No ad ipotesi terzopoliste

Il Segretario Nazionale del Nuovo Partito Socialista Italiano, Stefano Caldoro, ha sintetizzato in maniera esplicita la collocazione del Partito nella cornice delle forze politiche in campo e cioè
: 1) adesione alla linea di Governo, interpretata dall’ area di Centro-destra ed in particolar modo dal Primo Ministro on. Silvio Berlusconi;
2) invito agli altri socialisti, incerti o collocati in fantastici ed illusori Paesi delle Meraviglie a planare ed a misurarsi con la realtà effettuate;
3) sollecitazione forte al Segretario Nazionale del PS Nencini – ed alla schiera delle notorie intelligenze – a non farsi allettare dalle sirene di una Sinistra assorbente ed autoreferenziale, perché ha sempre dimostrato – sia al Governo, peggio ora che ne è fuori – che la conflittualità di quelle pertinenze è permanente, senza sbocchi, estremista, girotondina e, per di più, giustizialista, con un Di Pietro che macina politica come se si trattasse di masticare granito, mentre Veltroni e Rutelli somigliano sempre di più a quei santi in processione, sballottati da chi li porta, con un destino segnato:
essere ombra di se stessi e di quanti li sostengono e comunque già scelti e tenuti sotto controllo per il prossimo sacrificio, come si conviene ai capri espiatori.
È forse politicamente corretto non riconoscere che i risultati elettorali di aprile hanno mostrato che gli Italiani ne hanno piene le tasche delle chiacchiere e vogliono la risoluzione dei problemi, che non può passare attraverso un ottica ideologica ma richiede una filosofia dell’azione che si rapporti ai fatti, li problematizzi e li rilanci in una prospettiva di concrete ed operative riforme? La monnezza di Napoli non è né di destra né di sinistra, come la giustizia, la scuola ed altro! Questo è il nucleo fondante del progetto socialista, non una scelta a sinistra di fresca bocciatura da parte dell’elettorato e allo stato senza senso, perché vorrebbe significare squagliarsi nella confusione dell’ideologismo a-prioristico. Solo utile sul piano dell’esercitazione fantastica, ma tutt’ altro che concreta e realistica perché fuorviante è, poi, la posizione di quanti immaginano un TERZO POLO cioè una realtà fittizia fatta a propria misura, quando invece questa corre da altra parte e ci sarebbe bisogno di strumenti d’indagine più accurati e mirati di verifiche, prima di credere che siano praticabili.
Prof. Luigi Saladino
Componente Consiglio Nazionale Nuovo PSI

Lettera aperta all’On. Stefano Caldoro:

Il Caso Englaro e le paure della fede

la questione sollevatasi con il controverso caso di Pier Giorgio Welby, nonché quella riguardante le attuali condizioni sanitarie di Eluana Englaro, sarebbero risultate maggiormente superabili se la nostra classe politica si fosse decisa ad introdurre, nel nostro ordinamento giuridico, uno strumento normativo fondamentale al fine di orientarsi intorno a simili problemi: il testamento biologico. Esso, infatti, nel caso di Eluana sarebbe risultato dispositivo prezioso, sia da un punto di vista etico, sia sotto un profilo più sostanzialmente pratico. Ed è per questo genere di motivazioni che risulta già in vigore in gran parte degli altri Paesi occidentali.
Se fosse prevista la possibilità di indicare in un testo scritto le effettive volontà di un malato allorquando questi è ancora nelle proprie piene facoltà mentali, le difficoltà di formazione della prova, in sede giudiziaria, favorevole o contraria ad ogni tentativo di cura nei casi di patologie terminali o di morte cerebrale, diverrebbero meno faticose da discernere.
Certamente, il tema etico di non lasciare mai nulla di intentato nella lotta contro le patologie incurabili rimane questione di fondo, soprattutto negli ambiti della sperimentazione di carattere medico – scientifico. Tuttavia, una certa facilitazione della decisione, pur lasciando al medico l’opportunità di obiettare nel merito per motivazioni di coscienza personale – vincolata altresì all’obbligo di indicazione del collega più adatto ad assumersi determinate responsabilità – appare esigenza non più procrastinabile per un Paese realmente civile. Non si tratta di porre limiti alla Provvidenza: si tratta di concedere a medici e singoli cittadini la possibilità di poter affrontare e risolvere con maggiore linearità quei particolari frangenti di ribaltamento logico che si vengono a creare nelle situazioni più drammatiche e complesse della nostra vita. In tal senso, il cattolicesimo appiattisce la propria impronta morale intorno ad un insano egualitarismo che mescola, assai confusionariamente, i sentimenti di natura più egoistica verso un nostro congiunto, con quelli più altruistici ed effettivamente sinceri.
Ciò risulta atteggiamento indotto sin dalle prime forme di espressione empirica dei nostri sentimenti religiosi: alle autorità ecclesiastiche non sembrano interessare le reali motivazioni per cui Dio viene adorato, purché Esso sia riconosciuto nella sua essenzialità mistico – divinatoria. Tanto per fare un esempio a te che sei napoletano, molti fedeli della tua città non venerano San Gennaro in quanto direttamente riconoscenti al mito del suo martirio o al messaggio del suo ministero, bensì per poter ricevere in cambio una ‘grazia’ di ordine miracolistico. Ora, un padre affettuoso come Beppino Englaro farebbe senza dubbio salti di gioia se sua figlia si risvegliasse dal proprio stato di morte cerebrale in seguito ad un miracolo. Tuttavia, dopo 16 lunghi e difficilissimi anni, egli ha compreso come si stia avvicinando il momento di dover lasciar andare la propria figliola verso Dio, ha cioè capito quanto sia divenuto egoistico il proprio desiderio di rivedere Eluana nuovamente in buona salute.
Eluana stessa, nelle sue dichiarazioni avanzate in passato, avrebbe voluto evitare di rappresentare un peso per la vita dei propri parenti più prossimi. Ma una ragazza con simili sentimenti, sotto il profilo strettamente morale, non può più morire: ella ha già sconfitto la morte, meritando il Paradiso proprio grazie al suo altruismo. Se la Chiesa continuerà a mettere in discussione simili concetti, caro Stefano, finirà con l’ottenere due esiti totalmente opposti a quelli sperati:
1) essa si vedrà messa in discussione in quanto incapace di concepire razionalmente determinate forme di ‘ribaltamento spirituale’, fornendo altresì il fianco alla concorrenza di culti alternativi quali quelli facenti capo alle superstizioni spiritistiche;
2) essa correrà inoltre il rischio di mettere involontariamente in crisi persino il dogma della resurrezione di Cristo, il quale, proprio secondo la morale cattolica, fu capace di vincere la morte decidendo di riporre con coraggio la propria anima nelle mani del Padre. Nel primo caso, ad una Chiesa paurosa nei confronti della morte si contrapporranno versioni alternative in grado di alimentare nuove culture ‘negative’ di questa; nel secondo, il rischio di andare incontro ad una grave forma di incoerenza teologica potrebbe intaccare il valore universalistico del proprio ruolo politico e morale nel mondo, relegandola al solo ambito delle culture religiose rivolte a pochi eletti o ristretta solamente a coloro che vi credono ciecamente.
Sta dunque alla Chiesa la vera decisione di fondo: essa vuol continuare a svolgere un ruolo attivo sul proscenio delle gravi ingiustizie della nostra esistenza terrena, oppure vuole limitarsi a promettere cose a cui essa stessa dimostra di non credere o di credervi in maniera contraddittoria? Caro Stefano, la ricerca di un significato nella nostra esistenza non è detto presupponga una verità eterna: forse è triste confessartelo, ma in quanto laico temo fortemente sia così. Una fede che si pone come paura della morte rappresenta solamente una stampella per coloro che desiderano certezze ma che non possiedono il coraggio di cercarsele in forme libere ed autonome. Ma una fede di questo genere finisce col pretendere solamente per sé la verità e, in base a ciò, rischia di giudicare ‘troppo oggettivamente’ la realtà. In tempi di rivolgimenti globali come quelli attuali, essa può dunque rivelarsi una costruzione dalle fondamenta assai precarie, un vedere che non aiuta o un sapere che non giova a nulla. Ti abbraccio fraternamente.

di Vittorio Lussana
Condirettore di www.diario21.net
Capo redattore centrale di www.laici.it

PDL: BERLUSCONI, A GENNAIO CONGRESSO SCIOGLIMENTO PARTITI

(ANSA) – ROMA, 18 LUG – ‘Insieme alle forze politiche di centrodestra stiamo dando vita ad un grande movimento che segnera’ la storia politica italiana nei prossimi anni. Siamo a buon punto e posso dire che a gennaio 2009 ci saranno i congressi di scioglimento di Forza Italia, Alleanza Nazionale e la nuova Dc per dare vita al Popolo della Liberta’ ‘. Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi, intervenendo all’assemblea nazionale di Coldiretti. (ANSA).

Sanità: un sistema da rinnovare

Di tutta la vicenda Abruzzese, una cosa passa ai più inosservata e se la stessa la si collega ad altri fatti accaduti in un’altra regione, ma ugualmente significativi, la vicenda, che prima era nascosta improvvisamente si mostra.
Mi riferisco non tanto alle tangenti, tutte da verificare o meno e nemmeno alla necessità di una custodia cautelare nei confronti del presidente Del Turco, quanto alle vicende legate alla Sanità.
Tutti noi abbiamo ancora nella mente le vicende legate ad una clinica privata convenzionata milanese, che si dice gonfiasse le prestazioni ed in alcuni casi creasse le “malattie” pur di avere dei rimborsi dalla regione Lombardia.
È di due giorni fa la notizia che un’altra clinica privata, convenzionata con il sistema sanitario pubblico, la San Donato, anch’essa gonfiasse i rimborsi regionali.
E la vicenda Abruzzese sembra essere legata ad alcune cliniche private anch’esse convenzionate.
Da troppo tempo diventa evidente agli addetti del settore che il sistema sanitario così com’è impostato non può reggere.
La fantomatica concorrenza pubblico-privato non solo non è reale, ma è anzi dannosa e pericolosa sia per i conti dello stato, ma cosa ancor più grave per la salute dei cittadini.
Il sistema sanitario è legato ad una rendicontazione che viene stabilita con prezzi che spesso variano da regione a regione, ciò vale a dire che un intervento di appendice ha un suo “rimborso” e che lo stesso può avere prezzi diversi in regioni diverse; lo stesso lo si può fare in un classico Ospedale Statale o in una ex Clinica Privata, che viene convenzionata con il sistema sanitario Nazionale permettendo così al cittadino di scegliere dove farsi ricoverare.
Se il principio può essere condivisibile, non lo è il sistema di rendicontazione.
Accade infatti che la struttura privata, per sopravvivere e non essendo un istituto di beneficenza, deve rendere, deve quindi produrre, generando un meccanismo di aumento del bisogno di Sanità che in alcuni casi potrebbe non essere reale.
Il welfare è uno degli aspetti più importanti di un Paese, è il termometro che regola il benessere l’evoluzione, l’avanguardia dello stesso; e la sanità ne è tra i principali protagonisti.
È necessario cominciare a pensare ad un meccanismo sanitario completamente diverso da quello attuale, ove pur mantenendo la presenza del “privato” questo non vada verso la disumanizzazione del cittadino e delle sue malattie.
Così come è necessario modificare l’attuale assetto Aziendale; non più un direttore generale espressione del Consiglio Regionale e sottoposto al “ricatto” politico, ma viceversa la presenza di un consiglio d’amministrazione, espressione di tutte le sensibilità territoriali presenti, che indirizzi e rinnovi il sistema sanitario italiano, che purtuttavia riamane uno dei più efficienti in assoluto.
Se non andava assolutamente bene il sistema di ripianamento dei debiti accumulati dagli Ospedali, così non va assolutamente bene il sistema del DRG, che provoca distorsioni e aumenti della spesa sanitaria che diventa ancor di più incontrollata che nel passato.
I socialisti da sempre sono stati attenti al Sociale, sono stati tra coloro i quali hanno contribuito ad avere uno stato il più equo in assoluto.
Credo che il Nuovo PSI non possa rimanere inerte davanti a questo problema che potrebbe diventare enorme.
Su questo credo sia necessario che presto si possa condurre un’iniziativa che proponga la riforma del Sistema sanitario nel suo complesso.

== SANITA’: REGIONI DICONO NO, SCONTRO TREMONTI-FORMIGONI (2)=

(AGI) – Roma, 15 lug – Che la riunione sarebbe stata ‘calda’ era prevedibile, ma non fino a questo punto. Il primo ad attaccare, secondo quanto si e’ appreso, sarebbe stato il Presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani che avrebbe contestato il metodo: “Non potete chiederci emendamenti su un testo non condiviso con noi…”.
Il ministro per gli Affari regionali Fitto avrebbe lanciato sul tavolo la possibilita’ di “400 milioni aggiuntivi per il 2009 allo scopo di evitare i ticket”.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, secondo quanto riferito da piu’ partecipanti, avrebbe aggiunto: “In fondo 103 miliardi per la sanita’ nel 2011 sono di piu’ rispetto a 101 miliardi nel 2009…”.
Qui sarebbe intervenuto Roberto Formigoni, Presidente della regione Lombardia: “Non possiamo far finta che i fondi siano sufficienti. Questo non e’ vero e fra tre anni ci ritroveremmo qui con la paralisi. A quel punto i problemi non sarebbero solo delle regioni…”.
Tremonti, secondo quanto si e’ appreso da piu’ fonti, avrebbe lasciato il ‘tu’ per passare al ‘lei’, e rivolto a Formigoni avrebbe detto: “Lei e’ un irresponsabile”.
Lo scontro era all’apice e la comune appartenenza al Pdl ne amplificava il significato. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, secondo quanto si e’ appreso, avrebbe tentato una mediazione: “Il testo e’ ancora in commissione e sono possibili emendamenti. Il ministro Fitto e’ a disposizione in ogni momento…”.
Le regioni pero’ sono scontente. All’uscita da Palazzo Chigi la dichiarazione piu’ blanda e’ stata: “L’incontro e’ andato malissimo”. Un altro Presidente afferma: “Vogliono paralizzare la sanita’ e poi dare la colpa alle regioni…”. Un terzo governatore sottolinea: “Tremonti ci prende in giro. I suoi stanziamenti non coprono neanche l’inflazione”.(AGI)

== SANITA’: REGIONI DICONO NO, SCONTRO TREMONTI-FORMIGONI =

(AGI) – Roma, 15 lug – E’ scontro al calor bianco a Palazzo Chigi sulla sanita’. Le regioni non accettano “il taglio del 10% in 3 anni degli stanziamenti”. Il pericolo e’ quello della paralisi oppure l’introduzione dei ticket. Fra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ed il Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni sono volate scintille. Tremonti, secondo quanto si e’ appreso, avrebbe detto a Formigoni: “Lei e’ un irresponsabile”. L’agettivo ‘irresponsabile’ sarebbe stato ripetuto piu’ volte.(AGI)

PDL: CICCHITTO STRIGLIA MINISTRI E BERLUSCONI ASSICURA, FARO’ LORO RAMANZINA =

Roma, 15 lug. (Adnkronos) – Non si puo’ andare avanti cosi’. Non e’ possibile che ministri e sottosegretari non rispondano al telefono ai deputati che li chiamano per i problemi sul territorio. Certe volte devono passare 5 giorni per contattarli… Cosi’ Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl, si sarebbe sfogato durante l’assemblea dei parlamentari del centrodestra alla presenza di Silvio Berlusconi.

Il premier, ascoltate le parole dell’esponente azzurro, avrebbe promesso ai presenti una bella ramanzina ai suoi ministri perche’ devono rispondere in giornata: si tratta di una questione di buona educazione e rispetto. Silvio Berlusconi avrebbe parlato anche di legge elettorale, sottolineando che quella attuale va benissimo cosi’ e non va quindi modificata. Secondo quanto riferito da alcuni partecipanti alla riunione il Cavaliere avrebbe detto che la nuova legge elettorale per le europee e’ pronta. Il cavaliere avrebbe ribadito di essere vittima di aggressioni senza precedenti, ma e’ sempre stato assolto. Quando sara’ passato tutto questo vorro’ organizzare un incontro con tutti voi per raccontarvi tutti i miei processi dove sono stato assolto.

DEL TURCO, IL TEMPO E’ SEMPRE GALANTUOMO

L’arresto di Ottaviano Del Turco è l’ennesima vicenda choc che ripropone l’urgenza di una profonda riforma del sistema giudiziario italiano. Ancora una volta tintinnano le manette e solo fra alcuni anni sapremo se legittimamente o meno. Intanto un cittadino senza, ancora, un giudizio finisce dietro le sbarre, e le prime pagine dei giornali, com’è naturale visto il personaggio, sono piene di titoloni. La vicenda, però, se non si è come Di Pietro, offre spunti per una riflessione che va aldilà degli schieramenti l’un contro l’altro armati.

E vediamo perché, partendo da una semplice domanda che merita una altrettanto semplicissima risposta. Perché è stato arrestato Ottaviano Del Turco? Qual’era la necessità che ha spinto pm e gip a privarlo della libertà? Francamente sembra impossibile rispondere a queste semplici domande. Ma se rifiutiamo la lettura del sen. Francesco Cossiga che sostiene essere ‘un avviso a Veltroni e a sua moglie’, bisogna rifarsi a quello che pensa la gente comune in questo nostro martoriato Paese, e cioè al solito trito e ritrito protagonismo di alcuni magistrati.

L’arresto in Italia è previsto solo, e sottolineo solo , in fragranza di reato ex art. 380 ccp, e, negli altri casi, se c’è pericolo di fuga, pericolo di inquinamento delle prove e pericolosità sociale. Tre ipotesi assolutamente inesistenti nel caso specifico: niente fuga (se avesse dovuto farlo lo avrebbe fatto da tempo dato che le indagini sono in corso da parecchio), impossibile inquinare le prove (essendo l’inquisito sotto i riflettori delle indagini), e niente pericolosità sociale (non si tratta chiaramente di un mafioso o un camorrista). Ma intanto è stato lo stesso sbattuto dietro le sbarre di un carcere. Non ha ragione Silvio Berlusconi quando dice che ‘bisogna riformare la giustizia ad imis, cioè in modo radicale’?

Ne sono convinti un po’ tutti, ma l’atteggiamento ostile contro il premier è tale che dopo aver criticato aspramente l’atteggiamento di Berlusconi teso a sfruttare tutte le palle al balzo, si afferma, nei fatti, che l’arresto era inutile ed eccessivo. Illuminante in questa direzione quanto sentito in una nota trasmissione radiofonica, ieri sera, dove le arrampicate sugli specchi sono state una operazione incredibilmente faticosa. Dissentire in modo netto da Silvio Berlusconi, ma non potergli dar torto nei fatti è l’ultima trovata dei commentatori di sinistra.

Nella vicenda, comunque, ci rifiutiamo di schierarci pro o contro l’innocenza di Del Turco. Non è questo in discussione, quanto l’uso spregiudicato che si fa dei poteri giudiziari. Ottaviano Del Turco, come ricordano i socialisti, fu il ‘liquidatore’ del vecchio PSI craxiano, il suo ‘necroforo’ ufficiale. La ‘liquidazione’ fu condotta, assieme a Giorgio Benvenuto, con tale acrimonia e tale veemenza (‘non mi stupisco affatto dell’esistenza del partito degli affari nel PSI’ disse) che mise in difficoltà molti militanti sulla possibile colpevolezza di Bettino Craxi. Ma il tempo è stato galantuomo, e le mascalzonate si sono rivelate per quello che erano effettivamente.

La vicenda offre, comunque, l’occasione per una considerazione. Se Del Turco, oggi, dovesse risultare colpevole, le parole pronunciate ieri contro Craxi, erano solo un meschino personale paravento; se, al contrario, dovesse, come ci auguriamo, risultare innocente, credo che finalmente capirà lo stato d’animo di chi, come Bettino Craxi, subiva la gogna mediatica dell’allora vincente pool di Milano, e doveva ‘sopportare’ le insinuazioni di un proprio ingrato compagno di partito.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 15.7.2008

RIFORME: NUOVO PSI, NECESSARIE PER FAR RIPARTIRE IL PAESE

(ANSA) – ROMA, 12 LUG – ‘Le riforme costituzionali sono essenziali per far ripartire il Paese. Tra queste vi e’ anche quella della riforma elettorale, poiche’ un Paese deve essere guidato da una classe dirigente illuminata e non improvvisata’.
Lo sostiene Franco Spedale, vice segretario nazionale del Nuovo Psi di Caldoro.
‘Questo sistema elettorale non va affatto bene, qualsiasi modello si dovesse scegliere – aggiunge – non dovra’ prescindere da un fatto: le preferenze’.
‘La preferenza – sottolinea – comporterebbe infatti una maggior selezione dei Parlamentari, obbligherebbe alla formulazione di un progetto politico e farebbe sparire un sacco di partiti fantocci’.
‘Vi e’ una legislatura a disposizione per fare una buona riforma elettorale; non si perda tempo anche alla luce delle dichiarazioni che arrivano dal Presidente Napolitano’ ‘Il Nuovo PSI nella sua Direzione Nazionale ha stabilito – conclude Spedale – che provvedera’ a presentare una proposta di legge per la reintroduzione del proporzionale con preferenza’.
(ANSA).

Sacconi:”Sulla Sanità basta parlare di tagli, la spesa complessiva salirà“

Milano, 13 lug. (Apcom) – Se i conti della sanità di Campania, Calabria, Abruzzo e Sicilia saranno negativi le Regioni verranno commissariate, come già è accaduto con il Lazio. Lo ha confermato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi che, in un’intervista a La Stampa, ha anche respinto l’idea dei tagli alla sanità.
“Tagli? – ha detto Sacconi – Solo a sentire questa parola mi viene l’orticaria. Ma che significa? Nel 2008 la spesa complessiva è pari a 99 miliardi, nel 2009 sale a 102, nel 2011 sarà di 106”. Sacconi ha poi ricordato che il Patto sulla salute firmato con Padoa-Schioppa, che prevedeva un aumento tendenziale della spesa “scade nel 2009. Se aumentassimo la spesa a quel ritmo nel 2050 salirebbe a più di 200 miliardi annui. Rammento che il bilancio italiano ne vale 630 e che un pezzo è impegnato per pagare le pensioni”.

Sul tema delle quattro regioni – Campania, Calabria, Abruzzo e Sicilia – che avrebbero i conti della sanità in rosso, Sacconi è chiaro: “Se la verifica dei conti che stiamo facendo darà esito negativo, non potremmo far altro che applicare la stessa cura imposta al Lazio, ovvero commissariare”. E a Formigoni ed Errani che protestano, Sacconi replica: “Se invece di muoversi secondo logiche sindacal-comperative accettando la sfida che ci porterà al federalismo, tutto il sistema ne avrà un beneficio”. “Per far funzionare la sanità al sud – ha aggiunto il ministro Sacconi – ci vuole uno spirito un po’ coloniale. Sistemi come quelli emiliano o lombardo dovrebbero aiutare le Regioni più arretrate a costruire sistemi più efficienti condividendo criteri di responsabilità“.

Secondo il ministro “nella sanità italiana si può trovare il meglio e il peggio di quanto si possa avere nel mondo industrializzato. Dare un significato alla parola solidarietà significa aiutare i cittadini del sud a conquistare una sanità che non li obblighi, come spesso accade, a fare centinaia di chilometri per essere curati adeguatamente. Ora – ha concluso Sacconi – abbiamo una sola strada: non aggiungere soldi al pozzo di San Patrizio e mettere in moto strumenti di deterrenza che inducano le Regioni a essere virtuose”.

Razeti sul dibattito di Montecatini

Il dibattito di Montecatini mi è parso fatto di frasi iniziate e non finite…..per non entrare nel merito dei temi e opportunisticamente non chiudere nessuna porta e poter contenere le posizioni delle diverse personalizzazioni.
Leggendo l’intervista del Segretario della Liguria del PS ( Il secolo XIX del 6/7/2008 pag. 2 )
[………..Sta dicendo che il Ps è più vicino al pensiero D’Alemiano? – «Esattamente. Se la sinistra vuole riscattarsi, fin dalle Europee del prossimo anno, va rilanciata la politica delle alleanze, con un progetto autenticamente progressista. Non può essere ovviamente riproposto il logoro modello dell’Unione» ]…pare capire che la posizione sia a sinistra comunque a “prescindere”.
La riproposizione di una linea frontista ormai sconfitta dalla storia:
Il popolo Socialista è di sinistra per le cose che propone con coraggio e responsabilità e non per dove si vanno a sedere gli eletti, magari riproponendo anche temi minoritari che sembrano scopiazzati dalle pagine di Guareschi per crearsi un po’ di visibilità mediatica:
Sul nostro versante riscontro invece un crescente consenso, non solo per la nostra posizione politica che ci ha permesso di avere due deputati ma, verso quelle iniziative che ci consentono di essere un partito della gente e non esclusivamente del palazzo.
Il consenso, come sapete, ahinoi non si ottiene solo con qualche apparizione in TV o perché vent’anni fa si era craxiani “doc”ma da una capillare presenza a fianco dei cittadini, ascoltandoli e possibilmente aiutandoli anche direttamente quando le istituzioni sono assenti se non proprio contrarie.
Sicuramente queste iniziative costituiscono una scommessa difficile la quale può essere vinta facilmente se sapremo proporre, come ne sono certo, serietà e spirito di servizio.
Forse, adottando un po’ di movimentismo, dovremo saper proporre coraggiosamente con forza tutte quelle soluzioni che ammodernino nel vero senso del termine il nostro paese a partire dalle infrastrutture, dalla formazione, dai trasporti pubblici, ……., e non ultimo dall’ammodernamento della Pubblica Amministrazione.
Ad esempio, anche per far fronte ad una pesante situazione economica internazionale che si proporrà nei prossimi due anni, sarà opportuno proporre iniziative che incentivino concretamente i cittadini a riprendere e rivalutare, con una nuova cultura e meno vincoli e oneri da parte della PP. AA., quelle attività che pur gravose, possono far coniugare facilmente: la salvaguardia del territorio; un adeguato riscontro economico; produzione di beni primari sempre più necessari.
Piergiorgio Razeti

Intervento di Marcello

Avete uno strumento ‘potente’ nelle Vostre mani, dovete solo usarlo.
Questo ‘blog’ è libero dalle censure di direttori non compiacenti, dalle interverenze politiche, lontano dal mondo dei professionisti della notizia. Avete un ‘nome’ (partitosocialista.org) concreto a prova di ‘tonti’ che non lascia margini di errore e equivoci.
Dategli ‘autorevolezza’ parlando di cose concrete. Scrivete, raccontate il Socialismo Riformista, metteteci il cuore e parlate alla gente come lo fareste a cena con gli amici.
Fatelo conoscere, non abbiate paura di dirlo all’amico o al vicino di casa. Chiedete aiuto a chi ‘col computer ci sa fare’ o al blogger conosciuto alla quella festa la settimana scorsa.
Fatelo consocere.. portate gente e richiamate l’attenzione… al resto ci penserà la rete!

W il Socialismo!

Piccini: Liguria

Caro Franco
Ti invio il messaggio con un giorno di ritardo ma non disponevo della tua mail.
Al Consiglio Nazionale mi avevi promesso di inviarmela con i recapiti telefonici ma non ho più ricevuto nulla.
Ho letto il tuo intervento e le mail di alcuni amici.
Il Manzoni diceva di Don Abbondio che:”Chi non ha il Coraggio non può darselo.”
Parafrasando si potrebbe dire che: “Chi non ha un Partito non può darselo.” e non bastano miracolose scorciatoie di passaggi televisivi o gallonati nordici.
Bisogna lavorare e mostrare il coraggio.
Operiamo affinchè i risultati facciano premio all’impegno.
Fraterni saluti
Giuseppe Vittorio Piccini

Il dopo Berlusconi è già alle porte

Non so se dire di essere orgoglioso di non far parte di questo Parlamento o meno!
La riflessione nasce dopo aver assistito, via radio alla manifestazione dell’IDV e dopo aver visto in tv il dibattito sul “lodo Alfano”.
Il mio senso di rispetto per le Istituzioni è sicuramente alto, credo che se delegittimiamo le Istituzioni, ciò significhi automaticamente anarchia nella vita di tutti i giorni.
Ma quando è troppo è troppo.
Un Parlamento nominato, in cui c’è di tutto e spesso il peggio, non è certamente un buon viatico.
E questo vale tanto per la coalizione che noi stiamo sostenendo, quanto per l’attuale opposizione.
Un Parlamento nominato con dentro gli amici più cari, le fisioterapiste di famiglia, i portaborse saliti di grado, fa poi quel che può.
Io credo viceversa che chi fa politica, chi vuole essere un dirigente politico, deve in qualche maniera essere un illuminato.
Ciò non significa essere necessariamente di un ceto sociale o di una classe sociale elevata, ma certamente deve avere una “cultura” del senso dello Stato che chi per una vita ha fatto altro fuori che interessarsi di politica non può fisiologicamente avere.
Mi ha fatto tristezza sentire in Piazza Navona i cosìdetti intellettuali di sinistra ( chissà poi perché di sinistra? O lo sono o non lo sono e basta!), la povera rita Borsellino, che utilizzava una frase si e l’altra pure, il ricordo di suo fratello Paolo, la insoddisfatta Sabina Guzzanti prendersela con il mondo!
Per non parlare poi degli interventi alla Camera!
L’unico che si è salvato è stato certamente Cicchitto, che ha posto esattamente i termini della questione per quello che sono.
Tutto è figlio del colpo di Stato di Tangentopoli!
Ma torniamo al punto di partenza!
Essere Parlamentari non è uno status, non può essere un luogo di lavoro, secondo me neanche molto ben retribuito, per quello che dovrebbe richiedere, né può essere interpretato come l’appartenenza ad una casta dentro la quale si gioca con regole e logiche solo interne.
Per me essere Parlamentari significa avere un progetto, avere qualcosa da dire, contribuire al cambiamento e all’evoluzione del nostro Paese, dando il proprio contributo, modesto o elevato che sia, perché il nostro vivere sia al passo con una Società che si evolve.
E il problema è tanto più dei piccoli Partiti che perdono ogni giorno l’occasione di affermare la propria peculiarità e finiscono viceversa per essere fagocitati dai grandi.
Oggi si ha paura di dire qualcosa di diverso rispetto a quello che i “grandi” fanno o dicono, con la preoccupazione poi di stare fuori da tutto.
Penso invece che si debba fare il contrario, che si debba lodare un progetto quando questo è giusto, che lo si debba contestare e contraddire quando lo stesso è secondo noi diverso da un progetto di crescita.
Se ciò non avviene, se cioè non rivendichiamo la nostra identità e la nostra autonomia, che sono sostanzialmente due modi per intendere la nostra libertà di pensiero, se finiamo con lo stare “coperti” avremo fatto sparire il motivo del nostro esistere, quello cioè che siamo convinti di avere molto da dire e qualcosa da fare.
In parte questo è dovuto al sistema elettorale; non esistono più le preferenze, perciò a che serve muoversi?
Noi oggi abbiamo due Parlamentari!
Qualcuno se ne è accorto? I nostri due rappresentanti si muovono sul territorio pronti a “divulgare” la nostra azione politica? Hanno assunto qualche iniziativa Parlamentare tale per cui emerga in qualche misura la presenza di una forza Socialista e riformista nella PDL?
Secondo me no, e lo dico con rammarico. Ho creduto, forse ingenuamente, che questa, non essendoci i vecchi tromboni, sarebbe stata una stagione di crescita.
Siamo certamente in ritardo ma non tutto è perduto, se vogliamo fare politica.
Dobbiamo dare un’inversione di tendenza, guardando al progetto e non a fare una piccola UDEUR.
Se è vero che i progetti corrono sulle gambe degli uomini, è altrettanto vero che prima servono i progetti. E poi gli uomini; non tutti, bastano quelli che hanno voglia di dare il loro contributo, che credono in un ideale, che voglio fare politica perché la vivono come passione e non come un ufficio di collocamento; servono dirigenti che affrontino con consapevolezza un percorso difficile ed irto, che non siamo pronti a tradire dopo la prima delusione, che non siamo pronti a riprendere un percorso con noi solo perché le proprie ambizioni non sono state soddisfatte.
Serve un gruppo coeso e determinato che voglia scommettere in grande, che non subisca ricatti, che sia libero nella mente e nello spirito, che sia pronto a dare battaglia per un ideale.
Dobbiamo dare un colpo di reni a questo Partito; eravamo più attivi anni fa quando eravamo fuori dalle istituzioni di quanto non lo siamo adesso.
Ci serve un progetto, una proposta, ci serve fare politica. Non possiamo perdere l’ultima occasione.
Il dopo Berlusconi è già alle porte, chi non l’ha capito è perduto.

I SALTIMBANCHI DI PIAZZA NAVONA SONO UNA VERGOGNA PER IL PAESE

Vergogna, vergogna, vergogna. Quanto avvenuto a Piazza Navona è una vergogna. per i protagonisti, per chi li ha allevati, per chi li ha fatti entrare in Parlamento, per chi pensava di tenerli sotto controllo e li ha preferiti ai socialisti di Boselli che sono, rispetto al ‘molisano’, di un altro pianeta con differenza politica valutabile in anni luce. Non abbiamo alcuna remora a dirlo noi del Nuovo PSI. Gli errori di Boselli sono altri, non certamente quelli del qualunquismo e del giustizialismo che, forse, sono stati alla base della loro liquidazione per mano comunista.

Potremmo chiudere quì la riflessione dicendo soltanto, chi è causa del suo mal pianga se stesso. Ma il male purtroppo non ricade solo su chi lo ha provocato, ma sull’intero Paese che continua ad essere sottoposto a fibrillazioni inaccettabili. La vicenda, tra l’altro, deve essere assunta come riflessione tesa a correggere, ce lo auguriamo, gli errori che ne sono stati la genesi.

Se per anni in Italia si è gridato al pericolo del regime, al pericolo del fascismo, e che anzi era alle porte una terribile dittatura, non solo si permettono le sconcezze sentite in Piazza Navona, ma si spingono le nuove generazioni a non capire cos’è stato veramente il fascismo. Se si afferma continuamente che oggi siamo in un regime autoritario e che se avesse vinto Berlusconi c’era chi avrebbe abbandonato l’Italia, senza poi farlo, è chiaro che i giovani arrivano alla conclusione che quello del ventennio, in fin dei conti, non era quella terribile dittatura così come riportano i libri di storia. Poveri noi, se quattro intellettuali che si sentono superiori a tutti, per un solo quarto d’ora di protagonismo, diventano veicolo certo di disinformazione.

Se ogni porcata contro Berlusconi ed i suoi alleati viene giustificata perchè “è satira” e la satira non deve essere censurata, si autorizza la Sabina Guzzanti a dire tutto e il contrario di tutto, passando da una porcata all’altra senza alcuna remora, se non quella di evitare d’essere una persona civile perché nella gara a chi la sparava più grossa non bisognava essere seconda a nessuno, ma anche per ‘evitare’ di non venire accusata d’essere condizionata da quella testa lucida e pensante del senatore Paolo Guzzanti, che è anche suo padre.

Se, dopo l’imbarco del Di Pietro, e dopo il fallimento del suo ‘controllo’ anziché mandarlo a quel paese anche perché non ‘c’azzecca’ nulla con la politica, si è deciso di inseguirlo sul suo terreno preferito, ch’è la caccia al Cavaliere Berlusconi, e quest’inseguimento ha messo in discussione anche un nuovo modo di fare politica costruito sul dialogo e sull’assunto che l’avversario non è un nemico da abbattere, è chiaro che il nostro descamisados si senta l’ombelico del mondo ed è convinto di poter invertire il rapporto con il PD.

Se con le platee fornite dagli ex comunisti si è costruito il personaggio Grillo e, con soddisfazione, si sono esaltate le sue performance, non era possibile pensare che il percorso del personaggio potesse essere ricondotto a fenomeno passeggero facilmente assorbibile, anche perché il mare di soldi accumulati dal Beppe nazionale con i ‘suoi spettacoli’ è tale che per alimentarlo le sparerà sempre più grosse. Sono errori che si pagavo salatamene, ed è quello che oggi sarà costretto a pagare Walter Veltroni e il suo PD, se è vero che i sondaggi danno in crescita il gradimento dell’odiato Cavaliere.

Lungi da noi il “tanto peggio, tanto meglio”. Esso non è nella nostra cultura. Non gioiamo per le disgrazie altrui che possono, tra l’altro, diventare disgrazie per tutto il Paese: i saltimbanchi non sono la politica, ma solo e soltanto una vergogna per l’intero Paese, e sulla vergogna non si costruisce niente.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 10.07.2008