tirare a campare’ dell’allegra compagnia meglio conosciuta come ‘armata Brancaleone’, o perché non ne poteva più del tira e molla della sinistra antagonista, radicale e parolaia. Sapere se la motivazione vera sia questa,credo che debba interessare poco. 

                        Quel che deve interessare è, da una parte, il fatto che si chiuda una fase, densa di guasti per il Paese, e può e deve aprirsene un’altra; e dall’altra una rivisitazione dello stato della coalizione. E’ assurdo, infatti, che dinanzi ad uno scenario nuovo, determinato da quello che può definirsi la punta dell’iceberg, si avvii (sembra la legge del contrappeso) un processo di distinguo, fughe in avanti, ricerche di iniziative solitarie e giochi individuali da parte dei singoli alleati della CdL che, oggettivamente, diventano le ciambelle di salvataggio di un centrosinistra oramai a pezzi.

                        Perché questa corsa al masochismo? Perché non fermarsi e riflettere? E’ urgente e vitale per l’intera alleanza, farlo. La fase che si apre, infatti, è aperta ad ogni sviluppo: dipende anche da noi la sua evoluzione o la sua involuzione.

                        E’ necessario quindi, in primis, smetterla di fare come quegli eredi che, a babbo ancora vivo, si accapigliano attorno al letto del presunto moribondo per accaparrarsi l’eredità. Per questo non c’è notaio che tenga, né possono esistere investiture da delfino. Il leader che potrà aspirare a sostituire Berlusconi, quando sarà, deve anzitutto diventare punto di riferimento, per capacità, carisma e atteggiamento unitario, dell’intera coalizione o almeno della sua grande parte.

                        Secondo: bisogna passare da subito a dare corpo alle scelte politiche delle settimane passate, realizzando la Federazione dei partiti moderati, senza farsi condizionare dagli sbocchi di appartenenza europea. Siamo in Italia, e in Italia quel che importa, in questo momento, è la costruzione di un unico centro decisionale, e aprire nuove prospettive alle forze moderate.

                        Terzo: contribuire a modificare la legge elettorale esistente (il porcellum) inserendo due necessarie correzioni. Le preferenze nella scelta dei candidati, liquidando la vergogna che tutto sia deciso razionalmente dai partiti, ed inserendo il premio di maggioranza anche al Senato da conteggiare nazionalmente. Questa seconda scelta può non risolvere il problema delle differenti maggioranze nei due rami del Parlamento, e quando ciò dovesse verificarsi, si può individuare la maggioranza che deve governare il Paese con la somma dei voti di Camera e Senato.

                        Ma, per carità, fermiamoci, prima che sia troppo tardi.

           

                                                                                                       Giovanni ALVARO

                                                                                              Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria, 18.11.2007

Sino a quando Romano continua a non cadere?

L´angolo di Ermenegildo

Oggi abbiamo firmato l’appello di Silvio per andare a votare al più presto. Bene! Ma sappiamo, che Romano è ancora potente e tenace, forte di sostegni trasversali: laici e cattolici. Ricordiamo infatti, ( di recente lo ha riscritto anche il Presidente Emerito) che all’epoca della tragedia fu l’unico italiano la quale gli ‘spiriti’ comunicarono dove fosse la prigione di Aldo Moro.
Ricordiamo ancora che durante Tangentopoli fu l’unico grande boiardo di Stato che nonostante l’ignaro e pressante inquisitore Tonino, fu assolto in 24 ore, salendo al Colle di Oscar (ex Ministro di Bettino). Ed è cosi che oggi Romano forte della (fumose!) primarie e del voto bipolare incerto esterna con pervicacia il diritto a restare a Plazzo Chigi malgrado la maggioranza del Paese manifesti e firmi per sloggiarlo. Gianfranco e Pier non lo vogliono premier, però l’uno traguarda al referendum che ha firmato, l’altro al Governo Istituzionale. Il Colle dal canto Suo non vuole sciogliere le Camere se prima non si cambia il ‘porcellum’ ma l’accordo per nuove leggi non ci sarà. Specie dopo il fantasioso Walter-Vassallo (si ma anche!).
Siamo quindi in pieno del pericoloso ingorgo Istituzionale che Lab aveva previsto sin dal 6 09 07. Potremo uscire dall’incrocio peggiore incontrato dal 46 ad oggi, solo superando i contrasti, attuando subito la federazione della Cdl, proponendo un programma di riforme sociali, istituzionali ed elettorali che TUTTI INSIEME affidiamo alla prossima legislatura . Su questa strada incontreremo gli italiani amati delle libertà ed altri parlamentari liberal riformisti.
E cosi entro il 2008 il Colle ci dovrà consentire di andare alle urne con l’ unica legge elettorale possibile: il porxcellum modificato con le proposte di Silvio.
E se rifiutano? Peggio per tutti loro!

Alla Regione Friùli VG candido Isidoro Gottardo purché …

 
Da tempo sto sostenendo la necessità di un progetto per la prossima legislatura e competizione elettorale del Friùli VG.
Non “programmi” vani e vacui bensì tre o quattro progetti da far partire nei primi cento giorni, per dare un segno di operatività fattiva.
Dico fattiva anche se pleonastico al seguito di operatività.
Di parole si è stanchi servono pochi progetti operativi.
Il programma? Marcia a vista. Di più non è dato. Con questa impostazione indico quale prossimo Candidato per la Regione Friùli V.G. l´attuale coordinatore di Forza Italia: Isidoro Gottardo.
Mandi, Renzo Riva
referente per l´Alt(r)o Friùli
Nuovo PSI

MINNITI, A SOVRANITA’ LIMITATA

                      Eravamo stati facili profeti quando, dopo l’abbandono dei diversi concorrenti a Segretario del PD e la permanenza della sola candidatura del signor Minniti, avevamo predetto che lo stesso, al di là  dai facili osanna che lo hanno interessato,  sarebbe stato ostaggio delle potenti consorterie confluite nel nuovo Partito,  e chiaramente messo sotto scopa da parte anche di quei settori del suo vecchio partito che, in questi anni, si sono costruiti spazi di potere inattaccabili.

                         La prima sortita, dopo gli annunci, i proclami e la divulgazione, urbi et orbi, delle più trite e ritrite frasi fatte (le primarie: una festa della democrazia),  conteneva l’impegno a costituire ‘gruppi unici in ogni assise elettiva’ liquidando immediatamente i gruppi dei partiti di origine. Il nostro, tronfio d’ebbrezza per il successo conseguito (era stato il primo degli eletti in una corsa solitaria), si era incautamente avventurato in un campo fortemente minato, perchè non aveva fatto i conti con i vari osti che, col gruppo unico, si vedevano espropriati di consistenti fette di apparato organizzativo ‘sommerso’ lautamente finanziato dagli enti di appartenenza, soprattutto alla Regione Calabria. L’impegno assunto tanto trionfalmente, è diventato, all’assise di insediamento, semplicemente un auspicio. 

                        Figurarsi se Peppe Bova, Presidente del Consiglio, specializzato in proclami sul risparmio nei costi della politica, ma altrettanto specializzato a fare in modo totalmente diverso dai suoi proclami avrebbe potuto accettare una deminutio capitis nel suo regno (il Consiglio Regionale) che, Dio glielo ha dato e guai a chi glielo tocca. Infatti è così abbarbicato al ruolo che si è costruito che sdegnosamente ha rifiutato di entrare in Giunta al posto di quell’Adamo che ne è uscito ed era ed è desideroso di dirigere il gruppo unico. E se non lo si fosse capito il Bova ha platealmente disertato l’assise d’insediamento. Come altrettanto platealmente l’ha disertata il Presidente Loiero (se è necessaria una Giunta nuova la faccio io e nessuna altro).

                        Nel braccio di ferro Loiero-Minniti vedremo chi la saprà spuntare. Sui bluff di Bova (riduzione costi politica) è comunque necessario ritornarci. Oggi ci basta rilevare quanto avessimo ragione a pronosticare vita dura per il signor Minniti. Potrà continuare a parlare con frasi fatte, fare l’elengantone, consolidare il suo ruolo lothariano, ma a lui è riservato, almeno in Calabria, il ruolo di megafono delle scelte altrui.

                       

                                                                                                       Giovanni ALVARO

                                                                                              Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria, 14.11.2007

SOLIDARIETA’ AL SINDACO DI REGGIO CALABRIA

 

                        Ha ragione Berlusconi quando dice che c’è aria di campagna elettorale. Anche se si resiste accanitamente per far passare la finanziaria ed evitare le elezioni anticipate, ogni occasione è buona per mantenersi in allenamento e predisporsi per l’eventuale chiamata alle urne. Così è in tutt’Italia, e così è anche a Reggio Calabria.

                        Anche se l’invio di un avviso di garanzia è a garanzia dell’imputato, esso viene presentato e usato per criminalizzare il Sindaco della città, e tentare di indebolirne la leadership. E la solita orchestrina che la cosiddetta sinistra mette in moto per spostare l’acqua al proprio mulino. Pur non volendo imitare un noto ex Presidente della Repubblica, diciamo subito: non ci stiamo. Il Nuovo PSI non solo non ci sta, ma esprime a Peppe Scopelliti, e agli altri ‘avvisati’, la propria netta, chiara e convinta solidarietà.

                        Le assunzioni dei 110 vigili, usando uno strumento previsto dalla legge, ha permesso di dotare la città della presenza di una polizia municipale, forte di strumenti e numeri, che oltre ad essere adibita alla gestione di un traffico che diventa ogni giorno problematico, offre psicologicamente alla cittadinanza sicurezza e fiducia. E questo è tanto più importante in momenti difficili come quelli che il Paese sta attraversando.

                        I gruppuscoli del centrosinistra dovrebbero abbandonare il doppiopesismo, di togliattiana memoria, tra quanto realizzato da loro che viene presentato come perfetto, e quello realizzato dalla CdL che solo per detta matrice è chiaramente negativo.

                        Il signor Sindaco sappia, anche se  non ne ha bisogno, che (pur essendo noi in posizione critica nei suoi confronti) gli siamo sinceramente e politicamente vicini. Deve solo non curarsi di lor, ma continuare la propria azione di rinascita e ricostruzione del tessuto civile e democratico della nostra amata città. Su questo, i suoi e nostri concittadini saranno chiamati ad esprimersi.

                                                                                                       Giovanni ALVARO

                                                                                              Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria, 11.11.2007

LEGGE ELETTORALE: CALDORO, VELTRONI SBAGLIA

L.ELETTORALE: CALDORO, VELTRONI SBAGLIA, RITOCCARE PORCELLUM
(ANSA) – ROMA, 11 NOV – ‘Bastano poche modifiche alla attuale legge elettorale. Basta prevedere il premio di maggioranza al Senato e la legge garantirebbe il bipolarismo e la governabilita”. Lo afferma in una nota Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi.
‘Veltroni sbaglia – continua – si illude di risolvere problemi politici con la legge elettorale e con accorgimenti tecnici. Se pensa di non poter governare con la sinistra radicale non faccia alleanze’.
‘Ha ragione berlusconi – conclude Caldoro – non c’e’ il clima per le riforme in questa legislatura: e’ partita male ed e’ bene che finisca presto’.(ANSA).

LETTERA APERTA A FILIPPO FACCI

Caro Filippo,
pur non conoscendoti personalmente sento il bisogno di esprimerti tutta la mia solidarietà per ‘l’editto romano’ che ti riguarda, e che indirettamente, ma non tanto, riguarda tutti noi. Ho avuto modo di apprezzarti, conoscendoti giornalisticamente, quando hai messo a nudo l’ex figlio di Bettino, che cercava di vendere per oro colato uno strapuntino che lor signori gli avevano riservato sulla corriera dell’Unione dopo che Zavettieri, vero detentore di un congruo pacchetto di voti, aveva ‘regalato’ una vittoria insperata al signor Prodi.

Perché ti dico che ‘l’editto romano’ ci riguarda, e non è una faccenda personale tra te e il signor Cappon? Perché, purtroppo, è il sintomo di uno strisciante regime che va costruendosi giorno dopo giorno, e di cui preoccuparsi sinceramente. E’ uno scenario, quello italiano, che si modifica continuamente e adotta metri di valutazione chiaramente influenzati da quella che può essere vista come la famosa ‘egemonia’ gramsciana.

Prodi viene iscritto nel registro degli indagati? Non succede nulla, ti ricordi invece quando ad essere iscritto era Berlusconi? D’Alema è indagato assieme a Fassino? Niente male, non fanno parte della banda nera, sono di altro colore. Emerge da indagini dei Ros qualche ombra su Minniti? Il silenzio è d’ordinanza. Enzo Biagi, amaramente, ed in ritardo, si accorge d’essere stato utilizzato strumentalmente dalla sinistra, e lo scrive in un libro che vedrà la luce prossimamente? Non c’è problema: viene letteralmente ignorato. Ed a ignorarlo ci sono i soliti familiari. E’ un film già abbondantemente visto con Falcone, e poi con Borsellino, e poi con altri (Parigi val bene una messa).

Ma dov’è la stampa libera? Latita per non disturbare il manovratore? E la TV, non si vergogna di mandare in onda una trasmissione sulle epurazioni, epurando, con atteggiamento più santoriano di Santoro, chi sicuramente non avrebbe cantato nel coro? Basta. E’ ora di chiudere una parentesi che rischia di diventare tragica. Bisogna accelerare i tempi e far sciogliere il Parlamento, prima che sia troppo tardi.

Perdonami, Filippo, se ti ho tediato più di tanto, ma intendevo esprimerti la mia più schietta solidarietà e assicurarti che terremo gli occhi ben aperti per far passare ‘a nuttata’.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria, 10.11.2007

Oggetto: Questione lasciti Samueli e Toniatti a La tisana. 

Noi, Nuovo PSI, crediamo che la giunta di La tisana, del sindaco Micaela Sette, debba, al più presto, istituire una COMMISSIONE DI PROBI formata da persone note per la loro onestà, irreprensibilità nonché competenza e saggezza al fine di gestire i lasciti del geometra Aldo Samueli e della professoressa Teodolinda Toniatti con la massima trasparenza tenendo costantemente informati i cittadini del loro uso e dell’aggiornato profitto.Il patrimonio, milionario in Euro, se gestito in maniera oculata e corretta dovrebbe avere una ricaduta sulle politiche sociali del territorio ed, in special modo, nel settore socio-sanitario degli anziani con l’istituzione di centri ricreativi di aggregazione, di svago, di socializzazione ludica con la partecipazione di un volontariato giovane coltivato sul territorio nell’ottica di una proficua collaborazione giovane-anziano.La Villa Samueli deve diventare un accogliente albergo per anziani autosufficienti o bisognosi.È tempo che i nostri illustri e generosi concittadini siano omaggiati dalla comunità che essi hanno voluto arricchire non solo con le loro sostanze ma anche con un ricordo che tarda ad arrivare.Il Nuovo PSI ricorda che chi si pone al servizio della collettività e del Bene comune deve lasciare da parte i favori clientelari e gli interessi personali.Oggi, nel tempo della Casta, c’è bisogno di chiarezza e rispetto per i cittadini che devono riacquistare fiducia nelle istituzioni e in una politica etica.

Lauretta Iuretig

Segretaria Provinciale

Udine

SICUREZZA: CALDORO; CDL UNITA, ORA EMENDAMENTI COMUNI

(ANSA) – ROMA, 5 NOV – ‘La Casa delle Liberta’ dimostra di essere compatta nell’affrontare una delicata questione e offre la sua disponibilita’ a dialogare se il testo dovesse prevedere significative modifiche’, afferma Stefano Caldoro dopo il vertice della Casa delle Liberta’ sulla sicurezza. Il segretario Nazionale del nuovo psi, a Napoli per impegni di Partito, ha partecipato telefonicamente ai lavori.
‘Le norme proposte dal governo Prodi sono insufficienti e al momento – aggiunge – non ci sono le condizioni per sostenere questo decreto’.
‘E’ opportuno, ora – conclude Caldoro – presentare emendamenti comuni della coalizione in Parlamento’.(ANSA).

INTERESSA SOLO L’APPARIRE

 

Le due vicende, purtroppo dolorose, che hanno catalizzato l’attenzione nazionale e quella calabrese sono la cartina di tornasole sulla capacità di governo di Prodi e di Loiero. Il massacro della povera signora Giovanna a Tor di Quinto a Roma e la morte assurda, per malasanità, del dodicenne Flavio a Reggio Calabria, hanno segnato negativamente, ma come se fossero in replica, le azioni espresse dai due governi per tentare di contrastare le dure e legittime critiche dell’opinione pubblica.

 

Messa a nudo la politica della libera immigrazione nel paese dei balocchi, così come viene visto dai disperati che scelgono di entrare in Italia, e denudata la sanità regionale che viene vista come mera occasione di occupazione, senza alcuna remora, di ogni posto di sottogoverno che essa offre, il duo Prodi-Loiero si è lanciato in iniziative (comunque tardive)  e proclami (comunque solo verbali) che hanno il sapore del mettere la coscienza in pace e nascondere ad una opinione pubblica frastornata, ‘incazzata’ e pronta ad esplodere, l’inconsistenza di chi ha in mano le redini nazionali e regionale.

 

Prodi ha cincischiato per settimane su un pacchetto sicurezza che, per mettere d’accordo tutte le componenti della propria ‘armata Brancaleone’, si era ridotto ad un disegno di legge che avrebbe navigato per mesi nel Parlamento e, nel migliore dei casi, avrebbe visto la luce almeno due anni dopo (sempre se l’attuale legislatura continuasse il proprio cammino). Dinanzi allo shock causato dal massacro di una inerme cittadina per mano di un criminale ‘comunitario’, è maturata la scelta del decreto legge, su suggerimento di Veltroni che tenta, così, di occultare le responsabilità nel proprio ruolo di  sindaco che ‘ignorava le favelas’ ai margini della città o lungo il Tevere.

 

Loiero, indaffarato solo a misurarsi col signor Minniti, nella creazione del PD, annuncia, urbi et orbi,  che cadranno delle teste per la morte del dodicenne. Non coglie la palla al balzo dimettendosi con la sua Giunta, né decide di licenziare, su due piedi, l’ex Magistrato, ‘prestato alla politica’,
la Doris Lo Moro, per acclarata e palese incapacità a gestire
la Sanità calabrese, ma pensa solo a colpire chi avrebbe ritardato la pratica delle assunzioni di autisti di autoambulanza.

 

L’uno e l’altro, Prodi e Loiero, sanno che devono superare il momento critico dell’attenzione dell’opinione pubblica, per cui puntano ad apparire quelli che non sono, ben sapendo di non essere.

 

La vicenda di Roma può innescare un mai sopito razzismo con azioni squadristiche contro cittadini rumeni che nulla hanno a che fare con l’ignobile vicenda di Tor di Quinto (e in questa direzione va fortemente criticata

la Magistrata Matone che, perennemente ‘ospite’ di trasmissioni tv, ha buttato benzina sul fuoco con le sue personali statistiche divulgate senza alcuna cautela).

 

La vicenda invece deve essere assunta come occasione per affrontare e definire l’atteggiamento italiano nei confronti della immigrazione comunitaria o meno. Il Nuovo Psi deve battersi per ottenere che la permanenza sul nostro territorio, in alloggi adeguati messi a disposizione dai poteri locali, non deve superare i tre mesi entro i quali l’immigrato deve trovare lavoro pena la sua espulsione reale. E qualora venga effettuato il reingresso usare la mano forte con il reale espletamento delle sanzioni anche restrittive. L’obiettivo è quello di evitare una permanenza in condizioni disumane che favorisce il degrado fisico e morale, per selezionare chi può vivere perché trova lavoro da chi magari vuol vivere di espedienti, elemosine, furti e quant’altro.

 

La vicenda della Calabria può essere assunta per realizzare quel salto di qualità nella sanità per evitare, da una parte, il mantenimento di livelli qualitativi veramente bassi,  e dall’altra, la fuga dei nostri medici che affollano gli Ospedali di ogni città del Nord. Per questo obiettivo però non bastano i proclami, c’è da voltare veramente pagina. Sarebbe ora, carissimo Loiero, di sgombrare il campo,
la Calabria, ne stia certo non avrebbe alcun rimpianto.

 

                                                                                       (Giovanni Alvaro)

                                                           Segretario Provinciale e membro della Direzione Nazionale

Reggio Calabria 04.11.2007

L’italia ha bisogno dei Socialisti?

Strano Paese l’Italia.

Ti svegli una mattina e ti accorgi che il problema è emerso repentinamente perché e accaduto che una povera signora sia stata aggredita e massacrata da uno sbandato proveniente dall’est.

E siccome il tam tam mediatico scatena l’indignazione popolare ecco allora che la nostra classe dirigente politica scopre il problema.

E via così adesso per una settimana si parlerà di Tor Bella Monaca, di Fini che è andato a raccogliere qualche voto in più, di Veltroni che dirà qualche Veltronata, del pacchetto sicurezza che Amato in 24 ore ha preparato e fatto, di Rutelli che chiede alla CDL di votarlo.

E poi tra una settimana emergerà qualcos’altro, che ne so, che il pane è troppo caro e allora via con la ripetizione di un copione già visto, in cui si cambiano solo i fattori.

Ma com’è possibile che la Politica sia scaduta così tanto?

Chi di noi non si è chiesto come mai hanno tollerato che gente potesse vivere in uno stato di degrado e abbandono in case fatte di cartone dove dormono in dieci, nelle quali non è garantita la minima dignità di sopravvivenza, la minima igiene, la minima condizione di civiltà ancor prima che la possibilità che sia rifugio di criminali?

Credo tutti noi che abbiamo visto quelle immagini nei telegiornali!

Eppure hanno consentito e consentono situazioni simili e numerose in tutte le città.

Tutto questo si chiama ipocrisia; è l’ipocrisia politica di una classe sociale-politica che si definisce sinistra, che ti accusa di squadrismo, di fascismo e quant’altro suscita aspetti negativi nella coscienza di ognuno di noi, se affermiamo che in Italia ci deve essere più legalità, che gli extracomunitari clandestini devono essere cacciati, che abbiamo il dovere di sentirci sicuri e difesi a casa nostra, che seppur tolleranti non accettiamo che ci vengano imposti da altri pensieri, azioni, che ci vengano stravolte abitudini.

Eppure in Italia la falsa Sinistra ci ricorda sempre le solite cose; si sono perfino inventati di dare il voto agli extracomunitari per decidere ci dovesse essere il capo del PD!

Nessun progetto per il futuro, solo una rincorsa ad accattivarsi il voto, afinalisticaente, o meglio con il sol fine di Governare secondo una logica del mantenimento del potere.

Ma è mai possibile che Veltroni non si sia accorto delle condizioni della sua città? Aveva paura di essere impopolare?

Questa èla differenza tra essere dei grandi Statisti e dei mediocri politici.

Craxi non ebbe paura di scontrarsi con gli Americani, che pure erano dei nostri grandi alleati, quando ritenne che questi cercarono di influenzare eccessivamente la nostra Politica, non ebbe paura a togliere la scala mobile; non ebbe paura dell’impopolarità!

Numerosi possono essere anche gli esempi esteri che mostrano che la Politica è davvero cercare di fare il bene del proprio Paese.

Questo deve essere uno dei nostri impegni, quando a breve, saremo chiamati a Governare nuovamente l’Italia, questo deve essere il principale punto programmatico che la CDL deve avere.

Non guardare la popolarità, ma fare le cose necessarie.

Abbiamo bisogno di riforme strutturali, che partendo dallo snellimento della burocrazia mettano l’amministrazione dello stato e degli enti nella condizione di risolvere i problemi.

Le Regioni si interessano solo di rimborsi sanitari, e obbligano gli Ospedali a creare o negare le malattie a seconda delle finanze disponibili; le Amministrazioni Provinciali fanno solo rotonde, almeno nel Nord, nel Sud forse neanche quelle; i Comuni si inventano le piccole Aziende Municipalizzate per fare non so cosa.

L’antipolitica non è nient’altro che lo sdegno del cittadino che si accorge che c’è una classe politica inetta, inefficiente, spesso incapace; che lascia crescere baraccopoli nei centri della città e che poi li abbatte quando è troppo tardi e quando diventa impopolare non farlo!

Questo deve essere un nostro compito, a tutti i livelli: parlare un linguaggio nuovo, della chiarezza, della progettualità; in questo possiamo e dobbiamo essere nuovi.

Su questo dobbiamo fare una scommessa verso tutti, e su questo sono convinto che l’elettorato ci darà ragione.

Perlomeno questo è quanto noi possiamo fare e quanto dipende da noi.

Il resto per ora è molto lontano e indipendente dalla nostra volontà.

Certo molto si sta facendo, forse non abbastanza, ma molto c’è da fare.

Dobbiamo dimostrare di essere una forza necessaria, che porta idee nuove che è aperta al futuro, non soltanto utile ai fini elettorali; diversamente il nostro rischia di essere un progetto che naufraga ancor prima di partire.

Non ci interessa eleggere un gruppetto di Parlamentari, ma viceversa costruire una linea politica nuova moderna riformista; ci interessa costruire un percorso che porti sviluppo, crescita, che consenta a chi sta peggio di stare meglio e  a chi già sta bene di consolidarsi.

Non so se l’Italia ha bisogno ancora dei Socialisti, così come noi abbiamo vissuto negli anni scorsi, mi auguro di si; penso però e sono sicuro che in Italia c’è bisogno di qualcosa di nuovo, che sappia trovare con decisione soluzioni serie e ragionevoli; che sappia porre lo Stato con autorevolezza al centro delle Istituzioni, che i cittadini vivano lo Stato come un qualcosa di integrante alla loro vita e non come ad un nemico da cui difendersi.

Solitamente i Socialisti sono riusciti ad interpretare i malumori del Paese.

Insieme dobbiamo continuare a farlo

CDL:Caldoro, bene federazione, si a tappe

“E´ urgente stringere i tempi sulla federazione della Casa delle liberta´ che metta insieme le forze moderate, liberali e riformiste. Bisogna farlo anche se il percorso dovra´ essere a tappe”. Lo dichiara Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi, che ha commentato la proposta di berlusconi a Verona.
“Il Paese ha bisogno di una forza compatta che contrasti il mal governo dell´unione. La Cdl -conclude- puo´ iniziare a sperimentare in Parlamento maggiore unita´, per esempio presentando emendamenti comuni sulla sicurezza e sulla Finanziaria”.

CDL: BERLUSCONI, INDISPENSABILE LA FEDERAZIONE PRIMA DEL VOTO

CDL: BERLUSCONI, INDISPENSABILE LA FEDERAZIONE PRIMA DEL VOTO

(ASCA) – Verona, 3 nov – ‘La federazione e’ indispensabile prima che si arrivi al voto’. Lo ha detto ai giornalisti Silvio berlusconi parlando della federazione nella Cdl che il leader di Forza Italia ha rilanciato dal convegno dell’area Giovanardi dell’Udc.
‘Io e i miei ci stiamo lavorando’, ha detto berlusconi.
Davanti alla numerosa platea dei seguaci di Giovanardi (ma erano presenti anche Gasparri di An e il sindaco di Verona Tosi) berlusconi ha auspicato ‘un passo in avanti’ perche’ nella Cdl si passi dalla coalizione alla federazione, che significa – ha esemplificato – che se si va al voto magari con due terzi il partito che non e’ d’accordo ‘si obbliga a rispettare la maggioranza’.
berlusconi ha osservato che si puo’ partire anzitutto tra Forza Italia e Udc, ‘perche’ siamo entrambi nel Ppe’, che ‘non e’ una unione di comodo, ma facciamo parte della stessa identita’ di valori’. berlusconi, richiamando il senso di fare politica dei ‘democristiani’, ha citato una frase di Paolo VI: ‘La politica e’ l’atto piu’ alto della carita”, per cui -ha aggiunto- ‘fare politica significa darsi agli altri per il bene di tutti’.
berlusconi ha tra l’altro ricordato di aver cominciato a fare politica, proprio per la Dc, all’eta’ di 12 anni, attaccando manifesti elettorali. In una di queste occasioni il piccolo berlusconi sarebbe stato aggredito, come lui stesso ha affermato, da un gruppo di attacchini comunisti: ‘e poi qualcuno si stupisce – ha commentato – che io ce l’ho con i comunisti’.
Alla federazione, dovrebbe esser associato, come ha sottolineato ancora berlusconi, anche Rotondi. Soffermandosi poi sull’organizzazione del nuovo soggetto politico, berlusconi ha precisato che Forza Italia, Udc e Rotondi dovrebbero aprirsi in un secondo tempo ad An, che – ha ricordato berlusconi – e’ interessata ad entrare nel Ppe, ‘che io preferirei chiamare partito dei popoli europei’. Un terzo livello della federazione – ha aggiunto berlusconi – e’ quello di realizzare ‘un patto confederativo con la Lega’.
‘Su questa prospettiva gli elettori della Cdl – ha concluso berlusconi – sono piu’ avanti degli eletti’. Sono elettori che, secondo berlusconi, vogliono in tempi molto rapidi ‘un grande, grande, grande partito dei moderati italiani, il grande partito delle liberta”.

BERLUSCONI: SPERIAMO CHE ITALIA NON DIVENTI COME ROMA =

(AGI) – Verona, 3 nov. – La situazione e il degrado di Roma sono preoccupanti, si spera che la situazione non sia comune in altre citta’ del paese. Il leader di Forza Italia Silvio berlusconi, oggi a Verona torna sull’argomento sicurezza riferendosi ai recenti fatti di Roma. “Speriamo che il resto d’Italia – ha detto poco fa – non diventi come Roma. Non si puo’ far pensare che Roma sia una capitale ordinata quando e’ in preda al degrado. Basti pensare alle aggressioni di Sposini e Tornatore, qui ci sono le favelas, ma e’ qualcosa che non si puo’ attribuire al precedente governo“. (AGI)

FUNERALI REGGIANI. APPLAUSI PER FINI, AMATO NEL GELO

CONCLUSA LA CERIMONIA, ALL’USCITA QUALCUNO INVOCA L’ERGASTOLO(DIRE) Roma, 3 nov. – Sono terminati da pochi minuti i funerali di Giovanna Reggiani nella Basilica di Cristo Re a Roma. Tra i primi a lasciare la Chiesa, per quanto riguarda i politici e i rappresentanti delle istituzioni, il ministro degli Interni Giuliano Amato, che per tutto il tempo dei funerali e’ stato seduto in prima fila, e il leader di An Gianfranco Fini.
Diverse le reazioni della gente all’uscita dei due politici.
Nel momento in cui Amato e’ entrato in macchina si e’ sentito qualche flebile fischio e una voce ha detto: “Questi sono i risultati”, facendo riferimento alla politica del governo sulla sicurezza. Applausi invece per il leader di An. A Fini qualcuno tra la folla assiepata fuori dalla chiesa ha battuto le mani e ha detto piu’ volte “Bravo, bravo”. La folla per tutta la cerimonia ha avuto per tutto il tempo un comportamento composto e silenzioso. Solo all’uscita del feretro della signora Reggiani e’ esplosa in un applauso ripetendo ad alta voce “Giovanna, Giovanna”. Ma qualcuno non ha saputo trattenere la rabbia e a quel punto, riferendosi al giovane rumeno, ora in carcere per l’aggressione alla donna, ha urlato: “Ergastolo, ergastolo. Ci vuole la pena di morte”.
Commosso all’uscita del feretro il marito della Reggiani, Giovanni Gumiero che ha sceso le scale della Basilica di Cristo Re trattenendo le lacrime e abbracciato agli altri familiari della vittima.