Berlusconi e Veltroni si rivolgano agli elettori

La crisi che investe la politica e le istituzioni nel nostro Paese è più profonda di quello che appare. Chi ha la responsabilità di governo o di guida delle maggiori forze politiche sta cercando in questi ultimi mesi di proporre qualcosa di nuovo. Un nuovo più estetico che reale.
Le prime mosse sembrano confuse e dettate più da azioni difensive e di autodifesa che da lucida visione delle cose. Prodi, con indubbia capacità tattica , sostiene la sua fragilissima maggioranza con l’esperienza del vecchio democristiano che galleggia tra le grandi difficoltà senza risolvere alcun problema, sicuro di rimanere l’unica alternativa a se stesso. Veltroni punta alla vocazione maggioritaria del suo PD ed è costretto a prendere il largo dal recinto del vecchio centrosinistra per tentare- almeno sulle regole e la legge elettorale- un accordo con l’opposizione ed in particolare con il partito più forte e con i medesimi interessi. Anche questa mossa appare nel breve difensiva e tesa a rafforzare una personale leadership. Infine Berlusconi, fallito, non per sua colpa, il progetto della cdl ed il tentativo di spallata al governo è stato costretto a rovesciare il tavolo dei vecchi rapporti con gli alleati e a tentare di sfondare, da solo, il muro delle percentuali che consentono se non la autosufficienza almeno qualcosa che le assomigli. Tutto il resto della politica gira e rigira attorno a queste novità con molti mugugni e mal di pancia.
Una prima alleanza dei tre protagonisti si è naturalmente saldata nell’impedire la nascita di un nuovo polo, cosa bianca o altro, che possa mettere in discussione il vantaggio tattico conquistato. Ma il paese e l’opinione pubblica sembrano non credere alle risposte della politica. Il sentimento di protesta e di antipolitica sale pericolosamente. Il cittadino chiede di essere governato e questo non avviene. Si perde competitività e gli ultimi dati eurostat ci danno in netto regresso superati anche dalla Spagna sui dati nella ricchezza pro capite. L’antipolitica è sempre più fuori del palazzo e ne minaccia la stabilità cosi come avvenne nella stagione prima di tangentopoli.
La cosiddetta seconda repubblica non è riuscita a realizzare le riforme istituzionali indispensabili per ammodernare lo Stato. Su questi temi i socialisti sono arrivati prima di tutti. Basta riprendere le relazioni ed i documenti congressuali dal 1978 in poi per leggere tutto quello che si sarebbe dovuto fare per rendere il nostro paese competitivo al passo con le sfide della globalizzazione. Le forze politiche di oggi riusciranno nell’impresa ? Come ho ricordato prima, le mosse iniziali sono più dettate da legittima difesa che da reale approfondimento. Non vi è dubbio che i protagonisti della seconda repubblica hanno un’evidente difficoltà a ritornare sui propri passi dopo che, per più di un decennio, hanno magnificato il neo bipolarismo all’italiana. Se si riparla insistentemente di proporzionale e di allentamento dei vincoli di coalizione non è un caso. Ciò è dovuto al fallimento del concetto di alleanze che né è determinato.
Il punto debole della discussione di questi giorni è che si vogliono superare i nodi politici con strumenti elettorali. Il referendum non è una soluzione, ma non lo sono neppure le proposte presentate in Parlamento sulla modifica della legge elettorale. Il problema è che non si può anteporre questa- la legge elettorale – alla decisione strategica su quale modello istituzionale si vuole dare al Paese. In poche parole la legge in vigore in Germania è funzionale al sistema parlamentare e federale presente in quel paese; cosi come in Francia il modello elettorale è vestito sul sistema semi presidenziale. In Italia invece si parte dalla coda.
Il sospetto che si sia scelta questa strada solo per convenienze di parte è assolutamente legittimo. Ecco perché di fronte ad una sfida cosi alta come quella di fare finalmente una Grande Riforma la scelta non potrà essere quella di sommare debolezze: l’incerto governo Prodi, una maggioranza parlamentare inesistente, un parlamento frammentato e un quadro economico e sociale in declino. Solo un nuovo Parlamento che sia, questo si, legittimato da un mandato popolare su limitate ma essenziali priorità economiche ed istituzionali può essere in grado di garantire la svolta.
Le forze politiche invece di perdere tempo su inutili tecnicismi propongano subito ed insieme al paese e agli elettori- chiunque esca vincitore dalla battaglia elettorale- alcuni temi condivisi sulle regole e sul funzionamento dello stato che saranno affrontati ed approvati con il più ampio consenso all’inizio della nuova legislatura . Non dentro il palazzo ma dai cittadini va cercata la legittimità per governare il cambiamento. Noi del Nuovo Psi sappiamo da che parte stare e quali alleanze condividere ma gli interessi del paese impongono un salto di qualità

Stefano Caldoro

Tratto dal forum della costituente Socialista

Con l´adesione di De Michelis e di Battilocchio al gruppo del PSE si chiude definitivamente l´operazione di “voltagabbana” più articolata degli ultimi tempi!
Con l´aggravante della grande illusione della Costituente socialista! Legittimi potevano essere i dubbi (politicamente parlando, nell´ambito del dibattito interno al Nuovo PSI) sulla opportunità di mantenere una alleanza con la Casa delle Libertà all´indomani delle elezioni politiche del 2006, al fine di evidenziare le anomalie più volte denunciate di quello che è stato definito il nostro bipolarismo “bastardo”; meno convincente, anzi del tutto opportunistico appare ora agli occhi di tutti i socialisti che avevano creduto nella necessità di rafforzare l´identità del partito, questa operazione dell´ex segretario De Michelis ed amici che, di fatto, ora si trovano a sostenere più o meno direttamente un Governo (per il tramite della neo costituente socialista), in alternativa al quale si erano presentati agli elettori.
Più coerente e credibile, eventualmente, sarebbe stato un atteggiamento di equidistanza da entrambi i poli, sostenendo con forza la modifica della legge elettorale nella direzione di un modello proporzionale con sbarramento alto, riprendendo da tale posizione una politica che parlasse finalmente ai cittadini su come affrontare i temi più caldi della nostra quotidianità.
A conti fatti quindi, lungimiranti sono stati Caldoro, Barani ed amici nel prevedere un passaggio di campo che ogni socialista liberale e riformista non avrebbe mai potuto condividere. Ciò che risulta veramente inaccettabile è l´inganno perpetuato ai danni dei tanti ed onesti socialisti che, ancora una volta hanno dovuto assistere ad una operazione trasformistica che certo non aiuta nel difficile compito di mantenere forte e viva nel paese la presenza della cultura e dei valori del socialismo liberale e della socialdemocrazia, alternativi come sempre, alla cultura cattocomunista oggi incarnata dal neonato partito democratico.
Per questi motivi, ora è quantomai necessario radicare su tutto il territorio la presenza del Nuovo PSI di Caldoro, a partire da quei luoghi, come l’Emilia Romagna, di forte tradizione socialista, dove oggi impera la confusione e lo sconcerto e dove, soprattutto, bisognerà far sapere che c´è chi vuole ancora mantenere alto il simbolo del garofano e non si vergogna di ricordare uno dei padri storici del socialismo italiano: Bettino Craxi.
Arrivederci!
AURELIO

A Latisana (Ud) i socialisti con la CDL


Anche i Socialisti del Centro-destra nella persona di Lauretta Iuretig, segretario provinciale del Nuovo PSI, hanno partecipato al Congresso Comunale di Forza Italia a Latisana.
È stato ribadito che la costituente di Borselli anche in regione non pone fine alla diaspora ma la codifica definitivamente. Ora il quadro della galassia socialista risulta più chiaro e semplificato.
Rimangono in campo due organizzazioni di tradizione socialista, una collocata nell’Unione con il Partito Socialista formata dai socialisti di E. Boselli, di G. De Michelis e di Bobo Craxi, e una collocata nella Casa della Libertà con il Nuovo PSI di Stefano Caldoro che è l’unico legittimato ad utilizzare la sigla “Nuovo PSI”.
Abbiamo scelto di stare con la Casa della Libertà non per tatticismo né per opportunismo ma perché convinti che questo sia il luogo dei veri riformatori e innovatori nonché custodi della nostra cultura e tradizione.
Nell’augurare un buon lavoro ai congressisti forzisti, Iuretig ha affermato che tutti noi dobbiamo lavorare all’interno dei nostri partiti per fare pulizia etica e per fare rispettare le regole democratiche. Anche Forza Italia dovrà avviare un dibattito con tutti i Circoli, della Brambilla e di Dell’Utri, con i quali rapportarsi perché solo nella dialettica c’è la possibilità di crescita.
Quando all’interno di un partito si perdono di vista le procedure democratiche e prevalgono le logiche del più forte, si disconosce la dignità dell’uomo e così agendo si scivola verso la corruzione e l’immoralità che è la morte del sistema democratico.
Iuretig poi ha sottolineato come i Socialisti che lei rappresenta dal 2001 abbiano sempre coerentemente sostenuto la Casa della Libertà in tutti gli appuntamenti elettorali ed in tutte le province del Friùli Venezia Giulia, ricevendo in cambio poco o nulla. Ed è per questo che ha chiesto ad alta voce agli alleati ed in particolare a Forza Italia, che spesso all’interno delle loro liste ha ospitato socialisti, rispetto e confronto a pari dignità. Nelle competizioni elettorali anche uno 0,5% può fare la differenza. La Fondazione “Libera Idea” è un’iniziativa indubbiamente importante perché finalmente si mettono delle persone al servizio di un programma e non il contrario ma il programma deve essere il risultato di una riflessione aperta a tutte le componenti della Casa della Libertà anche a quelle considerate fino ad oggi delle cenerentole.
Potrebbero essere proprio queste a fungere da stimolo, pungolo al vero rinnovamento politico.

Segretario Provinciale di Udine
Lauretta Iuretig

Gli incoerenti

Coerenti solo nell’incoerenza, i nostri ex compagni di partito continuano a messaggiarsi e a confessarsi utilizzando lo stesso sito e Forum che non ha più ragione di esistere e non è più ” solo ” loro. Se si reputano Partito Socialista, noi siamo Nuovo Psi… pertanto…Può darsi pure che esista una clausola d’uso negli accordi susseguenti la separazione consensuale del recente 4 ottobre… Tuttavia mi rifaccio alla dignità: individuale e di rappresentanza. Poi alla coerenza. Sanno senz’altro che esiste un sito intestato ” Costituente socialista “e allora perchè utilizzare un ambito che non interpreta più il loro partito ? Non credo alla buona fede, nè   aspetto sconti, qui in Veneto, da De Michelis, Laroni, Verrecchia, De Bona e dal “di nuovo amico Cresco” o dal “questo o quello per me pari sono” Romeo”. Ciò premesso e traendo spunto dalle solite improperie che da quel ” blog ” ci vengono indirizzate, voglio esprimere, in loro risposta, alcune considerazioni.
Si è parlato, in questi giorni, della sola Costituente. Si parlerà della rinascita del Partito Socialista. Nessun accenno, sui media, al Nuovo Psi che continuerà il suo cammino, con ancora maggiori difficoltà, sulle stesse posizioni che lo videro nascere 15 anni fa, dalle twin towers socialiste di tangentopoli : rappresentare l’ala riformista e laicoprogressista della Cdl, non credere a questa falsa sinistra ambientalmassimalista, non dimenticare il passato e la politica del compromesso cattolico-comunista che i buoni discepoli Fassino, Veltroni e D’Alema, stanno concretizzando con la nascita del Pd ( complice ancora una volta la Chiesa…. non la parrocchia, badate bene… ).
Il fattore K, il flagello di questo paese inventato da Gramsci, è stato prima concausa ( ripeto: concausa; non ” ha causato ” ) del fascismo, poi del terrorismo armato, infine, dopo la caduta del muro, della distruzione, con tangentopoli, del sistema politico italiano. Il Nuovo Psi,cosa diversa dal Partito Socialista, non è, non era e non sarà un partito di destra, ma per dirla giusta, non è, non era e non sarà un partito conservatore. Se traduciamo la politica agli slogan, come spesso accade, sviliamo irrimediabilmente questo Forum, nel quale mi colpì tempo fa un intervento di un certo ” Ciccio “, e talvolta le dichiarazioni di un altrettanto ” Paolo socialista e basta “… Insomma scritti che erano pregni di signiicati politici.
Può essere accettabile ridurre il tutto ad un tifo ” noi ” e ” Voi ” ? intendendo, come ancora qualcuno fa, lo Sdi ed il Nuovo Psi ? non dovrebbero essere forse il dialogo ed il confronto i nostri primi connotati caratteristici ? Dispiace, in tal senso, leggere le affermazioni del compagno di Palermo… mi ricordano l’alterigia dei comunisti berlingueriani, anche amici, ai quali, in domeniche di proselitismo, andavo a proporre, per un’offerta, ” L’Avanti “, il nostro quotidiano… lo stupore spregevole con il quale si schernivano, a me che libertario e pacifista, non esitavo a visitare i loro Festival dell’Unità… offendeva non poco, oltretutto troivandolo assai farisaico, doroteo… insomma falso !! L’approdo ad una scelta diversa dalla Costituente, non è dovuta per noi Riformisti ( spero che presto si addivenga a così identificarci )del NuovoPsi, a calcoli politici da osteria ( e peralrltro simili a quelli di Del Bue o De Michelis,Battilocchio, Angius, Spini, Intini…loro alla riconferma in Parlamento non ci pensano ? ) per non dimenticare l’esempio più eclatante e svenduto di Bobo Ahinoicraxi ! Ma, sforzandoci un poco, anche ad un’analisi di previsione e ad una sintesi di conclusione, entrambe politiche, vivaddio, immagino che quanti convintamente hanno aderito al progetto della Costituente lo abbiano fatto scevri dai soliti luoghi comuni ( destra, sinistra, sano, insano e sciocchezze simili … ). Bensì dal cammino e dallo sbocco che la società italiana dovrà fare e potrà avere. Ancor più dalle tematiche, semplificando, che mi( ci ) consentiranno di parlare ai nostri figli offrendo loro ipotesi di rappresentatività ” più garante ” per il loro futuro, un miglior futuro… Sono convinto che i nostri obiettivi e quelli di coloro che hanno aderito all’invenzione ” non socialista ” del Partito Socialista, sono, quasi certamente, gli stessi. Tuttavia abbiamo scelto strade diverse, meglio: percorsi ritenuti più sicuri, per arrivarci. Cammin facendo parecchi di noi si accorgeranno dell’abbaglio… e su queste convinzioni, magari errate, i riformisti del Nuovo Psi aspetteranno gli amici del Partito Socialista… Per molti di qua, sarebbe stato facile l’approdo in Forza Italia, ma come vedete, non tutti facciamo di cognome Cicchitto, Sacconi o Stefania Ahinoicraxi.. Per qualcuno tale porto non sarà mai quello della sua nave ! ” La politica è l’arte del possibile ” diceva Nenni. Consapevole che dal bipolarismo non si tornerà indietro – e qualche intervento alla Conferenza Programmatica l’ha anche detto – la scelta che già da mesi, e più, noi del Nuovo Psi ci sentivamo di fare era semlice: ” rafforzarci di qua o rafforzare di là “. La terza via è, oggi, utopia, e la politica è cosa diversa da ” scienze politiche “. Agli ex Npsi ora amici e compagni nella Costituente voglio dire che saremo nella Cdl a rappresentare anche le loro istanze. Lì noi lo potremo fare. Ci auguriamo che loro, nell’alleanza che obbligatoriamente dovranno accettare con comunisti e cattolici episcopali – non parrocchiani – , riescano a fare altrettanto. Confermiamo, intanto, che la nostra posizione circa questo Governo in carica non è ” autonoma ” ma contraria. Vedremo, a breve, il loro “sano” voto parlamentare. Il tempo come sempre sarà galantuomo.
In virtù di quanto sopra, nulla da eccepire sull’uso di quel sito ( a proposito un sincero abbraccio a Carlo Di Russo ). Un’unica richiesta: tolgano almeno la dicitura “nuovopsi.com “  cioè noi. Perchè continuare a confondere i lettori ?

Angelino Masin

Nuovo PSI LECCO: No “Costituente Comunista”

 

Il 4/ottobre, il Consiglio Nazionale del “Nuovo P.S.I”,conferma coerente la posizione Politica di sostegno alla C.D.L.,ed ha aderito alla federazione di forze politiche che si richiamano agli ideali di democrazia e libertà.

Dal Nuovo P.S.I.,sono usciti alcuni compagni che fanno capo a Gianni De Michelis,ed hanno scelto di confluire nella cosiddetta“costituente socialista”di  Angius e Boselli.

Di fatto,rimarranno in campo due organizzazioni di tradizione socialista:una,dogmatica e conservatrice collocata nell’Unione di Prodi,D’alema,Fassino,Bertinotti,Caruso ed altri; l’altra il “Nuovo P.S.I”.,moderata e riformista che ha avviato il processo di federazione,confermando la scelta di campo all’interno della C.D.L.

Due diverse e legittime posizioni che avranno,anche nella simbologia,diverse espressioni.

Enrico Borselli,con quanti lo hanno seguito e con la rosa del socialismo europeo,rimane ancorato nell’unione di Prodi in compagnia della sinistra massimalista;il “Nuovo P.S.I”.,con il garofano rosso,conferma la posizione con coerenza ed in autonomia ,all’interno della coalizione composta di forze politiche liberal democratiche.

Ormai è chiaro lo scenario Politico,dopo le elezioni al Parlamento Europeo, il N.P.S.I.con alla guida del partito Gianni De Michelis,ha vissuto nel limbo e con l’elezione a Seg. Nazionale di Stefano Caldoro;al Midas di Roma il 23/24 giugno U.S.,è emerso come la contrapposizione non è tra destra e sinistra  ma tra,laici,moderati e riformisti e dogmatici,conservatori ed integralisti.

Il partito di Boselli,scegliendo di confluire a nozze con Gavino Angius,e fare alleanze di coalizione insieme a chi orgogliosamente si ritiene ancora comunista,ha fatto una scelta chiara,facendo emergere quanto poco veritiera sia la motivazione della  riunificazione dei socialisti.

Una costituente seria non può prescindere da quello che è avvenuto negli anni novanta ad opera di coloro i quali sconfitti dalla storia non hanno esitato alla distruzione del glorioso P.S.I.e del suo ultimo segretario Bettino Craxi uno dei più grandi statisti in europa e nel mondo che il nostro paese abbia mai avuto, morto esule in terra straniera.

Il “Nuovo P.S.I.,guidato da Stefano Caldoro ha messo in evidenza l’imbroglio che si cerca di nascondere dietro la pseudo costituente. Enrico Boselli,dica chiaramente che questo è un modo per alzare la voce e chiedere dopo le primarie del Partito Democratico,un ministero al tandem Prodi/Veltroni.

Sulla coerente scelta Politica del Consiglio Nazionale,L’esecutivo provinciale del “Nuovo P.S.I.”ha deciso di programmare una serie di iniziative volte a rilanciare l’azione politica dei socialisti:

 

La prima di queste riguarda il tesseramento 2007 allo scopo di ristrutturare l’organizzazione dei socialisti di Lecco e provincia.

La seconda la convocazione di riunioni informative,organizzative ed operative del “Nuovo P.S.I.”di Lecco.Grazie e cordiali saluti

                                                                                     L’esecutivo della

                                                                                     Federazione Lecco:

                                                                                     Gianmarco Beccalli

                                                                                      Angelo Panzeri

                                                                                      Luigi Monolo

                                                                                      Valentino Mandelli

                                                                                      Lino Guglielmo

 

Parliamo di politica e non di altro, bene Caldoro

 

Nell ultimo consiglio nazionale svoltosi giovedi 4 all hotel royal ho seguito con attenzione tutti gli interventi .
Purtroppo la sensazione che via via ascoltando gli interventi diventava sempre più convinzione e che mi ha convinto a non prendere la parola per esprimere le mie considerazioni in merito,-quello che ho percepito io e sono convinto lo ha percepito pure la presidenza è che il livello politico espresso dal consiglio nazionale è stato molto deludente in quanto ogni intervento era intriso di vecchi schemi mentali tipici del vecchio PSI che tendevano piu a contestare banalita tipo il colore del simbolo o la pendenza del garofano. nessunno degli intervenuti ha ritenuto di fare un analisi politica del percorso che ha portato ilnuovo psi alla separazione consensuale con i socialisti di De michelis e alla linea politica che ha portato all elezione a segretario STEFANO CALDORO.
L´evoluzione della societa e di conseguenza della politica ha dato al psi la collocazione naturale nel centrodestra insieme a F.I perchè dopo la caduta del muro che ha sconfessato nel mondo i regimi comunisti dando ragione a BETTINO CRAXI che con la sua lungimiranza politica aveva intuito che in italia era necessaria una forte coalizione di centro x dare stabilita al paese.Da qui nasce la COSA comunista e quindi il percorso che ha cambiato la storia politca italiana negli ultimi 30 anni cioe:la nascita del PDS che in collaborazione con i magistrati di sinistra spazzarono via la DC e il PSI e la collocazione del vecchio PCI diventato DS diventò di colpo partito di governo.
solo l´intuizione di SILVIO BERLUSCONI,creando forza italia diede la possibilita a tutti gli elettori moderati come i socialisti i democristiani e gran parte della societa civile,di creare un fronte democratico e liberale per contenere la famosa “macchina da guerra” di Occhetto.
Ecco perchè i socialisti del nuovo PSI di CALDORO seguendo l´ evoluzione della società oggi si ritrovano e ci ritroviamo insieme nella coalizione della CDL perche FOrza Italia non è altro che l´evoluzione storico-politica del vecchio centrosinistra di CRAXI. Personalmente ho apprezzato la posizione e la linea politica di Caldoro sia al congresso che giovedi al consiglio nazionale.Avanti cosi
SEGRETARIO MICHELE GRIIEA
SEGRETARIO PROVINCIALE DI VARESE

SOCIALISTI: CALDORO (NUOVO PSI), NO ALLA COSTITUENTE =

SOCIALISTI: CALDORO (NUOVO PSI), NO ALLA COSTITUENTE =
Roma, 4 ott. – (Adnkronos) – “Il Consiglio nazionale del Nuovo Psi riunitosi a Roma ha modificato lo statuto del partito. I socialisti riformisti del segretario nazionale Stefano Caldoro confermano la posizione coerente con la Cdl, in contrapposizione alla Costituente socialista, mantenendo la scritta nuovo psi ed il garofano rosso”. E’ quanto si legge in una nota del partito.

“Di fatto rimarranno in campo due organizzazioni di tradizione socialista, una collocata nell’Unione, con la Costituente che nascera’ domani, e il nuovo psi del garofano rosso che conferma la scelta di campo con la Cdl che ha avviato il processo di federazione”, specifica ancora il nuovo psi.

NON AVEVAMO DUBBI: A BERLINO C’E’ SEMPRE UN GIUDICE…

 

L’annullamento delle elezioni amministrative dell’autunno del 2005, a Messina, per la esclusione dalla competizione elettorale della lista del Nuovo PSI,  fa giustizia dell’arroganza e della prepotenza che il gruppuscolo di fuorusciti, capitanati allora da Bobo Craxi e Saverio Zavettieri, esprimeva. Non contenti dell’aver tentato la distruzione del Partito, hanno ottenuto di cancellarci dalla scheda elettorale avendo trovato una valida sponda nel Presidente del TAR di Catania che come minimo vive fuori dalla realtà del nostro Paese ed era poco informato delle vicende politiche del nostro Partito.

A distanza di due anni, essendoci anche in Sicilia il famoso giudice di Berlino, vengono annullate le elezioni e, in primavera, a Messina si dovrà ripetere la consultazione elettorale. Analogo tentativo si era avviato anche a Reggio Calabria, sei mesi fa, (sostenuto dalla decisione monocratica del Presidente del Tar di Catania) non trovando però eguale accoglienza: la lista del Nuovo PSI non è stata esclusa dalla competizione e la causa di merito è fissata ai primi di dicembre. Dopo la sentenza riguardante Messina credo sia difficile tenerla ancora in piedi a Reggio Calabria, per cui la partita almeno quella con gli scissionisti, è praticamente finita.

Ma il Nuovo PSI pur essendo un Partito piccolo è certamente scomodo. E se non ha amici tra i propri avversari, purtroppo non ne registra molti neanche tra i propri alleati. Infatti rimane aperto un ricorso avanzato da una candidata di AN (iniziativa personale?) contro la proclamazione del nostro unico Consigliere eletto che, come da accordi assunti prima delle elezioni avrebbe dovuto essere nominato Assessore con relativo subentro del primo dei non eletti. Il non aver mantenuto, finora, gli accordi non ci stanca per nulla, nè ci spaventano i muscoli grossi di qualche nostro alleato al quale ricordiamo la storia di David e Golia.

Lungi da noi il pensare a rotture dell’alleanza, ma lungi da noi pure ipotesi di sottomissione. Abbiamo rifiutato il partito unico delle libertà, aderendo al percorso federativo, anche perché ci sentiamo e siamo capaci di reggerci sulle nostre gambe che sono rappresentate dalle idee innovative, laiche e pragmatiche del riformismo.

Auguri compagni di Messina, auguri compagno Di Trapani che hai voluto e tenacemente perseguito il ricorso che oggi ti rende giustizia, ma auguri anche a noi tutti che dobbiamo difendere a denti stretti la nostra autonomia e la nostra identità ed intendiamo sederci al tavolo degli alleati con pari dignità, ed essere trattati con eguale rispetto.

                                                                                    Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 03.10.07

GIUSTA LA STRADA..


La Direzione Nazionale di Sabato 22 settembre accogliendo all’unanimità la proposta di Stefano Caldoro per l’adesione alla costituenda Federazione della CdL, ha spazzato via, in un sol colpo, e definitivamente, le assurde menzogne diffuse a piene mani sul percorso del Nuovo PSI.
I punti fermi da cui si è partiti sono stati, il rifiuto del Partito unico dei moderati che non alletta neanche alla lontana i riformisti, e la difesa dell’autonomia e dell’identità dei socialisti che sono stati alla base dei rifiuti di seguire Zavettieri prima, e De Michelis dopo. Il percorso che queste scelte comportano era, comunque, già stato delineato al Congresso di giugno: si è quindi trattato di un percorso obbligato, ma tanto più importante perché liquida ogni volgare polemica sulle reali intenzioni del Gruppo dirigente del nostro Partito.
L’aver ribadito questa scelta, soprattutto oggi, permette al Nuovo PSI di diventare realmente un chiaro punto di approdo per quei compagni che si trovano oggi sbandati e senza reale prospettiva politica. Tutti sanno, infatti, che l’avventura del duo Craxi-Zavettieri, è totalmente abortita, e da quel raggruppamento (I Socialisti Italiani) sono passati ad altre collocazioni i componenti dell’intero gruppo dirigente calabrese; nel mentre l’avventura di De Michelis è finita prima ancora di nascere.
La Costituente, parola magica per i socialisti, si sta quindi rivelando una grande menzogna. A nulla serve imbarcare gli Angius quando abbandonano lo SDI compagni del calibro di Ottaviano Del Turco e Cesare Marini, e abbandonano Zavettieri, i Racco e le Fabiano, e grande si presenta il fermento attorno ai compagni che hanno seguito De Michelis e che rifiutano l’imbarco a sinistra.
Il Nuovo PSI diventa quindi, anche per la scelta definitivamente formalizzata nella Direzione del 22 settembre, un netto, chiaro e forte punto di riferimento per tutti i socialisti che rifiutano di confluire nel Partito Democratico, che percepiscono l’imbroglio della Costituente, e non vogliono ritirarsi, come si suol dire, a vita privata.
A noi non rimane che tenere aperte le nostre porte, chiedendo a chi comprende le mistificazioni di questi anni e di questi ultimi mesi, un atto di coraggio: aderire all’unico Partito socialista che sarà presente sulla scena politica italiana.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria 25.9.07

Il perchè il nuovo PSI sta nella cdl

 

 sottoponiamo a tutti i frequentatori del blog l’editorile di Ernesto Galli della Loggia; ne condividiamo il contenuto

 

 

L’eterno mito della diversità

Questione morale e identità della sinistra

di

Ernesto Galli della Loggia

 

 

Non è solo questione di antipolitica. Si ha l’impressione, infatti, che quello che sta accadendo in queste settimane, e che ha avuto un momento esemplare nella seduta di giovedì al Senato, sia qualcosa di più profondo, che viene da lontano. E cioè sia l’ultimo atto di quella disintegrazione del quadro politico e degli attori della prima Repubblica di cui fu un simbolo quindici anni fa Mani pulite. Allora, nel ’92-’93, il terremoto risparmiò per varie ragioni la sinistra di tradizione comunista. Tra queste c’era principalmente il fatto oggettivo che essa aveva avuto responsabilità certo minori nella gestione, e dunque nella degenerazione affaristica, del potere. Aveva anch’essa una grossa colpa, ma di ordine tutto politico: con il suo radicalismo aveva mantenuto il sistema bloccato, privo di alternative. La storia le concesse quindi, benignamente, una inaspettata occasione: le «abbuonò» il radicalismo che ancora la pervadeva concedendole di arrivare a quel governo a cui, con il Caf in piedi, non sarebbe certo mai arrivata. Oggi possiamo dire che quell’occasione la sinistra ex Pci l’ha clamorosamente sprecata. Essa non capì allora, e non ha capito per tutti questi anni, che, in quanto promossa dalla storia a sinistra riformista di governo senza esserlo, il suo primo compito e il suo primo interesse dovevano essere quelli di diventarlo davvero. E cioè di condurre una grande battaglia di rottura culturale rispetto al proprio stesso passato per cancellare dal suo popolo la mentalità radicale, e dunque potenzialmente sempre incline al massimalismo di vario tipo, che fin lì l’aveva caratterizzata.

Mentalità fatta da un conglomerato di idee, di sentimenti, di pulsioni diverse. Per esempio che il governo diverso dal nostro non può che fare leggi orribili le quali vanno subito cancellate; che la richiesta di galera per i delinquenti e di vie silenziose di notte è «di destra»; che l’avversario politico ha una qualità morale differente e in ogni caso neppure comparabile con la nostra; che ogni modifica alla legislazione del lavoro che non ha il placet sindacale è per ciò stesso un attentato alla libertà; che le tasse colpiscono i ricchi e, dunque, «facendoli piangere» non sono mai troppe; che nei confronti degli immigrati clandestini o dei giovani dei centri sociali la legge e l’ordine sono una semplice option, e via di seguito. Invece con questo ammasso di idee, di sentimenti e di pulsioni, radicate da decenni nel popolo di sinistra, nel loro stesso popolo e in qualche misura anche in loro stessi, nella loro identità politica, i dirigenti della sinistra che pure si diceva riformista i conti, in questi quindici anni, hanno accuratamente evitato di farli. Sono rimasti prigionieri di quella che è stata la vera, paralizzante maledizione della cultura di tradizione comunista: il continuismo. Bisognava mantenere la finzione del cammino ininterrotto e soprattutto coerente da Gramsci a Romano Prodi, che tra vini vecchi e otri nuovi, o viceversa, non ci fosse alcuna incompatibilità. Quindi al massimo «svolte», ma mai l’idea che fosse necessario affrontare a muso duro il passato dicendo, anzi gridando, chessò: «Nel ’48 De Gasperi ha salvato la libertà del Paese», ovvero «era giusto, come voleva Craxi, mettere i missili a Comiso » ovvero ancora «la questione morale di Berlinguer era una strada che politicamente non portava da nessuna parte»; e magari aggiungere: «Guardate, cari amici e compagni, ammazzare o essere complici degli assassini forse è peggio che rubare». Invece nulla. A loro parziale attenuante i dirigenti della sinistra ex Pci possono peraltro osservare, e ben a ragione, che né i cattolici democratici né la sinistra non ex Pci, entrambi loro alleati, non li hanno mai incalzati in questa direzione.

Anzi: i primi sono arrivati spesso a scavalcarli strizzando l’occhio a estremismi e estremisti vari (vedi Prodi con Rifondazione), e la seconda ha sempre e solo badato a cercare di egemonizzarli intellettualmente facendosi ogni volta forte delle loro contraddizioni per impartirgli le lezioncine del caso nei suoi sussiegosi articoli di fondo. Il moralismo intinto di demagogia con il quale il popolo di sinistra oggi si avventa feroce contro i Ds, contro il centrosinistra e il suo intero personale politico, è l’altra faccia del radicalismo lasciato così a lungo indisturbato a prosperare. In politica le cose si tengono sempre tutte. Il radicalismo ideologico, in quanto rifiuto del compromesso, della medietà, dell’idea che il mondo non è tutto nero o tutto bianco, essendo cioè rifiuto delle cose così come abitualmente sono (e non possono non essere), è fatto apposta per alimentare l’idea della obbligatoria «diversità» antropologico- morale. Che per essere di sinistra si debba essere «diversi» è l’altra faccia dell’idea che chi non è di sinistra è per ciò stesso moralmente dubbio. Alla «questione morale» si permette così di divenire la vera identità politica della sinistra, mentre la linea politica perennemente in agguato si riduce ad essere il moralismo dei demagoghi.

23 settembre 2007

Sciogliere il Consiglio Regionale della Calabria?

  

In questi ultimi giorni si è sviluppata una iniziativa politica, fortemente evidenziata dal tam tam mediatico, per lo scioglimento anticipato del Consiglio Regionale della Calabria. La motivazione di base di detta iniziativa è il gran numero di indagati che esistono tra i 50 Consiglieri Regionali.

Sull’obiettivo dello scioglimento si può essere d’accordo (e diremo anche perché), ma la motivazione è debolissima e non ci convince per nulla. Sarebbe, infatti, la riproposizione in scala minore, del film già visto, nei primi anni novanta, quando la Magistratura “sciolse” il Parlamento italiano dopo averlo bersagliato di centinaia di avvisi di garanzia. Non a caso si parlò allora di falsa rivoluzione giudiziaria. Il tempo, anche se nel corso degli anni si sono registrati guasti, sconquassi, e decimazioni, metaforiche ed anche fisiche, dei gruppi dirigenti della nazione il più importante dei quali è stato Bettino Craxi, è stato galantuomo: la verità su quel periodo è venuta sempre più marcatamente alla luce.

Non ci interessa, quindi, risolvere i problemi politici della Regione Calabria  delegando alla bisogna la Magistratura calabrese. Non è nello stile dei riformisti un percorso di questo genere. A noi interessa far superare la vergogna di una Giunta, con le armi della politica, perché Loiero tutto sa fare fuorché governare adeguatamente. Del resto cosa ci si aspettava da una aggregazione tutta protesa nell’occupazione sistematica di ogni nicchia di potere, e sempre più impegnata a dipanare le forti tensioni interne alla coalizione che vedono periodicamente gli uni contro gli altri super armati? Finora si sono persi 30 mesi su 60 e si proceda a vista con boutade di ogni genere (in questo Loiero è super maestro, avendo imparato subito la politica degli annunci sperimentata dai DS a livello nazionale) ma senza una reale politica di sviluppo della nostra Regione..

Se da una parte i DS tramite il viceministro Minniti indicano la vecchia e logora strada del contenzioso con Roma e così facendo assolvono le loro sistematiche inettitudini; dall’altra Loiero si è lanciato, dopo il massacro avvenuto in Germania, nella boutade ad effetto qual è stata la richiesta dell’intervento dell’esercito in Calabria contro la mafia.

Nel primo caso vi è la vecchia prassi collaudata nell’allontanare da sè le responsabilità del malgoverno e contro la quale si scagliavano negli decenni passati i comunisti (Minniti dimostra un grande mestiere); dall’altra la ricerca dell’effetto mediatico con la richiesta assurda di intervento dell’esercito per fare cosa? Contro quali divisioni dovrebbe essere impiegato e quindi combattere? E così difficile capire che la mafia o la ‘ndrangheta o la camorra si combattono con lavori di intellingence, con il rafforzamento degli organici della polizia e dei carabinieri, con adeguati reparti di magistratura specializzata nei reati mafiosi, con l’applicazione delle leggi già esistenti, con la confisca dei patrimoni illecitamente realizzati? Suvvia signori non è compito vostro il governo di una Regione e sarebbe, quindi, opportuno che toglieste il disturbo evitando altri guai alla Calabria.

Se scioglimento dev’esserci che lo sia per palese e collaudata incapacità. Ma intanto la Casa delle Libertà avvii una netta riflessione sul suo esserci, prima che ad essere sciolta sia proprio essa. La Calabria ha bisogno di una vera iniziativa politica ed è solo su questo terreno che ci si può confrontare e scontrarsi con i Loiero o i Minniti di turno. Ma in Calabria c’è in piccolo quel che esiste a livello nazionale. Stesso discorso, stesse situazioni. Non governo o al massimo Governo delle tasse. Prodi, come Loiero, non è tempo di sloggiare?

                                                          

                                                                                   Adolfo COLLICE

                                                                  Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

E’ FINITA L’AVVENTURA……

  

L’avventura iniziata, nell’autunno del 2005, da Bobo Craxi e Saverio Zavettieri (artefici di una gravissima scissione nel Nuovo PSI e della successiva vittoria del signor Prodi a cui hanno portato in dote ben 125 mila voti) si è praticamente conclusa.

Sono, infatti, di questi giorni le ultime news dal fronte de “I Socialisti Italiani” con l’abbandono del Partito, a Reggio Calabria, da parte della Presidente Provinciale Angela Romeo, dell’Assessore Provinciale Bernardo Russo, del Consigliere Provinciale Rocco Agrippo.

Dulcis in fundo l’on. Luciano Racco (dopo la decadenza del compagno Chieffallo  da Consigliere Regionale col contestuale subentro dell’on. Francesco Galati che ha aderito al Nuovo PSI ed è il nuovo Presidente del Gruppo Consiliare) ha bruciato i tempi ufficializzando il proprio percorso verso il PD e verso aggregazioni di sopravvivenza con altri cani sciolti.

A ben guardare hanno abbandonato “I Socialisti” quanti, avendo scelto di andare a sinistra, hanno deciso di evitare ulteriori sceneggiate “costituenti” saltando il fosso e andando direttamente nel costituendo partito cattocomunista che nascerà dalle ceneri dei DS e della Margherita. Ma proprio questa scelta e la conseguente debolezza degli autori dell’avventura, lascia disorientati quei socialisti che seguendo le scelte dei loro leaders oggi si trovano sbandati e senza bussola. Si rifiutano di essere catturati dalla sinistra che impera in Italia, hanno uno spirito moderato e riformista, hanno seguito ciecamente chi gli prospettava percorsi vincenti, ed oggi si ritrovano con un pugno di mosche e la morte nel cuore.

Ad essi lanciamo l’appello a ritrovare con coraggio la strada di casa propria, quella del riformismo e del socialismo, quella della identità e dell’autonomia, quella della tradizione craxiana. Il Nuovo PSI è aperto ad ogni apporto e non si attarderà a rimestare gli errori commessi. Bisogna solo avere quel pizzico di coraggio che serve sopratutto oggi che sono in azione le sirene del Partito Democratico che punta a legittimare un Presidente del Consiglio figlio di nessuno, e le sirene della cosiddetta Costituente socialista che altro non è che il tentativo di rafforzare uno SDI anch’esso prossimo ai saldi dopo le uscite pur esse orientate verso il PD di molti dirigenti nazionali e regionali.

A chi rifiuta queste prospettive e non vuole rintanarsi sotto la tenda ritirandosi a vita privata, offriamo una sponda politica seria, coerente e riformista: il Nuovo PSI di Stefano Caldoro. Compagni, vi aspettiamo, non perdete altro tempo.

                                                                Il Segretario Provinciale del Nuovo PSI

            di Reggio Calabria

                                                                                     (Giovanni Alvaro)  

FI: BERLUSCONI PREPARA RIPRESA, ATTESO DOMANI A TELESE POI SARA’ A GUBBIO =

FI: BERLUSCONI PREPARA RIPRESA, ATTESO DOMANI A TELESE POI SARA’ A GUBBIO =
LA GARGONZA AZZURRA SI TERRA’ DAL 6 ALL’8 NELLA CITTA’ UMBRA

Roma, 29 ago. (Adnkronos) – Lo slogan e’ pronto: ‘Il tempo del partito’. Il programma si articolera’ in tre giorni tra dibattiti e incontri. Momento clou sara’ l’intevento conclusivo del leader, Silvio berlusconi.Anche quest’anno, lo stato maggiore di Forza Italia si ritrova a Gubbio per parlare di strategie politiche e del suo futuro in vista della ripresa. Come tradizione, e’ stata scelta la piccola citta’ umbra, ormai diventata tappa obbligata per il movimento azzurro prima delle prossime scadenze parlamentari e istituzionali. La scuola di formazione si terra’ dal 6 all’8 settembre presso il Park Hotel ai Cappuccini.

Si comincia giovedi’ 6: alle 16 i lavori saranno aperti con il saluto del coordinatore regionale dell’Umbria Luciano Rossi.
Seguiranno le relazioni del coordinatore nazionale di Fi, Sandro Bondi, del suo vice Fabrizio Cicchitto di Don Gianni Baget Bozzo. In serata e’ prevista la presentazione di alcuni libri sulla vita e la politica di Bettino Craxi (Colarizi-Gervasoni, Gismondi, Musella, Pini). Ad animare il dibattito, coordinato da Stefania Craxi, ci sara’, tra gli altri, Stefano Caldoro del nuovo psi.Durante la ‘tre giorni’ si parlera’ di riforme, immigrazione (con particolare attenzione ai diritti delle donne), mercato del lavoro, politica estera. Sabato mattina, in particolare, il partito si interroga sui problemi del Sud e la ‘nuova questione meridionale’. Ci sara’, infatti, un incontro con i coordinatori delle regioni meridionali, coordinato da Mario Valducci.

Poi si discutera’ del ruolo delle donne in politica e nel partito. ‘Un anno di politica estera di Prodi e D’Alema’ sara’, invece, il tema del confronto tra Franco Frattini, vicepresidente della Commissione Ue e Antonio Martino, ex ministro della Difesa, alla presenza si Antonio Tajani, capogruppo azzurro a Strasburgo.Il costo del corso alla ‘Gargonza azzurra’, comprensivo di quota d’iscrizione, partecipazione ai lavori e pranzi, e’ di 200 euro a testa. I giovani di Fi potranno usufruire di uno sconto con una quota agevolata pari a 160 euro. Alle 17.30 la kermesse verra’ conclusa dal Cavaliere. Salvo cambiamenti dell’ultima ora, l’ex premier garantira’ la sua presenza al seminario umbro. Ancora non e’ stata sciolta ufficialmente la riserva per la ‘trasferta’ a Telese, ma secondo le indiscrezioni delle ultime ore, si fa piu’ probabile la sua partecipazione alla festa del partito di Clemente Mastella.

COSTITUENTE SOCIALISTA ? UNA PROVA ?

Il 14 Luglio c’è stato un tentativo a Roma di Costituente Socialista.  E’  significativa la scelta del 14 Luglio,  giorno della presa “della Bastiglia.” Certo De Michelis, Borselli e Bobo Craxi, al massimo  possono impegnarsi per  presa “delle poltrone.” E’ evidente una certa convergenza di chi arriva da destra e chi arriva da sinistra per salvare 3 o 4 poltrone in barba a tanti Socialisti che sono accorsi da tutta Italia con la speranza di una Rinascita e di una Costituente Socialista. Non sono certamente queste le intenzioni di certi leader, che leggono la storia socialista ad personam. Il patrimonio di Bettino Craxi si è moltiplicato, un figlio a destra e uno a sinistra. A sinistra Bobo con l’incarico di sottosegretario in felice compagnia di Di Pietro  e di tutti coloro che di suo padre hanno espresso giudizi  non certamente “positivi.”. In politica tutto e’ possibile, ma ora forse si e’ passato il limite. Si e’ al governo e si arriva a criticare il governo! Vedi Boselli, disposto sempre ad appoggiare coloro che con i Socialisti sono stati sempre impietosi. Va bene, va tutto bene. Anche far parte di un governo che scippa il tfr dei lavoratori, che massacra il ceto medio, che chiede agli artigiani, e ai piccoli commercianti di chiudere e sparire. De Michelis le ha tentate tutte poi ha risolto un accordo con Forza Italia ricevendo miliardi di finanziamento per eleggere qualche parlamentare, commissariando nel contempo buona parte delle federazioni del nuovo PSI.

Un soggetto che commissaria sistematicamente le federazioni, non a lui favorevoli, certamente non si può definire “socialista”. Se non c’è democrazia in un soggetto politico quale può essere il risultato? Sono questi i presupposti per fare rinascere il Partito Socialista?

Non ci crede più nessuno.

Il progetto potrà rinascere solo e soltanto con i giovani che hanno (ancora!) l’istinto ed il coraggio di affrontare i problemi senza tante mediazioni o contaminazioni con il potere.

Basta avere il coraggio di affrontare i problemi chiamando le cose con il loro vero nome come hanno fatto i vari Turati, Salvemini, Matteotti, Rosselli. Anzi quest’ultimi due per il loro coraggio sono stati ammazzati. E’ grazie a loro che abbiamo vissuto tanti anni di sviluppo, di agiatezza, di democrazia, di libertà.

C’erano opportunità anche per i figli di nessuno! Se paragoniamo la vita attuale a quella di qualche anno fa, è facile accorgersi che il patrimonio che c’era stato lasciato, è stato ormai tutto consumato.

Ora c’è bisogno di rimboccarsi le maniche e ricominciare a lottare perché piano, piano le ricchezze sono state trasferite nelle mani dell’alta finanza. I ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, diritti inesistenti, chi lavora, lavora per niente, chi è in pensione muore di fame, con tassi  di interesse che crescono in continuazione.

Bisogna far tornare quel passato per ricostruire qualcosa.

Quindi una Costituente Socialista che non parte da questi presupposti è destinata a fallire. Ed è per questo che preferiamo chi mette in campo il proprio coraggio rispetto a coloro che parlano di strategie.

         Francesco Mazzeo

 segretario de “I Socialisti per le libertà”

Spazio a Craxi nelle vie italiane ed alle sue idee in politica

 

Il 2/7/2007 il consiglio comunale di Roma ha approvato una mozione per intitolare una via o piazza a Bettino Craxi, l’iniziativa è partita dal consigliere Fabio Sabbatani Schiuma poiché “Craxi è stato un uomo che, volente o nolente, è stato parte della nostra storia”.  A ciò sono seguite diverse polemiche e soprattutto le precisazioni della giunta, che con l’assessore alla cultura ha sottolineato come non vi siano vincoli ad eseguire tale mozione. La polemica ha sorpassato le mura romane ed è stata occasione per la sinistra comunista e post, di mostrare il giustizialismo e l’odio per questo personaggio, ormai storico, in particolare sull’Unità (ex organo del PCI ed ora impegnata nella costruzione della cosa rossa), usciva un editoriale di Antonio Padellaro sull’Unità.

Entrambi i figli di Craxi sebbene separatati dalle scelte nel bipolarismo si sono trovati concordi e felici della proposta in particolare Bobo si compiace della “decisione importante”, coglie occasione per criticare il Comune di Milano dove la stessa proposta era stata bocciata,osservando che “le istituzioni della capitale si sono dimostrati assai più sensibili”. Stefania suggerisce propone di “intestare a Bettino Craxi Largo Febo, dove ha sede l’Hotel Raphael, residenza storica di Bettino Craxi a Roma”. Qual’ora, per atto di democrazia visto il parere del consiglio, la mozione avesse seguito, Roma sarebbe la prima grande città ad aver intrapreso tale scelta.

La questione “Craxi” non si chiude nel campo toponomastico ma la sua eredità è contesa in una vasta area fatta di partiti ed associazioni. Per uno strano destino in questo weekend successivo alla questione romana, si consuma un ulteriore scissione, dopo quelle dell’anno passato, nel Nuovo Psi il partito che maggiormente si riallaccia alla visone liberalsocialista promossa da Craxi. Le strade di De Michelis e Caldoro si sono ufficialmente divise. Dopo anni di precario equilibrio il primo ha scelto di traghettare la sua fazione nella “costituente socialista” con SDI ed altri, anche se a differenza degli altri costituenti critica il governo Prodi e specifica di adoperarsi verso un progetto liberalsociasta. Quanto a Caldoro ha deciso di collaborare con al CdL e di essere l’anima laico riformista di questa coalizione inoltre è sua intenzione rispendere spunti dal “programma di Bettino Craxi” per rilanciare l’azione politica e fare “un grande salto in avanti”. Anche per Giovine Italia associazione promossa da Stefania Craxi, il weekend è occupato da impegni politici ed in particolare nella promozione del partito unico del centro destra ma senza dimentica l’origine politica, poiché come affermato più volte “abbiamo alle nostre spalle, nei nostri cuori e nelle nostre menti gli insegnamenti di Bettino Craxi”.

Dedicare una via a questo personaggi sarebbe un atto di correttezza, viste le grandi riforme operate dai suoi governi, l’abolizione della scala mobile per citare la più importante. Su questo tema particolarmente delicato si compatte una battaglia che solo la storia potrà dirimere con un giudizio distaccato.

Il maggior impegno per non dimenticare spetta a chi si riconosce in quest’area e consistente nel proporre una politica concretamente liberalsocialista. Sebbene tale termine sia ultimamente di moda dopo
la Rosa nel Pugno, in realtà ben pochi lo applicano, infatti gli eredi politici di Craxi sono impegnati in progetti piuttosto lontani da tale visone: partendo  dalla “costituente socialista” di cui nulla è chiaro e che rischia di riportare i riformisti sotto il giogo dei massimalisti, neanche Giovine Italia pratica tale politica impegnandosi nella costruzione di un contenitore troppo pieno il cui legame di fondo e la visione cristiano democratica ed il forte legame al popolarismo europeo alfiere del conservatorismo. Rimane dunque da sperare che vi sia spazio per Craxi nelle vie italiane, occupate da troppi nomi immeritevoli, e sopratutto alle sue idee in politica attualmente stagnante e sterile nella difesa di se stessa.Â