Com’era prevedibile i ragni stanno ritessendo la tela per nascondere il vuoto.
Leggo i nostri commenti alle elezioni: rari e spesso ipocriti.
Non appartengo alla famiglia degli uccelli e quindi non sono né un corvo, né un avvoltoio.
Il regno animale che preferisco muore spesso in combattimento, fiero però di difendere
soprattutto la propria dignità e libertà .
La solidarietà umana al gruppo dirigente nazionale c’è tutta come c’è la considerazione
delle difficoltà che avevano di fronte. La solidarietà però è un sentimento di andata e ritorno.
Non l’ho riscontrato, ad esempio, nelle formazioni delle liste, quando a De Michelis gli
è stato imposto di andare in Sicilia perché le sue condanne erano imbarazzanti per potersi
candidare nel suo Veneto. Come non condivido l’oblio sul nome di Bettino Craxi. Voglio
ricordare ai compagni di solidarietà , vecchi e nuovi, che Bettino è un eroe non un criminale
di cui vergognarsi. Uno statista socialista difficilmente imitabile che è parte fondamentale
dei socialisti italiani.
Ho letto anche le considerazioni della sconfitta di alcuni esponenti del partito. Sarò difficile,
ma le uniche che ho apprezzato per la lucidità , autocritica e intelligenza sono quelle
di De Michelis.
Autocritica, perché Gianni era il fautore della fine del bipolarismo italiano da lui chiamato
bastardo. Tesi nettamente e forse definitivamente, sconfitta dall’ultimi elezioni.
Ritorno a sostenere che le uniche ragioni del nostro disastro sono in noi e solamente in
noi. Perdere era previsto e prevedibile ma la catastrofe ce la siamo voluta.
Sono ragioni di forma, di sostanza e di presunzione.
La forma sta nella palese contraddizione di annunciare la nascita di un nuovo partito con
vecchi volti e vecchie formule. Da una parte non vogliamo richiamarci alla tradizione,
dall’altra non diciamo nulla di nuovo, o di originale. Nelle liste abbiamo attinto dalle riserve
i generali in pensione dell’armata garibaldina, senza più voti, ma pretendendo di dimostrare
così la novità .
Abbiamo dato un segnale di precisa ed inequivocabile ambiguità con il nostro tormentone
vergognoso di pietire ospitalità nel Partito Democratico. La verità che viene oggi a galla ci
rivela che l’unica ragione per cui non abbiamo fatto l’accordo, non è stato per il simbolo
che ci veniva negato, ma per il veto di Veltroni su qualche nome della nostra nomenclatura.
Naturalmente tutto nel segreto di trattative dall’interesse poco collettivo e dal bisogno
individuale di galleggiare in ogni caso.
L’unica provocazione è stata di costume. Corretta e condivisibile la candidatura di Grillini
a Roma. Decisamente fuori misura quella del sedere di Milly D’Abbraccio.
Abbiamo sposato l’anticlericalismo. Un bisogno fuori dagli interessi degli italiani, ma oserei
dire anche dei socialisti.
La presunzione, questa sì dolosa, si è espressa invece nell’occupazione di tutte le testate
di lista dei collegi con lo stesso autoreferenziale minuscolo gruppo dirigente. Come scrive
Mauro Del Bue: sbagliato e scandaloso, che ha impedito alle energie presenti nel territoMauro
Del Bue: sbagliato e scandaloso, che ha impedito alle energie presenti nel territo
rio di impegnarsi in una battaglia di principio e di orgoglio. Però le uniche proteste a cui
ho assisto, in fase di preparazione, erano dirette ad avere uno o due collegi in più rispetto
a quegli assegnati. Non certo ad aprire a nuovi nomi.
La gestione monarchica delle risorse economiche collettive e delle decisioni organizzative
è un’altra responsabilità dolosa.
Una presunzione, non accompagnata dalla capacità , diventa colpevole arroganza.
Cosa fare? Senza ritornare ai corvi, io non ho esempi nella storia passata e recente di
condottieri, leader, imprenditori, santoni che dopo aver rappresentato una sconfitta netta
ed inequivocabile possano tornare a tessere la tela. Se Mauro, lui che è un appassionato
di storia, mi fornisce esempi diversi sono ben lieto di ricredermi.
Io propongo di andare al nuovo. Ad un movimento moderno e proiettato nel futuro che
deve rappresentarsi con una nuova generazione di giovani.
Vanno rinominati e rifatti i principi fondamentali. Sinistra e destra ad esempio non hanno
più senso, come non ha più attualità il termine classe operaia o precariato.
Oggi il confronto si sposta tra progressisti e conservatori. Un concetto che può essere
anche trasversale. Oggi gli interessi da rappresentare sono i nuovi bisogni non più i conflitti
di classi scomparse. L’autonomia, la sicurezza, le libertà appartengono ad un divenire
ancora sconosciuto ed in fase di formazione, ma sicuramente legato al futuro imminente.
Temi che dovranno essere approfonditi se ci sarà mai un congresso di svolta vera e radicale.
Fatica sprecata ed inutile se invece si vorrà restaurare l’insipienza e la cecità politica.
Partiamo subito da una premessa fondamentale: la forma partito. Non ci dovrà più essere
un modello centralista in cui un piccola corte decide per il suo regno.
Il nuovo partito deve essere un movimento federato con fortissima autonomia regionale,
legato nazionalmente nel simbolo e nelle linee strategiche, ma autonomo nelle politiche e
nelle alleanze locali.
Noi non ce n’accorgiamo, ma tutto il mondo va verso autonomie sempre più specializzate
e autogovernate. Succede così nei sistemi sociali, in economia e nelle scienze.
Quello che si pensava essere un modello egoistico e populista della Lega, è invece
un’occasione di crescita e modernità se applicato in tutte il territorio italiano.
Come ogni intuizione, avrà successo, se applicata in modo equilibrato e corretto, sarà un
fallimento se rimarrà solo uno slogan.
Per avviare la nostra rivoluzione interna ci occorrono dei rivoluzionari responsabili.
L’unica nostra speranza si trova nel nuovo e sconosciuto che c’è dentro i nostri militanti.
Non corriamo rischi. Per semplici leggi matematiche, peggio di cosi, non può andare.
Categoria: Rassegna Stampa
RIPRENDERE IL CAMMINO. SIAMO SOLO ALL’INIZIO.
Ho apprezzato l’intervento di Antonino ( Di Trapani ) e, se può avere un significato, sono d’accordo con lui, non solo per quello che esprime, ma per il significato che ha e che intende dire, quello che esprime ( anche se il clinch della critica a Boselli, ma aggiungerei De Michelis e Del Bue, è ormai pleonastico ed insufficiente. Come la coperta corta di Linus… ). Per cui, protesi soprattutto a migliorare noi stessi, più che criticare gli altri, e forti di un successo ulteriormente amplificato dalle nostre intuizioni politiche Venete e Siciliane (apparentamento con i Movimenti Federalisti territoriali ), necessita, secondo me, che da qui si parta per ridefinire una identità che langue ed una esistenza che … non esiste. Per il primo aspetto sarà quanto mai necessaria una conferenza programmatica nazionale, sul secondo un’attenta valutazione dei prossimi passi istituzionali. Mi riferisco alla collocazione Parlamentare dei nostri deputati eletti: nel Gruppo del Pdl o in quello Misto ? I prossimi importanti appuntamenti elettorali delle amministrative 2009 e 2010, necessitano di un ancoraggio, di un riferimento, di un richiamo, ad un soggetto politico nazionale ben identificabile. Per non dimenticare le prossime elezioni europee, con le implicanze di un già dichiarato riferimento al Ppe da parte di Berlusconi e Fini…. Insomma è già tempo che la nostra vittoria elettorale ( il Segretario Nazionale alla Camera dei Deputati ) ed il nostro Garofano diventino notizia da proporre e propagandare pubblicamente ed in ogni ambito possibile. Riconoscendo a noi stessi di essere stati bravi e disciplinati, ora è tempo, dopo il ” primum vivere “, di ” (deinde) philosophare “. Non possiamo più essere un partito fantasma. Abbiamo il grande compito di ricostruire un Movimento Socialista ( Federalista oltre che Autonomista ? ne parleremo ) utile all’Italia ed all’Europa.
Elezioni, Di Trapani: I socialisti ci sono, Boselli anacronistico
Roma, 16 APR (Velino) – “Commentatori politici e media nei giorni del dopo voto hanno fortemente messo l’accento sul fatto che il Partito Socialista e’ scomparso dal panorama politico nazionale, solo perche’ i socialisti di Boselli non sono riusciti a eleggere alcun parlamentare ne’ alla Camera ne’ al Senato. È questa un’affermazione fuorviante e ingenerosa per i Socialisti”. Lo ha sottolineato Antonino Di Trapani, coordinatore nazionale della segreteria del Nuovo Psi, in relazione alla elezione di Stefano Caldoro nelle fila del Popolo della Liberta’. “Bisogna chiarire evidentemente, per evitare mistificazioni e strumentalizzazioni, che dal 1994 Boselli ha rappresentato – ha sottolineato – solo una parte dei Socialisti Italiani, atteso che la cosiddetta diaspora ne ha frammentato la compattezza. Se lo Sdi di Boselli e’ stato sconfitto e severamente punito dal voto, cio’ e’ avvenuto solo a causa delle sue scelte politiche anacronistiche e poco lungimiranti, perpetuate negli anni all’ombra degli ex comunisti e a difesa di interessi di nicchia fino alla colpevole estinzione di questi giorni”. È vero che una lista Socialista non e’ riuscita a superare le soglie di sbarramento elettorale, ma e’ anche vero che, alla luce dei profondi cambiamenti del panorama politico e della sua semplificazione, i Socialisti hanno trovato lo spazio elettorale per essere presenti in Parlamento. Il nuovo psi – ha concluso – e’ riuscito nell’intento e sara’ portatore, in sede parlamentare, dei valori, della tradizione e della cultura liberalsocialista e riformista senza soffocare autonomia e principalmente identita’, considerato che sul territorio nazionale centinaia di migliaia di attivisti e militanti lavorano generosamente per la continuita’ di questi valori”.
NESSUN PAREGGIO, SI RIPARTE COL BUONGOVERNO
Non c’era bisogno d’essere chiromanti per scrivere, meno di una settimana fa, un articolo dal titolo ‘Fra una settimana si riparte col… buongoverno’ con il quale, praticamente e senza alcuna cautela, si ipotizzava la vittoria del fronte riformista del PdL. Erano i disastri causati dal sinistro Governo Prodi a farci capire che la gente voleva cambiare registro riprendendo un percorso interrotto meno di due anni fa. Non si poteva perdonare, infatti, il mancato sviluppo e la liquidazione delle riforme e dei progetti faticosamente messi in piedi dal precedente Governo Berlusconi, e la politica sanguisuga delle tasse che sono state introdotte su ogni argomento del vivere civile tanto da raggiungere la iperbolica cifra di 110 nuovi balzelli, comunque denominati, e all’incredibile livello del prelievo attestato al 44%.
La sinistra e il suo popolo più cieco pensavano che bastasse un pò di maquillage; qualche slogan ammantato da intellettualismo, sol perché americaneggiante, come il ‘si può fare’; la decisione di non utilizzare elettoralmente il signor Prodi perché logorato e non spendibile; l’eliminazione dalle liste dei nemici più acerrimi degli italiani laboriosi come Visco; o la liquidazione, solo nel confronto politico nazionale e non nelle amministrative, della sinistra antagonista e barricadiera, o dei verdi presuntuosi e arroganti, per far dimenticare i guasti che erano sotto gli occhi di tutti. Gli unici che si rifiutavano di vederli erano, come al solito, i fideisti con i paraocchi, che erano convinti bastasse negare la realtà per poterla cambiare.
Non è andata così. Per fortuna gli italiani si dimostrano sempre un passo più avanti di tanti soloni e politici saccenti. Sempre più avanti di quanto pensano o si illudono di poter ottenere tanti editorialisti che in questi anni, guidati da Eugenio Scalfari, hanno appestato l’aria con le loro analisi di parte. Sempre in anticipo sui processi che cambiano inesorabilmente la storia.
Certo se era prevedibile l’uscita di scena dei boselliani avviati al macello dai propri ex padroni, fa impressione, ma è piacevole, constatare che, a distanza di venti anni, è crollato anche in Italia il muro di Berlino, e che in Parlamento non siederanno più personaggi orgogliosi di chiamarsi comunisti come Diliberto, Bertinotti, Mussi, o personaggi dell’imbecillità pseudo verde e della trasgressione come Pecoraro Scanio, Francesco Caruso o Luxuria.
E fa altrettanto piacere pensare che il terremoto del 13 e 14 aprile ha chiuso definitivamente le porte a personaggi dell’antipolitica che bussavano insistentemente in esse, come i Moretti, i Pardo, i Grillo e i Celentano. Si sono salvati solo quelli che, in tempo, hanno saputo mimetizzarsi nel PD. Ma anch’essi non avranno vita facile e si avvieranno all’autodistruzione. Le vittorie coprono normalmente ogni contraddizione, ma non avviene lo stesso con le sconfitte, per cui ci sarà la cosiddetta resa dei conti tra i reduci della disfatta. Se ne vedranno delle belle.
Intanto il PdL, con leader e premier Silvio Berlusconi, potrà riavviare il percorso riformista, dar corso al proprio programma, rifare dell’Italia un vero e grande cantiere di lavoro per risalire la china e superare il declino, senza quel ‘pareggio’ agognato e sperato da tanti che sentendo la sconfitta si illudevano di poterla neutralizzare. Si riparte quindi col buongoverno. Il Nuovo PSI del Garofano, che elegge al Parlamento il proprio Segretario Nazionale, Stefano Caldoro e il proprio uscente on. Lucio Barani e che ha dato il proprio contributo alla splendida vittoria e darà il proprio contributo al governo del Paese, rimane un punto di riferimento per il popolo socialista ormai allo sbando e senza bussola. Le porte di questo, pur piccolo, Partito sono aperte.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria 15.04.2008
FRA UNA SETTIMANA SI POTRA’ RIAVVIARE… IL BUONGOVERNO
Siamo in dirittura d’arrivo. Fra una settimana l’Italia potrà riprendere il cammino del buon governo, delle riforme e del vivere civile. Fra una settimana il riformismo potrà trionfare avviando per il nostro Paese un percorso di civiltà interna e di protagonismo internazionale recuperando i due anni di ‘sperpero politico’ provocato dal cosiddetto ‘Governo Prodi’, classico dilettante allo sbaraglio. In questo processo i socialisti del Nuovo PSI , forti delle loro idee, del loro pragmatismo e del loro riformismo, vorranno e sapranno dare il loro contributo.
A chi domanda cos’avranno di speciale i riformisti per essere così sicuri d’invertire la tendenza al declino del nostro Paese, si può tranquillamente rispondere che hanno soprattutto una diversa concezione della gestione della cosa pubblica.
Per la sinistra (ufficiale o mascherata che sia) la scelta per far quadrare i conti (si fa per dire) è stata ed è abbastanza semplice: mettere le mani nelle tasche dei cittadini aumentando la pressione fiscale a dismisura e provocando i guasti che sono sotto gli occhi di tutti (ripresa dell’evasione fiscale, aumento dell’inflazione, difficoltà a poter soddisfare le esigenze più elementari di fasce sempre più larghe di cittadini, livelli incivili di gestione dei servizi di base sopratutto quelli della sanità o della pulizia dei centri abitati). E il signor Walter Veltroni è espressione di questa filosofia così come lo ha dimostrato nel governo di Roma.
Per i moderati e riformisti, aggregati e raggruppati nel PdL, la scelta per affrontare e risolvere gli stesi problemi sta nel rifiuto a diventare sanguisughe e ‘rapinare’ i propri concittadini, che è una politica che aggrava i problemi e non li risolve per nulla. La quadratura dei conti pubblici sta nel saper eliminare gli sprechi, liquidare le sacche di privilegi esistenti, sbaraccare ogni Ente inutile, e ridurre i costi della politica.
Questo secondo percorso può essere fatto SOLO da chi non dipende da gruppi di pressione, da chi è lontano dai poteri forti che prosperano quando il Paese patisce le proprie difficoltà , e da chi non subisce i condizionamenti delle centrali sindacali che, giocoforza, sono portate a chiudersi a riccio e a rifiutare ogni possibile riduzione degli sprechi. Ma è SOLO questa seconda politica che può permettere la riduzione delle tasse, la lotta all’evasione, quella all’inflazione e la difesa del potere d’acquisto dei redditi da lavoro e da pensione che si ottiene anche con gli annunciati provvedimenti su ICI, detassazione del lavoro straordinario, e con l’aumento delle pensioni.
Ed è solo con questa politica che diventa credibile ogni ipotesi di rilancio delle grandi opere pubbliche (come il Ponte sullo Stretto e la TAV) che non sono mai fine a se stesse, e diventa altrettanto credibile la realizzazione della piena occupazione anche nel Mezzogiorno d’Italia a partire dalla sistemazione dei precari come quelli lasciati in eredità dalla sinistra con le invenzioni di LSU ed LPU.
La guida di Silvio Berlusconi del PdL e della coalizione costruita attorno ad esso è un’altra garanzia che il programma non sarà carta straccia. E non bisogna attendere molto per capire in quale direzione soffia il vento, perché saranno i primi cento giorni la cartina di tornasole del buongoverno. In quei cento giorni saranno affrontate le emergenze della Campania, buttate le basi per una nuova politica economica, riavviato il percorso di politica estera. Il Presidente Berlusconi e i suoi alleati, tra cui il Nuovo PSI di Stefano Caldoro, sono già stati visti all’opera, e non sarà per l’Italia, quindi, un salto nel buio.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria 07.04.2008
REGOLA PRIMA, MAI COABITARE CON I SERPENTI
Mancano ormai meno di tre settimane alle elezioni che dovranno decidere a chi affidare la guida politica del Paese. Fra meno di tre settimane gli italiani potranno porre la parola fine uno dei periodi più ‘sgangherati’ della politica italiana, chiudendo la fase del ‘non governo’ o, meglio, del governo all’incontrario che tanti danni ha prodotto all’Italia. Fra tre settimane, anche il Nuovo PSI vuole e deve dare il suo contributo alla realizzazione di questo obiettivo.
E ciò anche se, per la prima volta dal ripristino del Garofano, dopo la falsa rivoluzione, il simbolo dei socialisti craxiani non sarà presente, visivamente, sulla scheda elettorale. Detta assenza non diminuirà , per nulla, l’impegno dei militanti socialisti perché fortemente motivati per la vittoria del Popolo della Libertà . Non solo e non tanto perché ci è stata garantita l’elezione del Segretario Nazionale, Stefano Caldoro (candidato a capolista in Campania), e quella del deputato uscente, Lucio Barani (candidato in Toscana), con l’impegno a spendere un ulteriore riconoscimento verso quei territori dove più marcata è la presenza organizzata dei socialisti, ma sopratutto per la chiarezza degli obiettivi e del programma presentato come ‘le sette missioni’ di Silvio Berlusconi.
Intanto Caldoro e Barani, a differenza degli ‘altri’ socialisti (boselliani, bobiani o costituenti) che avendo ricevuto il benservito chiudono ingloriosamente la loro sudditanza all’egemonia comunista, saranno gli unici socialisti del Garofano che siederanno in Parlamento, mentre gli altri assaporeranno ‘come sa di sale lo pane altrui’. La cosa che più brucia, però, sulla pelle e nelle carni dei socialisti di base non è la mancata elezione di alcuni dirigenti socialisti, quanto il metodo col quale si è proceduto alla pulizia etnica da parte del signor Veltroni e dei dirigenti comunisti comunque camuffati.
Non solo si è deciso di cacciare i socialisti che, così, saranno destinati a scomparire dal panorama politico parlamentare italiano ma, aggravando la situazione, si è deciso l’imbarco del principale simbolo della loro vergognosa mattanza, quell’ Antonio Di Pietro che è il campione assoluto del giustizialismo nel nostro Paese ed ha già dichiarato che vuole fare il Ministro della Giustizia perché ‘deve completare la pulizia iniziata con mani pulite’.
Chi ha chiuso gli occhi e ha fatto finta di non vedere con quali serpenti coabitava, non può oggi dolersi del fatto che il morso di alcuni di essi sia letale. Ognuno certamente è arbitro del proprio destino e delle scelte operate, ma per ognuno arriva il momento della riflessione e della verità . Non voler riacquistare la vista significa aver scelto deliberatamente l’eutanasia per se e per tanti valorosi compagni che li hanno improvvidamente seguiti. C’è, comunque, da sperare che qualcuno degli attuali ‘ciechi’ apra finalmente gli occhi e senza farsi condizionare da falsi nominalismi (destra-sinistra) sappia, finalmente, concretizzare la propria riflessione.
Noi non abbiamo di questi problemi. Il nostro compito è come contribuire a far diventare concretezza le scelte programmatiche delle ‘sette missioni’, dove non c’è di tutto e il suo contrario, ma solo indicazioni nette e concrete da avviare subito alla loro realizzazione dando una forte sterzata all’inconcludenza prodiana. Abolizione Ici su prima casa, detassazione degli straordinari, ripresa del nucleare, rilancio opere pubbliche (ponte sullo Stretto in primis), riduzione costo della politica, lotta alla criminalità con certezza della pena, riforma giustizia con l’introduzione della figura dell’avvocato dell’accusa per esaltare la terziarietà del giudice, lotta all’inflazione e al carovita, saranno alcune delle cartine di tornasole di un reale cambio di fase.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria, lì 25.3.2008
Boselli:licenza di uccidere
La spinta al cambiamento data dal Partito Democratico e dal Popolo della Libertà al panorama politico nazionale ha costretto, in vista della tornata elettorale del 13/14 aprile prossimo, le forze politiche minori a scelte a volte poco comprensibili ai non addetti ai lavori.
Alla luce di questo stravolgimento,che non è solo apparente,ma che ha portato nell’immediato a un diverso posizionamento delle forze politiche in campo, è necessaria una riflessione sulla Questione Socialista.
Partiamo da Boselli, il quale, dopo quindici anni di tentennamenti e di tentativi opportunistici che lo hanno visto alleato a diverse forze politiche ( Dini, Radicali, etc.), ignorando gli appelli provenienti da più parti per il rilancio dell’identità e della autonomia del Partito Socialista in Italia , sembra aver intrapreso ora la strada dell’autonomia.
Non sfugge però il percorso politico “Boselliano†dal ’94 ad oggi, da quando cioè,con il segretario politico dell’epoca Del Turco e contro la volontà di molti compagni, anch’egli decretò lo scioglimento del Partito Socialista Italiano,ufficialmente per motivi economici e finanziari,ma in realtà in ossequio ad un perverso disegno perpetrato insieme con i post-comunisti, volto ad eliminare la presenza socialista dal panorama politico nazionale. Chi non ricorda al Congresso di scioglimento la presenza in prima fila di tutto l’apparato post-comunista,a partire da Occhetto, che proponeva la sua nuova “ macchina da guerra�
E le scelte politiche successive non sono state altro che la costante conferma del suo duplice obiettivo:oscurare il socialismo in Italia per sopravvivere all’ombra dei catto-comunisti in una nicchia di protezione.
Non trovando mai chiarezza nella politica di Boselli, priva di spazi e di visibilità in questa falsa sinistra, il Partito Socialista Nuovo PSI partecipò al processo costitutivo della Casa della Libertà per mantenere saldi i principi di identità ed autonomia su cui ricostruire una vera casa socialista,come peraltro esiste nel resto d’Europa.
Anche oggi, è la difesa di questi valori la sola motivazione della scelta di dare il nostro contributo elettorale e programmatico al Popolo della Libertà al fine di avere dei rappresentanti socialisti nel Parlamento Italiano, in coerenza con il nostro recente passato e come sancito dal Congresso del Nuovo Psi dello scorso giugno. E Boselli? Perché solo oggi fa la scelta dell’autonomia? Perché oggi che il mutato campo politico suggerisce ragionevolmente strategie diverse, Boselli sceglie ciò che ha sempre rifiutato in tutti questi anni? E’ la prova che cerca di portare a termine quanto ha iniziato tanti anni fa, confermando con il suo comportamento irresponsabile che si tratta dell’ ennesimo incarico affidatogli da quelli che sono stati i carnefici del Partito Socialista Italiano. Rifiutando ogni apparentamento e scegliendo di correre da solo, infatti, egli si avvia all’ennesima fatale sconfitta in una logica autodistruttiva , utile solo a compiacere i suoi mandanti.
Al contrario noi, forti della nostra coerenza e del patrimonio da noi sempre difeso dell’identità ed dell’autonomia, continueremo a lavorare per salvaguardare i valori del Socialismo in cui da sempre crediamo
Antonino Di Trapani
Responsabile Ufficio Organizzazione
della Segreteria Nazionale NUOVO PSI
TUTTO E’ BUONO PER LA POLEMICA, ANCHE… IL RIDICOLO
Non sono d’accordo con quanti, intervenendo sulla assurda polemica nata per una battuta del Presidente Berlusconi sui precari, affermano che, in fin dei conti, si trattava semplicemente di ‘una battuta di spirito che purtroppo non è stata capita da molti’. Non sono d’accordo perché, se così fosse, vorrebbe dire che la polemica si è sviluppata, con grande battage pubblicitario, per una errata interpretazione di quanto accaduto. Ma le cose non stanno così.
Gli avversari del Popolo della Libertà non sono per nulla degli imbecilli al punto da non capire lo spirito di una battuta. La verità è che essendo a corto d’argomenti si buttano, a costo del ridicolo, su tutto ciò che può distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla gravità della situazione del Paese, e dall’assenza di respiro politico nella loro campagna elettorale che si trascina tra un nuovo che non esiste, e la ricerca di una verginità politica che, dopo Prodi, come tutte le verginità , è impossibile da ricostruire.
Non sono neanche d’accordo con quanti ‘sconsigliano’ Silvio Berlusconi dal parlare senza rete e senza cautela. Anche loro sbagliano profondamente quando pensano che le polemiche, costruite dalla sinistra e dal coro dei giornali del soccorso rosso, siano frutto di ‘mosse maldestre’ del Cavaliere. Non è affatto così, perché qualunque cosa dica Berlusconi, e sottolineo qualunque cosa, scatta immediata la polemica. Anzi, essa scatterebbe anche se il leader del Popolo della Libertà , decidesse di non parlare più fino al 13 e 14 aprile. Veltroni, Prodi, la Repubblica, l’Unità , Travaglio, con tutto il loro armamentario propagandistico, vi costruirebbero attorno la qualunque, affermando che il silenzio di Berlusconi nasconderebbe, di certo, chissà quali nefandezze per tessere trame eversive ed antidemocratiche essendo impossibile che egli abbia deciso di starsene zitto zitto dietro le quinte.
Se poi, avviato il can can propagandistico, com’è avvenuto nell’ultimo caso, ci si trova di fronte ad una giovane che non solo ci ha scherzato sopra assumendo l’episodio per quello che effettivamente era, ma addirittura ha dichiarato che sicuramente voterà per il PdL, Veltroni & C. entrano in fibrillazione perché incapaci di gestire una vicenda nella quale non era prevista una variabile fuori dal loro controllo. E’ un clichè che si ripete purtroppo sistematicamente per poterlo catalogare come incidente causato da ‘reazione maldestra’.
Se gli strateghi della sinistra (si sinistra, proprio quella di Veltroni) pur sapendo perfettamente che dopo due/tre giorni di polemiche tutto ritorna normale perché i fatti hanno la testa più dura di qualunque speculazione, continuano a insistere sul terreno della denigrazione, dello sberleffo e della violenza critica, vuol dire che gli obiettivi sono altri, come quello di nascondere la pochezza dei loro argomenti spostando l’attenzione sulle più disparate schiocchezze.
Se da una parte, quindi, è necessario rispondere e parare i colpi, dall’altra bisogna ragionare con la gente sui programmi, gli obiettivi e le realizzazioni da fare nei primi cento giorni di governo che sono quelli che qualificano una compagine governativa. Il Nuovo PSI è su questo che sta facendo e continuerà a fare la propria campagna elettorale, convinto più che mai che non basta solo il messaggio mediatico per vincere, ma che esso vada accompagnato da un lavoro capillare, come si suol dire, ‘porta a porta’, con l’obiettivo di contattare il maggior numero possibile di elettori, soprattutto quelli indecisi o propensi ad esprimere un voto di semplice testimonianza.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria lì 17.3.2008
BRESCIA: LA LISTA DEL GAROFANO ALLE ELEZIONI
Sarà presente a Brecia la lista del NUOVO PSI, che presenterà i propri candidati alle elezioni Comunali e nelle circoscrizioni.
Una lista di persone che proviene dal mondo delle professioni, che vuole fare una scommessa di riforma (sia in senso strutturale che progettuale) della città .
La lista è collegata al Candidato Sindaco proveniente da Forza Italia, che ha fortemente voluto la presenza dei SOCIALISTI al proprio fianco.
Il NUOVO PSI anche a Brescia rilancia la propria identità ed autonomia guardando al futuro, con grande orgoglio, con grande volontà di rinnovamento, portando il proprio modesto apporto.
La FEDERAZIONE di BRESCIA
Comunicato della segreteria del Nuovo Psi
Mar 20.42 – Il Comitato di Segreteria del Nuovo Psi si è riunito in data odierna, per esaminare la situazione politica nell’imminenza della consultazione elettorale del 13 e 14 aprile.
Il Comitato ha preso atto, con soddisfazione, della candidatura del Segretario nazionale Stefano Caldoro al massimo livello nella lista per la Camera dei Deputati del Popolo della Libertà in Campania. Tale circostanza rappresenta un riconoscimento alla coerenza della linea politica del partito.
Nello stesso ambito di coerenza politica oltre che di apprezzamento del lavoro parlamentare svolto, si registra positivamente la candidatura dell’on. Lucio Barani in Toscana. La collocazione di tale candidatura in una posizione tra i vincenti richiede lo sforzo massimo del partito in terra toscana per raccogliere consensi elettorali che potranno risultare decisivi per le elezioni di Barani, senza attendere le opzioni dei due capolista e per il maggiore successo dell’intera lista. Frutto del riconoscimento alla coerenza della linea politica del partito sono anche le altre candidature di esponenti del Nuovo Psi a livello locale.
Forte rammarico, invece, viene espresso per non aver potuto condurre direttamente una trattativa nella formazione delle liste che ha, di fatto, escluso la rappresentanza al Tavolo delle candidature e del programma anche per le difficoltà dei partiti minori alleati a coordinarsi tra di loro.
Ciò ha impedito la possibilità di impegnare personalmente i quadri dirigenti più rappresentativi e la piena soddisfazione delle aree territoriali dove più forte è il consenso ed il radicamento o dove era presente una rappresentanza istituzionale del partito.
Si sono registrati anche non pochi disguidi nei rapporti con l’alleanza nei Tavoli regionali il che, per il futuro impone un diverso comportamento fondato su regole condivise che sono necessarie per rapporti politici corretti e proficui.
Le candidature di esponenti del Nuovo Psi rappresentano anche una garanzia per la riaffermazione dell’identità e dell’autonomia del partito che, pertanto, è in condizione di riprendere il cammino anche in sede parlamentare e di adoperarsi per rendere più dinamica la propria crescita.
La concomitanza delle elezioni amministrative offre l’occasione per verificare la presenza e la rappresentanza del partito sull’intero territorio nazionale. Per tali motivi è richiesto un grande impegno di tutti e di ciascuno, perché, nel riaffermare i valori fondanti del partito e nel fare presenti le ragioni del socialismo liberale, si possa proseguire con successo per una sempre maggiore e più diffusa presenza nel territorio e nelle istituzioni. Siamo tutti chiamati, oggi che è partita la campagna elettorale, a credere nell’obiettivo strategico che è pienamente coerente con le ragioni della nostra nascita e delle nostre decisioni che hanno caratterizzato dal 1994 ad oggi la nostra scelta di campo. L’obiettivo è che l’alleanza, guidata da Silvio Berlusconi e costituita dai moderati, dai liberali, e dai riformisti, dovrà avere un’ampia maggioranza nel Paese e vincere la coalizione del catto-comunismo e del giustizialismo, guidata da Veltroni, avversaria da sempre dei socialisti-riformisti.
Seguirà la convocazione degli organismi
PDL: coalizione di moderati, non di destra
La coalizione della PDL si caratterizza per essere un patto tra alleati che hanno in comune provenienze diverse ma la stessa visione modernista riformatrice e liberale della società .
Una coalizione elettorale che presenta tra i propri candidati rappresentanti dell’area cosidetta laica, e riformista quali i Repubblicani e soprattutto i Socialisti, non può certamente essere una coalizione troppo spostata a destra.
I rappresentanti del Nuovo PSI nel prossimo Parlamento continueranno nella tradizione della loro storia, garantendo quella libertà di pensiero che da sempre li ha caratterizzati
ELEZIONI: PDL, BERLUSCONI, FINI E CALDORO GUIDANO CAMPANIA 1
(ANSA) – NAPOLI, 10 MAR – Silvio berlusconi, Gianfranco Fini, Stefano Caldoro, Alessandra Mussolini ed Italo Bocchino compongono il cappello di lista del Pdl nella circoscrizione di Campania 1. In lista anche i deputati uscenti Luigi Cesaro, Paolo Russo e Pina Castiello, il senatore Giuseppe Scalera dei Liberaldemocratici di Lamberto Dini, l’ex Udc Giampiero Catone. Tra gli esponenti della societa’ civile il magistrato Alfonso Papa, l’ex prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, ed il capitano Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare.
Esclusi i parlamentari uscenti Antonio Martusciello, Claudio Azzolini, Gianfranco Laurini, Emiddio Novi, Alfredo Vito e l’ex questore di Napoli Franco Malvano.(ANSA).
E ADESSO… AVANTI TUTTA
Certo, rimane sempre un pò di amaro in bocca, soprattutto tra i compagni di quelle regioni come la Calabria dove più marcata è la presenza organizzata dei socialisti, ma non per questo si è propensi ad abbassare la guardia. Al contrario, anche i compagni che si aspettavano un più gratificante riconoscimento del ruolo e delle scelte (non improvvisate) di schieramento del Nuovo PSI, e che, a caldo, si sono sentiti un pò mortificati, sanno perfettamente che le attività corsare, effettuate nel popolo socialista e contro di esso, dai vari soggetti che si chiamano Boselli, Bobo o GDM, ci hanno purtroppo ridotto sensibilmente nel peso e nell’incidenza.
Aver ottenuto che il Segretario del Partito, Stefano Caldoro, sia capolista in uno dei collegi della Campania è un riconoscimento splendido che ci inorgoglisce e ci permette, assieme alla riconferma dell’uscente on. Lucio Barani, di mantenere vivo e vegeto quel fiore, il Garofano, che dobbiamo saper consegnare alle nuove generazioni con tutto il bagaglio di riformismo che solo i socialisti sono capaci di interpretare positivamente nell’interesse dell’intero Paese.
Per questo risultato, bisogna anche ricordarlo, nessuno, incluso Silvio Berlusconi, ci ha chiesto di scioglierci nel Partito unico che andrà a realizzarsi nel prossimo autunno, e nessuno ci ha imposto di rinunciare alla nostra identità ed alla nostra autonomia. Ma anche per questo dobbiamo saperci rimboccare le maniche e contribuire, col massimo impegno, alla splendida vittoria che attende, il 13 e 14 aprile prossimo, il Popolo delle Libertà . Non tanto per dimostrare quanto si è stati ingenerosi col Nuovo PSI, soprattutto in Calabria (dove il risarcimento potrà avvenire subito dopo la tornata elettorale), ma per continuare quel cammino di ricostruzione delle nostre strutture organizzative che possono gratificare il popolo socialista, e far guardare in avanti con sufficiente speranza.
Il riconoscimento riservato al Segretario Nazionale segna, comunque, una evidente differenziazione con quanto la sinistra e Walter Veltroni hanno riservato ai socialisti dello Sdi o della cosiddetta, ma ormai defunta, Costituente. Si possono fare tutti i salti acrobatici del mondo, per tentare di dimostrare il contrario, ma nessuno sarà in grado di negare che nel Parlamento italiano sarà rappresentato solo il Nuovo PSI autonomista. Sarebbe ora, allora, che Bosellie & avviassero quella profonda riflessione capace di farli uscire dallo stato di presunzione intellettuale, o di sudditanza politica, che, in questi anni, hanno, di fatto, bloccato la ricostruzione del Nuovo Partito Unico dei Socialisti.
Intanto, adesso… avanti tutta. Il 13 e 14 aprile si vota anche per eleggere i Consigli Provinciali e Comunali e l’ Assemblea Regionale della Sicilia. E in molte realtà la presenza del nostro simbolo ci offre la migliore occasione per poterci contare. L’impegno del nostro quadro dirigente deve essere massimo e senza tentennamento alcuno. Non basta, infatti, la battaglia mediatica che sarà realizzata nei salotti televisivi o col battage pubblicitario, nei trenta giorni che ci stanno davanti, ma l’esperienza ci insegna che è fortemente necessario il contatto diretto e l’approccio individuale.
Abbiamo il grande compito di rendere visibili i valori che ci tengono uniti nella coalizione, e i programmi chiari e netti che anche il Nuovo PSI vuole realizzare per far rialzare l’Italia dal declino a cui l’aveva condannato l’armata Brancaleone.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria, 10.3.2008
PDL: LISTE; ECCO I CAPILISTA E LE ‘TESTE DI LISTA’
(ANSA) – ROMA, 9 MAR – Michela Vittoria Brambilla ‘testa di lista’ in Emilia Romagna alla Camera (ovvero prima alle spalle di Silvio berlusconi e Gianfranco Fini, che sono in tutte le regioni i numeri 1 e 2 per Montecitorio) e stessa posizione per Mara Carfagna in ‘Campania2′, mentre Franco Frattini e’ ‘testa di lista’ in Friuli e Lamberto Dini solo terzo al Senato (nel Lazio) alle spalle di Marcello Pera e di Maurizio Gasparri. Sono alcuni dei nomi che compaiono nella lista definitiva delle candidature chiuse in serata a via dell’Umilta’ e diffuse da fonti di Forza Italia.
Fra le teste di serie, compaiono Maurizio Scelli, ‘testa di lista’ in Abruzzo alla Camera; Domenico Viceconte, capolista al Senato in Basilicata; Stefano Caldoro e Alessandra Mussolini, rispettivamente numeri 3 e 4 in Campania; Carlo Giovanardi, capolista in Senato in Emilia Romagna.
Fabrizio Cicchitto, numero 4 dopo Gianni Alemanno (An) in ‘Lazio 1’; mentre nel ‘Lazio 2’ il ‘testa di lista’ e’ l’azzurro Rocco Crimi e al numero 4 compare Giorgia Meloni (An).(SEGUE
Noi sempre coerenti, Boselli invece un’opportunista
Da sempre ci siamo battuti per mantenere alta l’identità e l’autonomia, ricercando in più occasioni la possibilità di una ricomposizione di tutte le anime della diaspora Socialista.
In tutte le occasioni Boselli ha preferito nascondersi sotto altre sigle propendendo per scelte opportunistiche.
Adesso, viceversa, in un quadro politico completamente nuovo, è stato obbligato a fare una battaglia di rappresentanza che lo porterà all’estinzione.
Il Nuovo PSI ha scelto di continuare ad esistere partecipando al progetto della coalizione che vede il PDL protagonista.
Eleggere una rappresentanza parlamentare per continuare a tenere alti gli ideali riformisti
Questo è quello che i Parlamentari Socialisti continueranno a fare una volta eletti.
Saranno i continuatori degli ideali di Craxi e rappresenteranno orgogliosamente tutti i Socialisti dichiarandosi disponibili a rappresentare anche le istanze di coloro i quali non saranno presenti in Parlamento
