MILLS, LE BOMBE AD OROLOGERIA FANNO SOLO RUMORE

Da quindici anni ormai funziona così. Le bombe usate per la lotta politica esplodono sempre in tempi preordinati, o dopo un flop magari trasformatosi in un vero e proprio boomerang, o alla vigilia di delicati appuntamenti elettorali, o addirittura in ambedue i casi. Nella fattispecie il flop dopo Noemi, e le prossime elezioni europee.

Sempre più incuranti del ridicolo e ben sapendo ch’esso non avrà concretamente alcun effetto pratico, lo schema viene riproposto e viene utilizzato. E, a conti fatti, non potrebbe essere altrimenti. L’assenza infatti di capacità aggregative, la mancanza di respiro politico, la caduta dell’appeal anche nel proprio elettorato, la ‘concorrenza irriconoscente’ del ‘trattorista’ molisano, la lotta interna per ‘gestire’ quel che resta del fu grande partito della sinistra parlamentare spinge, giocoforza, a riproporre schemi già sperimentati nella illusoria speranza che, prima o poi, possano produrre gli effetti desiderati.

Se non altro si riempiono così le loro misere cronache politiche, affidandole al gossip e ai triti e ritriti bollettini giudiziari, e si ha così l’illusione che possa essere ‘la volta buona’ per distruggere il nemico temporale quello che oggi la sinistra considera l’ostacolo alla ‘presa del potere’, e che viene individuato in Silvio Berlusconi. Ma anche su questo versante, pur sapendo che la storia si ripete solo in forma di farsa, i nemici della sinistra sono stati, di volta in volta, individuati in De Gasperi, Moro, Fanfani, Andreotti e Bettino Craxi, che poi vengono sistematicamente ‘riabilitati’ dopo la loro morte. Detto questo, però, la sentenza di Milano non può restare terreno di scorribande giustizialiste che puntano ad un uso distorto della stessa, ma deve necessariamente essere studiata per farne emergere le incongruenze che hanno spinto molti commentatori a parlare di sentenza scandalosa.

Il primo problema che emerge, in tutta la costruzione delle motivazioni, è rappresentato da fatto che non è stata provata la ‘dazione’ (brutto linguaggio dipietresco) dei 600 mila dollari all’avvocato Mills, e che, quindi, è assurda la condanna senza il ‘corpo del reato’, cioè senza la prova del misfatto che viene ricondotto al ‘convincimento’ dei giudici. Ma col convincimento si possono avviare indagini e forse decidere rinvii a giudizio, ma non si possono emettere sentenze di colpevolezza che necessitano sempre di prove certe e inoppugnabili.

Come secondo problema bisogna fare un passo indietro ricordando che l’accusa a Mills è di ‘aver detto il falso’ (per proteggere Berlusconi) in due procedimenti giudiziari (Guardia di Finanza 20.11.1997 e All Iberian 12.12.98 ), e aggiundendo che, per evitare la prescrizione il Pm De Pasquale riuscì a spostare la data del ‘reato’ al 28.2.2000, allungando il periodo di prescrizione di 1 anno e due mesi che, attualmente ha tenuto in piedi il procedimento, ma che sarà letteralmente insufficiente nel prosieguo del procedimento.

Ma allora, perché la sentenza contro Mills se è costruita su presupposti facilmente ribaltabili dai successivi gradi di giudizio? Perché questa voglia di arrivare ad una sentenza temporale destinata a sciogliersi come neve al sole? La verità, riallaciandosi a quanto detto all’inizio, è che si punta di più sull’effetto politico dell’annuncio di una condanna che sulla reale condanna degli eventuali rei. E sull’uso politico di una sentenza, anche se evanescente, l’armata Brancaleone ha una grande e collaudata esperienza.

Ma, per l’ennesima volta, va ricordato che non si costruisce un pensiero politico sui gossip e sulle sentenze di primo grado emesse tra l’altro da un giudice, la Gandus, ricusata da uno dei ‘rei’ per le simpatie a sinistra e le dichiarazioni contro il premier. Questo percorso avvantaggia, semmai, solo gli interpreti del sentimento da tricoteuses. Franceschini e & continuano a far scorrere l’acqua nel mulino di Di Pietro, mentre le bombe ad orologeria fanno solo rumore.

Giovanni ALVARO
Reggio Calabria, 20.5.2009

Liguria: COMUNICATO STAMPA SU G8

 

Il Coordinamento Regionale del NUOVO PSI Liguria, valuta positivamente la conclusione del processo inerente i fatti occorsi a margine della riunione dei G8 a Genova e esprime apprezzamento per l’operato dei Giudici, in quanto dimostra che la Giustizia è riuscita a tenersi lontana da una interpretazione politica dei fatti oggetto del dibattimento e si è rigorosamente attenuta alla valutazione delle responsabilità individuali, le sole che possano riguardare i processi penali.

Esprime, altresì, rammarico di fronte ai commenti di diversi politici e giornalisti che ne sono fortemente critici, quasi i Giudici fossero al  servizio del regime dei “colonnelli”. Sono gli stessi poteri mediatici che hanno dato enfasi a tutta la vicenda giustificabile solo se i No Global fossero inermi cittadini che hanno lottato contro le feroci dittature del secolo scorso.

Casarini non è sicuramente Dubcek ne tantomeno Agnoletto Allende; in Corso Marconi non c’erano i ragazzi di Tien an men, in Piazza Dante le madri della Plaza de Mayo, in Piazza Alimonda Yan Palach.

Accomunarli è assolutamente improprio.

Sono troppo distanti moralmente per metodi, per circostanze e per coraggio.

E’ ingiustificabile eroicizzarne le azioni di guerriglia e gratuita violenza, di teppismo e danneggiamento contro le cose ed i beni di semplici e modesti cittadini.

Chi può ancora approvare l’aggressione alle forze dell’ordine, messe in atto con il pretesto di ostacolare processi mondiali in atto che esulano dai capi di governo e dalle responsabilità del nostro Paese?

Esprime umana comprensione per chi in quei momenti ha dovuto, suo malgrado, gestire e coordinare l’ordine pubblico in quei difficilissimi momenti al limite dell’assurdo.

Ritiene pertanto, doveroso dare riconoscimento e solidarietà a quanti, per i rispettivi ruoli, ogni giorno rischiano la loro integrità operando per tutelare i cittadini inermi da azioni e di semplici malintenzionati o sbandati se non da vere e proprie organizzazioni criminali o da “rivoluzionari” per noia.

 

Il Coordinamento della

Federazione Regionale della Liguria

del NUOVO P.S.I.