ELEZIONI, NUOVO PSI A BOSELLI: SI APRA DIALOGO SU PROGRAMMI

(9Colonne) Roma, 13 feb – “Considerato che la cittadinanza ai socialisti viene negata nel centrosinistra è bene che si rifletta anche valutando altre possibilità evitando quello della sola testimonianza”. Lo dichiara Umberto Caruso, vicesegretario nazionale del nuovo psi di Stefano Caldoro, dopo la decisione del Pd di allearsi con Di Pietro. “Il nuovo psi, che è fra i fondatori della la Casa delle Libertà, ha scelto la collocazione che permette la sopravvivenza del socialismo liberale. Se Boselli – aggiunge – realmente è convinto della ‘pulizia etnica’ dei socialisti da parte del Pd e se realmente vuole portare avanti un discorso politico socialista può, superando i pregiudizi, mettere al centro del dibattito idee e progetti per confrontarsi sulle scelte programmatiche”. “Seguendo tale percorso – conclude l’esponente del nuovo psi – sarà possibile aprire un dialogo con chi ha sempre rifiutato l’egemonia giustizialista delle sinistra post comunista innanzitutto promuovendo una scelta di campo che non ha mai mortificatola storia, la idealità ed i progetti riformisti”.

BERLUSCONI, FORSE, SI E’ INFILATO IN UNA TRAPPOLA

C’è qualcosa che non va nell’attuale vicenda politica. Si ha, infatti, l’impressione che si sia avviato un percorso che, pur utilizzando oggi il sistema di voto chiamato porcellum, si è deciso di affrontare con un meccanismo previsto dall’ipotesi referendaria o dal cosiddetto Vassallum. In parole povere sembra che si voglia ottenere il premio di maggioranza, che l’attuale legge riserva alla coalizione più votata, direttamente alla lista più votata.

Nulla di scandaloso se veramente fosse una sfida tra gentiluomini. Ma ci permettiamo di avanzare qualche dubbio in proposito che intendiamo analizzare concretamente.

Walter Veltroni sceglie di andare da solo perché, cosciente dell’impossibilità di vincere la sfida, tenta di ottenere due risultati. Da una parte, quello d’uscire a testa alta dal confronto, e dall’altra, quello di mantenere sulla scheda le identità di tutti gli alleati che così possono impegnarsi a difendere il proprio patrimonio elettorale: una specie di operazione ‘fidelizzazione’ da poter utilizzare pienamente il prossimo anno dopo la riforma elettorale o dopo i referendum, e quando, comunque, pur di cacciare l’odiato cavaliere nero nessuno degli alleati del centrosinistra andrà troppo per il sottile nel ricreare l’alleanza così sdegnosamente rifiutata oggi. A sinistra, quindi, non c’è oggi alcuna lista unica come vorrebbe farci credere il signor Veltroni, ma un presentarsi con le singole identità nel tentativo di mantenere intatte le proprie legioni.

La scelta di Silvio Berlusconi di anticipare la lista unica di un anno rischia, invece, di provocare un consistente salasso nell’elettorato moderato e riformista per l’oggettiva assenza identitaria sulle schede elettorali (operazione realizzata solo nel centrodestra). Ciò, seppur oggi non provocherà la sconfitta dell’alleanza, è destinato a creare le basi per la sconfitta in un domani abbastanza ravvicinato. Il salasso di oggi rischia di non essere riassorbito domani. La disaffezione del proprio elettorato può diventare drammatica quando si dovrà votare con una legge riformata, dal Parlamento o dai cittadini, e il premio di maggioranza andrà alla lista più votata.

Chiaramente, fra un anno o si avrà una nuova legge, o si andrà ai referendum. Nell’un caso e nell’altro si dovrà andare ad un nuovo scioglimento delle Camere, perché si avrà una situazione paradossale non certamente sostenibile, che è quella di un Parlamento eletto col ‘porcellum’ che come legge vigente sarà letteralmente cancellata dal Parlamento, o dal voto dai cittadini.

Ed allora, a che serve vincere oggi e creare le basi per perdere a distanza di un anno? E’ chiaro che non serve a niente. Ed allora perché rischiare, quando la vittoria è a portata di mano? Si ha l’impressione, purtroppo, che si sia finiti in una trappola senza uscita di sicurezza. Una riflessione di qualche giorno non guasterebbe dato che questa coalizione dovrebbe voler vincere e voler governare veramente per il tempo necessario a curare i guasti causati dall’armata Brancaleone ed avviare quel risanamento che contrasti il rischio di declino dell’Italia.

Il Nuovo PSI di Stefano Caldoro, per le scelte di campo fatte senza alcun tentennamento contro gli scissionisti dell’altroieri (Bobo) e quelli di ieri (GDM), è fermo nell’alleanza guidata da Silvio Berlusconi e ne accetta chiaramente le scelte operative. I dubbi espressi sono solo elementi di riflessione che si vogliono semplicemente sottoporre a valutazioni più approfondite.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 11.12.2008

Apc-ELEZIONI/ CALDORO: DA VELTRONI LA LEGGEREZZA DELL’ESTETICA

Diversa è vita quotidiana, anche lavorare per far rialzare Italia

Roma, 10 feb. (Apcom) – “Il discorso di Veltroni è ben costruito e ben letto, ma esprime la leggerezza dell’estetica”. Lo ha dichiarato Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi, commentando le parole del leader del Pd da Spello. “Cosa diversa – aggiunge – è la vita quotidiana, fatta di lavoro, di difficoltà economiche, di sacrificio. Cosa diversa – osserva ancora Caldoro – sarà rimboccarsi le maniche ed affrontare i tanti problemi da risolvere per far rialzare l’Italia e soprattutto il morale degli italiani, dopo gli ultimi due anni di politica inconcludente e rissosa del governo Prodi, voluto anche dallo stesso Veltroni”.

TUTTI QUELLI CHE… LA PDL

PRONTI IN 13 PER SUPER-LISTA/ANSA
CON FI-AN DA MASTELLA A DINI, DA MUSSOLINI A PRI E PENSIONATI (di Anna Laura Bussa) (ANSA) – ROMA, 8 FEB – Decisamente variegata la geografia del Partito della Liberta’ di Silvio berlusconi e Gianfranco Fini.
Sono piu’ di dieci forze politiche pronte a confluire nel progetto annunciato dal Cavaliere a Piazza San Babila il 18 novembre e ora sposato da An. In piu’ c’e’ un numero ancora imprecisato di parlamentari ‘senza fissa dimora’ che si candidano ad entrare in lista.
Il primo partito, anche in termini di rappresentanza numerica, e’ naturalmente FORZA ITALIA, che alle ultime elezioni aveva preso il 24% (percentuale che potrebbe venir presa in considerazione nel calcolo complicatissimo delle candidature).
Poi c’e’ ALLEANZA NAZIONALE, che nelle precedenti consultazioni aveva raggiunto alla Camera il 12,3%. E si da’ ormai per certo, almeno per la Camera, l’arrivo dell’UDEUR di Clemente Mastella (1,4%). Anche se sara’ il Consiglio nazionale convocato per domani vicino a Ceppaloni a ratificare la decisione.
Tra i ‘piccoli’, il primo partito ad aderire all’iniziativa e’ la DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE di Gianfranco Rotondi che, insieme al nuovo psi, prese alla Camera nel 2006 lo 0,748, facendo eleggere pero’, grazie all’accordo con Fi, 4 deputati e due senatori. Anche il nuovo psi di Stefano Caldoro condivide il progetto, ma senza Gianni De Michelis che va con i Socialisti del centrosinistra che proprio oggi annunciano l’intenzione di presentarsi soli.
Certa e’ anche la presenza dei PENSIONATI UNITI di Carlo Fatuzzo (0,072); del senatore dei LIBERALDEMOCRATICI Lamberto Dini (con lui il senatore Giuseppe Scalera, ma non Natale D’Amico che ha scelto il centrosinistra votando la fiducia a Prodi); del PRI di Francesco Nucara e Giorgio La Malfa.
Non ancora sicura, invece, e’ l’adesione della DESTRA di Francesco Storace che pone la questione della Lega: l’unico partito, sinora, a vedersi riconosciuta da berlusconi la possibilita’ di correre con il proprio simbolo e la propria lista in una sorta di mini-coalizione. Non si puo’ chiedere ad alcuni di rinunciare alla propria identita’, spiega ai cronisti Storace, e ad altri no. Ma ora che al Pdl ha aderito anche Fini, La Destra, fuori dal listone, ipotizzano nell’attuale Cdl, potrebbe avere una maggiore visibilita’.
Avrebbe detto ‘no’ al Cavaliere, invece, Raffaele Lombardo del MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE. Lui, spiegano i suoi in Sicilia, al momento ha altri progetti: punterebbe a fare un’alleanza o direttamente con la Lega, o con la Rosa Bianca o con l’Udc. Ma potrebbero esserci ancora dei margini per un’intesa.
Poi, al Listone ha aderito anche Raffaele Costa, con la sua CASA DEL CITTADINO, ex deputato liberale di Fi e ora presidente della provincia di Cuneo. E avrebbero gia’ detto si’ a berlusconi il senatore ex An ed ex Dl Domenico Fisichella, che ha contribuito con il suo ‘no’ a far cadere il governo Prodi; Alessandra Mussolini di ALTERNATIVA SOCIALE; Gabriele Romagnoli della FIAMMA TRICOLORE.
Se la riduzione delle liste punta ad essere una novita’ sul piano politico, in termini di rimborso elettorale le cose cambiano poco. Ogni partito che aderisce al listone, infatti, sembra che stia contrattando la sua quota di rimborso. I soldi verranno versati al titolare del ‘marchio’, cioe’ del simbolo, che poi dovrebbe dividerli tra tutti i partiti sulla base di accordi pre-elettorali visto che sara’ impossibile stabilire quanti siano stati i voti di ognuno. Ma la cifra complessiva devoluta in rimborso, comunque, non dovrebbe cambiare.
‘La cosa buffa – racconta Rotondi – e’ che la Dc, per le ultime elezioni, non ha preso neanche una lira di rimborso perche’, per circa 30.000 voti, non e’ riuscita a raggiungere la quota dell’1%. Fu berlusconi allora che finanzio’ la campagna elettorale a noi e al nuovo psi, con due milioni e mezzo di euro. Io pero’ ho ripagato tutto il mio debito. L’unica cosa e’ che ho finito di saldarlo proprio una settimana prima che cadesse il governo…’.(ANSA).

CDL: LA RUSSA (AN), FINI E BERLUSCONI PARLANO DI LISTA FI-AN

(ANSA) – MILANO, 8 FEB – La lista Fi-An ‘non e’ voce di stampa. E’ vero: Fini e berlusconi si incontreranno oggi per valutare anche e soprattutto questa opportunita’, che non e’ solo limitata ai due partiti principali della Cdl ma, oltre che alla Lega, e’ aperta pienamente anche all’Udc’. Cosi’ il deputato di An, Ignazio La Russa, ha confermato a Radio Popolare – Popolare Network l’ipotesi di un accordo fra Fi e An per la costituzione di una lista unica in vista delle elezioni del 13 e 14 aprile. Ne da’ notizia l’emittente.
La Russa ha poi commentato anche le dichiarazioni di Cesa, il quale ha detto che se le cose stessero cosi’ allora l’Udc correra’ da sola. ‘Io non so quello che succedera’ e niente e’ deciso. Vedremo. E’ pero’ vera la notizia che oggi Fini e berlusconi valuteranno’. (ANSA).

BERLUSCONI E FINI PENSANO A SUPER-LISTA, UDC NON CI STA/ANSA

ANCHE I ‘PICCOLI’ SAREBBERO ASSORBITI, SOLO LA LEGA ALLEATA (di Federico Garimberti) (ANSA) – ROMA, 7 FEB – La decisione del Partito democratico di correre da solo scombina il puzzle delle alleanza nel centrodestra. Se e’ vero infatti che l’idea di seguire l’esempio di Walter Veltroni non sembra convincere Silvio berlusconi, e’ altrettanto vero che il centrodestra e’ preoccupato dal confronto fra il simbolo unico del centrosinistra e la lenzuolata di partiti e partitini del centrodestra. Tanto da far emergere quella che finora appariva come una ipotesi astratta: un’unica lista in cui far confluire sotto un solo simbolo Fi, An e gli altri ‘cespugli’ del centrodestra, alleata con la Lega.
L’Udc non sembra sia stata coinvolta, almeno fino ad oggi, in questo progetto degli altri partiti del centrodestra, ne’ Pier Ferdinando Casini sembra disponibile ad una super-lista che comprenda tutti. Lo chiarisce in serata il segretario del partito Lorenzo Cesa, che avverte: se An e Fi andranno da soli alle elezioni con un’unica lista, anche noi andremo per conto nostro. berlusconi e Fini potrebbero offrire a Casini un’alleanza come quella ipotizzata per la Lega, ma non e’ detto che abbiano l’intenzione di farlo.
I leader di Forza Italia e di An discuteranno piu’ approfonditamente domani di questo inedito scenario. ‘Spero che la coalizione – ha gia’ spiegato oggi Gianfranco Fini – sia quanto di piu’ semplificato possibile. Sul come dar corso a questa semplificazione sara’ oggetto del confronto con gli alleati’, ma quel che e’ certo e’ che il centrodestra semplifichera’ la coalizione perche’ ‘oggi uno schieramento largo, con piu’ sigle e partiti, non corrisponde all’esigenza degli italiani’.
Ecco perche’, prosegue Fini, ‘nelle prossime ore, con gli amici del centrodestra, dovremo in primo luogo risolvere questa questione perche’ se Veltroni va da solo il centrodestra deve saper dare una risposta che vada dritto al cuore del problema’.
Quanto all’ipotesi, ventilata da alcuni giornali, di un berlusconi ‘tentato’ dalla corsa solitaria contro il Pd, l’ex ministro degli Esteri sembra non dargli credito: ‘Sapete che non commento mai i giornali. Parlero’ con berlusconi’.
Le voci di una possibile corsa in solitaria dell’ex premier dominano la giornata, nonostante Forza Italia si affretti a smentire. ‘Non intendiamo abboccare alla provocazione di Veltroni: il Pd e’ costretto ad adottare questa strategia dopo il fallimento del governo Prodi’.
Parole che non convincono Pier Ferdinando Casini. ‘Noi siamo del tutto indifferenti a queste tentazioni maggioritarie. Se ciascuno andra’ da solo andremo soli anche noi’, dice il leader centrista, sottolineando che ‘la scelta di Veltroni di correre da solo non e’ una scelta coraggiosa ma una scelta della disperazione’.
Ma lo stesso berlusconi aveva ridimensionato l’argomento parlandone con i suoi piu’ stretti collaboratori: ‘Io nella provocazione di Veltroni non ci casco: perche’ mai dovrei fargli il favore di correre da solo quando tutti i sondaggi ci danno in netto vantaggio?’. Anche perche’, e’ la tesi del Cavaliere, quella del sindaco di Roma ‘e’ una scelta obbligata imposta dalle divisioni interne alla sinistra’. Certo, come confida Vittorio Sgarbi che gli ha fatto visita, berlusconi e’ ‘affascinato’ dall’idea di battere il leader del Pd da solo, liberandosi definitivamente dai lacci di una coalizione. Ma ora che le incomprensioni sono state superate, l’ex premier non intende certo sacrificare la ritrovata unita’ del centrodestra sull’altare di una sfida che rischia per giunta di essere rischiosa. Cio’ non ha mai significato la rinuncia di Forza Italia a ridurre il numero di simboli e liste nella scheda.
‘Stiamo lavorando per semplificare la coalizione del centrodestra’, aveva confermato Schifani. Ma come? Certamente berlusconi non vuole una lenzuolata di sigle e simboli accanto al suo nome. L’intenzione, espressa anche in un faccia a faccia con Clemente Mastella, poteva essere quella di raggruppare i partiti per area: l’Udeur con il Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo (anch’egli oggi a colloquio col Cavaliere), la Dca di Gianfranco Rotondi. Altro scenario quello che Fi ha prospettato ad An con la proposta di unirsi in un’unica lista, in cui far confluire anche gli altri partitini, per poi farla federare con la Lega.
E Fini? Fino ad oggi a via della Scrofa l’idea di far sparire il simbolo non era presa in considerazione. Ma nelle ultime ore non la si e’ piu’ esclusa del tutto. Anzi, come riferiscono fonti di An, Fini la starebbe valutando e domani, nel faccia a faccia con berlusconi, la discutera’ direttamente con lui.
(ANSA).

NO A PRESUNZIONI E FACILONERIE, PRIMUM VINCERE…

Siamo giunti finalmente allo scioglimento delle Camere e il 13 aprile si tornerà a votare. Volenti o nolenti hanno dovuto prendere atto dell’impossibilità di mantenere comunque in piedi, e al governo, una assurda e variopinta alleanza che tanti danni ha causato al Paese. Il Governo Prodi è stato il peggiore dei governi che la nostra Repubblica abbia avuto, e l’alleanza che lo sosteneva è stata la più eterogenea e litigiosa che mai si potesse immaginare.

I gioielli che Prodi e la sua armata sono stati capaci di lasciare in eredità vanno dalla malasanità che non è solo meridionale, alle immondizie pecorobassoliniane, dallo smantellamento delle grandi opere come il Ponte sullo Stretto e la Tav, alla mancata soluzione del welfare, dalle ‘bellissime’ tasse padoaschioppiane, al carovita che comincia a far sentire drammaticamente la propria presenza, dall’assenza di prospettiva per i ‘bamboccioni’ a partire dagli LSU ed LPU eternamente precari, alla realtà di un Mezzogiorno sempre più lontano dall’Europa.

E poi ambiente, energia, trasporti, politica estera, e via di questo passo. Il fardello, come si vede, è tutt’altro che leggero. E il compito, per chi pensa al bene del Paese, fa tremare le vene e i polsi. Ma è un compito-sfida che Silvio Berlusconi e i suoi alleati, riformisti e moderati, dovranno comunque affrontare, se vogliono veramente bloccare il declino ed avviare la risalita economica, politica e sociale di cui l’Italia ha bisogno.

Primum vincere però, e poi lavoro di grande lena e grande respiro raccogliendo il senso comune della gente e le aspettative più semplici. Bisogna, quindi, per primo mettere da parte presunzione, faciloneria, e atteggiamenti da club riservato che sembrano affiorare tra alcuni alleati (vedi Maroni della Lega) e che nascondono speranze da bassa macelleria, e subito dopo realizzare le convergenze tra forze sostanzialmente omogenee a differenza dell’armata Brancaleone, non chiudendo la porta a nessuno. Già le passate elezioni hanno dimostrato che bastano anche 25.000 voti per buttare alle ortiche programmi, speranze e rilancio del Paese. Si vuole forse riconsegnare l’Italia agli incapaci prodiani?

Bando, quindi, alle dichiarazioni pubbliche tese a civettare le posizioni di Walter Veltroni anche perché, alla fine, esse si dimostreranno bugiarde e false almeno al Senato, e impegno massimo per realizzare, in soli dodici mesi, il massimo del programma. Non deve sfuggire a nessuno, infatti, che tra un anno si rivolterà nuovamente, o con una nuova legge elettorale approvata dal nuovo Parlamento, o perché i referendum che sono sempre li ad attenderci riscriveranno le nuove regole.

Il Nuovo PSI farà la sua parte, minima quanto si vuole, ma da scelta di campo non improvvisata, e darà il proprio contributo per vincere e poter governare pienamente. L’anno che ci sta di fronte, prima dei referendum, diventerà il banco di prova di chi è abituato ai distinguo o di chi insegue velleitari sbocchi personali o del proprio partito.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria, 6.2.2008

++ ELEZIONI: VOTO SARA’ IL 13 E IL 14 APRILE ++

(ANSA) – ROMA, 6 FEB – ‘Il voto delle politiche si terra’ il 13 e il 14 aprile’. Lo conferma il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, sottolineando che invece non e’ ancora stata presa la decisione se abbinare o meno le elezioni amministrative a quelle politiche.(ANSA

Apc-ELEZIONI/ NUOVO PSI: COERENTI MA DISCRIMINATI A DESTRA E SINISTRA

Spedale: “Strano destino quello dei socialisti”

Roma, 6 feb. (Apcom) – “Strano destino quello dei socialisti discriminati a destra ed a sinistra. Il Ps di Boselli è messo da parte da Veltroni a favore di Di Pietro, il nuovo psi che è stato fra i fondatori della CdL guidata da berlusconi è dimenticato dagli storici alleati”. Lo sostiene in una nota Franco Spedale, vicesegretario nazionale del nuovo psi di Stefano Caldoro.

“Eppure – prosegue – sia il Ps a sinistra sia il nuovo psi nella Cdl sono stati sempre coerenti e leali subendo fuoriuscite e divisioni proprio per difendere una linea legittimata dagli elettori e contro i trasformismi dall’una e dall’altra parte. Il nuovo psi nella Casa delle Libertà rappresenta le istanze dei laici e dei riformisti”.

ELEZIONI: NPSI, NOI IN CDL COME LA LEGA

(ANSA) – ROMA, 6 FEB – ‘Il nuovo psi e’ nella Casa delle Liberta’ come la Lega, e dallo stesso tempo. Ci dispiace che questo non venga ricordato ne da Maroni ne da altri’. Lo sottolinea Umberto Caruso, Vice segretario nazionale del Nuovo Psi di Stefano Caldoro.
‘E’ vero che il Partito si e’ diviso dopo la sconfitta del 2006, alcuni volevano lasciare la Cdl ma ha vinto la linea della coerenza anche se abbiamo dovuto subire l’ennesima piccola scissione’.
‘Abbiamo partecipato, poi, sul piano parlamentare, e con la presenza al governo,- conclude – alla realizzazione del programma di riforme nei cinque anni del governo berlusconi. Questo non puo’ essere dimenticato’. (ANSA).

++ NAPOLITANO CONVOCA PRESIDENTI CAMERE PER SCIOGLIMENTO ++

(ANSA) – ROMA, 5 FEB – ‘Ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricevera’ questa sera, al Palazzo del Quirinale, il Presidente del Senato della Repubblica senatore Franco Marini, alle ore 18,00 e il Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Fausto Bertinotti, alle ore 19,00′. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.(ANSA).

N. PSI: CALDORO, SOCIALISTI CON BERLUSCONI CONTRO SINISTRA

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(AGI) – Roma, 4 feb. – “I socialisti autonomisti e riformisti del garofano rosso, anche quando erano in pochi o in minoranza, hanno difeso sempre la linea autonoma dalla sinistra egemone”.
Lo dice il segretario del nuovo psi, Stefano Caldoro, che aggiunge: “Con sempre maggior convinzione confermiamo la scelta fatta dopo il 1994 nella Cdl guidata da Silvio berlusconi”, mentre “alcuni socialisti hanno il vecchio vizio di nascondersi sotto l’ ala protettrice degli ex Pci, oggi sotto l’ombrello del Partito democratico”.

GOVERNO: MARINI NON CE LA FA, SI VA VERSO LE ELEZIONI/ANSA

berlusconi E FINI,DIALOGO DOPO VOTO; VELTRONI,UN’OCCASIONE PERSA (di Chiara Scalise) (ANSA) – ROMA, 4 FEB – L’esploratore Franco Marini non ce la fa e le elezioni si avvicinano a passo di carica. Il presidente del Senato sale al Colle nel tardo pomeriggio, dopo la chiusura ufficiale delle consultazioni, e rimette il mandato ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mercoledi’ scorso. Che la partita sia persa lo si capisce definitivamente ascoltando in mattinata le parole di Gianfranco Fini e Silvio berlusconi. An e Fi non si smuovono dalla posizione iniziale, chiedono il voto subito. Il dialogo? Rimandato a dopo il verdetto delle urne. A Veltroni dunque non resta che prepararsi alla campagna elettorale. ‘Un’occasione persa’, commenta intravedendo lo sbocco inevitabile della crisi.
Il giorno della verita’ e’ arrivato ed e’ andato secondo le previsioni: la maggioranza per riformare la legge elettorale non c’e’. Non quella politica, l’unica che avrebbe accettato Franco Marini. A governicchi era, ha sempre detto e ridetto, indisponibile. La convinzione che uno spiraglio per un’intesa, seppur a tempo, ci potesse essere e’ durata in realta’ una manciata di ore, da venerdi’ sera a sabato mattina. A far tornare il barometro verso il nuvolo sono state le parole del leader di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo che, uscendo dallo studio del presidente di Palazzo Madama, ha inviato un messaggio chiaro: senza un accordo, non resta che andare al voto. Una presa di posizione che ha reso molto piu’ complessa, se non impossibile, la delicata mediazione di Gianni Letta, il consigliere di berlusconi da sempre propenso alla ricerca di un’intesa. I tentativi di convincere berlusconi a siglare un armistizio istituzionale si sono cosi’ arenati definitivamente.
Oggi e’ la cronaca dunque di una sconfitta annunciata. Il Capo dello Stato prende atto e ringrazia comunque il presidente del Senato per l’alto senso di responsabilita’. Ora il testimone passa di nuovo nelle sue mani. Sono ore di riflessione per il presidente della Repubblica, ma e’ molto probabile che tra domani e dopodomani decida di sciogliere le Camere. Il che vorrebbe dire andare alle urne tra fine marzo e la meta’ del mese successivo. Le date pero’ in pole position sono il 6 o il 13 aprile. Ed e’ immaginabile che proprio l’organizzazione della tornata elettorale sia stata al centro del colloquio del Capo dello Stato, che stamane ha ricevuto anche il governatore di Bankitalia Mario Draghi, con il ministro dell’interno Giuliano Amato. L’arrivo del Governatore al Quirinale ha anche fatto immaginare in ambienti parlamentari un estremo tentativo di formare un governo tecnico per le riforme, con l’appoggio di alcuni settori del centrodestra. Scenario che e’ durato una manciata di ore.
Sul tavolo dell’inquilino del Colle c’e’ piu’ di un dossier aperto. Altra partita delicata, e intrecciata con la crisi di governo, e’ quella del referendum elettorale. Il rischio che il nuovo governo, dopo neanche due mesi dal suo insediamento, si debba confrontare con la consultazione e’ stato pero’ allontano.
Domani il Consiglio dei ministri indira’ la consultazione popolare e cosi’, con il successivo scioglimento del Parlamento, il referendum slittera’ al 2009. La campagna elettorale e’ ormai alle porte. E, per berlusconi, non e’ il caso di farne una tragedia. Il Cavaliere va alle consultazioni di Marini nonostante il lutto che lo ha colpito (con la perdita di mamma Rosa) e quando esce nel salone degli Specchi assicura di non avere alcuna intenzione di stringere un patto con il Pd di Walter Veltroni. L’ipotesi avanzata sulla prima pagina del Giornale, in un’articolo a firma del direttore, non e’ valida per l’oggi: ‘E’ un’utopia’, scandisce il Cavaliere davanti ai taccuini. Avanti tutta verso il voto anticipato, ripete; il tempo del dialogo verra’ semmai dopo. berlusconi infatti non nasconde, a chi gli ha parlato in queste ore, la convinzione che l’unica strada per fare le riforme indispensabili sia quella di dare vita nella prossima legislatura ad un’ampia convergenza delle forze politiche. Quasi a intendere una sorta di ‘Grosse Koalition’ all’italiana. Il progetto pero’ di strutturare un dialogo tra i due schieramenti, molto caro all’Udc di Pier Ferdinando Casini, lascia ora freddo il Partito democratico. La proposta di scrivere insieme le regole andava colta subito, ora, e non rinviata ad un indeterminato domani. E non si parli di coalizioni trasversali, perche’ sui programmi e i valori, chiarisce Veltroni, il Pd e il centrodestra sono e restano alternativi. (ANSA).

Marini e le istituzioni

Un Presidente del Consiglio Incaricato con un unico obiettivo: formare un governo che faccia una sola legge: quella elettorale. Mi risultava che il governo, come dice la parola stessa, si facesse per governare! Altrimenti potremmo fare un governo per legiferare sul conflitto di interessi, un governo per una nuova politica industriale, un governo per riordinare il servizio sanitario, ecc.
Tra l’altro una nuova legge elettorale che venga emanata senza mettere mano alla Costituzione, è una legge monca. Infatti il naufragio del sistema maggioritario in Italia lo si deve anche al fatto che la legge elettorale maggioritaria non è stata coordinata con la Costituzione, pensata per un sistema proporzionale. Ma per mettere mano alla Costituzione ci vuole un governo nella pienezza dei suoi poteri e con orizzonti ben più ambiziosi rispetto a quelli pensati da Marini.
In questa vicenda c’è un’altra questione che dovrebbe fare gridare allo scandalo. Si tratta del fatto che Marini abbia convocato, nell’ambito delle consultazioni ufficiali, soggetti diversi dalle forze politiche rappresentate in Parlamento: se è vero che i parlamentari eletti dal popolo rappresentano il popolo, è con essi che il Presidente si deve confrontare e dialogare. Non si capisce cosa c’entrino i sindacati, l’associazione degli imprenditori o i referendari. Va bene che sono amici di una certa parte politica, ma non si vede perché loro o soltanto loro, che rappresentano soltanto un realtà parziale del Paese. Perché non sentire i sindacati autonomi, perché no i rappresentanti dei professionisti o degli artigiani o dei commercianti. Qualche giorno fa, a ragione, anche la Consulta delle Famiglie ha chiesto di essere ascolta al pari degli altri.
Questo atto, che all’occhio poco attento può sembrare soltanto un innocente modo di ascoltare più soggetti rispetto a quelli stabiliti dalle norme, in realtà segna il tracollo della rappresentanza parlamentare. Vorrei ricordare come nella storia recente la delegittimazione della rappresentanza parlamentare ha sempre incarnato il preludio alla comparsa degli autoritarismi.
Questo mandato esplorativo deve finire quanto prima. Non perdiamo altro tempo. Votiamo! Per non lasciare un Paese nella mancanza di istituzioni operative, non dimenticando che la difficile situazione economica internazionale potrebbe costringerci a fronteggiare qualsiasi tipo di emergenza. Casomai quello che il Presidente della Repubblica e in generale le forze politiche devono pretendere, è che chi vince dia avvio ad una nuova fase costituente che rinnovi il Paese e le sue istituzioni.
Giovanni Bertoldi
Segretario Regionale Nuovo PSI Emilia Romagna

Un’occasione irripetibile!

Un’occasione irripetibile.
Questa è la nostra terza ed ultima possibilità; la prima la sprecammo nel ’96 quando con il CCD all’1,2% (ricordate?) noi invce che fare una scelta di campo presentammo autonomamentel a lista dei sette garofani al Senato prendendo l’1%! Li fu la prima occasione persa il primo lampo di genio di vecchi tromboni che pensando alla loro collocazione che non venne garantita pensarono di buttare alle ortiche la nostra storia.
Ricodiamo tutti Intini e la sua storia degli abiti rubati, di riprendere il nostro onore, la nostra dignità.
Abbiamo visto dov’è finito a fare da Vice a D’Alema e capo a Bobo!
Li perdemmo la prima vera grande occasione, che era quella di costruire l’allora Polo delle Libertà, perdemmo l’opportunità di mettere delle bandierine, di ridare vigore al nostro simbolo.
Poi ci fu la stagione di GDM, per certi versi anche esaltante, nonostante le traversie del 2001 e nonostante Socialisti, riuscimmo a portare una pattuglia in Parlamento. Subito dopo cominciò ancora una volta la solita litania con Bobo che esce, poi rientra Gianni che ogni giorno si sposta verso la sinistra.
Malgrado tutto riusciamo pero 8 anni dopo il ’96 ad arrivare al 2%! Una forza che rappresentava la metà della percentuale che aveva ottenuto la Lega Nord nel 2001!
Poi la parabola discendente e la seconda occasione buttata alle ortiche; la frattura con Bobo (ancora) e Zavettieri, legata al fatto che probabilmente GDM aveva preso accordi che poi non ha mantenuto, il Congresso non Congresso e tutte le altre storie che sappiamo fino ad arrivare all’ulteriore scissione della scorsa estate.
E adesso come quasi sempre accade nella vita uno spiraglio di luce dopo tanto buio.
Per noi l’opportunità di riprendere un cammino, la possibilità, a differenza della “Rincostituente”, di dare fiato e prospettiva ad un progetto di rinascita Socialista, la possibilità di dare un nuovo futuro alla storia di un Partito che vuole portare avanti i meritevoli e proteggere i più deboli.
Le elezioni sono vicine, forse già nei prossimi giorni le Camere si scioglieranno anticipatamente; adesso tocca noi, non perdere quest’occasione, non mancare, non deludere i numerosi Socialisti, consapevoli e non, che hanno bisogno di un Partito di riferimento, che porti serietà, serenita, riforme, progetto e prospettiva.
Un progetto Socialista per un Italia da Riformare, in tutti i sensi