Una proposta e un appello prima dello rottura. Mauro Del Bue

Uso toni forti volutamente, perché vedo che siamo ormai a un passo dalla definitiva divisione. E si tratterebbe di una divisione traumatica, non solo politica. Una separazione che porterebbe con sé molti lividi, molte ferite. Ho tentato in questa fase di fare di tutto per tenere unita la nostra piccola comunità, non perchè ritenessi l’unità un valore a sé, ma perchè non capivo il senso delle divisioni, sulle quali più oltre tornerò. Ho tentato di dare il meglio di me stesso non solo nell’attività parlamentare, ma anche in quella di partito, anche perchè sono stato eletto grazie a questa piccola comunità alla Camera dei deputati e mi sono sentito in dovere, dopo avere assaporato la gioia di una rinascita personale, di operare per evitare, subito dopo, la sua implosione e distruzione. Ho scritto tre documenti votati all’unanimità, dal Consiglio nazionale di luglio, dalla direzione di autunno e dalla segreteria di marzo. Non pensavo che si trattasse di carta straccia, ma di atti ufficiali, ai quali tutti dovevamo attenerci. C’è stato, è vero, un Consiglio nazionale dominato dalla baraonda, che però si è concluso con un altro documento votato pressoché all’unanimità e sottoscritto da tutti i membri del Comitato esecutivo, per la convocazione di un congresso a fine giugno (come proponeva il segretario De Michelis e non ad aprile, come proponeva Stefano Caldoro). Poi ci sono state contestazioni da parte di alcuni segretari regionali rispetto alla composizione della Commissione di garanzia. E in ottemperanza al documento approvato che postulava l’eventualità di un allargamento della stessa da parte del Comitato esecutivo, lo stesso esecutivo arrivava a delegare i segretari di proporre una quota deliberata all’unanimità. Cosa che non si è rivelata possibile, essendo i segretari regionali direttamente coinvolti nel dibattito e nelle divisioni del partito. La commissione di garanzia si è poi riunita e si è data delle regole attraverso un documento, a sua volta contestato da una parte (maggioritaria o minoritaria poco importa) di segretari regionali. A questo punto il segretario del partito ha deciso di riconvocare il Consiglio nazionale, adducendo il motivo che la commissione aveva il compito di deliberare le norme di un congresso unitario e non già di un congresso a mozioni. Questi sono i fatti nudi e crudi, incontestabili, credo. Alla luce di questi fatti ecco quello che accadrà. La riunione del Consiglio nazionale, alla quale non parteciperanno quei compagni che non la ritengono legittima, potrà deliberare lo spostamento del congresso o nominare altra commissione di garanzia o integrare quella esistente. Coloro che non ritengono legittima la sua convocazione perché, alla luce del documento approvato, il Consiglio nazionale era stato sciolto, impugneranno tali decisioni. Forse si finirà ancora in Tribunale (già si è parlato di un atto di impugnazione avanzato dal compagno Catrambone per annullare la deliberazione precedente). Sindrome di Stoccolma dei socialisti… La nostra comunità subirà altri smacchi pubblici (di noi si rischia di parlare solo come elemento di cronaca nera…). Siamo dunque di fronte a un precipizio. Per questo ho deciso di scrivere queste note e fare una considerazione e un appello. La considerazione è politica. Vedo che ci sono alcuni compagni che affrontano il problema della Costituente socialista come negli anni settanta si affrontava la questione dell’alternativa. Come se fosse uno slogan e forse anche come strumento di caratterizzazione e di lotta politica interna. Specifichiamo allora una volta per tutte la nostra posizione assunta all’unanimità (e che De Michelis ha forzato con quel “Io sarò con voi coi pochi che mi seguiranno” al Congresso dello Sdi). Noi abbiamo posto dei paletti alla Costituente, che devono rimanere validi per tutti e che personalmente, ma devo dire anche De Michelis, ho sostenuto alla riunione di giovedì pomeriggio alla quale hanno partecipato anche Villetti, Turci e Caldarola, trovando notevole disponibilità, soprattutto negli ultimi due. Non si potrà costruire un nuovo partito socialista con noi, se esso avverrà nell’ambito di questo sistema elettorale e imporrà il nostro passaggio a sostegno di questo governo. Ricordate? Mai in questa legislatura e con questo governo. Ciò significava che a fine legislatura o a fronte di un altro governo tutto poteva cambiare. La dobbiamo smettere di inventarci la politica a nostro piacimento. Siamo in questa legislatura e c’è il governo Prodi. Esiste ancora un sistema bipolare e non c’è il modello tedesco (l’ultima proposta dei Ds è il ritorno al Mattarellum). Su questo tutti ci eravamo detti d’accordo, no? Qualcosa è cambiato? Lo potrebbe essere se la divisione passasse tra chi propone di cambiare campo e, dall’altro lato, chi propone il ritorno organico nella Casa delle libertà, senza l’Udc. Ma ufficialmente nessuno nel partito propone né l’una né l’altra cosa. Eppure il clima è diventato talmente pesante che non solo è difficile discutere, ma si minacciano ormai quotidianamente ricorsi giudiziari. Evidentemente la politica c’entra fino a un certo punto. E allora dobbiamo essere chiari anche su questo. L’estate scorsa, dopo le elezioni politiche, il segretario De Michelis ci propose una sorta di rinnovamento al vertice del partito, per tenerlo unito e per utilizzare al meglio una risorsa politica primaria che, non per colpa sua, ma per la ruota della fortuna che gira a volte a favore dell’uno e a volte dell’altro, si era ritrovato a casa, dopo avere fatto il ministro e aver rifiutato di entrare nel diritto di tribuna di Forza Italia con elezione garantita (al contrario di Moroni e Ricevuto). Caldoro alla segreteria e De Michelis alla presidenza, come nel Pri Nucara e La Malfa. La leadership di De Michelis non avrebbe subito nessuna penalità. Si disse: Pannella non è segretario, Casini non è segretario. Oltretutto, ho pensato, un po’ di rinnovamento non avrebbe stonato in un partito che certo non può vivere accentrando tutto nella stessa persona, cosa che ormai non avviene né nei partiti più grandi né in quelli più piccoli di noi. E questo a prescindere dalla stima e dai meriti storici di Gianni, che tutti, compreso Stefano, gli riconobbero. Si disse, prima dobbiamo fare i documenti politici. Prima la politica, poi il resto. Giusto. Cominciammo in estate col Consiglio nazionale finito all’unanimità, continuammo col seminario di Orvieto, concluso all’unanimità, procedemmo con la direzione di autunno, anch’essa conclusa all’unanimità. Si disse: Caldoro ha un’altra posizione politica. Quasi invitandolo ad assumerla ufficialmente. Oppure: firma i documenti, ma in realtà la pensa in altro modo. E qui si entra nella dimensione psicanalitica a fronte della quale non si può che alzare le braccia. In realtà si formò nel partito una componente contraria all’elezione di Stefano. Questa è la verità. E si cambiò idea, certo approfittando anche di posizioni (il no a Bertinoro) che hanno finito per portare Caldoro ad esprimere una contrarietà a mio giudizio assai discutibile a un convegno al quale ho personalmente partecipato con interesse e anche entusiasmo. Poi si arrivò al Consiglio di marzo e allo scandaloso conflitto, che per primo ho denunciato pubblicamente. In quella circostanza un compagno mi disse, eccitato: “E’ colpa tua e dei tuoi ambigui documenti”. Questo compagno ha inteso trasformare quello che pensavo essere un merito in una colpa. Pazienza. C’è sempre, spazio, mi disse un vecchio dirigente siciliano, per nuovi emergenti quando arrivano le alluvioni. Poi però si finisce sott’acqua tutti.
Possiamo ancora salvare il salvabile, e soprattutto vogliamo salvare il salvabile? Questo chiedo a tutti. in particolare confidando nella volontà del segretario del partito, che è il principale esponente e dunque deve assumersi appieno la sua responsabilità. La mia proposta parte dalla possibilità di ricomporre una linea politica unitaria, perchè dividerci oggi potrebbe significare non unirci mai più. Ed è sintomatico che ogni volta che si parla di unità socialista si divida irrimediabilmente il Nuovo Psi. L’unità che produce divisione rappresenta per noi il paradosso politico più deprimente, l’ossimoro più sconcertante, forse una condanna del destino. Deponiamo le asce di guerra e lasciamo che i tribunali facciano il loro lavoro (ne hanno tanto, purtroppo). Rilanciamo e realizziamo insieme il patto dell’estate scorsa, con un duopolio politico di emergenza alla guida del partito, da votare attraverso un nuovo Consiglio nazionale e da sancire in un Congresso unitario, da convocare a giugno assieme a un documento politico che riprenda i famosi tre punti (sì al cantiere della costituente socialista, no all’Unione e al governo Prodi, sì alla legge elettorale alla tedesca), ricomponiamo l’unità interna in attesa delle future scelte, oggi non mature. E intanto sospendiamo Consigli e Congressi di conta. E se non accettiamo questa idea troviamone un’altra che sia migliore e che meglio garantisca la nostra comunità. E in quest’ultima settimana smettiamo di litigare sul sito e concentriamoci sulle elezioni amministrative di domenica dove tanti compagni hanno presentato liste e candidature e meritano il nostro rispetto e il nostro sostegno. Al di fuori di questa possibilità non vedo altro che una frattura, l’ennesima dopo quella del 2001 e del 2005, con gli stessi identici strascichi. Personalmente mi sono battuto anche per scongiurare quelle di allora (l’ultima per noi è stata la più pesante e pagata a caro pezzo elettorale per il clamore negativo suscitato, anche se, almeno, motivata da una contrapposta scelta elettorale), mentre in troppi. anche al nostro interno, esultano come gli ultras di uno stadio ogni volta che il nostro atomo si divide. E non mi pare che abbiano nel frattempo inventato nuove formule fisiche per far vivere più agevolmente le sue parti disarticolate. In troppi parlano di questa nostra piccola comunità come di un partito vero, dove si possano fare congressi e consigli nazionali per stabilire maggioranze e minoranze. A parte il fatto che, come il Congresso dei Ds ci ha insegnato, ormai le minoranze nei partiti non esistono più perché se ne vanno, noi non siamo un partito come i Ds. Siamo una piccola comunità con soli due parlamentari italiani e due europei e con meno dell’1% di voti, senza finanziamento e con un quotidiano ancora da finanziare e al centro, a sua volta, di una forte polemica. Potremmo noi assumerci la responsabilità di trasformare la tragedia socialista in una ennesima commedia? Guardate che non c’è niente di peggio che passare dal tragico al comico… Noi non possiamo solo pensare a come ci giudichiamo da soli. Ma soprattutto a come ci giudicano gli altri. E se la nostra comunità riesce perfino a rompersi a fronte di una situazione politica tutt’altro che statica, ma in assoluto movimento, e i cui esiti sono ancora ignoti, se oggi non siamo chiamati a dividerci su una scelta chiara e riusciamo tuttavia a dividerci lo stesso, compiamo un miracolo negativo, le cui proporzioni si riveleranno tanto più assurde, quanto più pesanti per tutti. Abbiamo tutti tale consapevolezza? Lo spero ancora.

Mauro Del Bue

Ricorso avverso convocazione CN del 26.05.2007

SPETT.LE COMMISSIONE NAZIONALE DI GARANZIA – PARTITO SOCIALISTA NUOVO PSIRICORSO IN OPPOSIZIONE AVVERSO
LA CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE PER IL GIORNO 26.05.2007
 

Il sottoscritto sig. Giovanni Alvaro, nato a Vittoria (Ragusa) il 09.06.1941, e residente in Reggio Calabria alla via Carrera II n. 24, il sig. Roberto Formaggia nato a Milano il 13.04.1952, e residente in Casorezzo (MI) alla via Bustogarolfo n.23, ed il sig. Guido Marone, nato a Napoli il 18.07.1978, ed ivi residente alla via F. Palizzi n. 19, in qualità di componenti della Direzione Nazionale del Partito Socialista Nuovo PSI, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 36 dello Statuto del Partito Socialista Nuovo PSI, con il presente ricorso propongono opposizione avverso la convocazione del Consiglio Nazionale del Partito Socialista Nuovo PSI, illegittimamente indetta dal Segretario del Partito, Gianni De Michelis, per il giorno 26 maggio 2007; 

                                                                PREMESSO– che in data 31.03.2007, si riuniva in Roma, presso l’Hotel Palatino, il Consiglio Nazionale del Partito Socialista Nuovo PSI, regolarmente convocato, per discutere del seguente Odg: 1) presa d’atto della composizione del Consiglio Nazionale a seguito della fuoriuscita dei compagni, successivamente confluiti ne I Socialisti o verso altre formazioni politiche 2) Nomina del Tesoriere Nazionale 3) Approvazione del Tesseramento 4) Esame della situazione politica 5) Elezioni amministrative di maggio 6) Convocazione del Congresso Nazionale e adempimenti relativi 7) Varie ed eventuali;- che, il suindicato Consiglio Nazionale del Partito, si concludeva regolarmente con l’approvazione a maggioranza del documento proposto all’Assemblea, con alcuni voti contrari; – che, del Consiglio Nazionale del 31.03.2007, è stato redatto regolare processo verbale, di cui si allega copia, unitamente alla sbobinatura della registrazione integrale e regolarmente realizzata;- che, con il documento approvato dal Consiglio Nazionale, lo stesso prendeva atto del Tesseramento Nazionale, così come illustrato dal Presidente della Commissione Nazionale di Garanzia per il Tesseramento durante il Consiglio Nazionale, e come si evince dal processo verbale allegato;- che, con la regolare approvazione del suindicato documento, il Consiglio Nazionale prendeva, altresì, atto “della regolarità della composizione del numero legale dei membri del Consiglio Nazionale”;- che, il Consiglio Nazionale, nell’occasione, come si evince dal documento approvato, ha convocato il V Congresso Nazionale del Partito Socialista Nuovo PSI, per i giorni 23 e 24 giugno 2007;- che, al riguardo, il Consiglio Nazionale del 31.03.2007, ha approvato le necessarie norme congressuali, nominando, inoltre,

la Commissione Nazionale per il Congresso, e “dando delega all’Esecutivo di Segreteria per eventuali integrazioni”;- che, il Consiglio Nazionale del 31.03.2007, ha statuito altresì che “avendo convocato il Congresso, tutti gli organismi nazionali statutari sono sciolti e per quanto di competenza gestiranno l’ordinaria amministrazione”, incluso, ovviamente, il Segretario nazionale;- che,

la Commissione Nazionale per il Congresso, si è regolarmente riunita in data 11.05.2007, nominando il Coordinatore della Commissione Nazionale per il Congresso on. Lucio Barani, e definendo all’unanimità gli adempimenti e le procedure per il Congresso, facendo proprie le norme congressuali, così come dal Consiglio Nazionale del 31.03.2007;- che, in data 15.05.2007, il Segretario del Partito, Gianni De Michelis, ha illegittimamente convocato una nuova riunione del Consiglio Nazionale per il giorno 26.05.2007, sia in prima che in seconda convocazione con il seguente ODG: 1) Relazione del Segretario; 2) Approvazione tesseramento 2006; 3) Sanatoria delle irregolarità denunciate successivamente alla riunione del precedente Consiglio Nazionale; 4) Fissazione delle norme per lo svolgimento del prossimo Congresso Nazionale e relative modalità per la presentazione delle mozioni; 5) varie ed eventuali.- che nella convocazione illegittima del Consiglio Nazionale per il giorno 26.05.2007, il Segretario menziona presunte irregolarità denunciate successivamente alla riunione del precedente Consiglio Nazionale, omettendo di indicare quali siano tali presunte irregolarità, o da chi siano state denunciate. Al riguardo, non risulta agli scriventi sia pervenuto alcun ricorso a Codesta Spett.le Commissione Nazionale di Garanzia relativo a presunte irregolarità verificatesi nel Consiglio Nazionale del 31.03.2007;- che, come si evince dal documento regolarmente approvato dal Consiglio Nazionale del 31.03.2007, tutti gli organismi statutari, tra cui il Consiglio Nazionale, risultano sciolti;- che, pertanto, la convocazione del Consiglio Nazionale per il giorno 26.05.2007, è assolutamente illegittima, ed in palese violazione e contrasto con quanto regolarmente approvato dall’organismo assembleare del Consiglio Nazionale del 31.03.2007;-  che il Consiglio Nazionale, così come previsto dallo Statuto del Partito, ha preso atto dell’ approvazione del Tesseramento 2005/2006, così come indicato dal Presidente della Commissione Nazionale di Garanzia per il Tesseramento, durante il Consiglio Nazionale del 31.03.2007; i sottoscritti ricorrenti, per i motivi su esposti, 

                     CHIEDONOche Codesta Spett.le Commissione Nazionale di Garanzia, voglia accertare l’illegittimità, l’invalidità e/o inesistenza della Convocazione del Consiglio Nazionale indetta per il giorno 26.05.2007, in quanto tutti gli organismi statutari sono stati regolarmente sciolti nella seduta del Consiglio Nazionale del 31.03.2007, ed è stato regolarmente approvato il documento del Consiglio Nazionale di cui si allega copia. Per l’effetto, voglia comunicare al Segretario Nazionale l’illegittimità della convocazione de quo del Consiglio Nazionale per il giorno 26/5, le cui eventuali determinazioni saranno inesistenti e/o invalide e non potranno avere alcun effetto.Fatto salvo ogni ulteriore diritto.Con osservanzaNapoli, 16 maggio 2007   

I componenti della Direzione Nazionale del Partito Socialista Nuovo PSI 

Giovanni AlvaroRoberto FormaggiaGuido Marone 

Si allega: 1)    la trascrizione del processo verbale del Consiglio Nazionale del        31.03.2007 sottoscritta dall’estensore (sbobinata dal sito                   nuovopsi.com);2)    verbale;3)    documento approvato dal CN del 31 marzo 2007 (tratto dal sito nuovopsi.com).

CONTINUA LA FARSA

Ovviamente eccoci alla seconda puntata.

Tutti ci aspettavamo la mossa dell’amico Trillo che smentiva se stesso.

Ora apprendiamo che il compagno Trillo, quel giorno dopo aver partecipato per tutto il tempo alla durata della riunione, di è accorto che si era distratto e quindi ritiene di aver apposto una firma dove non avrebbe dovuto.

Capisco che le ragioni di “schieramento” obblighino a fare queste brutte figure, capisco, che in molti casi il far parte di un gruppo ti porti a dover ingoiare anche cose non condivise, capisco tutto, ma per l’amor del cielo non prendeteci in giro.

È doveroso nei confronti di molti iscritti al Partito, è doveroso nei confronti di coloro i quali in questi anni si sono battuti per far rifiorire i Garofani, è doveroso per coloro i quali, nelle Provincie si sono battuti con onestà intellettuale ed ideale contro tutti.

È doveroso per coloro i quali hanno sacrificato del proprio (famiglia e soldi, che guarda caso per le periferie non c’erano mai e che invece a Roma erano sufficienti per “mantenere”, nel vero senso della parola, Dirigenti che altro non sapevano fare nella vita).

È giunto il momento di dire basta.

Basta con gli imbrogli, basta con le prese in giro, basta con le umiliazioni.

Ci vuole coraggio, in generale nella vita ma anche in Politica.

Il coraggio delle proprie azioni, il coraggio di saper raccogliere una sconfitta, il coraggio di essere persone che non perdono mai la dignità.

Forse noi ci meritiamo questo, forse la disintegrazione del PSI prima, in quel modo ignobile legato sì a Tangentopoli, ma anche e soprattutto alla viltà di numerosi dirigenti Nazionali (gli stessi che ora vorrebbero rifare la FALSA COSTITUENTE), e del “vecchio” Nuovo PSI adesso, sono passi obbligati di un gruppo di dirigenti che in assenza di uno spirito libero, in assenza di una dignità personale, hanno girovagato in cerca di una collocazione, speranzosi di affermare la propria personalità prima ed al di sopra di tutto.

Io non ho buttato via 15 anni della mia vita per risolvere i problemi psicologici a chi ha voluto giocare con NOI e con i SOCIALISTI.

Ho creduto, credo è crederò nell’ideale del SOCIALISMO, PER QUESTO CONTINUERO’ la battaglia, per questo sarò presente al CONGRESSO DEL 23-24 GIUGNO.

Per far rifiorire DAVVERO IL GAROFANO, PER MANDARE A CASA CHI NON CI CREDE, PER RIAFFERMARE LA NOSTRA AUTONOMIA ED IDENTITA’.

La scissione di De Michelis

Dopo tanto peregrinare, eccoci giunti al punto focale e conclusivo del nostro cammino.

Gianni de Michelis, Segretario Nazionale in carica solo per l’ordinaria Amministrazione, tenta, ancora una volta dimostrando come in tutti questi anni ha gestito il Partito e le regole connesse a proprio uso e consumo (ricordiamo che nessuno sa come siano stati spesi milioni di euro ricevuti dal Partito), DI RIBALTARE IL GIUDIZIO DEMOCRATICO CHE STA EMERGENDO ALL’INTERNO DEL PARTITO, cioè la sconfitta della sua line politica incentrata SULL’IMBROGLIO DELLA FALSA COSTITUENTE .

Lo fa compiendo un atto di scissione vero e proprio, convocando un Consiglio Nazionale, che non ha la legittimità di convocare e lo fa solo per “costruirsi” un Congresso che lo veda, da nobile decaduto, a tentare di rimanere in sella in un Partito che , comprese le persone a lui più vicine, non lo vuole.

Il solito De Michelis, arrogante nella forma e nella sostanza, disinteressato del Partito e delle migliaia di militanti che hanno creduto e credono nella prospettiva di una rinascita Socialista.

Lo fa solo perché pensa, sbagliando, che con Borselli avrà ancora la possibilità di rifare il Parlamentare Europeo (ma chi gli darà i voti?).

Lo fa in spregio delle più elementari regole del buon senso e della democrazia.

Lo fa perché ormai “il re è nudo”.

La cosa più difficile degli esseri umani è rendersi conto che arriva una fine per tutti e che quando questa giunge bisogna, discretamente, prenderne atto e lasciare il campo ad altri che potrebbero continuare il percorso che egli ha tracciato.

Non si può lottare contro il tempo, non si è immortali, non si può considerare tutti gli altri feccia e auto incensarsi, non si può pensare di non sbagliare mai.

Il De Michelis è, purtroppo, così.

È stato un bravo ministro, è stato un bravo dirigente del vecchio PSI.

Ma è stato.

Ora non è più neanche il Segretario del Nuovo PSI.

Non lo è perché sta compiendo una SCISSIONE!

L’atto di prevaricazione che ha compiuto è esattamente paragonabile e sovrapponibile a quelli compiuti dal duo Martelli-Craxi prima e da Zavettieri-Craxi dopo.

Ma noi non possiamo concedere che 15 anni della nostra vita, 15 anni di sacrifici, di lotte di battaglie contro tutto e tutti finiscano, solo perché il De Michelis ed uno sparuto gruppo di dirigenti autoreferenziali, ha deciso, legittimamente, questo sì, di farsi ANNETTERE dallo SDI e confluire nel Centro-Sinistra.

Non  possiamo concedere di essere trattati come dei burattini che devono seguire le peregrinazioni del nostro Segretario, che ha saputo condurci, nel giro di un anno e mezzo dal 2% al 0.35%; non possiamo permettere che l’AUTONOMIA SOCIALISTA, finisca per sparire, non possiamo permettere che la NOSTRA IDENTITA’, venga assorbita da un gruppo di sciacalli che ne vogliono fare un’arma di trattativa per entrare nel Partito Democratico.

Il 23 e il 24 Giugno ci sarà il Congresso Nazionale, che come stabilito dalla Commissione di Garanzia sarà preceduto dai Congressi provinciali e regionali.

Lì ricostruiremo, per l’ennesima volta il Nuovo PSI

 

NON SIAMO PURTROPPO SU SCHERZI A PARTE: LA FRATTURA RISCHIA D’ESSERE INSANABILE di Adolfo Collice

NON SIAMO PURTROPPO SU SCHERZI A PARTE: LA FRATTURA RISCHIA D’ESSERE INSANABILE di Adolfo Collice

 

                                                                      

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biamo letto sul sito che De Michelis, in carica solo per l’ordinaria amministrazione, ha deciso, con un gravissimo atto di violazione statutaria, di aggravare ulteriormente la già difficile situazione interna al nostro piccolo Partito. 

La convocazione del Consiglio Nazionale è infatti illegale e illegittima, e quindi nulla. De Michelis di fatto attua una rottura grave dei meccanismi che regolano il nostro stare assieme. Perché lo fa? E’ vero quello che dicono in molti del ‘muore Sansone con tutti i filistei’? La scelta autoritaria e personale di traghettarsi “con i pochi che lo seguiranno” lo consiglia di fare terra bruciata?

 

Anche se conosciamo le risposte a domande che tutti i compagni, da domani, si porranno in tutta Italia, dobbiamo riaffermare che mai e poi mai accetteremo l’interruzione di un procedimento in atto che deve comunque portarci al Congresso Nazionale del 23 e 24 giugno. Si sappia che a casa propria ognuno è libero di fare ciò che vuole ma in un Partito si devono rispettare le regole statutarie, ed esse ci ricordano che il CN del 31 marzo, pur con le tensioni che conosciamo, si è concluso con soli 5 voti contrari con l’azzeramento degli incarichi, la convocazione del Congresso e la nomina della Commissione di garanzia congressuale composta dalle due Commissioni esistenti (Garanzia e Tesseramento).

 

Ricordo che eventuali integrazioni potevano e possono ancora essere decisi dall’Esecutivo, ma mai e poi mai scaturenti da una decisione dei Segretari Regionali. Comunque la Commissione si è insediata e il procedimento assunto all’unanimità, legittimo e regolare, ha portato alla nomina di Lucio Barani a Presidente garante del procedimento congressuale.  A Gianni un consiglio, un solo consiglio, che viene comunque da una terra che molto ha fatto per far decollare il Nuovo PSI, per farlo eleggere Parlamentare europeo, e per dargli ruolo e possibilità di essere nell’arena politica: CI RIPENSI.

 letto sul sito che De Michelis, in carica solo per l’ordinaria amministrazione, ha deciso, con un gravissimo atto di violazione statutaria, di aggravare ulteriormente la già difficile situazione interna al nostro piccolo Partito.

 

La convocazione del Consiglio Nazionale è infatti illegale e illegittima, e quindi nulla. De Michelis di fatto attua una rottura grave dei meccanismi che regolano il nostro stare assieme. Perché lo fa? E’ vero quello che dicono in molti del ‘muore Sansone con tutti i filistei’? La scelta autoritaria e personale di traghettarsi “con i pochi che lo seguiranno” lo consiglia di fare terra bruciata?

 

Anche se conosciamo le risposte a domande che tutti i compagni, da domani, si porranno in tutta Italia, dobbiamo riaffermare che mai e poi mai accetteremo l’interruzione di un procedimento in atto che deve comunque portarci al Congresso Nazionale del 23 e 24 giugno. Si sappia che a casa propria ognuno è libero di fare ciò che vuole ma in un Partito si devono rispettare le regole statutarie, ed esse ci ricordano che il CN del 31 marzo, pur con le tensioni che conosciamo, si è concluso con soli 5 voti contrari con l’azzeramento degli incarichi, la convocazione del Congresso e la nomina della Commissione di garanzia congressuale composta dalle due Commissioni esistenti (Garanzia e Tesseramento).

 

Ricordo che eventuali integrazioni potevano e possono ancora essere decisi dall’Esecutivo, ma mai e poi mai scaturenti da una decisione dei Segretari Regionali. Comunque la Commissione si è insediata e il procedimento assunto all’unanimità, legittimo e regolare, ha portato alla nomina di Lucio Barani a Presidente garante del procedimento congressuale.  A Gianni un consiglio, un solo consiglio, che viene comunque da una terra che molto ha fatto per far decollare il Nuovo PSI, per farlo eleggere Parlamentare europeo, e per dargli ruolo e possibilità di essere nell’arena politica: CI RIPENSI.

La solita barzelletta del solito comico

 

Assistiamo alle solite, e prevedibili, barzellette, del Segretario Nazionale, che come d’uopo, è uso a modificare usi e costumi a proprio piacimento.

Mi spiace che una carriera così gloriosa finisca in un modo così tragicomico.

Il Congresso Nazionale è convocato per il 23 e 24 Giugno.

Lì ci sarà il vero confronto tra le diverse opinioni.

Il resto è solo farsa e avanspettacolo, che peraltro non allieta nessuno.

Franco Spedale

la vere determinazione dei segretari Regionali. Salvatore Gennaro

Esecutivo di Segreteria – hanno sollecitato la Commissione Congressuale a continuare i lavori .

 Su questo documento converge di fatto anche il Molise che attraverso una comunicazione scritta subordinava ad un accordo unanime dei Segretari l’eventuale integrazione della Commissione Congressuale. I documenti sono stati notificati alla commissione Nazionale di garanzia del Congresso.

Appare, quindi, indiscutibile che il coordinamento dei Segretari Regionali non ha raggiunto l’intesa unanime richiesta dall’Esecutivo di Segreteria, ma pur nell’ipotesi che ogni Segretario Regionale   rappresenti in questa fase la totalità degli iscritti della propria Regione, ipotesi peregrina e tutta da verificare, va evidenziato che i Segretari delle Regioni che hanno sottoscritto il documento Verrecchia rappresentano il 37, % del totale degli iscritti   e pur aggiungendo gli iscritti dell’Abbruzzo e del Friuli, assenti alla riunione e senza aver inviato alcuna delega scritta, raggiungono il 39,% del totale degli iscritti.

Il secondo documento rappresenta, con gli stessi limiti dell’altro, il 42,% del totale degli iscritti. L’astensione dell’Emilia, che in questi casi vale voto contrario, rappresenta circa il 4 % degli iscritti.

In conclusione, non solo non vi era la necessaria unanimità per integrare la Commissione Congressuale, ma   le firme in rappresentanza della maggioranza degli iscritti si sono espresse in maniera chiara contro ogni allargamento surrettizio della Commissione Congressuale.

 

Parlano e valgono i documenti sottoscritti dai Segretari Regionali e non presunti verbali inviati al sito senza firme autografe e con descrizioni di votazioni mai avvenute. Invito il Sito a non pubblicare documenti a mia firma o con mie espressioni di voto senza avere fatto le necessarie verifiche.

La democrazia NON va solo predicata

 

Sono rimasto semplicemente sbalordito e sconcertato a leggere “la soluzione” di Paolo Del Bufalo.  

Sbalordito, perché egli che tanto ciancia di regole e di democrazia le mette letteralmente sotto i piedi pretendendo che
la Commissione congressuale composta da 9 membri sia integrata da ben 20 Segretari Regionali che avrebbero, a maggioranza, richiesta la loro inclusione (e se fossero stati i Segretari Provinciali a fare detta richiesta?). Si dimentica il Nostro che le eventuali integrazioni possono essere fatte solo dall’Esecutivo così come stabilito dal deliberato del Consiglio Nazionale.  

La democrazia è tale se governata da regole certe, e tra esse c’è quella che prevede in ogni consesso, dove albergano posizioni diverse, che la gestione del processo decisionale, per capire qual è l’orientamento della maggioranza, avvenga con Commissioni paritetiche salvo le decisioni assunte all’unanimità.  Di questa prassi (Commissioni paritetiche) Del Bufalo se ne ricorda solo in coda al suo assunto ma dopo aver chiesto la convocazione illegittima del Consiglio Nazionale che ha esaurito, lo si vuole capire, il suo ruolo il 31 marzo ultimo.  

Sono, altresì, rimasto sconcertato per
la VOLGARITA’ gratuita con cui si attacca uno dei due nostri parlamentari REO D’AVER ACCETTATO IL RUOLO DI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CONGRESSUALE ed aver proceduto al suo insediamento che è frutto dell’unità delle due Commissioni presiedute da Trillo (Garanzia) e da Di Trapani (Tesseramento).  Che il compagno Barani abbia diversi incarichi dimostra semmai il suo equilibrio, cosa che manca totalmente al compagno Del Bufalo.  

Del Bufalo finisce facendoci sapere che preferisce una separazione consensuale. Noi non siamo dello stesso avviso anche perché accettando le regole della democrazia ne accettiamo i risultati anche se dovessimo essere costretti a turarci il naso.  

Sarà il Congresso che deciderà la linea e gli approdi nella salvaguardia dell’autonomia e nella difesa dell’identità. Vagheggiare Costituenti che esistono solo nell’immaginario di alcuni dirigenti è sempre legittimo, pensare alla ricostituzione del PSI e sognare il ritorno al periodo d’oro dei socialisti è altrettanto legittimo, ma ritornando con i piedi per terra è chiaro che trattasi di sogni e speranze di compagni che si illudono nel ritorno agli splendori del passato.  BISOGNA INVECE LAVORARE PER IL PRESENTE ED IL FUTURO SAPENDO QUANTA E’ RIPIDA, IRTA E SCOSCESA
LA RISALITA, per cui è inutile SCORAGGIARSI DINANZI A BATTUTE D’ARRESTO.  

Tenacia, compagni, tenacia e tenacia, non esistono scorciatoie. Quelle esistono solo per difendere qualche nicchia di sopravvivenza. 

 

                                                                           Giovanni ALVARO                                                         Commissario Provinciale Reggio Calabria

AVVIAMOCI AL CONGRESSO SENZA ULTERIORI SPECULAZIONI

 

Quando leggo gli interventi di alcuni iscritti che hanno partecipato solo negli ultimi anni alle vicissitudini del nostro Partito e la cui presenza non ha fatto altro che provocare danni inenarrabili, provo un senso di sdegno che non ha parole.

Tanto più quando gli stessi, dopo aver utilizzato gli stessi sistemi che ora contestano si ergono a censori.

La cosa che fa più specie è certamente il fatto che le regole che gli stessi hanno calpestato in varie e diverse occasioni, solo perché “coperti” da un “superiore”, vengono poi così sollecitamente richiamate quando non aggradano al disegno perverso che hanno in testa.

Credo che assisteremo alla fine del Nuovo PSI, ve ne sono le premesse.

Quando si nasconde il motivo del contendere, o meglio si gioca sull’inganno politico che possono esprimere le parole, certamente si crea confusione e si fa danno.

Mi pare che molti di coloro i quali sostenevamo l’adesione alla FALSA COSTITUENTE, verificando quello che noi da tempo diciamo, e cioè che è un IMBROGLIO, accortisi fuori tempo massimo e quando già il “capo” ha fatto il passo più lungo della gamba, che quella intrapresa è una strada senza uscita, oggi usino tutte le armi, spesso non convenzionali, che possono e sono abituati a usare, pur di non addivenire ad un CONGRESSO che discutendo DEMOCRATICAMENTE, sancirà la linea Politica, la Segreteria e, senza grossi giri di parole, LA PROPRIETA’ DEL SIMBOLO.

Falsare i fatti, contestarli quando non ci aggrada, tenere alto il livello delle discussioni riprovevoli, non è fare POLITICA, ma solo prestarsi a strumentalizzazioni finalizzate a modesti interessi personali.

La discussione è avviata, le regole fissate da una commissione, mi pare vi sia anche la firma di Trillo, correttamente insediata e nominata da un Consiglio Nazionale legittimamente insediatosi con un documento, che anche le prove “televisive” lo confermano, votato all’unanimità.

Evitiamo di creare quindi ulteriori confusioni, cominciamo invece a discutere sulle diverse linee politiche tra chi vuole aderire all’IMBROGLIO della COSTITUENTE, e tra chi invece vuole riaffermare la propria IDENTITA’ E LA PROPRIA AUTONOMIA

Franco Spedale

Direzione Nazionale

Un ricordo di un amico scomparso

 

Questa mattina si è spento Giancarlo Magenta, ex assessore Regionale della Lombardia dei bei tempi che furono.

Non posso certo io tracciare la sua storia Politica e personale.

Non sarebbe giusto per lui, poiché la sua storia parla da sé, non sarebbe giusto per me, perché ho avuto la fortuna di conoscere Giancarlo, solo a bei tempi andati e sono la persona meno adatta a farlo.

Posso e voglio solo ricordare il Giancarlo che ho conosciuto, che mi ha aiutato sostenuto, che mi ha incitato durante la mia Segreteria Regionale.

Era un tipo strano, Giancarlo, quando ci parlavi sapeva sempre metterti in imbarazzo, sembrava sempre disinteressato e distaccato dalle cose, eppure aveva dentro di sé ancora molto da dare e molto da dare alle cause del Socialismo.

Ricordo ancora quando decise di scommettersi in prima persona per le elezioni provinciali, quando candidandosi alla Presidenza della Provincia si riaffacciò ufficialmente nell’agone Politico, lui che era stato uno degli uomini più potenti di Pavia, lui che era stato un socialista vero, lui che come gran parte di noi aveva dovuto subire gli insulti, le umiliazioni le cattiverie della disgraziata vicenda di tangentopoli.

Non aveva mai smesso di credere nel Socialismo, non aveva mai voluto cercare un’altra casa, aveva continuato a lottare, come molti di noi, perché la causa del Socialismo tornasse ad avere un proprio ruolo.

Era sempre disponibile, a qualsiasi ora ed in qualsiasi giorno.

Con lui ho condiviso molto e da lui ho imparato molto.

Un giorno mi disse una frase che ha contribuito molto a cambiare la visione della vita.

Quel giorno, lasciandosi un po’ andare, mi raccontò alcune delle sue traversie, delle sue vicende personali vissute in politica; mi disse “vedi Franco, io dalla Politica ho avuto molto, poi è successo quello che è successo; non voglio altro, voglio solo avere la possibilità di rimettere in piedi questo partito, e vorrei avere la possibilità di fare politica”, intendendo con questo che le tristi vicende avevano tolto a molti la possibilità di farlo.

In quel momento capii che dietro ad una corazza di manifesta durezza, vi era un uomo buono, che viveva per un ideale vero.

Le ultime vicende ci avevano portato a non essere più così vicini, ma la stima da parte mia, e spero anche da parte sua, non era mai venuta meno.

La notizia della sua morte mi ha lasciato un vuoto, molto superiore a quello che mi ero immaginato.

Mi mancherà, Giancarlo, mi mancherà quel suo modo strano di rispondere al telefono del tipo “agli ordini capo”, che era una chiara presa in giro affettuosa.

Mancherà a molti, mancherà al Socialismo.

Ciao Giancarlo, ti abbraccio.

Alvigini di Padova:COSI’ RINASCE IL P.S.I.?

  

Il capo-famiglia che annunciasse ai propri famigliari: “abbiamo comprato casa!” non potrebbe sottrarsi a domande quali: dove? Con quali vicini? E, soprattutto, quale casa?

Gianni De Michelis da troppo tempo sembra disattendere uno dei pilastri fondanti della natura socialista: il dialogo con la base, la condivisione con i sostenitori del partito di una linea politica.

Il che non è un appunto di poco momento, non solo visti i frutti disastrosi raccolti in questi ultimi anni, ma soprattutto considerando che oggi, più che mai, gli iscritti al Nuovo PSI non possono che essere considerati di provata fede ed interessati solo all’idea.

Formulata questa premessa metodologica, appare evidente che la casa nella quale ci viene prospettato l’ingresso, non è nemmeno definita nei sui tratti essenziali, quasi che la ricerca dell’unità socialista possa prescindere dall’unità delle idee dei socialisti.

I manovratori della riunificazione provengono da esperienze diverse ma tutte comunque negative, e paiono più interessati alla ricerca di una improbabile sopravvivenza che alla rifondazione di un polo laico e socialista degno di tal nome.

Nessuno vuole seppellire oltre 100 anni di storia del partito, anzi, se ancor oggi siamo qui a discutere ed a lottare è proprio perché siamo figlia di tanto passato.

Ma è esattamente perché non siamo nati ieri che possiamo permetterci di ignorare il mutamento dei tempi, lo scenario che la società civile italiana offre oggi, il contesto politico in cui si intende comparire ed incidere.

Dopo i post-comunisti, gli ex democristiani, ed i vari “pentiti”, si rischia di dar vita ed un partito che poco o nulla ha da dire di nuovo.

Senza un progetto politico attuale, moderno, in assenza di un linguaggio accessibile al giovane elettore, discettare di riunificazione socialista rassomiglia ad un vuoto esercizio di retorica politichese.

In presenza di questo bipolarismo, sotto il vigore dell’attuale legge elettorale non può esservi spazio alcuno per una componente laico-socialista.

Nulla viene ipotizzato nemmeno circa le possibilità, tutte da verificare, si intende, di aprire il nuovo partito anche ai tanti laici non strettamente socialisti (repubblicani, socialdemocratici, liberali, radicali e così via).

In buona sostanza: la prima mossa da fare non può che consistere nella presa di distanza ( che lo Sdi non fa ) dall’attuale governo per assumere una posizione terza, indipendente e manovriera; lavorando nel contempo per la concentrazione di tutti i potenziali interessati ad un vero polo laico-socialista, cui dar corpo attraverso una previa concertazione politica.

Il futuro è dei giovani e con i giovani; il nuovo soggetto politico che va delineandosi non può somigliare ad una adunata di reduci bastonati, animati dal desiderio di rivincita.

Occorrono idee nuove ed uomini nuovi.

A tale obiettivo bisogna mirare, superando tatticismi di scarso respiro, di breve vita e di miope ottica.

Cominciamo con il riunirci e discuterne.

 

Paolo Alvigini

Membro Direzione Provinciale Padova

Comunicato stampa – elezioni amministrative –

 

Comunicato Stampa – ore 15,00 del 9/5/2007 –  

 

Antonino Di Trapani, Responsabile dell’Ufficio Elettorale del Partito Socialista Nuovo PSI, dichiara: “le liste elettorali presentate dal Nuovo PSI per le prossime elezioni amministrative confermano sostanzialmente le scelte di campo effettuate dal partito nel recente passato. Le percentuali parlano chiaro: il 65% delle liste presentate vedono la collocazione del Nuovo PSI nel centro destra, dove nella maggioranza dei casi il partito si presenta con proprie liste e con lo storico simbolo del garofano; il dato diventa ancor più significativo considerando il diritto di tribuna concesso in diverse realtà ad esponenti del Nuovo PSI da Forza Italia e dal centro destra. Un 10% di casi vede il Nuovo PSI presentare liste autonome dai due poli; in un altro 18% di realtà invece il Nuovo PSI, apparentandosi con lo SDI, è presente nel centro sinistra con simbolo composito.Ricordiamo che la presentazione delle liste è stata effettuata in piena autonomia dagli organismi locali in virtù del decentramento territoriale riconosciuto dal partito alle singole segreterie regionali e provinciali. Tali scelte assumono particolare significato alla luce del dibattito che va sviluppandosi all’interno del partito in vista della prossima scadenza congressuale fissata per il 23 e 24 giugno p.v.Quest’ultimo importante impegno non impedisce peraltro di pensare alla tornata elettorale come ad un momento di rilancio, salvaguardando innanzitutto identità e autonomia del Partito Socialista Nuovo PSI.”

Elezioni Francesi

Credo che lo sforzo ed i tentativi di tradurre in chiave italiana il voto francese, non abbiamo fondamenti né analisi riconducibili. Ed altrettanto potremmo dire di quello inglese, o spagnolo, o tedesco… Se la propensione futurista è di tradurre il tutto in chiave europea, ciò che manca, e che mancherà per parecchio, è una ”storia condivisa “. A ricordare la guerra di secessione americana, ci vorranno cento anni per realizzare gli Stati Uniti… d’ Europa, basti pensare che solo sessant’anni fa eravamo in  guerra contro
la Francia e l’Inghilterra… Per il momento di unica abbiamo solo la moneta, troppo poco per parlare di tradizione comune, di lingua  comune, di politica  comune…  Un primo passo coraggioso potrebbe essere quello di lanciare partiti di riferimento europeo… E, visto il nostro innato spirito europeista, perché non esserne i precursori ? Dar vita ad un vero Pse  frutto di congressi di base, che si misurasse su uno Statuto  costituente (là sì, necessario, per sintetizzare le diverse realtà nazionali) e che eleggesse i suoi rappresentanti, il suo Segretario. Di che socialismo parleremmo, allora?  Quello disposto ad allearsi ai comunisti ? quello che si richiamasse a Marx? L’errore di Segolene è stato quello di non smarcarsi da un certo massimalismo, di inseguire più l’arcobaleno che non la bandiera  francese. L’effetto antisistema iniziato  a metà anni 60 è alla canna del gas. Il disordine pubblico delle banlieus o degli stadi non è più di sinistra, ma contro la società. Bisogna ridare contenuti alla cultura socialista, aggiornarla per tradurre i bisogni e le aspettative della gente che vuole migliori qualità esistenziali, nel lavoro, nella sanità,nel tempo libero…. Una politica finanziaria fondata sulla tassazione non è di sinistra, la difesa dell’attuale sistema pensionistico, quando la media di vita è aumentata di 10anni, non è di sinistra. Le rivendicazioni e la politica della CGIL non è di sinistra. Pecoraio Scanio e Di pietro non sono di sinistra. Il Pd non  è di  sinistra… A leggere taluno, anche in casa nostra, sembra che il problema, l’infamia, sia questa: stare o meno con quelli che si dicono”di sinistra “, non già per contenuti, ma per etichetta o  schieramento… I comunisti del compromesso o gli Sdi di oggi… ( provare per credere )così ci trattano, fatto salvo che non facciamo loro comodo… o che il Nuovo psi non sia organizzato (o inesistente ). In Polesine noi siamo l’entità socialista più qualificante. All’ opposizione in Provincia e nei due comuni più grossi. Gli assessori e le  prebende sono tutte dei boselliani e zavetteriani, ma io non vedo  politiche di sinistra. Allora oltre che di Nuovo Psi adesso ho cominciato a parlare di “nuova sinistra “, quella che parla di riformismo liberale, di laicità, di gradualismo, di tolleranza, di economia informatica e nanotecnologica, di progressismo, di Europa socialdemocratica e non marxista. C’è ancora spazio e tempo per diventare riferimento popolare di queste idealità. Anzi ne abbiamo quasi un dovere sociomorale oltre che storicopolitico ! Se questi “sinistri”italiani fossero stati zitti invece che appoggiarla, probabilmente il risultato poteva cambiare per
la Royale, che non già per le catene della vetero sinistra interna ha perso, ma perché non è stata credibile per il centro moderato della borghesia francese (che avrà valutato anche quello che sta succedendo da noi con i suoi deleteri falsi fans al Governo… ).  Lo snodo politico, anche  per la società italiana, non solo per il socialismo che vuole esserne “al servizio “, è lì, al centro.  Alleanze  a sinistra, con questa falsa sinistra, ma anche con quella vera, sono antiitaliane, sono antieuropee. E’ portare la  sinistra verso il centro, conquistare al socialismo a-comunista i ceti moderati che darà all’Italia una più efficace, larga ed omogenea governabilità. Abbiamo un grande compito: dare spazio,voce e  rappresentatività a questi cittadini, come ai tempi di Labor e delle Acli.. Non sarà un simbolo rapinato  ed aggiunto al sinistrismo che farà morire questa idea.  

Angelino MasinSegretario della Federazione di Rovigo

Il Direttivo Regionale Lombardo non esiste più!

I sottoscritti membri del Direttivo Regionale della Lombardia hanno deciso di non partecipare per protesta alla riunione del Direttivo Regionale, inopinatamente convocata per stasera 7 Maggio 2007, presso l’ Hotel Ibis di via Zarotto in Milano, poiché ritengono tale riunione giunga con molto ritardo ed a “cose fatte”.

 

Infatti, quotidianamente, dal Sito del Partito, che sembra essere diventato lo strumento “ufficiale” per la convocazione di Assemblee, Organismi, Comitati del Partito, veniamo a conoscenza delle opinioni politiche personali di alcuni dirigenti di partito, con la presunzione di farle apparire linee politiche condivise su cui attestare il gruppo dirigente lombardo, con il risultato che, così facendo, oltre a rappresentare in maniera distorta la realtà, tendono maliziosamente ed artatamente a svuotare di contenuti e ruolo le sedi ufficiali del Partito, uniche legittimate a dibattere ed assumere collegialmente posizioni politiche di merito a nome del Partito.

 

Ciò premesso, i sottoscriventi ritengono strumentale la convocazione odierna del Direttivo Regionale, in quanto finalizzata a delegittimare l’organismo dirigente lombardo del Partito in Lombardia, svuotandolo di effettive e peculiari potestà statutarie cui è preposto.

 

Fermo restando, tuttavia, il diritto costituzionale in capo ogni cittadino della Repubblica Italiana di potersi riunire pacificamente, i sottoscritti disconoscono l’efficacia della convocazione in questione, con la presente denunciano l’inefficacia di tale riunione e, in conseguenza di ciò, ribadiscono di non riconoscersi affatto in eventuali decisioni che in essa venissero assunte. La stessa ha, quindi, solo un carattere di riunione di parte e non del Direttivo Regionale del Nuovo PSI Lombardia.

 

 

Riccardo Albertini Presidente dell’Assemblea Regionale, Membro della Direzione Nazionale

Edmondo Piombino Presidente dell’Assemblea Provinciale e membro del Direttivo Regionale

Bruno Rubes Membro della Direzione Nazionale

Franco Spedale membro della Direzione Nazionale e del Direttivo Regionale

Mauro Alzini membro della Direzione Nazionale e dell’Esecutivo Regionale

Roberto Formaggia membro della Direzione Nazionale

Angelo Guglielmo membro della Direzione Regionale del Partito

LE MANI NELLA MARMELLATA

Prima si cerca di alterare le regole, poi, scoperti con le dita nella marmellata, si delegittima il Consiglio nazionale consapevoli che il Congresso sancirà la sonora sconfitta di una pseudo Costituente in salsa, tra l’altro, “gauche plurielle”: Vergogna!

Per i Compagni ancora in buona fede, e non sono pochi, che avessero la pazienza e la voglia di vedere chi tenta di imbrogliare le carte e di creare un clima irrespirabile per il Congresso del prossimo giugno sarà sufficiente scorrere gli allegati.

Per aiutarne la comprensione ricordo solo che l’Esecutivo di Segreteria è composto da sei persone:

De Michelis, Pizzo, Battilocchio, Caldoro, Del Bue e Barani e che il documento a firma dei segretari regionali, messo sul sito, è stato anch’esso smentito da alcuni Segretari che si vedevano, a loro insaputa, annoverati tra i firmatari (anche di questa vicenda è sufficiente scorrere il sito per trovarne conferma).

E ALLORA, BASTA CON LE FURBIZIE. Il Partito deve fare il Congresso e deve farlo col massimo di garanzie e senza colpi di mano costruiti con pseudo maggioranze. Su questo terreno saremo impegnati fino in fondo e lavoreremo, come Calabria, per garantire tutti i compagni qualunque sia la loro posizione.

                                                               Adolfo COLLICE

                                                       Commissario Regionale Calabria

ALLEGATI:

  1. TRILLO convoca la Commissione Congressuale senza l’accordo con Di Trapani;

  1. DEL BUE smentisce il Segretario Nazionale;

  1. BARANI smentisce il Segretario Nazionale;

  1. DI TRAPANI sottolinea la scorrettezza di Trillo;

  1. CALDORO smentisce il Segretario Nazionale;

  1. Il Documento del Consiglio Nazionale del 31 marzo 2007 con evidenziato il passaggio che regola la composizione della Commissione Congressuale.